36 - Foto nel passato

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Hilary

Febbraio

"Volta!! Hilary!!! Devi sterzare!!!!"

Brad è agitatissimo.
Sto guidando la sua auto ed è chiaramente terrorizzato.

A scuola guida ho fatto appena due prove, ma Brad ha insistito perché guidassi da subito con lui.
Tra l'altro, la sua utilitaria è ancora più complessa di quella a scuola guida.

Non è per i pedali, è per tutti questi tasti!

"Sto sterzando!!! Porca miseria, non è per niente facile!!"

Sono accaldata e sotto pressione, Brad non mi aiuta affatto a stare calma.

Credevo che guidare fosse una passeggiata,invece è davvero molto complicato.
Ci sono un sacco di pedali.. E le marce, quelle mi fanno davvero andare in bestia.

Non capisco perché cinque, sono davvero tante.

"Non sei concentrata!! Se fossi sulla strada, adesso avresti causato di certo un incidente!!"

Brad si regge alla manopola con tutta la forza che ha agitandomi ulteriormente.

Come non lo fossi già di mio.

Per fortuna stiamo guidando in un parcheggio dismesso, o avrei sicuramente investito un ignaro passante avendolo per sempre sulla coscienza.

"Brad,forse non sei un gran insegnante..." gli dico io, fermando l'auto nel bel mezzo del parcheggio.

"No mia cara, io sono un ottimo insegnante... Sei tu che sei negata!!" mi da un buffetto sul braccio.

"Ok, ora mi concentro.. Lo giuro.. Tra due settimane ho l'esame pratico e io questa patente la voglio davvero..."

Accendo di nuovo il motore, questa volta non voglio sbagliare.
Prima, seconda, terza, finalmente l'auto sfila in modo naturale nel parcheggio.
Giro il volante al momento giusto questa volta.

"Vedi, se vuoi sei brava.....ora dovrai fare il test su strada però!!!"Brad ride, sa già che in mezzo ad altre auto sarà il delirio.

"Non sono pronta ad andare su strada.. Non ancora..." ripenso a mia madre e mi sento imbranata ancora di più.

Mi sento sola.

Vorrei che ci fosse lei ad insegnarmi.
Era davvero una brava pilota.

Tra pochi mesi saranno già 5 anni che non c'è più.
Quando avrò la patente, dovrò ripercorrere quella maledetta strada ogni giorno.
Non so se ne sarò capace.

"Andiamo quando vuoi tu.. Nel frattempo, perché non provi a parcheggiare?.."

Brad mi sta distante, ma non riesce a non essere amorevole.
Sta rispettando il nostro patto sull'essere amici, ma sono certa che non gli basta.
Vedo come mi guarda, provo ad evitare i suoi occhi ma non è affatto semplice.

Non mi devo distrarre.

Con molta calma inserisco la retromarcia e parcheggio accanto ad un auto probabilmente abbandonata da chissà quanto tempo.

La carrozzeria è stata erosa dal tempo, chissà da quando si trova in questo parcheggio abbandonato.

"Wow! Vedi! È andata benissimo e al primo colpo!!!" Brad è entusiasta.
Fa un piccolo applauso.
Lo sono anche io, tutto sommato.

"Si dai, è andata meglio rispetto l'ultima volta..."

La settimana precedente avevo provato un parcheggio, ma per poco non avevo fatto cadere una colonnina sparti traffico.
Mi ero talmente avvilita che avevo abbandonato l'idea di riprovare.

"Che ne dici se ora guido io e andiamo a bere un milkshake alla fragola da qualche parte? Sono sfinito a forza di farti da insegnante..."

Lo so che sta scherzando, ma mi sento ugualmente offesa e gli do un piccolo pugno sul braccio.

Ride e io rido con lui.

Brad è tornato in riga, finalmente.
Ha tagliato i capelli, ha smesso di vegetare nella sua stanza, si è ripulito.
Non fa più uso di droga e si limita con l'alcool.
Sta mantenendo le sue promesse e io mi sento orgogliosa.

Che ci voleva?

Scendo dall'auto e Brad sfila nel sedile del guidatore.
Quando finalmente sono al mio posto, mi osserva divertito.

"Che ne dici... Andiamo da Starbucks? O siamo troppo monotoni?.."

Batto le mani in segno di approvazione.

Non sarà mai un posto monotono per noi.

_________________________

Quando entriamo, il locale è semi deserto.
Al tavolo in fondo al ristorante c'è solo una coppietta che ride e osserva il cellulare.

Perfetto.
Un po' di calma.
Quello che ci vuole dopo una guida spericolata.

Quando siamo finalmente seduti al nostro tavolo, Brad mi sembra più serio.

"Posso chiederti una cosa?..." alza gli occhi nella mia direzione e abbandona per un attimo il menù, sembra curioso.
Ha deciso che il frullato non gli basta.

"Certo, dimmi.." do un sorso al mio milkshake alla fragola con panna montata.

"Perché hai paura di andare in strada?.. È per tua madre?.."

Me lo chiede con una tale naturalezza, come stessimo parlando del tempo fuori.
Non posso mentirgli, se ne accorgerebbe.

"Si, in realtà è per questo..." sono un po' imbarazzata.
Non amo parlare dei miei timori in generale.

"Mi dici come è successo? Se posso sapere..." forse è la prima volta che Brad vuole sapere chiaramente dell'incidente di mia madre.

Non so se sono pronta a parlarne, ma credo di potermi fidare di lui in questo momento.
Almeno su questo.

"Stava rientrando in casa dal lavoro... Ci eravamo appena sentite al telefono, voleva andare al cinema tutti insieme.. All'incrocio vicino al market, un tizio ubriaco l'ha falciata in pieno..."

Mi fermo un minimo per riprendere fiato, mi fa sempre male ricordare certe cose.

Brad mi sta osservando senza parlare.
Mi sembra molto dispiaciuto.

"Dopo l'incidente, purtroppo è morta sul colpo...quando l'ambulanza è arrivata sul posto, il tizio era scappato. La polizia l'ha fermato qualche chilometro più avanti con un tasso alcolico 5 volte sopra il limite..."

I miei occhi si fanno gonfi di lacrime, mi bruciano.

"I medici hanno fatto tutto il possibile.. Mia madre ha battuto la testa.. Il forte trauma cranico l'ha uccisa poco prima che arrivassero i medici. I tentativi di rianimarla sono stati del tutto vani..."

Brad ha allontanato il suo milkshake e mi tiene la mano.

"Mi dispiace tanto Hilary... È una storia orribile.. Spero almeno che quel tipo l'abbia pagata cara..."

Ripenso al tizio al volante.
È stato punito con 24 mesi di carcere e un anno di lavori socialmente utili.
Scuoto la testa, come per confermare a Brad che mia madre non è stata vendicata come invece avrebbe meritato.

Brad mi stringe più forte la mano, raccoglie il suo milkshake e mi fa alzare.

"Vieni,voglio mostrarti una cosa.."

_______________________

La giornata ormai sta giungendo al termine, il flebile sole di febbraio sta sparendo dietro ai grattacieli di New York.
Brad parcheggia davanti ad un portone arrugginito.

È un cimitero.

Immediatamente capisco.

Brad scende dalla sua auto e mi apre lo sportello, accompagnandomi verso l'entrata.
Mi tiene la mano, ma questa volta non sento la necessità di toglierla.
Abbiamo l'un l'altra lo stesso dolore nel cuore, quello della perdita di qualcuno che amiamo.

Qualche passo dopo siamo di fronte ad una lapide bianca, sopra incisi due nomi.
Accanto ad essi, vi è una bellissima foto.
Un uomo e una donna, il giorno del loro matrimonio, gioiosi e radiosi.
Si tengono la mano, si guardano negli occhi.
Quell'abito di pizzo è ancora nel mio armadio, ben nascosto.
Ora sono pentita di averlo trattato così male.

Sono i genitori di Brad.

"Una notte, due zingari sono entrati in casa nostra. Mio padre era in salotto, mia madre era nella mia stanza.
Mi stava leggendo una favola, ero poco più di un bambino.
Vivevamo in una bella casa, faceva gola sicuramente.."

Brad accarezza la foto sulla lapide.
Sono al suo fianco, il corpo viene percorso da brividi, ma non ho freddo.

"Erano dei ladri. Mio padre ha tentato di difendere la casa, ma è stato assassinato brutalmente.
Mia madre al piano di sopra ha tentato di zittirmi, ma con tutto quel baccano avevo iniziato a piangere.
Quei due tipi ci hanno sentiti..."

Gli stringo la mano più forte.
Ora sono io che sto consolando lui, ma senza dire nulla.

"Hanno fatto del male a mia madre davanti ai miei occhi.
Lei mi urlava di andarmene, ma io sono rimasto lì a guardare, ho visto tutto.. Alla fine, mi hanno colpito e hanno creduto di avermi ucciso.. Ma sono vivo, qui a guardare questa foto..."

Brad lascia la mia mano e colpisce un piccolo masso ai nostri piedi.
È nervoso, lo capisco.
Mi avvicino a lui, lo abbraccio istintivamente.

"Non ho mai portato nessuno qui Hilary.. Questo posto per me è importante ed è sempre stato solo mio.."

Mi sento immediatamente privilegiata, ne sono felice.

Non dovrei.

"Grazie di aver condiviso tutto questo con me.. So che hai fatto uno sforzo enorme.."

Ed è vero, Brad parla davvero poco di quella notte.
Ora so davvero tutto, anche delle violenze sulla madre.
Sono ancora più triste solo al pensiero di questo bambino che ha dovuto vivere tutto questo.

"Andiamo.. Per oggi abbiamo sofferto abbastanza.."

Brad mi prende la mano e lasciamo il cimitero, non prima di aver lasciato sulla lapide un piccolo fiore colto poco più avanti.

Appena risaliamo in macchina, Brad cambia discorso.

"Larry e Maggie vorrebbero fare una serata film dopo.. Pensi di rimanere?.."

Penso a mio padre, in questo momento non ho voglia di tornare a casa.

"Certo, si rimango volentieri!!"

Brad sorride.

"Meno male, Maggie ti conosce davvero troppo bene,infatti ha già ordinato la tua pizza preferita!"

Non avrei avuto scelta comunque.
Non rinuncerei male a wurstel e salamino piccante!

Abbiamo bisogno di ridere.
Almeno stasera.

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