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Alec era un dannatissimo prepotente. Beth l'aveva intuito dal primo momento in cui gli aveva parlato, quando l'aveva accompagnata a casa dopo la cena. La prima volta che l'aveva incontrato, infatti, era scappata senza dire una parola e aveva sperato di non incontrarlo mai più col timore di doversi sotterrare a causa della vergogna. Tuttavia, in quel preciso istante si trovava nella sua macchina ed era alquanto indisposta dato che Alec e i suoi coinquilini l'avevano costretta a salire.

Il biondo era deciso a portarla a cena fuori, nonostante lei si fosse categoricamente rifiutata dato che non era vestita in modo adeguato. Indossava un paio di jeans e un maglioncino azzurro sotto una giacca scura, ma di certo non poteva presentarsi così in un ristorante degno di quel nome.

Purtroppo però ormai era in macchina e non poteva tirarsi indietro, per questo se ne stava seduta con le gambe accavallate, le braccia incrociate sotto il seno, un broncio che di certo non si addiceva al suo viso.

"Qualcosa non va, Bea?" domandò il biondo con un nota di preoccupazione nella voce.
Anche se non lo dava a vedere, teneva molto alle persone, anche a quelle che in realtà non conosceva affatto.

"Mi chiamo Bethsabea" rispose prontamente la giovane con l'unico intento di contraddire il ragazzo che le stava accanto.

"Non sono sicuro che la prima volta che te l'ho chiesto tu abbia detto proprio così... Sai non credo fossi del tutto in te" ironizzò, schernendo la ragazza seduta sul sedile accanto al suo.
Beth, d'altra parte, assunse un colorito particolarmente roseo.

"Non ero affatto in me" precisò, sottolineando con un tono difficile da fraintendere la parola centrale dell'intera frase.

Alec risultò leggermente infastidito dalle parole della giovane, ma tentò di non darlo a vedere. Tuttavia l'espressione dura che per un momento gli contornò il viso fu perfettamente intesa da Beth, la quale si sentì terribilmente in colpa e decise di abbandonare, seppur in parte, il tono ostile fin ad allora utilizzato.

"Allora, dov'è che vogliamo andare?" domandò il biondo svoltando l'angolo e iniziando ad elencare i nomi di alcuni dei più famosi ed eleganti ristoranti di Londra.

Bethsabea sbiancò, ritendendosi non consona ad alcuno di quei locali altolocati frequentati dalle personalità più eminenti ed influenti della città.

"Stai scherzando spero" osservò voltandosi verso il guidatore con le sopracciglia inarcate.

"Ovviamente" spiegò il ragazzo, "Non sono il mio genere quei locali" spiegò voltando nuovamente l'angolo.

Beth non aveva una grande capacità di orientamento e alcune volte era stata capace anche di perdersi nella sua stessa casa, dunque non aveva idea del posto in cui Alec la stava portando.

Tuttavia, anche a quella distanza, riusciva a sentire il profumo del biondo che la ipnotizzava e la attraeva verso di lui. Non riusciva minimamente a controllarsi, ma quello che sentiva non era bisogno di avere un rapporto con lui, bensì di stargli vicino.

Si distrasse dai suoi pensieri quando notò che Alec aveva parcheggiato e la stava osservando incuriosito, in attesa che si voltasse.

"A che pensi?" domandò con un tono menefreghista, come se lo chiedesse nonostante conoscesse la risposta.

"Al fatto che sono due giorni che sto fuori e gradirei tornare a casa" sorrise la ragazza tornando ad essere ostile. Tuttavia quel comportamento non faceva altro che divertire il giovane, il quale, per tutta risposta, scese dall'auto e si incamminò verso l'entrata del fast food davanti cui aveva parcheggiato.

"Spero ti piaccia il cibo spazzatura" disse chiudendo l'automobile definitivamente con un braccio alzato e volgendo all'indietro le chiavi.

"Ho altre alternative?" domandò ironica la ragazza mentre raggiungeva Alec. Non che non amasse il cibo spazzatura, anzi, tutt'altro, ma non aveva la minima intenzione di dare qualche soddisfazione al suo accompagnatore.

Non le erano mai andate a genio le persone prepotenti, eppure non riusciva ad opporsi ad Alec come aveva sempre fatto con tutti gli altri prepotenti che aveva incontrato. Aveva qualcosa di diverso che le impediva di fare la stronza come avrebbe voluto, e quel qualcosa probabilmente era il rapporto che avevano avuto prima ancora di conoscersi.

Occuparono un tavolo sedendosi l'uno di fronte l'altro, e, nell'attesa che la giovane cameriera li raggiugesse per prendere le ordinazioni, Alec esordì: "Sembra che stiamo facendo tutto al contrario".

"In che senso?" domandò Beth, non comprendendo le insinuazioni del ragazzo.

"Beh, di solito si inizia da un locale medio-basso, poi si va nel ristorante importante e alla fine si finisce a letto insieme. Noi siamo partiti dalle fine" spiegò mentre una giovane ragazza dai capelli scuri si avvicinava al tavolo, e aggiunse: "Non che mi sia dispiaciuto".

"Cosa vi porto?" domandò lei senza staccare per un attimo gli occhi da Alec, anche mentre ordinava Bethsabea.

Quando si allontanò disse: "Potresti evitare di provarci con le cameriere". Era alquanto infastidita anche se tentò di non darlo a vedere.

"Che c'è, sei gelosa?" domandò con un sorriso sornione il biondo facendole l'occhiolino. Era così bello che Beth non poté fare a meno di ridire, e sciolse finalmente la barriera ghiacciata che aveva interposto tra loro.

N.d'A.
Signore e signori, ce l'abbiamo fatta! Finalmente il muro tra Beth e Alec inizia a sciogliersi, adesso ne vedremo delle belle 🌱
Fatemi sapere cosa ne pensate in un commento e lasciate una stellina!
flyerthanwind

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