Il Comando Centrale

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Terra

3 gennaio 2515, ore 10:30

Parigi, Francia

Sede del Comando Centrale dell'Alleanza Transoceanica


L'ufficio del Comando Centrale dell'Alleanza era in fermento. La situazione su Marte diventava di giorno in giorno sempre più precaria.

Una serie di inspiegabili omicidi aveva colpito i due pilastri su cui si reggeva la società del pianeta: la distribuzione energetica, e l'estrazione mineraria.

Oltre dieci persone erano state assassinante nella regione amministrativa di Tharsis, nell'arco di quindici giorni; le indagini della MPS, la forza di sicurezza marziana, si erano rivelate fallimentari. Gli assassini sembravano colpire senza lasciare alcuna traccia, e non seguivano un particolare modus operandi: le vittime erano state avvelenate, strangolate, uccise a colpi d'arma da fuoco.

La stampa aveva dato un nome sensazionalistico a questi misteriosi assassini: "I Fantasmi di Tharsis"

I colpi più duri furono la morte del responsabile di tutte le attività di estrazione mineraria su Marte, Simon von Trips, e quella dell'amministratrice della compagnia di distribuzione energetica del pianeta, Maria Da Silva, entrambe avvenute il 30 dicembre.

L'Alleanza non poteva attendere oltre: da circa quattro secoli Marte era esclusivamente sotto la sua protezione. Il Dipartimento di Gestione Coloniale era quindi chiamato a rispondere della situazione al Comando Centrale: lo stesso Supremo Comandante dell'Alleanza, il Generale di Stato Maggiore Vittorio Fontana, era intervenuto chiedendo spiegazioni a Herbert Berg, il direttore del dipartimento.

«Questa situazione è inaccettabile!» esclamò il generale, camminando avanti e indietro nel suo ufficio. «L'MPS sta mettendo in ridicolo l'intera Alleanza.»

«La MPS sta facendo del suo meglio. I responsabili verranno trovati e consegnati alla giustizia.»

«È evidente che il meglio della MPS non basta.» lo rimbeccò Fontana. «Marte viene presentato al pubblico come un riparo sicuro dal crimine e dall'ingiustizia, un'utopia fra le stelle dove il lavoro abbonda e tutti sono felici. E adesso il sogno è finito e la gente è spaventata a morte da questi assassini, questi "Fantasmi". Cosa penserà l'opinione pubblica del nostro operato?»

«Non possiamo certo farne una colpa alla Sicurezza Planetaria, generale: non hanno mai avuto a che fare con nulla del genere su Marte. Come ha giustamente notato anche lei, la criminalità è praticamente inesistente. Omicidi simili non si erano mai visti.»

«Questo è solo un motivo in più per inviare sul pianeta qualcuno che sappia risolvere la situazione, direttore.» ribadì il generale, fermandosi a riflettere.

«Chiamerò Montréal.» decise infine. «Da questo momento sarà il SAS a gestire la situazione.»

Poco più tardi, il generale Fontana apparì come ologramma dal proiettore dell'ufficio di James Miller, direttore dei Servizi Segreti dell'Alleanza.

I due si conoscevano da molti anni, quando occupavano ruoli molto meno prestigiosi e i segni dell'età e dello stress non li avevano ancora segnati.

Miller stava sorseggiando una tazza di caffè: a Montréal era ancora notte quando aveva ricevuto la chiamata da Parigi.

«Buonasera, Vic. Per quale motivo mi hai fatto chiamare alle cinque del mattino?» disse Miller pacatamente.

«Scusa per l'orario, Jim, ma non potevo aspettare.»

«Fammi indovinare: riguarda quei "Fantasmi" su Marte.» costatò Miller sospirando. «Avremmo dovuto riorganizzare la sicurezza planetaria anni fa. La MPS non può più funzionare bene come quando Marte aveva poche decine di migliaia di abitanti da controllare, adesso che ne ha qualche milione: come minimo, c'è bisogno di un servizio di intelligence e di un esercito vero, o Marte sarà esposto ad attacchi informatici, e agli infiltratori cinesi o russi.»

«È per questo che ho pensato a te, Jim. Potremmo mandare uno dei tuoi agenti su Marte, innanzitutto per fare luce sugli omicidi, e in secondo luogo per iniziare a ricostruire la difesa del pianeta alla base. Hai ragione, la MPS non basta più: è ora di cambiare metodi.»

Miller rifletté, aprendo un file sul proprio computer.

«Arrivi in un brutto momento, purtroppo. I miei agenti migliori sono già in azione: Marianne è su Mercurio per tenere d'occhio i russi; Esteban invece è su Vesta, sta monitorando le attività dei cinesi nella fascia di asteroidi.»

«Non accennano ad andarsene, quindi?»

Il direttore Miller scosse la testa. «No, tutt'altro: Esteban dice che hanno rimesso in funzione i nostri vecchi siti di scavo su Vesta e Pallade.»

«E perché mai? Estraggono metalli pesanti?»

«Ne so quanto te, Vic.» ammise Miller. «Per ora Esteban deve continuare a sorvegliarli, ma ho un'altra soluzione: Faraday.»

«Il colonnello Faraday? È quell'ufficiale che hai promosso a capo della sezione antiterrorismo due anni fa, subito dopo la rivolta sulla Luna? Quello che ha eliminato i separatisti?»

«Maggiore, Vic. Ma tutto il resto è giusto.»

«Possiamo fare a meno di lui qui sulla Terra? Mi sembra che stia facendo un ottimo lavoro.»

«In realtà, non è più lo stesso da quando ha perso sua moglie.» disse Miller scurendosi in volto. «Si è buttato sul lavoro a discapito di tutto il resto, e questo lo sta logorando. Tornare in azione sul campo potrebbe essergli utile.»

«Non saprei. Sei sicuro che sia l'uomo giusto?» esclamò il generale, dubbioso.

«Assolutamente. I suoi risultati sono sfolgoranti: è stato il più giovane capitano di una squadra del SAS negli ultimi cento anni, e ha concluso con successo praticamente tutte le operazioni a cui è stato assegnato.»

«E va bene.» concesse Fontana. «Faraday andrà su Marte.»

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