Capitolo 10 "Crepa"

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Jimin stava suonando il piano immerso nei suoi pensieri, nella sua mente i suoi occhi erano marchiati a fuoco, come il suo viso e la sua veste nera.
Era lui l'angelo rotto, quello di cui aveva sentito tanto parlare, era stato attirato da un diverso come lui, una creatura che tutti si permettevano di definire difettoso.
Era quell'angelo che aveva invaso il suo regno, quello che aveva cantato e suonato la sua canzone.
Non aveva prove tangibili, ma era impossibile che fosse diversamente.
La voglia di attraversare il confine era alta, incontrollabile.
Smise di suonare il piano, accarezzò la rosa e si alzò.
I suoi fratelli erano intenti a chiacchierare nel salone quando Jimin li raggiunse.
Tutti sapevano già cosa passasse per la testa del loro fratellino.
La sua ossessione per la rosa e per il suo creatore era evidente, non era riuscito a nasconderla a loro.
Si perdeva nei suoi pensieri e non prestava la minima attenzione a quello che dicevano e facevano i suoi fratelli.
Non gli importava che la sua intenzione fosse quella di attraversare il confine, la guerra non li spaventava minimamente, il loro unico interesse era quello di sapere che il loro fratellino non venisse messo in pericolo, per il resto erano pronti a tutto, anche ad attaccare.
Infatti si misero tutti a ghignare quando videro Jimin sparire, udendo poi il rumore del portone del castello sbattere, era uscito, e sapevano quale fosse la sua destinazione.

Jimin arrivò all'albero, guardò il castello, più precisamente la finestra, si aspettava o meglio sperava di intravedere la sua figura, ma purtroppo non fu così.

"Sto arrivando angioletto".
Disse tra se e se mettendo il piede al di là del confine.

Attraversò con l'intero corpo il confine, appena fu di là successe qualcosa di inaspettato.
Il terreno iniziò a tremare lievemente, come a segnalare che un'intruso aveva messo piede nel regno.
Immaginava di trovarsi all'istante circondato, l'evento però durò pochi secondi, nessuno si presentò davanti a lui.
Si guardò attorno, era completamente solo, decise di proseguire avanzando verso il castello.
Nessuno dei sudditi di quel regno sembrava aver percepito il tremolio, solo uno lo aveva sentito e sussultò quando avvenne.
Jungkook era seduto sul suo letto quando sentì il letto tremare sotto di lui.
Rimase fermo, aspettò che terminasse, cosa che fortunatamente successe poco dopo.
Jimin fece il giro del castello e trovò una finestra aperta, grazie ad essa si intrufolo' all'interno.
Appena fu dentro percepì una piccola scossa, all'altezza del cuore, Jungkook di rimando percepì il solito formicolio all'altezza delle ali mancanti.
In quel momento entrambi capirono che erano nello stesso luogo, Jimin ovviamente lo sapeva benissimo essendo andato appositamente, ma Jungkook lo capì grazie a quella sensazione.
Jimin salì le scale, quelle che lo avrebbero condotto alla stanza dell'angelo, era guidato dall'intensità in continuo aumento della scossa, ogni passo aumentava.
Jungkook era paralizzato, un demone si stava avvicinando, lui non stava facendo letteralmente niente, non stava scappando e nemmeno si stava preparando ad attaccare.
Era rimasto seduto sul letto in attesa.
Jimin arrivò alla soglia della camera, sentiva che era lì, afferrò la maniglia e lo sguardo di Jungkook finì su di essa, si stava abbassando.
La porta si aprì lentamente, finché i loro occhi non si incatenarono per la seconda volta.
La scossa di Jimin si fece più intensa, come il formicolio di Jungkook.
Il demone entrò nella stanza, il pavimento iniziò a tremare lievemente.
La scossa si propagò nell'intera stanza, alleggiando nell'aria, come la prima volta che si erano visti.
Poco dopo entrambi udirono delle voci provenire dal piano inferiore, erano arrivati Taehyung e Yoongi, non potevano vedere il demone.

"Esci dalla finestra, spero tu sia in grado di saltare da questa altezza".
Disse con voce ferma Jungkook.

Jimin lo guardò e andò davanti alla finestra, si voltò.

"Ritornerò".
Disse prima di balzare giù dalla finestra senza nessun tipo di problema.
Alzò lo sguardo per poi abbassarlo di nuovo ritornando nel suo regno.

Non si accorse che dietro di lui, dopo il suo passaggio si formò una piccola crepa sul terreno del Regno Celeste.

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