34 - Ti salverò?

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Hilary

Gennaio

Il mio ritorno dalla casa della nonna non è stato affatto dei migliori.
Maggie e il suo messaggio mi hanno impensierita molto, ma ho voluto riflettere bene prima di contattarla.
Questo avrebbe significato avere di nuovo a che fare con Brad e i suoi casini.

Dopo quasi dodici ore di automobile e altrettante di sonno, forse sono pronta ad affrontare di nuovo Brad e i suoi problemi esistenziali.

<<Pronto, che fine hai fatto! Sono giorni che aspetto una tua telefonata!>>

Maggie sembra nervosa, la cosa non mi piace.
Lei difficilmente si fa prendere dall'ansia, al contrario mio che sono sempre tesa come una corda di violino.

<<Ero da mia nonna ricordi? Il viaggio di ritorno è stato lungo e pesante. Avevo bisogno di qualche giorno per staccare la spina....>>

Maggie resta qualche secondo in silenzio.
Sa che ne avevo davvero bisogno, non è una bugia la mia.

Lucas mi aveva invitata a stare insieme per capodanno, ma avevo rifiutato il suo invito.
Non avevo voglia di vedere nessuno.
Tanto meno lui.
Così alla fine avevo preferito restare in casa con papà e Josh.
Non è stato un capodanno triste, semplicemente non è stato un capodanno.

<<Senti, io lo so che non vorresti sapere nulla. Ma Brad è nei casini. Casini seri.>>

Da una parte sono dispiaciuta, dall'altra mi è inevitabile pensare che in fondo tutto quello che ha se lo sia meritato.

<<Lo hanno lasciato tutti, Hilary. Marshall se ne andato dopo che hanno fatto a botte. Zed lo ha seguito. Ora vivono da un certo JJ. Larry è ancora qui, ma sta cercando una casa sua...>>

Dovrei intenerirmi?

<<Il fatto è che da quando gli altri lo hanno mollato, si comporta da pazzo. Beve di continuo, rompe tutto. È davvero su di giri. Solo tu hai il potere di calmarlo...>>

Cosa mi sta chiedendo?
Di andare da lui, consolarlo e riaprire una ferita che già sembra insanabile?

<<Cosa dovrei fare Maggie? Tu più di me sai cosa mi ha fatto. Mi stai davvero chiedendo una cosa grossa.>>

Lei sa che mi sta chiedendo un enorme sforzo, un vero e proprio sacrificio di me stessa per lui.

Maggie attende qualche minuto, poi rincara la dose.

<<Io sono con te, hai sempre avuto ragione e lo sai. Larry è distrutto, non sa come fare... Io non sono d'aiuto. Sei la sua unica speranza. Non devi stare con lui, dovresti solo farlo ragionare. Vedere se con te parla...>>

Maggie ha un  gran potere oratorio.
Un gran potere di convincimento.
Alla fine non mi resta che accettare, anche per non litigare con lei.

<<Devo venire li?>> le chiedo alla fine, sono stremata.

<<Grazie! Grazie! Si. Non esce dalla sua stanza da giorni, o meglio...Esce ma non quando noi siamo nei paraggi. Hilary, io non ho contribuito a farlo stare meglio.

Gli ho detto che ora stai con Lucas..>>

La vorrei uccidere.
Se l'avessi qui di fronte, adesso starei urlando come una pazza schizzata.

<<Perché gli hai detto questo? Non siamo insieme. Ci frequentiamo,ma come amici.>>

Ed è vero, dopo quella sera del ballo Lucas ha provato più volte ad uscire con me, ma io ho sempre cercato ottime scuse per non andare.
Ho ripensato al suo bacio e mi sono sentita fuori luogo.
Se potessi tornare indietro lo respingerei, non solo per Brad.

Soprattutto per me stessa.

<<Glielo detto solo con l'intento che ti lasciasse in pace. Mi chiede spesso di te quando mi vede con Larry...ti pensa di continuo. Non sentirti in colpa>>

Non è facile amica mia...

È così allora.
Maggie ha dato un altra chance a Larry.
Non è di questo comunque che stiamo parlando, torno mio malgrado a discutere di Brad.

<<Va bene, allora domani verrò lì...>>

Dalla mia voce trasuda tutto il mio disappunto.

<<Sarebbe meglio che tu venissi ora, ha una delle sue crisi. Vuole picchiare Larry!>>

Non ho il tempo di replicare che Maggie riaggancia immediatamente.

Non ho scelta, devo andare ora.

___________________________

Lungo la strada per il suo appartamento mi fermo da Starbucks e compro delle ciambelle.
Spero che questo segno di pace possa servire a qualcosa.
Maggie mi inoltra la via e il numero civico, così salto in sella alla mia bicicletta e mi dirigo verso casa sua.

Non avere la patente ancora mi fa parecchio arrabbiare.
Sono completamente inutile bloccata qui.

È strano, non abitiamo lontani, ma non avevo mai sentito parlare di Brad prima di qualche mese fa.
Eppure tutti nel quartiere lo conoscono.
Solo io evidentemente vivo nel mondo delle fiabe, dove al suo interno c'è casa mia, il market e il liceo.

Mi rendo conto di non avere visto altro in diciotto anni di vita.

Parcheggio la mia bici sotto un piccolo porticato.
L'appartamento non è male, è sicuramente più nuovo e ben messo del mio.
Non è un condominio fatiscente, è una tri famigliare di moderna costruzione.

Mi avvicino al campanello e immediatamente un piccolo portone si apre al mio fianco.

Non sono affatto tranquilla, il mio cuore è agitato.
Sto inzuppando di sudore il piccolo sacchetto di carta che stringo tra le mani.

Davanti alla porta, Larry bisbiglia qualcosa che somiglia molto ad un grazie al cielo.
Maggie alle sue spalle lo tiene per le spalle e guarda altre la porta, nella speranza che sia davvero io.

Appena mi accolgono, un odore misto tra alcol e vomito mi assale.
È acre, mi da fastidio.
Il mio primo pensiero va a quanto una persona umana possa bere prima di lasciare per casa una puzza simile.

<<Meno male che sei qui.>>

Larry è davvero distrutto come aveva affermato Maggie al telefono.

Indossa una maglietta strappata e un paio di jeans sporchi, probabilmente il cattivo odore viene da lì.
Non vorrei sapere altro.

<<È davvero messo così male?>>  non riesco ad immaginare che Brad si stia torturando in questo modo.

<<No, è peggio di quello che credi. Ora si è anche calmato, ma abbiamo dovuto gettare tutto l'alcool che c'era in casa. È un uomo adulto, non possiamo segregarlo in casa. Così quando Maggie torna a casa e io vado al lavoro, Lui va da Clint e si riduce in questo stato...>>

Indica la macchia sui suoi pantaloni.
Evidentemente è stato da Clint proprio di recente.

<<Perché fa così?>>  la domanda è piuttosto banale.

<<Tu sai qualcosa dei suoi genitori? Beh, se lo sai... La risposta si trova li.
Marshall e tutti noi siamo stati la sua nuova famiglia da allora,dopo che Brad ha perso in modo tragico sua madre e suo padre. Ora ci sta perdendo tutti uno ad uno...poi ha perso te... È solo. Cosi sfoga tutto sull'alcool e sulla droga.>>

Droga?
Quale droga?
L'ennesima omissione, mi sento trasalire.

Larry evidentemente lo nota e mi spiega tutto, ormai è inutile continuare a occultare la verità.

<<Si Hilary... Noi tutti. Me compreso. Abbiamo fatto uso di droga. Ormai non è più un segreto. Sono stato costretto a dirlo anche a Maggie. All'inizio non ha capito,ma poi le ho premesso che non avrei più toccato quella merda. Mi sto impegnando molto.>>

Larry è un cattivo ragazzo che in fondo non lo è mai stato davvero.
È il ragazzo dietro a quella porta bianca opaca che mi spaventa di più al momento.

Mi avvicino alla porta senza fare troppo rumore.
Mi volto un ultima volta verso Maggie e Larry che mi osservano impazienti.
Non so come abbiano potuto chiedermi tutto questo, non so nemmeno come io ho potuto accettare.

Apro piano la porta e immediatamente vengo assalita ancora da quel odore nauseante.
Mi permetto di proseguire, anche se mi rendo conto che l'idea delle ciambelle non è stata affatto delle migliori.

La camera di Brad è in penombra, le persiane sono abbassate anche se è pieno giorno.
Lui è steso a pancia in giù sul letto, sembra quasi morto.
Mi avvicino lentamente, ma calpesto un pezzo di vetro.
Il piccolo pezzetto fa parte di una bottiglia rotta, tutti i cocci sono sparsi sul pavimento.
Mi chiedo cosa abbia combinato.

Il rumore riecheggia in tutta la stanza.

<<Ti ho detto di lasciarmi in pace Larry...Va via. E portati via la tua amica.>>

La voce di Brad è roca, è ancora ubriaco.
Potrei scommetterci.

<<Non sono Larry...>> mi sto avvicinando al suo letto.

Brad si volta di scatto nella mia direzione come se l'avesse chiamato un fantasma.

<<Che ci fai tu qui? Non dovresti essere con...>> lascia cadere la frase a mezz'aria, sembra confuso.

<<Larry è molto preoccupato per te Brad.>>  poso il sacchetto su una scrivania invasa di vestiti sporchi.

<<Allora è per questo che sei qui? Solo perché ti ha chiamato Larry?>>

In teoria si, ma la verità va ben oltre.
Sono qui perché una parte di me voleva vederlo.

<<No Brad. Sono qui perché avevo bisogno di vedere con i miei occhi cosa ti stai facendo.>>

Brad si alza in piedi, vacillando.
Barcolla, ma uno sguardo minaccioso.
Quasi mi fa paura.

<<Ora l'hai visto. Te ne puoi andare? Non voglio nessuno qui>>

Mi ferisce, ma non demordo.

<<No, non me ne vado finché non ti rimetti in sesto. A costo di restare per giorni... Anche se mi costerà molto!>>

Brad mi osserva, è ancora scuro in volto ma la sua espressione è più dolce adesso.

<<Perché ti interessa di me? Non stai con quel Lucas ora?>>

È ferito, sapevo che in parte questa cosa centrava qualcosa.

<<No, io non sto con Lucas. È solo un buon amico per me.>> so di essere sincera e lui deve credermi.

<<Ho visto che ti ha baciata sai...>> mi comunica Brad, grattando le unghie sul cuscino.

Come ha fatto?

<<Quella cosa è un discorso chiuso per me. Lucas sa che non capiterà mai più.>>

Brad sembra non fidarsi ancora.
Cerco di essere convivente, ma lottare con una persona ubriaca non è semplice.

Io mi chiedo come faccia a saperlo, ma scacciò immediatamente il pensiero.
Non sono qui per parlare di Lucas.

<<Quindi ora resti qui a guardarmi in questo stato pietoso?>>

Sono in piedi davanti a lui come un allocco, non mi sono mossa di un passo da quando sono entrata nella stanza.

Mi viene da ridere, effettivamente è messo abbastanza male.
Ma rimane comunque affascinante a modo suo.
Prendo in mano il sacchetto che avevo posato sulla scrivania poco prima.

<<No, veramente resto qui perché se non ti dispiace, vorrei mangiare le mie ciambelle.>>

Getto il sacchetto sul letto.
È una resa, la accetti?

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