23.Buio

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Dazai

Stritolo il bicchierino di carta del caffè ormai freddo. Oda continua a camminare avanti e indietro davanti alle sedie della sala d'aspetto.

Noemi ha ingerito un'intero flacone di sonniferi, non sappiamo come ne sia entrata in possesso, per quel tipo di farmaco è necessaria la prescrizione medica.

Se avessi dato retta ai campanelli d'allarme che suonavano nella mia testa ora non sarebbe qui in coma.

«Non è colpa tua» Oda ha smesso di camminare e ha appoggiato una mano sulla mia spalla «se non fosse per te probabilmente ce ne saremmo accorti troppo tardi. Si salverà vedrai, e sarà tutto merito tuo»

«Dovevo impicciarmi di più, chiederle come stava...»

«Osamu non siamo più bambini, né voi né io. Siamo adulti alle prese coi problemi della vita, è difficile tirare avanti ogni singolo giorno e soprattutto cercare di salvare chi non vuole essere salvato. Negli anni ho imparato che posso dare fino ad un certo limite, ci sono passi che ognuno deve compiere da solo. Noemi ha avuto tante possibilità per chiedere aiuto ma le ha rifiutate tutte. Non si è confidata nemmeno con Nicole e lei era la persona con cui si apriva di più» scuote la testa e si siede accanto a me «questo non significa che non mi senta in colpa come te, anzi forse ancora di più perché abitate sotto il mio tetto e, anche se siete maggiorenni, sono responsabile per voi.»

Sospira e allunga le gambe «oggi per lei non possiamo fare più nulla. Torneremo a trovarla domani sperando si svegli presto» prende il bicchiere dalle mie mani e lo butta nel cestino «vieni ormai è sera, torniamo a casa»

Mi alzo barcollante completamente svuotato da ogni sentimento e lo seguo lungo questi corridoi che purtroppo conosco bene.

Il sole è già tramontato e Chuuya è al lavoro, avrei voluto condividere subito con lui questo peso che mi schiaccia il petto ma dovrò attendere pazientemente il suo ritorno.

Chuuya

Porto fuori gli ultimi bidoni e corro in bagno per darmi una sistemata prima di uscire. Lucy ha fissato il colloquio tra mezzora. All'inizio ero preoccupato per l'orario poi quando mi ha dato l'indirizzo e ho visto che si tratta del nuovo karaoke che ha aperto in città mi sono tranquillizzato. 

Prendo al volo l'autobus, in teoria devo scendere tra quattro fermate e camminare per una decina di minuti, così dice maps. Speriamo che gli orari coincidano con il lavoro al bar e che sia la volta buona. Magari stasera stessa tornerò a casa da Bambi con una bella sorpresa. Oggi non sono riuscito ad incrociarlo, strano. 

Scendo dall'autobus nervoso, faccio scrocchiare le dita per allentare lo stress. Intravedo una testa bionda a metà strada.

«Eccoti» Lucy mi squadra da testa a piedi schifata «potevi vestirti meglio. Vabbè per quello che devi fare va bene. Seguimi che ti accompagno negli uffici» invece che entrare dall'ingresso con la scritta luminescente "Dalila karaoke" passiamo da una porticina imboscata all'angolo.

Il corridoio è illuminato da neon verdi che rendono la nostra pelle aliena. Lucy si ferma davanti ad una porta, bussa e poi entra senza attendere risposta «eccomi, vi ho portato quella persona»

«Permesso» entro titubante dietro di lei in una stanza piccola dove è presente solamente una scrivania nera con ripiano di vetro smerigliato dietro alla quale vi è seduto un ragazzo poco più grande di noi, sulla sedia invece vi è accomodato un uomo maturo coi capelli brizzolati e dai lineamenti delicati. Mi fissano entrambi da capo a piedi.

Mi sento a disagio in questo silenzio. L'uomo seduto accavalla le gambe «Avevi ragione Lucille cara, è un bel ragazzo. C'è molto da lavorare ma si intravede già lo splendore che può diventare. Tu che dici Ric?»

Il ragazzo dietro alla scrivania alza un sopracciglio e piega la testa di lato «molto meglio dell'ultima che ci ha presentato, credo che prima dovremo spiegargli due cose» e lancia uno sguardo di ghiaccio a Lucy.

«Non pensavo che non superasse la selezione» finge di scusarsi per qualcosa che non posso comprendere ma intuisco chiaramente che sono finito nei guai.

«Immagino che non sono qui per lavorare al karaoke» faccio un passo indietro verso la porta.

«Non ti agitare ragazzo» dice quello che ha più o meno la mia età «nessuno ti obbligherà a fare nulla. Ti spiego come funziona qui e se non vuoi firmare il contratto sei libero di andartene. Non rapiamo o torturiamo nessuno. La nostra società offre un servizio di accompagnatori a uomini e donne di un certo pregio, dovrai indossare i vestiti che sceglieremo, cambiare pettinatura, scolpire il tuo corpo come richiede la moda del momento andando in una palestra nostra affiliata. Non dovrai sobbarcarti alcun costo e inoltre offriamo una camera in un alloggio che dovrai condividere con tre ragazzi. Poi, se sei bravo, i tuoi clienti aumenteranno e potrai scegliere un appartamento tutto tuo. Sarai stipendiato, in media ricaverai il 30% su ogni appuntamento ma i regali e gli extra puoi tenerteli. Puoi rescindere il contratto quando vuoi previo avviso di 30 giorni.»

«In cosa consiste accompagnare uomini e donne?» sembra evidente che non devo solo tenerli per mano.

«Nulla di illecito» l'uomo seduto interviene, ha un timbro di voce basso che  mi ricorda i video di meditazione che seguivo al centro recupero «lavorerai nel mio staff e dovrai accompagnare ricche donne di una certa età a delle feste»

«Tutto qui?» dubito che sia così.

«Sei molto nervoso» continua l'uomo, la sua voce è ipnotica e anche il movimento delle mani che accompagnano le sue parole «se vuoi, a tua libera scelta, puoi parlare direttamente con un ragazzo che già lavora per noi mentre ti prendiamo le misure»

«Le misure per cosa?»

«Per la cassa da morto» l'uomo si alza e io indietreggio ancora «Stavo scherzando, le misure per gli abiti. Ti ho accennato ad un cambio di look.  Se vuoi seguirmi, ti presento Eric che lavora per noi da tre anni, ti spiegherà in dettaglio in cosa consiste il vostro lavoro e se non ti piace puoi tranquillamente rifiutare. Cerchiamo personale serio e discreto»

L'uomo si avvicina e mi posa una mano sulla spalla, sarei già fuggito se il suo charme non mi avesse conquistato «Parlerò con Eric»

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