21- Patti infranti

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16 aprile

Seduta sull'erba a gambe incrociate, Emilia osservava un gruppo di bambini, che si rincorrevano attorno alla fontana circolare al centro del prato. L'acqua zampillava come a voler raggiungere il cielo, di un azzurro intenso, il colore che preannunciava la primavera.

In lontananza, le mura rosse del Palazzo Reale dominavano quei giardini perfetti, un capolavoro di geometria degno dei reali che vi abitavano un tempo.

"I torinesi avranno per sempre qualcosa di Sabaudo" diceva ogni tanto Giuliani, il suo professore d'italiano. E storceva il naso ogni volta che Emilia gli ricordava di avere origini lucane e che al Sud Italia i Savoia avevano fatto molte porcherie.

Una notifica apparve sul cellulare della ragazza. Le mancò il fiato quando lesse il mittente del messaggio.

F: -Ei Emilia, Ruben mi ha detto che ieri sera mi hai aiutato quando ero sbronzo, volevo ringraziarti. Non ricordo niente della serata, sono un disastro haha-

Emilia venne colta dal sollievo. Se Federico le aveva scritto un messaggio, voleva dire che Ruben aveva tenuto la bocca chiusa su quanto accaduto.

E: -Figurati, non si abbandonano gli amici sbronzi in difficoltà hahaha-

F: -Giusto haha. Comunque ci vediamo giovedì alle prove, tu ci sei vero?-

E: -Certo. A giovedì-

Ricaccio il telefono in tasca, guardandosi attorno come una ladra. Non c'era nulla in quei messaggi e nel comportamento di Federico che potesse far intendere che provasse qualcosa per lei, eppure si sentiva in colpa, come se quel "Sei bellissima" detto per sbaglio avesse aperto uno spiraglio di speranza impossibile da richiudere.

"Bo-oh".

Emilia sobbalzò e Andrea le piombò di fianco.

Si sedette sul prato e si tolse la giacca di jeans, restando con una t-shirt bianca. Aveva i capelli spettinati e il viso arrossato dal sole.

"Cretino" strillò Emilia, dandogli uno schiaffo una coscia.

"Buongiorno anche a te". Le lasciò un bacio sulle labbra e la ragazza si sciolse in un sorriso.

"Oggi si sta da Dio" aggiunse il ragazzo, alzando il capo e chiudendo gli occhi.

"Infatti, finalmente una giornata un po' decente". Emilia si tolse il telefono dalla tasca, con fare nervoso, e lo ripose nella borsa. "Torino mi fa incazzare, ha dei parchi bellissimi, ma per la maggior parte dell'anno non puoi andarci per pioggia, neve, il Po che esonda, uragani".

Andrea scoppiò a ridere. "Torino può permetterselo".

Emilia iniziò a ridere, sapendo quello che Andrea avrebbe detto.

"Sempre e comunque, Roma provincia, Torino capitale". Il ragazzo si sdraiò sull'erba, con un braccio dietro il capo. "Che hai fatto oggi?".

"Niente di che, stamattina la Cabutti ci ha dato le versioni e ho preso un altro meraviglioso 5-, evvai".

"Dai, lo recuperi, siamo solo ad aprile".

Emilia rise sarcastica. "Facile dirlo per te, hai otto di greco".

"Scusa, scusa, volevo solo dare un po' di supporto".

La luce del sole lo obbligò a chiudere gli occhi.

"Tu che hai fatto, invece?".

"Verifica di Bocchio, spero sia andata bene".

Emilia restò immobile con lo sguardo perso nel vuoto. "Ah, Bocchio" disse dopo alcuni istanti. "L'ho visto alla serata artistica del liceo".

"Un mezzo maniaco".

"Scusa?".

Andrea la guardò, riparando gli occhi dalla luce con una mano. "Ma sì, guarda sempre il culo alle ragazze, ogni tanto fa apprezzamenti di dubbio gusto".

A Emilia tornò in mente il senso di disagio che aveva provato in sua presenza alla serata artistica. Le era sembrato che Bocchio le stesse facendo un esame ai raggi X, l'aveva scrutata da capo a piedi.

"Un prof così è un'indecenza".

"Già".

Restarono alcuni secondi in silenzio. Il gruppo di bambini che correva attorno alla fontana era andato via e nell'aria era rimasto solo un vociare lontano.

"Andrea". Emilia sfiorò con le sue dita sottili la pancia del ragazzo. "Sbaglio o avevi detto che dovevi dirmi una cosa?".

Andrea sospirò e si tirò su a sedere.

"Diciamo di sì".

Emilia lo fissò curiosa, mentre lui cercava le parole più adatte.

"Allora, sarò molto diretto, perché non sono bravo con i giri di parole" sentenziò.

A quelle parole seguirono alcuni istanti di silenzio. Emilia attese trepidante, incapace di prevedere cosa il ragazzo le avrebbe detto.

"In questo periodo ho pensato a noi, al tempo che abbiamo trascorso insieme e so che sono passati solo due mesi da quando abbiamo iniziato a frequentarci, ma provo dei sentimenti davvero forti e non riesco più a nasconderlo. Sei meravigliosa, con te sto da dio, riesci sempre a capirmi e a farmi sentire a casa".

Emilia si accorse che era arrossito. E tremò, pensando a quello che le avrebbe detto e che non era sicura di voler sentire.

"Emilia, mi sono innamorato di te".

La ragazza schiuse la bocca. Restò immobile, lo sguardo fisso su Andrea e lo stomaco attorcigliato.

"So che è presto per dirlo, che forse non mi credi" aggiunse Andrea. "Infatti non mi aspetto che lo dica anche tu. Sappi solo che per me essere innamorato significa che ti voglio un bene dell'anima e che vederti contenta rende contento anche me. Quando alla serata artistica del liceo ti ho vista felice sul palco, ero felicissimo anch'io".

Emilia abbassò lo sguardo. Era come inibita, tutto ciò che le veniva in mente su quella serata era Federico che la incoraggiava prima della presentazione e le sorrideva a spettacolo concluso.

Andrea non aggiunse altro. Restò in silenzio, aspettando che Emilia dicesse qualcosa.

La ragazza deglutì e tirò su con il naso.

"Mi stai chiedendo di metterci insieme?".

Andrea strappò un filo d'erba.

"Sì".

Emilia sentì il respiro farsi affannoso, lo stomaco sempre più dolente, i pensieri annebbiati. Aveva preso la relazione con Andrea come un gioco. E ora lui le stava rivelando di essere innamorato.

"Andrea" disse, con un filo di voce. "Non so se sono innamorata anch'io".

Gli lesse in volto un'amara delusione. Il ragazzo sospirò e, dopo alcuni istanti, rispose: "Non è un problema, nessuno decide cosa provare".

"Questo non significa che io non stia bene con te" aggiunse Emilia, nel tentativo di giustificarsi. "È solo che è la prima volta che mi lego così tanto ad una persona e mi sento spaesata".

Andrea annuì, le ginocchia sollevate e le braccia appoggiate su di esse.

Emilia venne colta da un senso di vertigine. Stava mettendo un punto fermo a un rapporto che andava avanti ormai da mesi?

"Non voglio obbligarti ad aspettare che anch'io mi innamori" disse. "Se te ne andassi mi dispiacerebbe, ma lo capirei".

"Dispiacerebbe anche a me". Andrea le carezzò una guancia con il dorso della mano. "Forse preferisco aspettare accanto a te".

Emilia sentì un senso di sollievo e disagio al contempo.

"Accetteresti di continuare a vederci così, senza etichette, senza la parola fidanzati in mezzo?" mormorò, senza sapere quale fosse la risposta che avrebbe voluto sentirsi dire.

Andrea la baciò. Fu un bacio dolce, le loro labbra si sfiorarono, accarezzandosi a vicenda.

"Sì".

Si baciarono ancora, assaporandosi con delicatezza.

"Però ti chiedo una cosa, una sola cosa".

Emilia guardò il ragazzo dritto negli occhi.

"Se inizierai a provare qualcosa per un altro ragazzo, dimmelo. Ti lascerò andare, non sarò geloso, ma non voglio che giochi con i miei sentimenti. Voglio solo che tra noi ci sia sincerità".

"Va bene".

Circondò il collo del ragazzo con le braccia e lo baciò con passione, mentre lui le accarezzava la vita e la schiena.

Si staccarono per alcuni istanti, fronte contro fronte.

Sorrisero ed Emilia cercò ancora le sue labbra. Si lasciò trasportare dalla passione del momento, ignorando i pensieri negativi che, come demoni, mettevano in discussione ogni sua certezza.

"Se inizierai a provare qualcosa per un altro ragazzo, dimmelo".

Aveva infranto il patto ancora prima di siglarlo.

Spazio autrice

Ciao gente, grazie per aver letto questo capitolo! Allora, cosa ne pensate della rivelazione di Andrea? Ve lo aspettavate? E della reazione di Emilia? Sono curiosissima di sentire le vostre opinioni e teorie.

Come sempre, consigli e critiche costruttive sono ben accetti. Purtroppo ho revisionato questo capitolo con poca attenzione perché in questi giorni sono stata molto impegnata, quindi fatemi sapere se ritenete ci sia qualcosa da aggiungere/modificare.

Un abbraccio, ci vediamo martedì❤️

Baby Rose

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