3. Coinquilini

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng


Dazai

Prendo la valigia e seguo su per le scale il direttore del Centro. Sono fiacco e molle come se fossi stato disossato, fatico a procedere senza barcollare. Ho paura del mio compagno di stanza. Perché è accompagnato da un poliziotto? Cosa ha fatto? Devo sopravvivere qui dentro con l'ansia che mi accoltelli nel sonno. Sono ridicolo. Ho tentato il suicidio e poi tremo davanti all'angelo della morte.

Sulle scale è seduta una ragazza bionda che scrive frenetica sul cellulare. Non alza lo sguardo quando le passo accanto ma la sento fischiare dietro al ragazzo che mi segue. Mi volto ad osservarli. Lui le sorride e lei si illumina. Il poliziotto scuote la testa e lo spintona "vedi di non mettere incinta qualcuna, ci manca solo quello" lo dice a bassa voce ma lo sento lo stesso. Il rosso sistema meglio lo zaino sulla spalla e punta lo sguardo da predatore su di me. Mi volto di scatto e raggiungo Sakunosuke sul pianerottolo. Camminiamo davanti a porte chiuse numerate. Si ferma e cerca la chiave nel mazzo che tiene in mano. Abbiamo il numero 13. La Morte dei Tarocchi. 

«Questa è la vostra» apre la porta e intravedo una stanza più lunga che larga, due letti, due scrivanie, due librerie speculari e un armadio solo «ogni camera ha un bagno privato. Le pulizie sono a carico vostro. Non rovinate asciugamani e lenzuola che altri dopo di voi dovranno usarle» 

Annuisco ed entro. Appoggio la valigia su uno dei due letti sperando di non dover discutere anche su chi dormirà e dove.

Inaspettatamente il rosso appoggia lo zaino sull'altro e non dice nulla. 

«Dazai questa sera a cena ti farò avere il permesso firmato per l'assenza di oggi a scuola»

«Grazie»  

I due adulti ci consegnano una chiave a testa, salutano e ci lasciano da soli.

Il silenzio è assordante.


Chuuya

«Quindi studi ancora» il cerbiatto si spaventa ad udire la mia voce e gli cade il maglione che stava mettendo ordinatamente nell'armadio. Divertente.

«Si... mancano solo tre mesi al diploma» alza  grandi occhioni nocciola su di me «tu no?»

Rido  e lui sussulta.

«No mica sono tutti fortunati come te principino» si ritrae spaventato. A parte le bende mezze sfatte che fuggono dalla manica della felpa sembra in tutto e per tutto un normale ragazzo delle superiori. Magari è pure un secchione «e cosa credi ti servirà quel diploma? Non potrai andare all'università o fare il lavoro dei tuoi sogni. Noi siamo solo scarti»

Abbassa il viso. Tra poco si metterà a piangere. Gusto già il sapore delle lacrime sulla lingua. 

«Hai ragione ma studiare è l'unica cosa che so fare» alza il viso e punta nuovamente quelle due nocciole su di me ma il suo sguardo è mutato. Non l'ho ferito. È calmo... anzi... rassegnato.

Vorrei urlargli contro, picchiarlo ma quegli occhi senza vita e vuoti sono posati sulla mia anima. Scappo. Fuggo come un codardo fuori dalla stanza e giù per le scale ignorando la ragazza che mi chiama. Vago disperato cercando un posto tranquillo dove poter ritrovare la calma. Mi rintano in una cucina deserta e mi accoccolo davanti al lavandino nascosto dal tavolo. Sento il petto che si stringe. Non devo arrendermi. Non posso cedere. Non mi rassegnerò e continuerò a combattere. Non sarò mai come lui. Non diventerò un fantasma.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro