Capitolo 3 "Melodia"

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Jungkook era disteso a letto, se chiudeva gli occhi poteva ancora udirla, quella voce meravigliosa, quella tonalità che gli aveva già rubato il cuore.
Sperava di poterla sentire ancora, di aver ancora la possibilità di bearsi di quella meraviglia.
Poteva sentire il battito accelerare leggermente al solo pensiero, il tutto accompagnato da un leggero rossore sul viso.
Gli sembrava quasi assurdo provare queste emozioni senza aver visto il volto della creatura a cui apparteneva quella voce.

Aveva già imparato le parole di quella canzone, le aveva udite solo una volta eppure erano già impresse nella mente, come se la cantasse da tutta la vita.
La stava canticchiando nella sua testa, era oscura ma non riusciva a non apprezzarla, perchè lui infondo era stato catturato dalla voce, le parole erano in secondo piano.

All'improvvisò si alzò dal letto, si mise seduto, si ricordò di ciò che faceva un tempo, qualcosa che aveva smesso di fare da molti anni ma che ora aveva voglia di riprendere.

Scese le scale a chiocciola presenti nel suo castello, quelle conducevano in una stanza che un tempo frequentava ogni giorno, non ci era più andato perchè aveva iniziato a sentirsi ancora più solo quando ci entrava.
Era una stanza abbastanza grande, c'era un'enorme libreria, un divanetto posto vicino ad una grande finestra, da lì poteva osservare la foresta in tutta la sua bellezza, soprattutto quando veniva illuminata dal chiarore della luna.
E poi in un angolo c'era un leggio, c'era ancora lo spartito che aveva suonato l'ultima volta, una melodia molto triste, il sottofondo ideale per la canzone che aveva udito.

Era da così tanto tempo che non suonava che pensava di non esserne più in grado, ma quando prese in mano il suo violino, lo appoggiò sulla spalla, adagiò il suo mento su di esso, lì sembrò di non averlo mai abbandonato.
Con la mano libera afferrò l'archetto, lo fece scivolare sulle corde, sistemò la tonalità e iniziò a seguire lo spartito che aveva davanti.
Mentre suonava quella melodia iniziò a canticchiare la canzone, sembravano essere fatte per stare insieme, il testo e la melodia si erano fuse perfettamente.

Continuò a far scivolare l'archetto sulle corde, era entrato nella sua bolla, immaginava di poter vedere il volto a cui apparteneva quella voce, immaginava di poterlo sfiorare.
Ma non poteva dire di non essere spaventato, se un giorno lo avesse visto, e non fosse come lo aveva immaginato nella sua testa, cosa sarebbe successo, non avrebbe più apprezzato nemmeno la sua voce forse.

Suonò ancora per un pò, fu interrotto dall'arrivo di qualcuno.

"Kook, finalmento hai ripreso a suonare, mi mancava così tanto poterti ascoltare. Sembra che tu non abbia mai smesso di farlo". Disse Taehyung quando entrò nella stanza.
Era strano per lui trovare il suo amico in quella stanza, ma erano pochi i posti dove si rifugiava, se non lo aveva trovato nella sua camera sapeva che c'era la possibilità di trovarlo lì.

Jungkook si voltò, appoggiò il violino sul muro e sorrise al suo amico.

"Tae". Gli fece un'ampio sorriso.

"Sono felice che tu abbia ripreso a fare ciò che amavi. Ma perchè stavi suonando qualcosa di così triste?". Chiese perplesso Taehyung.

"Sai è l'ultima canzone che ho suonato, forse doveva essere anche la prima per poter ricominciare a farlo". Disse sorridendo. Non era proprio la verità, era una mezza verità.
Voleva bene al suo amico, ma se gli avesse detto di quella canzone tenebrosa, la sua reazione non sarebbe stata molto positiva, anzi l'esatto opposto.
Magari avrebbe addirittura detto che apparteneva ad un demone.
Jungkook non aveva mai veramente pensato che poteva esserci una possibilità, che poteva veramente appartenere ad un demone, il testo poteva essere più che sufficiente per arrivare a quella conclusione.

Non voleva che fosse così, se era un demone lui non aveva speranza, non poteva né conoscerlo né avvicinarsi.
Fu in quel momento, quando pensò che le probabilità erano molte alte,che sentì la melodia che aveva suonato poco prima penetrargli affondo, insinuando il dubbio, facendo traballare ogni speranza che nutriva.

"Allora da adesso ti troverò più spesso in questa stanza". Disse sorridendo Taehyung.

"Si Tae". Gli sorrise amaramente dopo ciò a cui aveva pensato.
Forse si era illuso troppo facilmente, magari non avrebbe mai avuto la possibilità di incontrare il suo sconosciuto.

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