CALORE (Pov Lily)

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Non importa quanto sciocco o incomprensibile, 

un certo amore non può essere scartato. 

Puoi provare a fermare il tuo cuore, incapace di perdonarti, 

ma ci saranno momenti in cui perderai la speranza 

mentre il tuo cuore si commuove di nuovo.

(Yona la principessa scarlatta)

Lily's Pov

Simone starà sorvolando l'oceano a quest'ora, non vedo l'ora di rivederla e di  raccontarle ciò che ho scoperto sul passato dei miei genitori. Ovviamente tralasciando quanto accaduto coi Messaggeri di Hermes. Certamente non mi crederebbe e rischierei di farmi ricoverare in qualche clinica specializzata in traumi cumulativi. Ancora penso di aver vissuto solo un sogno. Tutto è tornato alla normalità eppure qualcosa dentro di me è cambiato, ho acquistato solidità e mi sento davvero serena. 

Nei tre giorni in cui sono rimasta con Anubis ho vissuto come membro della sua numerosa famiglia. Ho cucinato senza distruggere nulla con le sfere, ho giocato coi bambini. Mi sono fatta battere, a quella specie di dama, almeno un miliardo di volte e non ho ancora capito le regole. Ho riso a crepapelle. 

Ho compreso perché mio padre adorava stare con loro: c'è amore. Un amore sconfinato. Le varie mogli di Anubis si aiutano, si sorreggono, i figli sono di tutti, sono amati da tutti. Non ho individuato un solo gesto di invidia o rancore. Ci sono stati momenti di tensione, soprattutto quando ho visto litigare Eva, che ha il volto di un ippopotamo, con Zaia, che è un coccodrillo. Ho ancora i brividi. Alla fine si è tutto risolto con una risata, lasciandomi ancora più stupefatta. Probabilmente è così che si vivono gli affetti in una famiglia.

Trovo affascinante la loro genetica: ad esempio Bastet è figlia di Anubis e di Rea, una donna con volto di ibis.

Anubis ha raccontato com'era mio padre da bambino, quante ne combinavano in quei immensi prati. Liberi. Felici. Descrisse mia madre come una donna all'apparenza delicata ma estremamente forte nell'animo. Quei piccoli pezzetti del passato dei miei genitori disinfettano le antiche ferite del cuore. La solitudine, che mi aveva accompagnato per tutti questi anni, pian piano scompare e un nuovo calore rassicurante si fa strada nel petto.

«Ecco qua» appoggio il cappuccino sul bancone.

«Grazie» risponde un assonnato Marco, ha profonde occhiaie e il viso un po' pallido. Mentre io venivo cullata nell'affetto, durante la trasformazione, lui aveva affrontato nuovamente tutto da solo. Il senso di colpa pugnala il mio cuore.

«Non dormi bene ultimamente?» gli chiedo con un sorriso.

«No, sogni strani» sbadiglia di risposta.

«Anch'io e mi sveglio sempre presto» gli porgo la brioches che ho appena scaldato.

«Oggi torna Simone» con un morso al dolce sembra risorgere.

«Si, mi è mancata tantissimo» saltello sul posto dalla felicità.

«Lo sai che non devi...» solleva il sopracciglio.

«Lo so. Non dirò nulla» lo tranquillizzo picchiettandogli il braccio con le dita e con tono serio cito «Prima regola del Fight Club: non parlare mai del Fight Club»

«Brava gattina brava» sorride prendendo il cappuccino e andando a sedersi ai tavolini fuori.

Il comportamento scontroso dell'inizio è ora un ricordo lontano, la sua presenza non mi infastidisce più. Abbiamo vissuto esperienze, emozionalmente e fisicamente, talmente impegnative che in qualche modo si è creato un legame speciale. Anche se ancora non riesco a definirlo.

Come previsto sono riuscita a tornare in tempo per accogliere Simone, e in attesa dell'arrivo del suo autobus, ripenso a quanto ho scoperto e cerco di acquietare il tumulto delle emozioni.

«Simone!» le corro incontro appena appoggia piede a terra e le salto al collo, respiro il profumo vanigliato che per me significa casa.

«Felice del mio ritorno?» stringe così forte che sento le ossa scricchiolare.

«Non hai idea di come mi sei mancata» e di cosa è successo mentre non c'eri, ma devo contenermi. Non posso assillarla subito. Resisti Lily. Sei stata zitta fino ad oggi, no? che saranno mai un paio di minuti in più?

«Che concorrenza spietata» Davide passa accanto a Simone sfiorandole il braccio, volutamente per attirare la sua attenzione, e ci saluta con un gesto del capo. Nonostante l'abbronzatura spiccano due meravigliose borse scure sotto gli occhi.

Lascio libera Simone dal mio abbraccio «Cosa intendi dire?»

«Beh è difficile per un ragazzo concorrere al tuo affetto se ne dai così tanto a lei» ci guarda con misto di dolcezza e curiosità.

«Simone è la mia famiglia, è tutto quello che ho» rispondo automaticamente senza nemmeno pensare.

Ci fissa come se ci vedesse per la prima volta, sorride ad entrambe «Ciao famigliola, vado finalmente a riposare!»

Lo guardiamo andare via in religioso silenzio.

«Allora? Hai combinato qualcosa con lui?» si è allontanato abbastanza da non sentirci.

«Sì e no, ti racconterò meglio a casa» e prende una valigia.

«Ah sei la solita! Sempre sulle spine mi lasci» così dicendo ci incamminiamo.

Non faccio in tempo a fare due passi che una mano mi sfiora il braccio «Ciao Lily»

«Ciao Alberto» mi auguro che dal tono di voce non si noti il senso di disagio che mi avvolge «È andato tutto bene ai Carabi? Non eri su questo pullman, vero? Non ti ho visto scendere» sono così nervosa da sparare domande a raffica.

«Si, il servizio fotografico è andato bene e no ero su quello dopo» prende una ciocca dei miei capelli e l'arrotola intorno al dito.

Fastidio.

«Oggi ti lascio stare» avvicina il viso  «Faccio il bravo ragazzo, ma domani dobbiamo parlare. Ricordi Lily?»

«Sì. A domani» e scappo inseguendo Simone che si è già incamminata. 

Sono terribilmente angosciata e preoccupata: se questo non è uno scherzo dovrò rifiutarlo. Non l'ho mai fatto. Solitamente sono io quella che viene respinta.

Siamo finalmente nella nostra stanza. Simone si è offerta di asciugarmi i capelli. E mentre lei è seriamente impegnata a farmi i boccoli, io la metto al corrente di quanto accaduto. 

«È veramente incredibile pensare che Dozineth conoscesse tuo padre, a volte il mondo è veramente piccolo» passa il phon sulla frangia «non riesco proprio a comprendere il comportamento di tua zia»

«Già, nemmeno io. Inoltre non sapevo di avere un tutore, oltre a zia Rose.» il rumore del phon riempie il silenzio per qualche secondo mentre riordino i pensieri. «Alla casa editrice sono stati molto gentili, una volta appurata la mia identità. I diritti dei libri venivano regolarmente depositati su un conto corrente intestato a me e al tutore legale.» 

Con le informazioni da loro fornite mi sono recata in una filiale bancaria dove, dai documenti, è risultato che mio padre aveva designato un tutore appena sono nata. Sapeva già di essere in pericolo?

Svolte tutte le procedure di identificazione ho avuto accesso al capitale: improvvisamente mi ritrovo con una discreta somma, nulla di esorbitante, non sono di certo la figlia di Stephen King. Però posso sentirmi tranquilla a livello economico e per me non è una cosa da poco con quello che ho vissuto.

Una volta diventata maggiorenne potevo accedere al denaro liberamente, peccato che nessuno si è fatto sentire «perché il tutore non mi ha contattato alla morte della zia o divenuta maggiorenne? Quando l'operatore di sportello lo ha chiamato non si è opposto alle mie richieste e ha fornito un indirizzo per contattarlo.... Si chiama Raziel e non si è stupito minimamente di sentirmi solo ora dopo tutto questo tempo. Che razza di tutore si comporta in questo modo? È legale?» 

«Lily, secondo me se fai una denuncia vinci di sicuro. Non è assolutamente legale il loro comportamento, stanne certa» mi spazzola i capelli ormai asciutti.

L'indirizzo del suo ufficio risulta essere quello di un grattacielo in zona Gioia a Milano. Ho abitato lì accanto per un paio di anni senza sapere nulla «sai mi aspetto che da un momento all'altro sbuchino le telecamere e una voce gridi era tutto uno scherzo!» 

Raziel è in possesso di tutti i documenti relativi a tale deposito e ha affermato che mensilmente i suoi impiegati aggiornavano zia Rose sulle movimentazioni, peccato che in casa non ho mai trovato nulla che fosse riconducibile a ciò. Distruggeva ogni informazione per tenermi all'oscuro? Perché?

«Per fortuna non è uno scherzo! Nonostante l'assurdità della situazione ora hai finalmente una base economica più solida. Non sei più costretta a vivere nell'ansia del tuo domani e puoi anche iniziare a progettare un futuro diverso. Magari anche riprendere a studiare, che ne pensi?»

«Non lo so, al momento sono troppo confusa. Dopo la morte della zia sono stata schiacciata dai debiti e con quei soldi avrei potuto vivere degnamente. Non gli è mai importato di me? Che persona era realmente zia Rose?»

«Non posso esprimere un'opinione a riguardo non avendola conosciuta. Certamente è molto strano che non ti abbia detto la verità sui tuoi genitori, e ancora più strano che il tutore ti abbia abbandonato dopo la sua morte»

«Voglio liberarmi di quell'incapace il più presto possibile» 

Quando gli ho chiesto un appuntamento, per firmare le carte necessarie per divincolarlo dal suo ruolo, ha risposto che "spesso non è in Italia per questioni lavorative" e ne ha fissato uno dopo Natale. Assurdo.


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