43 - Scontri

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Brad

Aprile

Ho rovisitato nell'armadio almeno 4 volte prima di trovare qualcosa che mi piacesse.

Di solito indosso solo felpe e jeans scuri, per cui è molto molto raro vedermi in abiti eleganti.

Questo spiega perché ne abbia così pochi.

Ricordo che in fondo all'armadio nascondo il completo del mio ultimo evento mondano, il compleanno di mia zia, la sorella di mamma.
È un abito gessato nero, con la camicia e la cravatta.

Sono un po' cresciuto da quel giorno, ma confido che mi vada ancora bene visto che l'avevo fatto commissionare su misura.

E non avevo nemmeno speso poco.

Ho sempre pensato che non l'avrei più indossato, ma alla fine mi devo ricredere.

Mi riordino i capelli, infilo le scarpe eleganti e tremendamente scomode e sono pronto.

Sembro un pinguino ma magari eviterò di essere troppo sarcastico stasera.
Hilary ha bisogno di me più che mai, devo essere l'accompagnatore perfetto.
O quasi.

Accendo l'auto, guido per qualche chilometro e imbocco la sesta, fino all'appartamento di Hilary.

Prendo il cellulare, le faccio uno squillo.
Di solito questo è il nostro modo per comunicarci che ci stiamo aspettando.

Qualche minuto dopo la luce del condominio si accende.
La porta si apre, mi sembra che ne esca un angelo.

Tutto attorno è buio, ma riesco chiaramente a distinguere la sua eleganza.
Indossa un lungo abito nero, luminoso e brillante, le cade leggero sulla pelle.
Le incornicia e le fascia il corpo e io mi sento tutto d'un tratto molto accaldato.

Sale sulla mia auto, è truccata e ha raccolto i lunghi capelli color cenere con un morbido chignon.
Il fermaglio che le sostiene i capelli è una farfalla dorata, so per certo che apparteneva alla madre perché in una delle nostre chiacchierate me ne aveva tanto parlato.

"Sei bellissima..." le dico ancora prima di salutarla e d'istinto le bacio le labbra, ogni volta che la guardo mi sembra di innamorarmi di più.

Abbassa gli occhi lievemente lucidi e sorride, è emozionata.
Forse è anche molto nervosa per la serata che ci attende, ma sono con lei e questo sono certo la rincuora molto.

"Ti ringrazio.. Non sono troppo vero?"

La osservo meglio ora che il suo corpo è illuminato dalla luce della mia auto.
È stupenda, è perfetta, non potrebbe essere altrimenti.

"Non saresti mai troppo nemmeno se fossi nuda..." le dico per sdrammatizzare, ma Hilary mi colpisce sul braccio con la borsetta.
Ancora non è completamente abituata al mio modo di fare, al fatto che sia un po' fuori dagli schemi.

Guido fino al teatro, dove un uomo in giacca e cravatta ci invita a scendere dall'auto.
È molto cortese, educatamente mi chiede le chiavi e ci augura una buona serata.
È un parcheggiatore, dunque si tratta davvero di una serata molto elegante.

Il teatro è illuminato, splendido.
Le pareti sono state tappezzate di festoni e slogan, delle candele rendono il salone ancora più accogliente e caratteristico.

Hilary si sfila il cappotto e io resto senza fiato.
L'abito che indossa è davvero molto sexy, le lascia la schiena nuda e le mette in evidenza i fianchi.
Il suo corpo sinuoso mi fa perdere per un attimo la ragione, ma mi obbligo ad essere serio.
Nell'altra stanza ci aspettano il padre e la nuova compagna.

Si tratta di fare conoscenze non troppo usuali.

Hilary mi prende la mano e la stringe con tutta la forza che ha.
È nervosa, lo sento.

Le stringo la mano a mia volta, come a dirle che non la lascerei mai sola.

Nell'altra stanza decine e decine di persone parlano tra loro e ridono insieme, sorseggiano drink e scambiano battute.

Hilary si stringe al mio fianco e mi indica un uomo che chiacchiera insieme ad un piccolo gruppo di persone.
Riconosco quel profilo, è identico a quello di Hilary.
Si tratta senz'altro del padre.

Ci avviciniamo con eleganza verso quel gruppo di persone e l'uomo si volta nella nostra direzione a pochi metri da loro.

"Oh figlia mia.. Ma guardati.. Sei un incanto!" il padre si avvicina per darle un tenero bacio sulla guancia.
Hilary è tesa, sembra una corda di violino.
La donna che poco prima era con lui si avvicina a sua volta.

Sembra fin troppo perfetta.

"Sono felice che siate venuti.." ha un sorriso molto bello, ma questa donna non rispecchia i miei gusti.
È fin troppo audace in questo abito rosso rubino scollato, lascia poco spazio all'immaginazione.

Hilary la abbraccia in modo circostanziale e torna al mio fianco.
Ora tocca a me rompere il ghiaccio.

"Sono felice di conoscerla signor Jay..." cerco di essere il più educato e composto possibile.
Tutta questa situazione mi sembra irreale, non ho mai conosciuto nessun genitore di qualche ragazza prima d'ora.
Questo dimostra che Hilary è molto importante per me.

"È un piacere mio Brad.. Mia figlia mi ha parlato molto bene di te"

Davvero?
Chissà cosa avrà raccontato per aver parlato bene di me.

"Grazie signore, ma sono certo che Hilary avrà esagerato!!"

Ridiamo insieme, il disagio iniziale sembra essere svanito.

Ci accomodiamo ai nostri posti.
I camerieri sfilano tra i tavoli con i vassoi ricolmi di cibo, sembra davvero tutto molto invitante.
Sto per addentare una tartina quando il padre mi Hilary mi interpella.

"Allora.. Brad... So che stai cercando un lavoro..."

Alzo gli occhi verso quell'uomo con i capelli brizzolati e mi chiedo quanto cose sappia di me.
Hilary mi stringe una coscia sotto il tavolo.

"È vero.. Sto cercando un impiego... Ma le offerte sono molto scarse"

Abbiamo trovato un argomento di conversazione finalmente, dopo minuti interminabili di silenzio.

"Un caro amico che lavora nel settore edile cerca un apprendista... Ti piacerebbe lavorare come manovale?"

Lancio a Hilary un occhiata fulminante.
Forse si è spinta un po' oltre nel parlare di me al padre, tuttavia non voglio essere maleducato.
Un lavoro mi serve e l'offerta non è poi tanto male.

"Signor Jay io non ho pretese.. Mi basta fare qualcosa..."

Sono sincero, stare a casa a fare nulla inizia a pesarmi, solo non mi aspettavo di doverne parlare proprio ora.

Eve mi osserva sorridendo, credo mi stia dando una possibilità.
Non che mi interessi molto, ma la sua buona parola potrebbe fare la differenza con il padre di Hilary.

"Ti lascerò il contatto del mio amico allora.. Potrete incontrarvi e discutere del lavoro. Sempre che faccia al caso tuo..."

Ringrazio il padre di Hilary mentre i camerieri consegnano le portate principali.

_________________________

Mangiamo in silenzio.
Hilary al mio fianco continua ad essere nervosa, non si sta godendo la serata.
Le prendo la mano sotto il tavolo e la guardo con complicità.
Ricambia il mio sguardo e mi sorride.

"Allora.. Hilary.. Tuo padre mi ha detto che vuoi diventare medico..."

Eve si pulisce con garbo la bocca con il tovagliolo.
È interessata a sapere qualcosa di più sulla figlia del suo nuovo compagno.

"È così.. Nutro questo desiderio da sempre... mia madre mi ha sempre sostenuta quando era ancora qui.. Diceva che era il mio destino..."

Sento che il suo tono è astioso, non ha scelto le parole a caso.
Eve sgrana gli occhi, ma sembra che accetti la risposta.
Rincara a sua volta.

"È molto nobile da parte tua.. È una grande ambizione. Solo credo che lo dovresti fare per te stessa prima di tutto..."

Ecco.
Ora si scatenerà l'inferno.

Hilary si irrigidisce di colpo e lascia cadere le posate sul piatto.
Il padre smette di mangiare all'unisono.

"Io lo faccio per me stessa. Dico solo che qualcuno che mi amava condivideva con me questo sogno. Qualcuno che mi amava davvero"

Ora sta fissando il padre.
Questa non è la serata adatta per discutere sulle scelte del signor Jay, ma forse Hilary non lo ricorda.

"Non essere scortese per favore. Eve ti ha solo fatto una domanda..." il padre la sta rimproverando anche se non sembra arrabbiato.

Hilary pare abbia già la risposta pronta.

"Non sono scortese papà, ho solo detto la verità... Se la mamma fosse ancora qui..."

La sala si riempie di musica, quasi a voler interrompere una conversazione che iniziava a farsi  sgradevole.

Allontano il piatto e porgo una mano verso la mia accompagnatrice.
Ha bisogno di distrarsi, sono un pessimo ballerino ma non mi viene in mente altro.

"Balla con me..." le dico, distraendola dal suo nervo verso Eve.
Si stanno ancora guardando storto.
Più che altro ho l'impressione che sia Hilary a portare più rancore tra le due, ma non ne ha motivo.

Hilary accetta la mia mano e si alza dal tavolo, seguendomi verso la pista.
Forse la canzone non è scelta a caso, è una bellissima ballata anni 90 che mi riporta alla mia infanzia e alla mia famiglia.
Decido che ora è il momento di dedicarmi completamente ad Hilary come lei ha fatto per me come quando io ho avuto bisogno nei miei momenti bui.

"La odio..." mi sussurra, appoggiandomi la braccia sulla spalle.

La prendo per i fianchi e iniziamo a muoverci piano in mezzo a decine di altre coppie.

"Lo so, ma dovresti darle una chance.. Non credo che ti detesti.."

Hilary si stringe nelle spalle, non pare darmi troppo credito.

"Lei non è mia madre." mi ricorda, è una cosa così ovvia.

"Lo so bene, ma tuo padre è felice con lei. Perché non vuoi darle una possibilità? Conoscila.. Vedi come va.. Se non ti piace, potrai sempre incollarle i capelli con una gomma da masticare..."

Ride, sono riuscito finalmente a distrarla.

"Va bene Brad... Lo farò solo perché sei troppo Saggio" scherza e mi stringe più forte, mi sento immediatamente un uomo fortunato.

Appoggio la bocca sulla sua fronte e la bacio dolcemente.
Non mi importa cosa vede suo padre, questo è il nostro momento.

"Brad.. Grazie per essere qui ora.."

Ci guardiamo negli occhi, mi sembra sia commossa.

"Di niente, amore mio..." le parole mi escono di bocca come un uragano.

Rimane per un po' a guardarmi sorpresa delle mie parole e si appoggia nuovamente sulla mia spalla.

Non potrebbe essere altrimenti.

È davvero l'amore per me.

_______________________

Non so per quanto tempo rimaniamo così, sospesi tra la realtà e il sogno.
Sembra tutto perfetto, niente potrebbe rovinarci questo momento.

O forse ho parlato troppo presto.

Il telefono di Hilary interrompe la magia vibrando prepotentemente nella mia tasca.

Lo estraggo svogliatamente e leggo il numero di Maggie sul display.
Le passo il cellulare ed Hilary risponde.
Mi chiedo come possa romperle le scatole in una serata come questa, sapeva che si trattava di una cosa importante per Hilary.

Noto la sua espressione cambiare, passare dal sorriso ad un vago barlume di terrore, ma non capisco.
Hilary mi prende per mano e si allontana dalla pista per sentire meglio.

Poco dopo riaggancia, mi trascina al tavolo del padre e gli comunica che dobbiamo andare via.
Continuo a non capire, sono confuso e all'oscuro di tutto, questa cosa mi sta facendo innervosire.

Non si è mai comportata in questo modo, deve essere capitato qualcosa a Maggie.

"Mi dici che succede?... " la fermo all'entrata del teatro, non mi vuole spiegare.

Hilary si volta verso di me, ha gli occhi pieni di lacrime.
Ora inizio ad essere seriamente preoccupato.

"Dobbiamo sbrigarci, dobbiamo correre Brad.. Larry ha avuto un brutto incidente in auto.. Maggie è in ospedale.. è molto grave"

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