28 - Crepe

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Mi giro per l'ennesima volta nel letto. La sveglia segna le quattro del mattino e ancora non riesco ad addormentarmi. Cagliostro, ai piedi del letto, gira di lato il muso alla ricerca di un valido motivo al mio comportamento. Esco dalle lenzuola e lo prendo in braccio.

Fuori dalla finestra di camera mia, poche persone si aggirano per le strade. Solo il panettiere all'angolo della strada alza le saracinesche. Apro i vetri e il profumo di pioggia appena caduta si fa largo tra le narici. Cagliostro miagola per attirare la mia attenzione. Lo guardo con tenerezza.

"Uff...perché è così difficile?" - la sua risposta è un musetto confuso. Lo abbraccio e spero di trovare nel suo tepore una risposta. Mi stendo di nuovo nel letto, con il gatto affianco. Si accoccola su di me ed io, lentamente, mi abbandono. Forse ce la faccio.

*

Inserisco la chiave nella toppa e traggo un sospiro di sollievo. Finalmente casa. Dopo la nottata in bianco, sostenere gli sbalzi umorali di Crane è stato arduo. Più di una volta ho rischiato di far volare tutto in aria ed essere scoperta. Solo l'intervento di Sybil mi ha calmata ma anche lei non poteva sempre stare incollata a me. Ad un certo punto sono dovuta uscire a prendere una boccata d'aria. Non ce la facevo più.

Dietro alla porta mi aspetta Cagliostro. Accucciato, faceva la guardia alla porta e, non appena mi vede entrare, corre verso di me per strusciarsi. Abbandono le mie borse per terra. Non è ho nemmeno le forze per appenderle. Lo prendo in braccio e gli lascio un leggero bacio sul musetto.

"Tu sì che non mi dai problemi. Sei un gatto fedele" - per tutta risposta si gira verso di me e miagola - "Sono sempre più convinta che tu possa essere tranquillamente un essere umano."

Lo porto con me fino alla cucina e lo lascio sul pianale, vicino al lavandino. Apro il frigo sconsolata, alla ricerca di qualcosa che possa mangiare ma, non avendo fatto la spesa, non trovo nulla. Solo del latte che prendo solo per il gatto. Gliene verso un pochino in un piatto e glielo lascio davanti. Cagliostro lo annusa un attimo e poi tuffa il musino all'interno.

"Avevi fame, eh?" - mentre lui si gode il suo cocktail, apro tutti gli sportelli nella speranza di un'illuminazione ma l'unica cosa che trovo sono dei popcorn. "Beh, non sano ma meglio di nulla." Devo veramente fare la spesa.

Alle spalle, dove avevo lasciate le borse, sento suonare il mio telefono. Sono così stanca che non ho voglia di andare e prenderlo. Così, con un gesto della mano, lo faccio levitare fino alla mia mano. Un messaggio.

Dobbiamo parlare di ieri sera.

Roger.

In un attimo torno a quel vicolo. Alla scenata che mi ha fatto. Alla mancanza di fiducia che ha dimostrato. Non mi ha lasciato spiegare nulla. Comincio ad annaspare. Mi manca l'aria e l'aria è quella che fa agitare tutte le stoviglie e i mobili di casa. Le uniche emozioni che riesco a percepire sono rabbia e frustrazione. Queste si tramutano in uno strato caldo, incandescente, che mi circonda. Non riesco a fermarlo. Mi accascio per terra, nascondendo la testa tra le gambe.

Respira.

Respira.

Non so bene quanti minuti passo in quella posizione ma, all'improvviso, sento una carezza e una voce gentile che mi fanno alzare.

Zoe.

"Sono qui. Non sei sola" - una dolce carezza ai capelli che poi si sposta sulla schiena mi fanno tornare a respirare. Quello strato caldo intorno al mio corpo si abbassa, mutando in una leggera brezza che, via via, scema fino a scomparire. - "Brava. Respira."

Mi guardo la mano dove, solo al sera prima, Zoe aveva inciso il coltello. Sento la cicatrice pizzicare. Di fronte a me, Zoe mi mostra la sua mano.

"Ha dato fastidio tutto il giorno e poco fa ha cominciato a bruciare."

"Funziona" - lo sussurro appena. Non sapendo cosa avesse fatto non potevo dare per certo che funzionasse.

"Che ti aspettavi...un incantesimo farlocco?"

*

Dopo avermi aiutata, passiamo le successive ore a mangiare cibo che ha ordinato e a ridere fino a quando non mi chiede cosa è successo ieri sera. Traggo un lungo sospiro e comincio a parlare. Non mi fermo nemmeno per prendere fiato. Le getto addosso tutto.

"Tu non ti annoi mai eh?" - cerca di sdrammatizzare ma lo so che nasconde un velo di serietà.

"Uff...perché mi sono impelagata in questa situazione?"

Cerco conforto tra le sue braccia. Zoe mi consola per quanto possa ma non può trovare una soluzione definitiva. Mi passa la mano tra i capelli ed io mi abbandono. Le mie palpebre si fanno pesanti dalla stanchezza. Mi lascio coccolare e mi perdo nei miei pensieri. Mi rendo conto che non so cosa fare. Accettare la protezione di Eva è stato un bene. Non lo rimpiango.

Per la prima volta, non so cosa fare nella vita sentimentale. Non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Nella mia mente, due immagini. Roger e Will, davanti a me e non so da chi andare. Non so chi scegliere. Non so cosa provo. Mi ritrovo a sospirare.

Un suo lungo sospiro tra i capelli mi fa ridestare.

"Cosa?" - lei mi guarda con affetto.

"Forse...forse dovresti prendere una decisione."

Mi sollevo sconfitta. Non sbaglia ma non saprei fare.

"Non dico che devi farlo immediatamente, davanti a me. Dico solo che devi farlo."

Come quando ero piccola e mi mettevano davanti all'evidenza, mi rannicchio in un angolo. Adesso sono le mie gambe che abbraccio. Zoe mi raggiunge ma non riesco a sostenere i suoi occhi. So che lo dice solo per aiutarmi ma non è semplice.

"Non fare come tuo solito. Non fare liste dei pro e dei contro. Non fare nulla se non ascoltare. Ascoltati."

"Non esiste un incantesimo?" - cerco di sdrammatizzare ma so benissimo che non c'è.

"Se ci fosse, il mondo avrebbe risolto i suoi problemi secoli fa."

"Chi?"

"Questo mica posso dirtelo io!" - mi viene da ridere anche se, in realtà, i miei occhi dicono proprio altro. - "Ah! Ho detto niente liste! Vale anche per la tua testolina!" - mi lascia un buffetto amichevole.

Ci guardiamo negli occhi fino a quando una testolina nera non si intromette tra noi.

"Senti, non farlo solo per dare una risposta a quelli. Fallo per te. Sei troppo sotto pressione da Jessica e questi due, che devono dimostrare quanto può andare lontano il loro testosterone, non aiutano. Se non prendi una decisione, i tuoi poteri reagiranno e sarà peggio di oggi. Magari in un luogo pubblico."

*

"Ahia!" - dalle mani sono caduti gli ennesimi libri della mattina. Giugno non è di certo un mese noioso. Ci dobbiamo preparare per la chiusura estiva. Il che implica fare l'ennesimo inventario dei libri e dei manoscritti in archivio. Lascio a terra i libri e mi guardo le dita. Una mi brucia. Sull'indice compare una piccola goccia di sangue. Cerco di non far uscire nulla e appoggio i libri sul primo tavolo disponibile.

Alla reception, Crane cerca con non farsi sommergere dalle scartoffie. Frugo tra i cassetti ma non riesco a trovare quello che cerco.

"Abbiamo dei cerotti?" - Crane non mi sente e sono costretta ad oscillare una mano davanti al suo viso per farmi notare.

"Cosa?" - il suo tono è dei più scocciati.

"Taglio. Cerotto." - meno parole uso, meglio è in questi casi.

"Pensavo fosse qualcosa di importante..."

"Crane!"

"Ok, ok....tieni." - estrae una scatolina del pronto soccorso dal suo cassetto personale. Ancora mi stupisco di cosa tenga in quel posto. Mi fascio il dito in fretta e poi torno ai miei volumi abbandonati. Più che ad un bibliotecaria assomiglio ad una trottola oggi.

Mentre giro tra i reparti di storia d'Inghilterra con un foglietto in mano per segnarmi la presenza dei volumi, Crane spunta dietro l'angolo e mi fa fare un salto sul posto.

"Gesù! Ma non si vergogna a far spaventare così la gente?"

"Se sei debole di cuore non è un problema mio." - si appoggia allo scaffale con una calma che non è da lui.

"Se non ha nulla di importante da dirmi, gradirei tornare al lavoro."

"Togliti quell'aria da ragazza tutta d'un pezzo e torna nel mondo reale."

Ormai il mio sguardo è spazientito. Mi ha caricata di così tanto lavoro che dubito di finire in tempo. Sicuramente dovrò portarmi il lavoro a casa. Ed odio profondamente farlo.

"Lascia stare quello che stai facendo. Devi catalogare i manoscritti di Orientalistica."

"E questi?" - spazientita indico lo scaffale di storia.

"Ci penserà l'oracolo se si degna di presentarsi. Tu devi fare altro."

"Ok..." - fa per andarsene ma poi torna indietro subito.

"Ah, la relazione la voglio entro la fine della settimana. Buono lavoro, ragazzina." - vorrei prendere a pungi la sua testa e quella faccia da vecchia carampana che si ritrova.

"Buon.....come osa?!" - piuttosto che lanciargli addosso una matita, che non ho, sposto la mano e una sedia, magicamente, gli taglia la strada. Così impara!

Uscirò matta da questa biblioteca.

*

La tazza di caffè è ormai fredda e il mio computer continua a combattere contro di me. Sono dovuta scappare dalla biblioteca perché le continue interruzioni degli studenti non aiutavano il mio lavoro. Ho lasciato tutto nelle mani di Crane sperando di non trovare cadaveri di ragazzi al mio rientro.

"No! NO! Non farmi questo! Non bloccarti di nuovo!" - mi sto sforzando ogni oltre limite di non lanciare il computer per terra e vederlo in mille pezzi. Non è di certo questo il momento per abbandonarmi. Anche lui no. Crane mi ha messo fretta anticipando, e di molto, la scadenza per la relazione. Senza farlo apposta, faccio cadere la tazza di caffè. Il rumore di ceramica rotta fa girare tutta la caffetteria nella mia direzione.

Mimo un "mi dispiace" e con cautela raccolgo i cocci da terra. In soccorso arriva una tenera ragazza che deve sopportare le mie scuse e raccoglie il caffè versato. Mi fa accomodare e mi offre un'altra tazza di caffè.

Cerco di sistemare il pc ma non ne vuole proprio sapere. Spazientita lo lascio da un parte e mi concentro sul caffè. Almeno lui non mi tradisce così impunemente.

"Posso sedermi?" - davanti a me si palesa Will. Lui e quel suo sorrisino sghembo.

"Sai sistemarmi il computer?" - se deve sedersi che almeno si renda un pochino utile.

"Vediamo cos'ha" - si accomoda e lo lascio fare. Non ha senso cercare di tenerlo alla larga anche qui. Lavoriamo nello stesso posto. Cerco di convincermi che se devo fare chiarezza dovrò avere a fare con entrambi. Altrimenti sarà un tira e molla continuo. E non posso permetterlo. Sopratutto per i miei poteri. Dopo quello che è successo ieri mattina, capisco che devo fare qualcosa.

Da dietro la tazza lo guardo e ancora mi risulta difficile credere che sia, tecnicamente, morto. Non ha l'aspetto di un morto. Non è cambiato per nulla. Ha lo stesso aspetto e lo stesso modo di fare che mi ha fatta capitolare la prima volta.

"Come stai?" - per poco non mi va di traverso il caffè.

"Potrei stare meglio." - da dietro lo schermo vedo i suoi occhi cercare una risposta più approfondita - "No, non affronterò i miei problemi sentimentali con te!"

Mi scappa un sorriso e lo vedo illuminarsi dietro allo schermo. Da quanto non ridevo?

"Dico solo che se vuoi sai dove trovarmi."

"Davvero?! Tu?" - mi viene da ridere. Questa situazione ha dell'assurdo.

"Sì."

"Ti rendi conto che tu fai parte dei miei problemi?! No, perché credo che tu non ne abbia idea"

"Touchè." - per qualche minuti, che a me sembra interminabile, non dice più nulla. Rimane concentrato sul mio pc ed io nel fondo del mio caffè. All'improvviso gira lo schermo e, con il suo solito sorriso, mi comunica di aver sistemato tutto.

"Sicuro che funzioni?" - non lo dico perché dubito di lui. Ok, forse un pochino lo faccio.

"Se ti da altri problemi sai dove trovarmi." - si alza dal mio tavolo e fa per andarsene. Tempo due passi verso l'uscita che ne compie uno indietro per tornare da me. - "So che avete litigato per quello che abbiamo fatto. Io non me ne vado."

la saliva mi va di traverso e gli occhi si spalancano. In lontananza, al bancone, una mensola cade rovesciando a terra i bicchieri che sorreggeva.

"Bello vedere che suscito ancora una reazione." - con queste parole, Will mi lascia da sola. Avrei dovuto capire cosa fare. Avrei dovuto mettere un punto. Ero decisa. Invece, lui se ne esce con questa frase. Come si pretende da me chiarezza?!

COMMENTO DELL'AUTRICE

Ciao a tutti. Bentornati. Si ricomincia a pieno regime. Io ve lo dico. A volte vorrei la vita sentimentale di Liz. Senza tutti questi essere sovrannaturali. Almeno darebbe una sferzata alla monotonia di chi vive in campagna. 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ci vediamo su questi schermi la settimana prossima. Nel frattempo, lavoro per voi e vi bacio tutti. Nessuno escluso. 

- Liz. 

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