Capitolo 17

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Ogni pronostico sulla serata era sbagliato, sinceramente credevo che non sarebbe potuta andare meglio. Se avessi seguito l'istinto mi sarei buttata tra le sue braccia urlando a squarciagola che sì, volevo stare insieme a lui, ma l'attimo di smarrimento fortunatamente mi aveva paralizzato, evitandomi di fare la figura della disperata; oltre al fatto che avrei dovuto mettere da parte l'entusiasmo della serata e analizzare con razionalità la situazione. Io e Will da quando ci conoscevamo? Due settimane? Cosa sapevo di lui? Praticamente niente, era evasivo, anche un po' lunatico; insomma erano ragioni più che valide per girare a largo; peccato che la lista dei pro fosse così convincente, bello, affascinante, misterioso, il che poteva essere sia un bene sia un male, con quell'aria da cattivo ragazzo. Mentre facevo tutta una serie di considerazioni a riguardo cominciai a sentirmi inquieta, in ansia, come le altre volte in cui mi sono sentita osservata, ma questa volta sapevo che era impossibile, ero in casa mia ed ero assolutamente certa che non ci fosse nessuno, avevo chiuso a chiave prima di uscire. Il telefono di casa squillò ed io quasi mi aggrappai con le unghie al soffitto, aspettai un attimo prima di rispondere, avevo una brutta sensazione. In un primo momento nessuno parlò, ero sicura che non avessero riattaccato perché sentivo qualcuno respirare, stava succedendo di nuovo...

‹‹Mmm da qui riesco a sentire il tuo profumo, di fiori e di paura, non sei mai stata così fragile come ora, potrei spezzarti senza che tu te ne renda conto.›› fece una pausa per farmi assorbire il significato della sua minaccia ‹‹Ti sei fatta bella per l'angioletto, le brutte abitudini sono dure a morire vero? Neanche questa volta mi renderai le cose semplici non è così?›› riattaccai terrorizzata, non volevo sentire altro, avevano ragione Abbie e Kate questa situazione non era da sottovalutare. Andai vicino alla finestra e guardai fuori, chiunque fosse al telefono era qui, da qualche parte che mi guardava e questo mi fece rizzare i capelli sulla nuca. Non sapendo chi chiamare optai per quello che di sicuro era più vicino, certo in un altro momento e ragionandoci su con un po' di lucidità in più la scelta sarebbe ricaduta su David... rispose al primo squillo.

‹‹Non pensavo lo avresti usato così presto.›› disse Will, il sorriso traspariva dalla voce, a cena gli avevo fatto notare che non avevo il suo numero.

‹‹Pu – puoi venire da me? Scusa lo so che te ne sei già andato e che forse ora sei lontano, magari anche a casa ma... puoi venire? Ho paura!›› sentii lo stridio degli pneumatici.

‹‹Sto arrivando, non so cosa sia successo ma non ti preoccupare due minuti e sono da te.››

Riattaccai ma l'ansia saliva ed io non sapevo cosa fare, mi tolsi le scarpe e mi addossai al muro che divideva il salone dalla cucina scivolando fino a terra e abbracciandomi le ginocchia, perché stava succedendo questo a me? Non davo confidenze a sconosciuti, non uscivo praticamente mai e almeno consapevolmente non avevo fatto un torto a nessuno, era ingiusto che oltre a tutto quello che mi stava succedendo dovevo patire anche questo.

Il telefono squillò altre due volte ma ero troppo spaventata per prenderlo, così al terzo tentativo scattò la segreteria, mi coprii le orecchie per non sentire ma fu una fatica inutile la sua voce mi raggiungeva comunque. Quando il campanello di casa suonò strillai spaventata.

‹‹Anima tutto bene? Aprimi sono io.››

Andai di corsa ad aprire e mi tuffai tra le sue braccia che mi accolsero subito, ero nel posto giusto ora, quando mi calmai mi separai da lui.

‹‹Meglio?››

‹‹Scusa sono molto imbarazzata per questo›› mi sistemai il vestito ‹‹ero spaventata e ho agito d'impulso.››

‹‹Hai fatto la cosa giusta nessuno ha a cuore la tua sicurezza più di me, mi vuoi dire cosa è successo?›› andai verso il telefono e premetti il pulsante per sentire i messaggi.

‹‹Corri, corri coniglietta nasconditi in qualche buco che io ti stanerò.›› disse questa frase cantilenando e questo rendeva ancora più inquietante la sua voce ‹‹Questa volta non hai famiglia ma hai amici, non perdi mai l'abitudine di mettere le persone in pericolo, so che sei lì coniglietta.›› fece una pausa dove lo sentì inalare come se stesse sentendo il mio odore ‹‹Anima.›› urlò solo per il gusto di farmi paura ‹‹A- ni -maaaaa.›› e poi finì il tempo di registrazione.

Ormai io ero un fiume, le lacrime non finivano di scorrere. Non avevo idea di chi fosse quello squilibrato, cosa gli avevo fatto o cosa voleva da me, niente aveva più senso, minacciava i miei amici che erano tutto per me, dovevo prendere sul serio quello che aveva detto? O era solo un pazzo che si divertiva a infondere paura. Quello che era certo è che ce l'aveva con me, il mio nome era come una minaccia detto con quella voce che aveva lo stesso suono delle unghie sulla lavagna.

‹‹Ora sono qui, non hai nulla di cui aver paura, domani metterò i telefoni sotto controllo e se chiamerà un'altra volta lo prenderemo ok? Adesso hai bisogno di riposare domani parleremo e mi racconterai tutto quello che ti è successo in questi giorni... nei minimi particolari.›› annuii ma il panico tornò a farsi strada in me...

‹‹Te ne vai? Io non voglio restare da sola.››

‹‹Anima non mi muovo, non ti preoccupare, controllo un attimo la casa e poi puoi andare a letto che ne dici?››

‹‹Scusa per tutto questo disturbo.›› di sicuro avevo rovinato il nostro primo appuntamento, adesso sembravo una pazza.

‹‹Dolcezza nessun disturbo, passerò più tempo con te di quanto avevo previsto, ora aspettami qui torno subito.›› mi fece sedere sul divano mentre lui andava a perlustrare la casa e dopo poco tempo tornò.

‹‹È tutto a posto, adesso vai di sopra io rimango qui.››

‹‹Rimarrai tutta la notte?››

‹‹Sì, e domani ti assegnerò una guardia del corpo, uno dei miei ragazzi.››

‹‹Ma non se ne parla proprio, non mi muoverò con un omone che mi segue in giro.››

‹‹Ed ecco la ragazza di sempre che sceglie il momento sbagliato per comparire, mi mancavi, comunque non c'è niente da discutere.››

‹‹Tom è uno dei tuoi ragazzi?››

‹‹Vorresti Tom?›› mi chiese con un po' di fastidio nella voce e alzando l'immancabile sopracciglio ‹‹Dovrei essere geloso?››

‹‹Di lui mi fido più che di uno sconosciuto.›› stavo per dire altro ma lui mi si avvicinò come un predatore fa con la sua preda avrei voluto indietreggiare ma ero già sul divano, si abbassò sulle ginocchia ...

‹‹E perché non hai chiesto a me? In fondo ora ci conosciamo meglio.››

Oddio lui rendeva le cose veramente difficili, avevo lo stomaco in subbuglio, era veramente geloso? Ma si era visto? Dico, ma ha visto quanto divento patetica davanti a lui?

‹‹Ma tu sei impegnato con l'agenzia.›› provai a giustificare la mia scelta non potevo dirgli la verità, cioè che la sua presenza mi rendeva un vegetale.

‹‹Ripeto, dovrei essere geloso di Tom?››

Mi schiarii la voce e provai a ritrovare un po' di autocontrollo.

‹‹No non dovresti perché noi due non siamo niente.›› dissi io alzandomi dal divano, era fondamentale mettere un po' di distanza tra noi due.

Salii le scale e andai a farmi la doccia, quando ritornai lo ritrovai appoggiato allo schienale del divano che guardava fuori dalla finestra, era immerso in una telefonata, non era buona educazione origliare ma stava parlando ad alta voce e poi era in casa mia, no?

‹‹L'ha fatto nuovamente e noi non eravamo pronti.›› si passò una mano sulla faccia e imprecò a bassa voce qualcosa che suonava tipo "viscido cadavere" ‹‹Niente più scuse, dobbiamo essere un passo avanti a lui quando deciderà di fare la prossima mossa, ha avuto il tempo di preparare un piano ma è pur sempre un animale, agisce per rabbia, sbaglierà.›› fece una pausa, stava ascoltando il suo interlocutore ‹‹Lo so che è il momento Tom, ma non è pronta.›› si girò e mi vide lì impalata sulla soglia ‹‹Sta bene ma è sconvolta.›› stava parlando di me a quanto pareva, ma di cosa parlava prima? Conosceva l'identità del pazzo che mi stava dietro? Quanto sapeva Will realmente di quello che stava accadendo? ‹‹Resterò per la notte ma domani dovremmo prendere delle precauzioni.›› ci fu un attimo di silenzio, stava ascoltando quello che Tom diceva, e la sua espressione cambiò ‹‹Vuole te a quanto pare.›› stava facendo il broncio? Un uomo della sua stazza. Lo disse come se facesse fatica a digerire la questione, e la cosa mi fece ridere, come poteva essere così ottuso da non vedere che non avevo occhi che per lui, anche durante i nostri scontri facevo una fatica immane per non buttarmi ai suoi piedi. Da dov'ero sentii la risata di Tom ‹‹Un passo falso e sai come andrà a finire.›› dicendo questo, che aveva tutto il sapore di una minaccia, riattaccò. Non avevo capito molto della telefonata, l'indomani avrei dato un senso a quello che avevo sentito.

Si avvicinò e mi baciò sulla fronte rendendo i miei arti un ammasso informe di una sostanza gelatinosa ‹‹Ora a nanna!›› e mi fece girare spingendomi per i fianchi su per le scale, ovviamente non voleva dare spiegazioni o fare conversazione, che mi nascondesse qualcosa era appurato, ma che avessi a che fare con il mio stalker? Poteva essere una possibilità? Arrivati in camera gli diedi un cuscino e una coperta.

‹‹Mi dispiace ma non ho vestiti da uomo.››

‹‹Non fa niente, mi sarei dispiaciuto se li avessi avuti, ora vado di sotto se hai bisogno chiamami.›› stava per uscire dalla porta ma io non volevo restare da sola, era assurdo ero stata in quella casa per due anni da sola e ora sentivo la gola chiudersi al solo pensiero.

‹‹Will...›› lo chiamai vergognandomi come una ladra ‹‹ti dispiacerebbe rimanere qui?››

‹‹Vuoi che dorma con te dolcezza?›› domandò assicurandosi di aver capito bene, annuii sentendo che la mia faccia andava a fuoco ‹‹Guarda che se vuoi passare più tempo con me non devi inventare scuse.›› disse mettendosi a ridere ‹‹Certo!›› rispose infine ‹‹Se ne hai bisogno certo che lo farò, anche se per me sarà una tortura.›› si tolse la camicia rimanendo a petto nudo, ebbi la sensazione di essere al centro di un incendio, qualcuno poteva mai essere così perfetto?

‹‹Che stai facendo?›› domandai scandalizzata.

‹‹Mi spoglio ovviamente, come pensi che dorma?›› non mi stava deridendo o provocando, mi stava solo facendo notare l'ovvio.

Non avevo mai visto un uomo mezzo nudo così da vicino, ero sicurissima di stare sbavando alla grande e le mani mi prudevano dalla voglia di sapere come sarebbe stato toccare quei muscoli sodi, quella pelle liscia, tolse anche cintura e scarpe e si stese al mio fianco, ma sopra le lenzuola.

Mi prese per la vita avvicinandomi a lui ed io non persi tempo ad accoccolarmi, era tutto così naturale da sembrarmi strano, non avevo mai avuto questo grado di confidenza con nessun altro uomo oltre a David ma lui non faceva numero era come un fratello. Non parlammo, le parole avrebbero potuto rovinare la perfezione del momento, adoravo la pace che sentivo stesa su quel letto con lui al mio fianco mentre il suono del suo respiro mi cullava. Dopo un primo momento in cui ero sopraffatta dalla sua presenza la stanchezza ebbe la meglio e crollai.

Nota dell'autrice:

Ciao a tutti, questo capitolo segna l'inizio del cambiamento nella vita della protagonista. Anima comincerà a rendersi conto di cosa lei sia veramente e del pericolo che corre.

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