27 La mia anima si sgretola

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"Chi avrebbe mai potuto amare una bestia?"

Moon

Karin e io scendiamo le scale e torniamo alla sala, dove si trovano tutti gli invitati, che stanno festeggiando il mio compleanno. Sento le urla energiche dei miei amici e un applauso intenso che interrompe il silenzio, avuto sul terrazzo. La band riposa gli strumenti a terra e ringrazia il pubblico per averli ascoltati e aver ballato sulle loro note. Non riesco a restare lì e far finta di niente, ho la nausea e percepisco una voragine nello stomaco e un vuoto dentro l'anima. Karin mi tira verso di lei tra la folla, Le lacrime sulle guance sono asciutte adesso, perché passandomi le mani sul viso non sento più niente di umido.

«Vado al bagno» informo Karin con tono triste e sconsolato

«Ok, ti accompagno»

Mi dirigo subito al lavandino e alzo lo sguardo sul mio riflesso allo specchio. Quella sono io, ma allo stesso tempo non lo sono affatto. Osservo solo una ragazza con gli occhi arrossati e aloni scuri intorno allo sguardo, sembro un mostro. La pelle è bianca, quasi argentata e quei contorni neri di trucco sciolto assomigliano ai crateri della luna. Prendo un fazzolettino di carta e lo inumidisco con un po' d'acqua che passo sotto agli specchi dell'anima per rimuovere il rimmel colato. Una volta uscite dalla toilette e tornate all'ammasso di gente, vedo Malek ruggire verso Markus con rancore e aggressività. È fuori di sé, riconosco quel fuoco negli occhi quando gli fa male il cuore e adesso il suo piange, lo sento. Lavo via la delusione e mi tiro su con le spalle, non mi farò sconfiggere dalla paura, non oggi. Dopo una manciata di secondi noto che prende la sua giacca dal divano e se ne va, sbattendo la porta dietro le spalle, è furioso. Possibile che delle parole innocenti come "Ti amo" possano sconvolgere a tal punto una persona?

"Io non lo sono", sento vibrarmi queste parole nella mente, gemo piano, silenziosamente. Percepisco il petto afflitto da una morsa e il respiro si spezza. L'ennesima lacrima rotola lungo il collo per finire nella mia scollatura. Cerco di tranquillizzarmi; mi ci vogliono cinque lunghi respiri per riuscire a muovermi dal posto in piedi in cui mi trovo.

«Vado a fumare, lasciami un attimo sola» dico alla mia amica, che mi libera dalla presa al braccio.

Esco e sento la solitudine divorarmi completamente, il silenzio risuona tutt'intorno a me. Inalo un profondo respiro che mi conforta. E poi cammino e cammino, fino a ritrovarmi alla grande distesa d'acqua, il lago di St. Clair. Il silenzio riempie l'atmosfera, è pace intorno al mio essere. Vedo delle barche ormeggiate ricoperte dall'oscurità come un velo e l'acqua muoversi attorno al loro legno. Alcune luci in lontananza brillano dall'altra parte del lago, probabilmente di qualche casa o villa sulle sue sponde. Con urgenza deglutisco il groppo che ho in gola. Al solo pensiero di Malek rimbombarmi nell'anima, il mio sguardo sfreccia nel buio. Chi avrebbe potuto mai salvare un ragazzo complicato come lui? Io lo amo! Se non posso salvarlo, allora non mi resta che perdere con lui. Non voglio vincere una partita con la vita se non ho lui accanto. Non è il biliardo, non stavolta.

Torno indietro alla festa solo per informare che vado via. E infatti dopo poco m'incammino a piedi, ci metto un'oretta per rientrare, ma l'aria fresca tranquillizza i miei pensieri e il movimento calma i nervi tesi, non piango, percepisco solo una grande frustrazione che fa incespicare i battiti del cuore. che si spezza. Il silenzio è soffice e vellutato e in esso risuona solo la mia voce tremula, che canta "Mad World" nel mio piccolo angolo di vita.

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