Capitolo 26

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Uscimmo senza parlare, mi aiutò a salire in macchina e ci mettemmo in viaggio, non conoscevo la destinazione che mi augurai che mi portasse lontano da tutto. A quanto pareva conosceva benissimo la zona, stavo per dirgli che doveva svoltare a destra sulla Edgewater e poi a destra nuovamente sulla Buckinghan Plantation per immettersi nella strada principale ma lo fece da solo, ma non era nuovo in città? Una cosa era saper arrivare a casa mia ma uscire dal parco non era semplice e lui lo aveva fatto con la naturalezza di chi ci abitava da una vita.

Durante il viaggio in macchina non scambiammo nemmeno due parole e questo mi fece sentire un po' a disagio. Ogni tanto sentivo il suo sguardo addosso, ma quando lo guardavo lui stava guardando la strada davanti a sé o era immerso nei suoi pensieri. Preferii concentrarmi sul panorama fuori dal finestrino, avremmo avuto tempo per parlare e speravo tanto di chiarire le cose tra di noi, incredibile come quando sei attratta da una persona (giusto per usare un eufemismo) le priorità sembrano seguire una logica tutta loro. Adoravo quel paesaggio, mi aveva sempre fatta sentire a casa. Proseguimmo sulla 6th avenue o May River Rd, chissà perché in questa città ogni strada aveva due o più nomi, era una cosa che mi ero sempre chiesta.

Ebbi una buona mezz'ora per provare a organizzare le idee ma i miei pensieri erano un groviglio che non riuscivo a sbrogliare. Mi ricordai che dovevo chiamare Abbie, era lunedì e se mi passava a prendere e vedeva che la casa era vuota si sarebbe spaventata... ma pensandoci bene forse sarebbe stato meglio scriverle un messaggio, avrei dovuto dirle una bugia ed ero una pessima bugiarda, di sicuro mi avrebbe sgamata, con questo casino avevo perso di vista la mia vita.

-Giorno, non ti chiamo perché tanto stai dormendo, oggi non sto bene con la pancia ho un po' di nausea forse per la cena di ieri sera, vediamoci più tardi, meglio per cena. Baci-

Will parcheggiò in uno spiazzato che ovviamente io non avevo mai visto, non uscivamo quasi mai dal centro abitato; fece il giro della macchina per aiutarmi a scendere e mi prese per mano, era così bello sentire il suo calore contro il mio palmo dopo un viaggio passato a ignorarci, avevo bisogno di sapere che lui c'era. Ci incamminammo per un sentiero lastricato che non era molto regolare, fortunatamente avevo messo le sneakers. Dopo 200 metri la stradina finiva in un parco con panchine che avevano visto tempi migliori, non doveva essere un posto molto frequentato, continuammo a muoverci tra gli alberi, supponevo che a qualunque ragazza questa passeggiata sarebbe parsa assurda e poco piacevole, ma io ero affascinata dal bosco, da tutto il verde attorno a noi, alberi secolari dalle enormi radici che sporgevano dal terreno, in diverse occasioni rischiai di rompermi l'osso del collo, ma la presa di Will era ferrea e trasmetteva sicurezza, lui non mi avrebbe lasciata cadere.

Dopo poco arrivammo sulla riva di un fiume, l'acqua era limpida, sembrava quasi immobile non c'era corrente e poco più in là c'era un ponte che rendeva il paesaggio fiabesco. Il posto mi era familiare, molto, mi guardai attorno cercando di capire il perché. Delle immagini iniziarono a bombardarmi la testa e mi accasciai a terra sotto il peso di quello che stavo vedendo, Will ed io in questo luogo. Il bosco era lo stesso, solo un po' più vivo e giovane e ora il ponte era stato ristrutturato, nella "visione" era di legno. Due immagini che si sovrapponevano, amai tutte e due, avevano un fascino surreale, antico. Lui di fronte a me in ginocchio, semplicemente bellissimo, con i suoi occhi ambrati e i capelli lunghi fino alle spalle, mi guardava con amore, giusto come nel sogno, la sua collana, le sue parole... Oddio! Era questo lo scenario che avevo sognato, esisteva, voleva dire che erano ricordi, ma come? Altre immagini seguirono, noi due che ci baciavamo vicino al ponte alla luce del tramonto, aveva un aspetto diverso, era più spensierato, più felice; in un'altra eravamo seduti vicino all'albero che ora era alle sue spalle alle prime luci del mattino e poi arrossii... più di quanto avessi mai fatto, immagini molto chiare di me e lui nel fiume, abbracciati e nudi, noi... noi stavamo facendo l'amore, e sentivo la sua pelle bagnata contro la mia, le sue mani sul mio corpo, sentivo il calore dei suoi baci e mi colpì un calore al bassoventre che non avevo mai sentito, che mi tirò fuori dal mio viaggio nel tempo. Mi alzai e mi girai non potevo guardarlo negli occhi, con quale coraggio lo avrei potuto fare dopo aver visto quelle immagini, dopo averle sentite sulla mia pelle, meno male che eravamo in acqua e non avevo visto qualcosa di più sconveniente o mi sarei andata a sotterrare immediatamente. Eravamo noi non c'erano dubbi. Mi toccai il collo con un gesto che di solito facevo per scaricare l'ansia ma che ora sapevo cosa significava, stavo cercando qualcosa, la mia mano andava a cercare la collana datami da Will quando c'eravamo scambiati i "voti". Mi era successo come nei film, quando portano lo smemorato di turno in un posto e le immagini della sua vita gli si palesano davanti.

‹‹Tutto bene?››

‹‹Dov'è?›› gli chiesi con la paura di sentire la risposta.

‹‹Cosa?›› lui era confuso, lo ero anch'io, di tutto quello che avevo visto ecco su cosa avevo deciso di concentrarmi, mi sembrava il dettaglio meno imbarazzante ma era anche importante.

‹‹La collana, quella che mi hai dato!›› lui parve sorpreso, non se lo aspettava ma figuriamoci se io mi aspettavo qualcosa di quello che stavo vivendo, era così fuori dal mondo da non scioccarmi nemmeno più.

‹‹L'avevi... persa, ed io la custodisco finché non sarai pronta a riprendertela, se mai lo vorrai.››

‹‹Cosa rappresenta?›› provai a domandare ignorando la nota triste nella sua voce, era una questione della quale preferiva non parlare, ma lo stava facendo per me.

‹‹È una goccia del nostro sangue insieme a un frammento della nostra anima, è un giuramento.››

‹‹È tra le cose che mi puoi dire?›› chiesi un po' titubante, in realtà non era a questo che mi riferivo con la domanda, volevo sapere cosa significasse per noi ma forse non era pronto a parlarmene e allora dovevo accontentarmi di apprendere nuove informazioni su di lui e sulla mia condizione.

‹‹Temo che la cosa sia alquanto complessa da spiegare, ma proverò a farti capire nel modo più semplice possibile.›› mi guardò negli occhi con le sopracciglia aggrottate, cercava qualcosa nel mio sguardo, la conferma che ero pronta a capire ‹‹Io sono un guardiano e quando veniamo scelti per questo compito dobbiamo prestare giuramento, dentro la collana c'è il nostro pegno.›› non capivo perché avesse donato a me qualcosa di così grande valore ‹‹Vieni, sediamoci qui.›› s'incamminò verso l'albero dove adesso sapevo esserci stata già altre volte, aprì una coperta che non mi ero accorta che portasse con sé, si sedette con le spalle appoggiate vicino al tronco e mi fece segno di sedermi, ma io mi fermai un attimo a contemplare lui, improvvisamente ricordai l'ultima volta che ero stata lì.

Eravamo nelle stesse posizioni quando lui mi tirò per un braccio cogliendomi di sorpresa, mi fece stendere a terra mettendosi sopra di me, bloccandomi e ridendo come un bambino.

‹‹Presa!!!››

‹‹Solo perché te l'ho permesso.››

‹‹Sei una bambina molto arrogante.››

‹‹E tu per essere un nonno sei molto attraente.›› dissi io accarezzandogli lo zigomo destro e quando si convinse che lo avrei baciato lo rovesciai sulla schiena.

‹‹Sei sleale.››

‹‹In battaglia tutto è lecito, l'ho sentito dire da qualcuno molto tempo fa.››

‹‹Usi i miei insegnamenti contro di me?››

Poi l'immagine svanì, stavo recuperando i frammenti di quella vita un poco alla volta e mi piaceva sempre di più. Mi sedetti a gambe incrociate a pochi metri da lui, in realtà avrei voluto riprodurre esattamente quello che avevo visto nei miei ricordi.

Non ero ancora sicura che fossero miei, potevano anche essere quelli d'una antenata o qualcosa del genere, ma di una cosa ero certa... io volevo quella confidenza, quell'amore, ma non sapevo come abbattere il muro che si era creato tra di noi.

‹‹Perché non puoi rispondere a tutto?›› gli chiesi.

‹‹Non posso svelare i segreti che sono incaricato di custodire a meno che non sia una decisione presa dal consiglio, sarebbe considerato alto tradimento e, per quelli come me, il tradimento è punito con la morte.››

Rabbrividii sarei vissuta nell'ignoranza in eterno se la conoscenza significava mettere in pericolo Will.

‹‹Lo trovo esagerato.››

‹‹Vai a dirlo a chi ha scritto queste regole.›› e si mise a ridere come se avesse detto una battuta della quale solo lui conosceva il significato.

‹‹Prima ho visto delle cose.››

Lui si fece attento.

‹‹Del tipo?››

‹‹Noi due qui, quando mi hai dato la collana, e poi sotto quest'albero che...›› insomma come facevo a spiegare queste cose senza arrossire? ‹‹giocavamo distesi sull'erba.›› no, ero certa che non avrei saputo come spiegare veramente quello che stavamo facendo, sembrava molto più di un gioco da ragazzi. Mentre io mi sforzavo di trovare il termine giusto lui mi guardava con una luce furba negli occhi, anzi maliziosa, il deficiente sapeva a cosa mi riferivo e godeva del mio imbarazzo.

‹‹Ho tanti ricordi del genere, e tutti bellissimi!›› ma poi la sua espressione cambiò, da giocosa passò a sconcertata ‹‹Aspetta ma com'è possibile che tu ricordi questo, lo hai sognato? Come hai fatto con la nostra unione?››

‹‹Come fai a sapere dei sogni?›› mi allarmai, era entrato nella mia testa altre volte o era andato a spasso più del necessario questa mattina?

‹‹Lo hai fatto sognare anche a me, in realtà era qualcosa di più concreto e reale di un sogno.›› io avevo fatto cosa? Ero sia euforica che spaventata (forse era così che si era sentito Spiderman quando aveva scoperto i poteri, ma che cazzate andavo a pensare... concentrazione)

Era la nostra unione.

‹‹Sì, ho intuito che fossero ricordi anche se non so come tutto ciò sia possibile.›› mi prese la mano e con l'indice tracciò i segni che avevo sul palmo, erano quasi invisibili, mi lasciò la mano e si aprì la camicia, restai a bocca aperta per più di un motivo, il più importante era che poco sopra il cuore aveva un tatuaggio tribale che riproduceva la forma di un palmo, incredibile! Era il segno che gli aveva lasciato la mia mano nel sogno. Posai la mia mano sopra il disegno, lui chiuse gli occhi prendendo un grande respiro, combaciava alla perfezione, era la mia impronta. Sentii che un moto di orgoglio e un senso di possesso si stavano facendo largo dentro di me, lui era mio da sempre, sopraffatta da queste emozioni a me sconosciute ritirai la mano ma lui la trattenne sul suo petto.

‹‹Mi sei mancata così tanto!›› quando aprì gli occhi rimasi ammaliata dalle sue iridi, erano tornate color ambra come le vidi al mio risveglio, erano intense e bellissime.

‹‹Spiegami come tutto questo sia possibile, raccontami qualcosa che mi possa aiutare a capire perché mi sento così strana, tutte queste emozioni che sto provando mi appartengono lo so ma in un modo tutto nuovo, ti prego dimmi qualcosa.›› finì la frase con un tono appena udibile, quasi disperato.

‹‹Anima tu sei speciale, lo sei sempre stata.›› disse avvicinando una mano al mio volto e accarezzandomi una guancia ‹‹Sei un'anima antica, immortale e so quanto queste parole possano sembrarti strane, ma non è questa la cosa più sconvolgente, ti sei finalmente ricongiunta con il tuo corpo.›› sembrava la trama di uno dei miei libri preferiti, ma provai, come diceva la lettera, ad aprire la mente e credere a ogni parola perché ormai avevo le prove che il soprannaturale esisteva veramente, fosse solo per il volo che avevo fatto fare a Will senza rompergli nemmeno una vertebra.

‹‹Sei una strega, appartenevi a una delle stirpi più antiche e potenti che sia mai esistita.›› a questo non ero pronta, pensare di non essere normale e averne la conferma erano due cose diverse, il termine strega m'inquietò parecchio ‹‹Non fare quella faccia, non stiamo parlando delle streghe dei film con la verruca sul naso, che vanno in giro sulle scope, anche se non posso negare che anche quelle esistevano, tu eri buona e lo sei ancora, la donna con il cuore più nobile che io abbia mai conosciuto.›› rilasciai il fiato che non sapevo di trattenere, avevo paura di quello che avrei potuto scoprire su me stessa.

‹‹Come sono diventata così?››

‹‹Per farti sapere tutto quello di cui avresti bisogno dovremmo passare un bel po' di tempo insieme, le due ore che ti ho chiesto non bastano.››

Io annuii dandogli il via libera ‹‹Ho già avvisato Abbie che non riesco ad andare al negozio.›› non riuscivo a pensare di essere in nessun altro posto, avevo bisogno di risposte e oltre tutto non mi sentivo pronta a separarmi di lui.

‹‹Ormai sai di far parte di qualcosa di più grande, esistono tante cose che gli umani non immaginano, come che esistano altre razze oltre alla loro. Con questo voglio dirti che tu sei nata così, non sei umana ma fai parte di un'altra razza, ma in un certo senso hai ragione, tu sei stata vittima della crudeltà dei nostri mondi molto tempo fa.››

‹‹Quanto?›› lo pressai, a questo punto volevo sapere tutto, non c'era altro che avrebbe potuto sconvolgermi di più che sapere di essere una strega.

‹‹Sei sicura?›› pareva dubbioso se accontentarmi o meno, ma io annuii convinta ‹‹ok, intorno all'800 d.C. ma potrebbe essere anche prima.››

‹‹Scusa?›› mi sbagliavo potevo ancora sconvolgermi ‹‹Ma quanti anni hai e quanti ne ho io?››

‹‹Tu ne hai 20.›› scherzò, ma poi rispose ‹‹Queste sono domande che per ora rimarranno un mistero, ma ti posso dire che sei più giovani di me, e se continuerai a interrompermi non ci vorranno ore ma una vita. Stavo dicendo che tanto tempo fa ci sono stati dei massacri molto cruenti contro gli umani, alcune razze non avevano controllo sulla loro natura da predatori.››

‹‹I vampiri?›› chiesi pensando a Modriam e mi vennero in mente le parole da me pronunciate nel sogno "centinaia di vite spezzate".

‹‹Non solo i vampiri ma anche i licantropi e altre razze, diciamo che i dannati erano restii a reprimere i loro istinti, altre razze come la tua non erano d'accordo e riuscirono a creare una coalizione per mettere un freno alla situazione che avrebbe di sicuro portato a uno sterminio di massa.››

‹‹Il consiglio?›› dissi considerando le storie raccontate nelle lettere e anche il sogno di quella notte, ora s'incastrava tutto alla perfezione.

‹‹Cosa ne sai del consiglio?›› domandò curioso.

‹‹Mmm è difficile da spiegare e non so nemmeno se c'entri qualcosa in realtà, ma ho ricevuto delle lettere qualche tempo fa che ho potuto leggere solo ora, sono 6 non le ho lette ancora tutte, parlano di me, di quello in cui mi ha trasformato il consiglio, e non so chi sia il mittente, sono anonime.›› dissi prima che me lo domandasse ‹‹Parlano anche del perché si creò il consiglio, per mettere fine alle guerre tra le razze che non avevo idea quali fossero finora, licantropi, vampiri e streghe ma suppongo ce ne siano altre, perché non mi sembri appartenere a nessuna di queste.›› lui annuì facendomi un gesto con la mano che m'invitava a proseguire ‹‹Parlano dell'impossibilità di raggiungere l'unanimità del consiglio e così decisero di scegliere un capo, "ME" ma questo non c'era soltanto nelle lettere Will, anche nei sogni, per questo penso siano collegati.››

‹‹Dovrei vederle se me lo permetti così posso avere un'idea di chi possa averle scritte, per ora brancolo nel buio.››

‹‹Non può essere nessuna delle streghe della mia...›› clan, congrega, c'era l'imbarazzo della scelta, ma qual'era la parola giusta?

‹‹È da escludere questa possibilità.›› lo vidi accomodarsi meglio sul posto e mi vennero in mente i corpi di donne mutilati, il vampiro che uccideva la ragazzina e la mia angoscia nel sogno, mi coprii la bocca con le mani mentre le lacrime si riversavano giù dai miei occhi...

‹‹Le ha uccise tutte, Modriam, l'ho sognato.›› ero raggelata, l'orrore di quelle immagini mi tornò alla mente, erano vivide e cruente.

‹‹Mi dispiace dolcezza, sei tu l'ultima strega del tuo clan, ma io non posso ancora parlarti di questo.›› mi asciugai le lacrime, non era ancora il momento di lasciarmi andare, dovevo capire cosa stava succedendo.

‹‹So del rito, l'ho anche sognato e ti ho visto.›› lui spiccava tra le altre creature e di banale non aveva niente, era la personificazione dell'eleganza e della forza, una calamita per la vista.

‹‹So anche questo, mi hai fatto vedere, hai dei poteri strabilianti, per questo eri la persona destinata a ricoprire quel ruolo.›› supposi che destinata non fosse la parola che avrebbe voluto impiegare dal disprezzo con cui caricò la parola.

‹‹Era la prima volta che ci vedevamo?›› mi venne in mente la sensazione che avevo provato vedendolo.

‹‹Sì, mi lasci provare una cosa?›› lo guardai diffidente ma poi cedetti, ero curiosa di sapere cosa voleva. Si avvicinò a me e mi poggiò il palmo destro sulla fronte come per misurare la temperatura ‹‹Chiudi gli occhi e rilassati.›› stava provando a usare i suoi poteri su di me ‹‹Rilassati.››

‹‹Oh!›› dissi sorpresa quando delle immagini cominciarono a prendere forma nella mia mente come se stessi vedendo un film. Vidi come prima cosa il cielo, non c'era una sola nuvola a coprire la luna enorme e luminosa, e una cometa che lasciava una scia rossa al suo passaggio. Era la notte del rito e Will mi stava facendo vedere quello che pensavo fosse il suo ricordo del nostro primo incontro. Vedevo me stessa in mezzo al cerchio ‹‹Voglio che tu ti veda come ti vedo io. Eri bellissima!›› sentii la sua voce farsi strada tra i suoni che provenivano dall'illusione ‹‹La creatura più straordinaria che avessi mai visto.›› sembravo un essere veramente ultraterreno, bella come non mi ero mai sentita, la veste lunga che svolazzava, i capelli che erano in netto contrasto con la pelle talmente bianca da riflettere la luce della luna. Poi mi vidi accasciarmi a terra e l'immagine all'improvviso si mosse in avanti come se Will stesse correndo. Mi ritrovai vicino a me stessa, William mi aveva presa in braccio prima che cadessi a terra, io lo guardavo ammaliata, lui mi tolse i capelli dal viso e giusto in quel momento cominciai a dimenarmi ‹‹Fu in quel preciso istante che cominciò la trasformazione, prima di quel momento non ricordo di aver provato tanta angoscia, ti avevo visto per la prima volta ed ero già tuo schiavo. Prima di quel momento non credevo che l'unione fosse l'opzione migliore ma dopo averti vista molte cose sono cambiate.›› fece una risatina ‹‹Anche la mia dedizione alla causa.›› mi alzò tra le sue braccia stringendomi al petto e s'incamminò nel bosco, prima piano ma, più io soffrivo, più lui aumentava la velocità, arrivò di fronte a quella che sembrava una fortezza tanto enormi erano le mura ‹‹Questa che vedi era la tua casa, della tua congrega e anche sede del consiglio.›› passate le mura, dove di guardia c'erano degli uomini molto imponenti proprio come Will, i quali gli fecero un cenno del capo al nostro passaggio, c'era un giardino stupendo con una costruzione bellissima, certamente non era quello che mi sarei aspettata dalle streghe, era una grande villa bianca con un'imponente scalinata, l'interno era altrettanto stupendo, ma non mi potei soffermare più di tanto su altri dettagli perché Will praticamente volava. Mi portò nella mia camera che ormai conoscevo, seguito da Petra e altre due donne che avevano presenziato al rito, mi adagiò sul letto con una delicatezza che non rispecchiava per niente l'urgenza con la quale si era mosso finora.

‹‹Ha stregato anche te William? Lei fa questo effetto.›› sentii un ringhio provenire da Will, a quanto pareva quello che stava dicendo la strega non gli andava a genio, o forse non apprezzava lei. Petra nel frattempo mi accarezzava i capelli mentre Will era in piedi di fianco al letto che mi guardava.

‹‹Non pensavo fosse così...›› lasciò la frase in sospeso, era una considerazione fatta fra sé e sé.

‹‹Bella e incredibilmente buona? Sai William non tutte le streghe sono malvagie, nonostante quello che sei vedi il male ovunque.›› lo rimproverò la donna che con me si era dimostrata dolce mentre con lui usava un tono di supponenza che non mi piaceva per niente, a quanto pare l'antipatia era reciproca.

‹‹Vedo il male dove sono sicuro ci sia, il mio istinto non ha mai sbagliato e non sbaglia su di te. E lei non è il male, lei è la mia enaid.›› disse lui con impeto e sicurezza. Petra spalancò gli occhi scioccata.

‹‹Sei sicuro di quello che stai dicendo guardiano?›› il suo tono ora era serio, non sapevo che cosa fosse una "enaid" ma non era la prima volta che sentivo quella parola e sembrava essere qualcosa di molto importante.

‹‹La mia vita ora è sua.›› dicendo questo se ne andò dalla stanza e arrivato al corridoio mi fece uscire da questo ricordo, avevo capito che mi aveva fatto rivivere questo momento perché per lui era importante.

Quando aprii gli occhi lui mi guardava come aspettandosi che io dicessi qualcosa ma non sapevo cosa dire, in realtà le domande erano mille ma non riuscivo a capire quale fosse quella giusta e nemmeno se volevo veramente sentire le risposte.

‹‹Chiedi quello che vuoi, ma sappi che non mi aspetto che tu dica niente su quello che hai visto.››

‹‹Che significa enaid?››

‹‹Significa metà.›› disse semplicemente ed io lo guardai storto, non volevo sapere il significato letterale, il latino lo conoscevo ‹‹Per le nostre razze vuol dire la metà della nostra anima, non è così semplice che due anime affini si incontrino ma se succede è impossibile non capirlo, ed io l'ho fatto.››

Allora enaid erano due anime affini, come le nostre supponevo, ma forse lui stava tralasciando qualcosa, avevo come l'impressione che fosse più complesso di così ma non volevo insistere.

‹‹Will io sono immortale?›› domandai impaurita.

‹‹Ancora no.››

Io emisi un sospiro di sollievo ma lui sembrò dispiaciuto, perché?

‹‹Devi essere te stessa e per esserlo, devi ricordare, ieri sera hai svegliato una parte di te e sembri ricordare qualcosa ma sei ancora all'inizio della strada, devi sapere tutto, trovare la chiave per sovvertire la tua maledizione e solo tu puoi farlo.››

‹‹Perché ti dispiace così tanto che non lo sia?›› mi deprimeva l'idea che lui potesse amare solo quella parte di me, che si aspettasse l'altra me ‹‹Lei ti manca così tanto?›› dissi sempre a voce più bassa.

‹‹Lei sei tu, e sì mi manchi ogni attimo, abbiamo vissuto tanto insieme ma è sempre poco in confronto all'eternità che mi hai promesso e che poi hai rinnovato con i tuoi voti.›› dissi facendo segno al suo petto ‹‹Quindi hai un bel debito non trovi? Anima, per me non esiste differenza, ho solo bisogno di saperti al sicuro, una volta recuperata la tua invulnerabilità non potranno più nuocerti.››

‹‹Tu lo sei... immortale intendo?›› sapevo la risposta era identico a come lo avevo visto nei sogni, che ora sapevo essere ricordi, ma volevo sentirlo ugualmente.

‹‹Sì.›› adesso si spiegava il commento sugli anni.

‹‹Puoi dirmi cosa sei?›› forse "cosa" era un termine un po' discriminatorio ma non mi veniva in mente come altro chiedere ‹‹Un guardiano?›› aveva detto così prima no?

‹‹Sono un Angelo.›› io trattenni il fiato non ero di certo preparata a questo, anche se dubito che se dalla sua bocca fosse uscita la parola vampiro, licantropo o alieno sarei stata preparata, la mia faccia doveva esprimere tutto il mio sconcerto "un angelo" Dio Santo! Ecco era questa la frase giusta da dire "Dio Santo", un angelo? Ma come era possibile? Will era il peccato fatto carne, di sicuro a guardarlo non ti veniva in mente niente di casto e puro ‹‹Anima non ho niente a che vedere con l'immagine che la chiesa dà degli angeli, siamo una razza di guerrieri creati per difendere la natura e con questo non intendo le piante, ma il creato e le razze, sono anche un guardiano come ti avevo detto, scelto per proteggere il consiglio e te, e in questo io ho fallito!››

La mia faccia doveva essere tutta un programma, aveva colto la linea che i miei pensieri avevano preso, un angelo! Non riuscivo ancora a crederlo, forse avrebbero dovuto far presente a Will che il suo carattere non aveva nulla di angelico, anzi sì, mi veniva in mente l'angelo ribelle, Lucifero.

‹‹Per colpa mia!›› mi intristii vederlo così sconsolato, mi piegai su di lui e lo baciai a fior di labbra pregando perché non mi respingesse, dovevo essere ammattita, avevo preso questa iniziativa dopo una mattinata passata ad ignorarci, ma lo volevo così tanto! E lui a parole diceva di volere me, ma finora si era mantenuto distaccato. La sua reazione non si fece attendere e meno male, si fece avanti prendendomi per la vita, alzandomi come se fossi una piuma e facendomi sedere sulle sue ginocchia.

‹‹Adesso capisci perché non posso prometterti che non userò i miei poteri su di te? Già una volta ti ho fatto quella promessa, e non posso non pensare che se avessi potuto usare i miei poteri su di te tutto questo non sarebbe successo.›› mi baciò nuovamente come se non volesse più lasciarmi andare, era un bacio che rifletteva tutta la sua disperazione, il suo bisogno di essere capito da me.

‹‹Avevo paura che non mi volessi più.›› sembravo una bambina che cercava attenzioni e un po' era così che mi sentivo.

‹‹Anima io sono tuo, ora più che mai, ti ho sulla mia pelle e sul mio cuore. Ti ho amata quando eri Alana e anche dopo la tua scomparsa, ho aspettato e ora ti ho tra le braccia, non potrei mai smettere di volerti.›› la sua dichiarazione fatta con tanta naturalezza ma con un significato tanto profondo mi aveva fatta commuovere, sentivo le lacrime bagnarmi il viso, com'era possibile che quest'uomo stupendo mi volesse in questo modo e soprattutto com'era possibile che io sentissi lo stesso in così poco tempo, la mia anima era antica ma la "me" attuale lo conosceva da due settimane. Tirai su con il naso in una maniera ben poco femminile e provai a sdrammatizzare.

‹‹Non avrei mai detto che fossi un angelo, piuttosto avrei pensato all'opposto.››

‹‹Un demone?›› disse lui stando al gioco e asciugandomi le lacrime.

‹‹Esistono?›› ero scioccata, ma era ovvio che esistevano, se esistevano gli angeli dovevano esistere anche i demoni.

‹‹Si ma non sono quello che tu immagini, sono molto simili a noi in effetti ma sono pochi i demoni originali, la maggior parte di loro discende dai mortali, erano potenti stregoni o streghe in vita e dopo la morte sono stati chiamati a servire la natura, sono facilmente corruttibili, la magia può fare questo e gli esseri immortali soffrono parecchio la sua influenza. Per questo ero contrario alla trasformazione, mi preoccupava un altro essere immortale e per giunta con i nostri poteri.››

‹‹Com'è possibile che io abbia i vostri...›› mentre lo dicevo m'interruppi perché una illuminazione mi folgorò ‹‹Oh!›› il loro sangue, ero stata trasformata con la loro essenza.

‹‹Si penso che tu ci sia arrivata dolcezza, hai un po' di tutti noi che scorre dentro di te, ecco perché anche il colore dei tuoi stupendi occhi è diverso, hai un colore che è un misto tra il tuo e il nostro ed è anche per questo che puoi fare cose così fuori dal comune, oltre che per le tue origini.››

‹‹Will cosa mi è successo?›› domandai schietta, non era il caso di girare attorno al tema ‹‹so di essere morta, mi sono reincarnata quindi è logico, ma un'immortale può morire?›› sapevo che questo collideva con il significato della parola.

‹‹Vorrei tanto poterti dire tutto ma queste sono quelle cose di cui non posso parlare, posso solo dirti che la magia ha sempre delle scappatoie, lo dicevi sempre e solo ora capisco quanto questo sia vero.››

‹‹Non puoi nemmeno dirmi cos'è successo a quelle donne mutilate che ho visto nel mio sogno? Perché gli è successo qualcosa di così terrificante?››

‹‹Anima non sono autorizzato a parlartene, ti prego concedimi tempo fino a domani.›› era sia un rimprovero che una supplica.

‹‹Ok, ma almeno dimmi cosa succederà, cosa devo aspettarmi?››

‹‹Nessuno lo può sapere con certezza ma posso solo prometterti che ti proteggerò da qualunque pericolo. Quando ti avrò riportato a casa partirò, andrò alla sede del consiglio.››

Presi un lungo respiro per evitare di supplicarlo a non lasciarmi, dovevo ridimensionare questo mio bisogno.

‹‹La mia casa?››

‹‹No, tante cose sono cambiate da allora, il consiglio non è più lo stesso, ovviamente, e anche la sede è cambiata, la precedente esiste ancora, ma non è abitata da tantissimo tempo e non intendo essere io il primo a mettere piede lì dentro.››

Non potevo tergiversare di più, dovevo fare chiarezza su una questione che mi affliggeva, doveva partire, come avrei fatto senza di lui? Era il caso di mettere da parte il mio orgoglio e dire a Will cosa temevo.

‹‹William devo dirti una cosa, anche se non so nemmeno io come dirla senza farla sembrare così imbarazzante.››

‹‹Puoi dirmi tutto!››

‹‹Mi sta capitando qualcosa di strano da quando mi sono svegliata.›› in verità già il giorno precedente mi sentivo strana ma dopo l'ultima notte era peggiorato.

‹‹Ha di sicuro a che vedere con la ricomparsa dei tuoi poteri, so che è difficile ma devi stare tranquilla.››

‹‹Non saprei, penso che abbia più a che vedere con te.›› lui corrucciò la fronte, ma poi la sua espressione mi disse che ci stava arrivando ‹‹sento che non posso allontanarmi da te, ieri volevo starti vicino anche se ti conoscevo da pochissimo, ma oggi sento d'impazzire se non ci sei, ho paura di perdere il controllo come stava succedendo questa mattina, è strano lo so, ma sento questo senso di possesso che non riesco a gestire.›› pensavo di farlo fuggire alla mia dichiarazione ma lui sembrava... felice? Non capivo niente, io ero disperata e lui gioiva.

‹‹Mi rincuora sentire questo.›› come pensavo... era felice ‹‹pensavo che il marchio non stesse funzionando come avrebbe dovuto e non sarebbe stata di certo una cosa strana date tutte le tue particolarità, ma mi sarebbe molto dispiaciuto.››

‹‹Scusa non capisco.››

‹‹Siamo esseri... diciamo fuori dal comune e la nostra unione è anch'essa fuori dal comune, di solito sentiamo tutto in maniera più profonda e con il marchio la sensazione si amplifica, lega le nostre anime come se fossimo un'unica cosa, sta solo facendo il suo lavoro, intreccia le nostre anime a ogni attimo che stiamo insieme.››

‹‹Anche tu senti questo bisogno viscerale di starmi accanto?›› ero sorpresa.

‹‹Lo sentivo già da prima della nostra unione, la differenza è che essendo immortale riesco a dominare queste emozioni, tu sei in una fase di transizione, sei in una condizione che ti rende quasi umana e ti riesce impossibile non rispondere al richiamo della mia anima, proverò a controllarmi perché più ti desidero più mi senti.›› Ok almeno non ero sembrata così ridicola come mi sarei aspettata, aveva tutto a che vedere con questa doppia natura che mi ero ritrovata letteralmente dalla sera alla mattina ‹‹ora dimmi una cosa dolcezza, la risposta alla mia domanda di due giorni fa continua a essere sì?›› la domanda mi stranì significava che anche lui aveva le mie stesse insicurezze, nonostante fosse un angelo con chissà quanti anni alle spalle, così giocai un po' sulla cosa, almeno questa volta avevo un vantaggio.

‹‹Quale domanda scusa?››

Lui intuì subito il gioco e mi fece scendere dalle sue ginocchia, mi ritrovai in tempo record stesa sulla coperta con lui sopra di me che mi bloccava ogni possibile movimento, eccomi accontentata, proprio come mi ricordavo.

‹‹Oh furbetta non sai quale domanda? Forse posso aiutarti a ricordare, anzi meglio farti vedere cosa ti perdi.›› mi poggiò di nuovo la mano sulla fronte e le immagini di noi due cominciarono a prendere forma.

Eravamo esattamente nello stesso posto, io indossavo un vestito azzurro con dei ricami e lui era senza camicia, perfetto come ogni volta che lo vedevo, era anche allora sopra di me, mi baciava il collo e le sue mani accarezzavano il mio corpo sopra il vestito dalla vita fin sotto al seno, cominciò a scendere con le labbra fino alla scollatura e poi tutto scomparve.

‹‹Allora dolcezza che ne dici di rispondermi?›› ero senza parole, avevo il fiatone, e per la prima volta sentivo il richiamo sessuale, desideravo che non si fermasse ma in realtà non mi aveva nemmeno toccata veramente, lui mi sconvolgeva, avevo bisogno dei suoi baci e volevo che le sue mani percorressero ogni lembo di pelle.

‹‹Dico che sei sleale.›› provai a recuperare un po' di contegno, mi schiarii la voce ‹‹e se usi un'altra volta i tuoi poteri su di me cambierò idea sull'avere un ragazzo.››

‹‹Allora sono il tuo ragazzo?›› disse alzando un sopracciglio, ed io avrei voluto scomparire o mimetizzarmi con il terreno, forse avevo capito male le sue intenzioni ‹‹me ne dovrò fare una ragione, mi hai appena degradato ma meglio di niente›› non capivo, ma questa non era una novità ‹‹suppongo che passare dall'essere uniti all'essere niente sia un miglioramento diventare il tuo ragazzo.›› Oh! Adesso ci ero arrivata, per lui che ricordava tutto, anche che eravamo in un certo senso sposati, ritrovarsi al punto di partenza non doveva essere piacevole. Lui interruppe il filo dei miei pensieri e ogni mia attività cerebrale con un bacio, ma senza spingersi oltre, in un altro momento gli sarei stata grata ma ora avrei desiderato molto di più, mi vergognai dei miei pensieri spinti, era la prima volta che mi capitava ma era colpa sua.

‹‹È ora di andare.›› mi rattristai, avevamo passato tanto tempo insieme a parlare ma non mi bastava e non volevo lasciarlo andare, sapevo che doveva partire a causa mia ma non volevo lo stesso ‹‹è passato anche l'orario di pranzo, siamo stati qui delle ore e tu hai bisogno di mangiare.›› sapevo che lui aveva ragione ma io non ero sicura di voler tornare alla normalità, significava che avrei dovuto affrontare diverse situazioni e non avevo la benché minima idea di come fare.

‹‹Più velocemente svolgerò queste faccende e più velocemente tornerò da te, non vedo l'ora.›› si alzò in piedi e mi aiutò a fare lo stesso.

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