2. IL VIAGGIO

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È ora di partire!
L'unica cosa positiva in questa giornata.
Inutile dire che avrei voluto parlare con Brandon, avrei desiderato di guardarlo negli occhi mentre gli comunicavo la mia partenza. Ogni volta che ripenso a quei maledetti occhi, per non parlare del sorriso.
Durante il viaggio Louise cercava in tutti i modi di tirarmi un po' su di morale. Lei sa sempre come farmi sorridere.

Arrivati all'Aeroporto Internazionale di Austin-Bergstrom, abbiamo dovuto aspettare un'ora. Avevano rimandato il volo.
«Ci mancava solo questa! Chissà tra quanto partiremo.» dissi a Louise, che magari si era anche stufata di ogni mio lamento.
«Joanie, ho un'idea. Vieni con me.»
Mi prese per mano e mi fece camminare quasi per mezzo aeroporto. La sua famiglia ci seguì.
«Joanie, cos'è che facciamo sempre nei centri commerciali di Austin?»
«Shopping?!»
«Esatto! E qui è pieno di centri commerciali, che ne dici di spendere i nostri risparmi?»
«Non lo so, non sono dell'umore.»
«Dai su non farti pregare, andiamo!»
Mi convinse, per cui entrammo in un negozio.
Le vetrine erano colorate, quasi mi brillavano gli occhi guardandole, anche se il mio umore in quel momento era a terra. Era come se quelle vetrine riempivano gli spazi vuoti che c'erano in me.
Trascorremmo mezz'ora in un negozio e comprammo dei vestiti e qualche T-shirt.
Mancavano solo venti minuti e il nostro viaggio per la California sarebbe iniziato.

Ero stufa di pensare sempre a Brandon, non ne potevo più. Volevo quasi liberarmene.

Ho iniziato ad avere questa ossessione nei suoi confronti dal primo attimo in cui lo vidi.
È alto, ha dei capelli meravigliosi, di un castano scuro, il suo sorriso é quasi ipnotico, e, come già detto, ha degli occhi azzurri meravigliosi, per non parlare del suo fisico, che sembra scolpito. È un tipo socievole e simpatico, anche se a volte si dà delle arie.

Finalmente siamo in aereo; sono emozionatissima, non vedo l'ora di arrivare, è la prima volta che vado in California, la prima vacanza con la mia migliore amica, fuori Austin. I primi dieci minuti di viaggio mi misi a pensare a Brandon, facendo i classici film mentali, con noi due mano nella mano, a scambiarci parole sdolcinate e anche qualche bacio. Un po' come nei film. Mi misi a pensare anche al fatto che sicuramente lui si stesse divertendo e io che sto male perché non lo vedrò per un bel po'.

Poi cominciai a pensare a ciò che la mamma di Brandon mi disse:
«È partito.» ma non mi ha detto dove.

Manca poco all'arrivo in California e non sto più nella pelle, l'unico posto dove posso pensare ad altro e trascorrere queste settimane con le persone che mi sono state sempre accanto.

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