Capitolo 32

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

William

Uscito in corridoio incontrai Clive fuori dalla porta con un'espressione preoccupata che cambiò quando mi vide, sapevo quanta fatica faceva a lasciarmi da solo con lei. Era un guerriero eccellente ma nell'esprimere i suoi sentimenti faceva schifo, in realtà anch'io, non ero proprio la persona giusta per parlare di sentimenti ma con la mia metà mi era venuto naturale, avevo acquisito anche altre qualità non proprio bellissime come: possessività, gelosia, iperprotezione, stavo provando a migliorare ma sarebbe stato difficile perché Anima era realmente vulnerabile e in pericolo.

‹‹Vecchio mio è andato tutto come speravi?››

‹‹Per così dire.››

Rise alle mie parole.

‹‹Sa essere una spina nel fianco, ma a te consente tutto.›› il tono allegro che accompagnava la prima parte della frase lascio spazio verso la fine a un tono amaro. La voleva, ma era troppo testardo e lei troppo cieca ‹‹Dammi un secondo e sono tutto tuo, devi raccontarmi un po' di cose.›› e dicendo questo mi lasciò fuori dalla porta senza darmi il tempo di dirgli che stavo partendo, avrei aspettato giusto due minuti, ero esausto, in un'altra occasione sarei rimasto a dormire e poi sarei ripartito in mattinata, ma ero impaziente di tornare da lei.

Uscì con mia grande sorpresa neanche un minuto dopo, infastidito e sbuffando come un bue, nel frattempo io valutavo se ridere oppure no, ma non sarebbe stato solidale con il mio amico.

‹‹È insopportabilmente irritante.›› disse, ed io alzai un sopracciglio, lui di solito era molto tollerante, capitava di rado di vederlo in questo stato ‹‹Giuro che se non fossi sicuro che al momento non c'è nessuno in grado di prendere il mio posto me ne andrei, sta su quella dannatissima sedia da questa mattina e ormai dovrebbe essere a letto da un bel po' Ahhh.›› fece un verso molto esagerato dettato dall'impotenza ‹‹lasciamo perdere, e non ti permettere di ridere William o potrei pensare seriamente di farti del male.››

‹‹Dovresti solo provarci.›› la sua irritazione era comica, erano fatti l'uno per l'altra su questo non avevo dubbi, stava sbocciando qualcosa ma godevano nel torturarsi a vicenda.

‹‹Quanto tempo rimarrai?››

‹‹Nemmeno il tempo di un saluto, sono in partenza.›› un sorriso storto incurvò le sue labbra ci stava arrivando.

‹‹A cosa dobbiamo tutta questa fretta amico mio? La nostra signora ha reclamato il suo diritto su di te, generale?›› il sorriso da deficiente che campeggiava sulla mia faccia doveva essere enorme perché in tutta risposta iniziò a ridere a crepapelle ‹‹Siamo già a questo punto?›› adesso mi sentivo in imbarazzo, mi passai la mano dietro alla nuca per dissimulare il mio disagio.

‹‹Direi proprio di sì, stiamo insieme.››

Era stupefatto, era veramente inaspettato anche per me, di certo non potevo lamentarmi sapevo che non poteva essere altrimenti e non volevo nemmeno che lo fosse, ma per lui doveva sembrare incredibile. Quando si risvegliò dal piccolo momento di paralisi in cui era caduto fece un enorme sorriso e mi diede altre due pacche sulla schiena che mi sarei volentieri evitato, se non fossi stato immortale avrei di certo sputato un polmone.

‹‹Dettagli, devi dirmi esattamente cosa sta accadendo, la lady di ferro seduta là dentro ha detto che domattina indurrà una riunione del consiglio per informarli sulle novità, quindi io devo essere pronto, racconta.›› aveva ovviamente ragione anche se stava provando a storcermi qualche informazione privata per puro divertimento, oltre che per dovere.

‹‹Ti concedo 20 minuti, dovrai fare in fretta a storcermi tutto...›› dissi con sarcasmo ‹‹molto ma molto in fretta non voglio lasciarla troppo tempo da sola.›› mi tenni per me i motivi che erano più di uno e andavano oltre la sua sicurezza.

Ci incamminammo verso la mensa e ne fui veramente grato, avevo bisogno di mangiare e bere un caffè, il viaggio di ritorno sarebbe stato lungo. Avrei impiegato due secondi in volo ma dovevo adattarmi a questo noiosissimo mezzo di trasporto. Seduti al tavolo cominciai a raccontargli quello che era successo nelle ultime settimane, non era facile da riassumere ma ci provai, era anche nel mio interesse raccontare all'attuale capo dei guardiani, nonché amico, la situazione, doveva essere pronto.

‹‹Si è messa in contatto con te?›› era sbalordito non poteva nasconderlo, il fatto che fosse riuscita a fare qualcosa del genere, anche senza rendersene conto, era davvero incredibile.

‹‹Sì, in sogno mi ha fatto rivivere alcuni nostri ricordi, è stata una pugnalata al cuore ma allo stesso tempo bellissimo.›› in un'altra situazione forse mi sarei sentito in imbarazzo a parlare così apertamente dei miei sentimenti ma mentre raccontavo stavo anche razionalizzando tutto quello che era successo ‹‹E poi ha fatto questo...›› aprii la camicia e gli feci vedere il marchio, lui strabuzzò gli occhi, se prima era sbalordito ora era scioccato, quello che aveva fatto era al di fuori di ogni immaginazione, aggrottò la fronte confuso...

‹‹Vi siete uniti nuovamente?›› non sapeva ovviamente che pesci prendere, infatti se ne uscì con una cretinata.

‹‹Sai che non è possibile, due anime sono unite per sempre.››

‹‹Ma ero sicuro fosse scomparso dopo la sua... prima reincarnazione.›› sottile da parte sua non dire morte, nemmeno io ero mai riuscito a dire quella parola ad alta voce, sapevo esattamente a cosa si riferiva, il marchio era svanito ed io insieme ad esso, lui era stato testimone di tutta la mia sofferenza e di come ero diventato glaciale e insopportabile.

‹‹Ha solo rinnovato il suo voto...›› feci una pausa a effetto per dare enfasi a quello che avrei detto ‹‹nel sogno, facendomi rivivere la nostra unione, ha usato un suo potere in maniera inconscia per riattivare il marchio.››

‹‹Incredibile veramente, questo vuol dire che è a buon punto, è veramente l'esistenza giusta. Aspetta un attimo...›› si fermò di botto come se solo ora avesse realizzato ‹‹ti ha attirato a sé e ti ha marchiato come suo ancora prima di conoscerti?›› e scoppiò a ridere come un deficiente, lo sapevo anch'io che poteva sembrare una cosa anche comica oltre che incredibile ‹‹Che dire, la ragazza sa il fatto suo. E dimmi un po'... è sempre bellissima?›› non ci vidi più, la mia mano fu più veloce dei miei stessi pensieri, gli diedi uno scappellotto, doveva fare molta attenzione, stava parlando di chi era a capo del nostro mondo, l'essere più potente, ma soprattutto la mia donna.

‹‹Leggermente possessivo... non ti nascondo che non mi mancava per niente questa tua qualità. Avevo pensato che forse visto che siamo così amici...›› aveva un sorriso furbo che non lo avrebbe condotto a un buon cammino ‹‹potevamo... condividere!›› non finì nemmeno di dire la frase che diedi un calcio a uno dei piedi della sua sedia, si ritrovò in un secondo con il sedere per terra, sapevo che stava scherzando ma mettere le cose in chiaro non era mai abbastanza; prima di conoscere Alana ci sono stati dei periodi anche molto sregolati in cui condividevamo anche le donne, ma dopo di lei non esisteva nessun'altra per me.

‹‹Dicevi?›› dissi io con tono di scherno, era una battuta e lo sapevo, era già tanto era che respirava ancora. Lui si alzò con nonchalance e prese una nuova sedia massaggiandosi un braccio.

‹‹Sei un deficiente William, e un troglodita.››

‹‹Comunque è bellissima come sempre, diversa nel carattere, più forte e più inconsapevole, ho ancora molto altro da scoprire ma non c'è niente finora che me l'abbia fatta amare di meno, anzi.››

‹‹Dio! Fai venire il diabete anche a un angelo, ma ti senti quando parli?›› sapevo che stava facendo il cretino, era felice di sentirmi parlare così dopo tutto il tempo passato a distruggere tutto e tutti, ero tornato in vita. Dopo una serie infinita di cose stupide, quando ritenne che ormai non gli veniva in mente nient'altro, decise di diventare serio ‹‹So che hai fretta per questo non ti chiederò i dettagli, non oggi almeno, ma ora dimmi, oltre a questo è successo qualcos'altro che dovrei sapere?›› non era stupido sapeva che questo avrei anche potuto dirlo al telefono, c'era ben altro in ballo oltre il mio amore.

‹‹Modriam, lei si è messa in contatto anche con lui, in sogno mentre ricordava passava a lui i ricordi e così è riuscito a rintracciarla, penso ci sia una strega dietro o non ci sarebbe riuscito.›› le ipotesi erano due, o questo, o un tradimento del consiglio, ma credevo sinceramente che nessuno fosse così pazzo da farlo. Dopo la mia rivelazione mi sarei aspettato qualche commento alla Clivestyle del tipo "ha marchiato pure lui?" ma mi sorprese la sua serietà.

‹‹Perché ho la sensazione che questo non l'hai detto a Ester?››

‹‹Perché in effetti non l'ho fatto, mi fido di te e della mia gente, quando capirò chi c'è dietro li informerò.››

‹‹Ormai dopo tutto quello che mi hai raccontato dovrei essere preparato a qualunque cosa ma la verità è che questo non me lo sarei mai aspettato, pensavo che avremmo avuto più tempo per preparare le nostre difese. Hai bisogno di rinforzi a Bluffton?››

‹‹Non per ora, ma devi essere pronto, potrei chiamarti da un momento all'altro, tu rafforza le difese del consiglio potrebbe decidere di attaccare anche qui, per togliere la possibilità ad Anima di trovare rinforzi.›› vidi gli ingranaggi del suo cervello muoversi a una velocità supersonica.

‹‹Ma perché non l'ha attaccata ancora se è così vulnerabile?››

‹‹Ci ho pensato anch'io e penso che non può, continuerebbe a reincarnarsi, questa volta vuole concludere quello che ha iniziato anni fa.››

‹‹Perché aspettare?... Il plenilunio?›› domandò alzando un sopracciglio, era una cosa tipica delle streghe legare gli incantesimi agli elementi e a giorni di potere.

‹‹Penso debba aspettare che la trasformazione sia completa per poi finirla in un giorno di potere, il plenilunio non è abbastanza potente se vuole portare a termine quello che ha iniziato, pensaci bene, cosa succede quest'anno?››

‹‹Cazzo sta ricreando le stesse condizioni, la cometa!›› ci era arrivato.

‹‹Già!›› improvvisamente presi consapevolezza in quel momento di una cosa a cui non avevo pensato, il passaggio della cometa era previsto da lì a un mese, la cosa mi gettò nel panico, non avevamo tempo da perdere ‹‹Clive la cometa passerà tra un mese, come abbiamo potuto perdere di vista una cosa così ovvia, devo tornare da lei, deve essere sotto sorveglianza continua potrebbero tentare di aggredirla in qualunque momento.›› due ore e mezza era il tempo che avevo impiegato a svolgere il mio compito, ora era arrivato il momento di tornare da lei, non vedevo l'ora di riaverla tra le mie braccia, ancora riuscivo a sentire il calore del suo corpo contro il mio e il suo respiro regolare che mi aveva cullato, era stato un momento perfetto quello, lei era perfetta, peccato per le quasi dieci ore che ci separavano ancora, dovevo solo pensare che ogni minuto in macchina mi avvicinava di più a lei. Salutai tutti quelli che erano di guardia in maniera molto sbrigativa e non potei fare a meno di evitare il pensiero deprimente che se quella fatidica notte io non fossi stato di guardia, sarei stato accanto a lei, nel nostro letto e nulla di tutto ciò sarebbe successo, ma era inutile continuare a pensarci, il passato non poteva essere cambiato potevo solo assicurarmi che il nostro futuro fosse diverso.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro