Capitolo 27

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Il viaggio di ritorno fu molto diverso da quello d'andata, la tensione era sparita, ora eravamo molto più rilassati, almeno per quanto riguardava la nostra situazione, stavamo insieme e non avrei mai potuto esprimere quanto questo mi desse sollievo. All'inizio della settimana scorsa avevo desiderato avere qualcuno o almeno soffrire le pene d'amore di Abbie e ora non solo avevo un ragazzo, ma lui sembrava tenere veramente molto a me. Lui era palesemente felice dell'evoluzione della nostra situazione, sembrava più leggero e più giovane. Non potevo negare che mi risultava difficile accettare il nostro passato, ma lo volevo come non avevo mai voluto nessuno, anche se non ero ancora pronta a dare un nome a questo sentimento. Non parlammo molto, mi teneva la mano e ogni tanto la lasciava per cambiare marcia o per rispondere alle telefonate che gli arrivavano e che mi aiutarono a capire alcune cose, so che non era educato ascoltare le conversazioni altrui ma nella mia situazione diventare attenta a tutti i dettagli era fondamentale, non avevo voluto fargli pressione ma non mi andava giù questa riservatezza, se io ero stata a capo del consiglio non ero un nemico e non rappresentavo un pericolo per loro, anzi, a essere in pericolo finora da quanto avevo capito ero solo io. Una delle informazioni che riuscii ad apprendere fu che Will era una specie di generale e che l'agenzia non era altro che una copertura, tutti quelli che ne facevano parte erano angeli, almeno questo era quello che avevo dedotto.

Il tragitto sembrò durare meno rispetto all'andata, forse la causa era l'aria pesante che c'era in macchina questa mattina, l'incertezza era una sensazione che Will non gestiva, questo era chiaro. Arrivati a casa mi sorprese di non trovare di fronte alla porta un esercito di uomini armati fino ai denti, ero sollevata, non avrei saputo spiegare una cosa del genere al demone che avevo per vicina, sempre chiedendo scusa ai demoni che ora sapevo esistere, o come avrei giustificato ad Abbie o David la loro presenza.

‹‹I miei uomini sono discreti.››

Lo guardai un po' diffidente, non è che leggeva la mente per caso vero?

‹‹Se ti domandi se leggo nel pensiero no, non è prerogativa mia ma tua.››

‹‹Cosa?››

‹‹Si lo sai fare, anche se ora non lo controlli ed io non posso che essere grato di questa cosa, non so se riuscirei a schermare i miei pensieri.››

‹‹E perché dovresti nasconderli?››

‹‹Dolcezza, ti conviene non domandare quello che non puoi gestire. L'altro giorno in libreria hai risposto a qualcosa che avevo solo pensato, mi sono reso conto che di lì a poco avresti sbloccato le tue abilità.››

Arrivati nel cortile lui si sedette sulla sedia a dondolo ed io lo imitai.

‹‹Will›› insistetti ‹‹ti disturba che sappia ciò che pensi?››

‹‹Ok, vediamo di chiarire, dolcezza tu sei così... pura›› disse accarezzandomi la guancia con un gesto che denotava grande tenerezza ‹‹che ti scandalizzeresti se sapessi quello che mi passa per la mente.›› diventai di tutti i colori ‹‹sei stupenda quando arrossisci ed io non vedo l'ora di passare molto tempo con te senza tutti questi problemi.›› la sua bocca si unì alla mia in un bacio che esprimeva esattamente quello che aveva appena detto, era passione allo stato puro, mi strinse a se più che poteva, ero quasi in braccio a lui, una sua mano era tra i miei capelli e l'altra mi stringeva la parte bassa della schiena, ero su un altro pianeta, quando qualcuno che avrei ucciso volentieri si schiarì rumorosamente la gola, Will mi lasciò andare senza smettere di guardarmi con i suoi occhi ambrati pieni di desiderio. Ho detto che amo i suoi occhi? Ebbene sì!

‹‹Vedo che avete fatto dei grossi passi avanti, mi fa molto piacere.›› era poggiato alla veranda con le mani incrociate al petto e Will lo stava fulminando, ero sicura che non avesse quel potere o lo avrebbe arrostito. Ed io avrei voluto fondermi con il dondolo, non ero abituata a quel tipo d'intimità, immaginiamoci a dare spettacolo.

‹‹Cosa c'è Thomas?›› mi fece ridere che Will quasi ringhiasse ‹‹dolcezza non ridere o prenderà per vizio interromperci e non sono io quello timido tra i due.›› mi zittii all'istante, sapeva come farsi ascoltare il generale.

‹‹Penso sia ora che tu vada, il viaggio è lungo e devi tornare quanto prima, tra un paio d'ore arriva Abbie, mi ha inviato un messaggio, lei e Kate vengono insieme, si sono messe d'accordo stamattina.›› disse Tom.

‹‹Abbie non deve sapere niente di tutto questo, voglio lasciarla fuori dai miei casini almeno finché non saprò ogni cosa.›› avevo paura che Kate si facesse scappare qualcosa, ma soprattutto che il pazzo la prendesse di mira.

‹‹Non ti preoccupare appena Will se ne andrà io sorveglierò la casa da lontano›› disse come se io avessi paura di lui ‹‹e in serata scrivo a Kate che la raggiungo qui, così sarà più facile tenerti al sicuro.››

Mi sembrava un ottimo piano perciò mi rilassai inoltre mi faceva piacere stare un po' con lei e Kate, insomma meno tempo trascorrevo da sola meglio era, anche se preferivo di gran lunga la compagnia dell'uomo che in questo momento mi stava mangiando con gli occhi.

‹‹Tom potresti anche stare qui non mi disturbi e lo sai.›› lui mi guardò come cercando di capire se dicevo il vero, ma Will non era d'accordo con me.

‹‹Ora te ne puoi andare Tom, è meglio se fai la guardia al perimetro, qui ti distrarresti e non possiamo abbassare la guardia, io saluto Anima e vado, non mi serve la bàlia da molto tempo ormai non trovi?››

‹‹Non perdere troppo tempo Romeo.›› e dicendo questo se ne andò alla velocità della luce, rimasi a bocca aperta.

‹‹Non mi abituerò mai a questo.›› dissi scuotendo la testa.

‹‹Lo farai molto presto, siamo noi che non ci abitueremo mai a te, hai più poteri di tutti noi, sei l'essere più potente Anima.›› storsi la bocca, preferivo "dolcezza" chi l'avrebbe mai detto? ‹‹Ci vediamo domani, vedi di non fare niente di avventato mentre non ci sono, anzi ti prego di non andare al lavoro finché io non torno, voglio partire sapendoti al sicuro ed è molto più semplice se stai qui dove i miei uomini possono proteggerti.›› stavo per dire che non volevo rimanere sola in casa e che al negozio il tempo passava più in fetta ma lui mi fermò, mi mise un dito sulle labbra ‹‹fallo per me, ti prego solo un giorno.››

‹‹Ok!›› non ero del tutto convinta ma ci avrei pensato domani a cosa fare. Mi diede un bacio a fior di labbra, ma io decisi che non mi bastava, lo trattenni e non dovetti nemmeno insistere troppo per ricevere un vero bacio.

‹‹Devo andare e tu dovresti mangiare qualcosa›› dopo una lunga occhiata concluse ‹‹non hai la cera di una che sta male ma di una che è stata baciata a lungo.›› dicendo questo mi baciò nuovamente e se ne andò, io rimasi lì impalata con il cervello in pausa. Come poteva dopo tutto questo caos essere questa la migliore giornata della mia vita, mi sembrava di toccare il cielo con un dito, anzi no, di abbracciarlo.

Mi sedetti sulla sedia a dondolo e mi abbracciai le ginocchia ripensando a tutte le cose che avevo ricordato stando in quel luogo, noi due che facevamo l'amore, io non lo avevo mai fatto e mi vergognai come una ladra di desiderare che accadesse.

Avevamo vissuto un momento perfetto, avrei voluto dirglielo, e avrei voluto che mi raccontasse com'era andata tra di noi ma nemmeno da lì a mille anni avrei trovato il coraggio di fare una cosa tanto audace. Ci si poteva innamorare in solo due settimane? Sicuramente era colpa del fatto che eravamo già stati innamorati, era colpa del nostro passato. "Certo come vuoi, se questo ti fa sentire meglio" ecco che la mia stupidissima e perfida coscienza si faceva sentire.


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro