29.

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Alice

Gli occhi verdi di Edoardo sono fissi nei miei e limpidi come poche volte sono stati. Il suo respiro, leggermente affannato come il mio, colpisce le mie guance accaldate dal bacio che ci siamo appena scambiati. Sento ancora il sapore delle sue labbra sulle mie e un sorriso timido mi si apre sul volto. Ha decisamente mantenuto la promessa che mi ha fatto un paio di giorni fa al telefono e io sono più che contenta che l'abbia fatto. Il bacio sulla fronte che mi ha dato subito dopo mi fa formicolare ancora la pelle del viso e io mi sento felice come poche volte lo sono stata. Sono felice che lui sia qui e che sia così vicino a me. Dio mio, sono così felice che potrei mettermi a fare le capriole nella neve e non sentire nemmeno un briciolo di freddo; ma come potrei sentirlo d'altronde se tutte le mie cellule sono ancora in combustione per la distanza ravvicinata di Edoardo?

Un fischio prolungato mi distrae e distolgo lo sguardo dal ragazzo di fronte a me per capire cosa sia. «Wow Edo! Dacci dentro amico!», esclama Matteo sfilandosi le dita dalla bocca dopo aver fischiato. I suoi occhi azzurri ci stanno guardando maliziosi e un sorriso a trentadue denti campeggia sul suo volto leggermente arrossato per la corsa in motoslitta. Arrossisco istintivamente e mi rendo appena conto di aver dato spettacolo involontariamente. Devo ammettere che ero talmente presa dalla vista di Edoardo prima e dalle sue mani su di me poi da non essermi più nemmeno ricordata che non fossi da soli, ma che ci fossero i nostri amici intorno a noi.

Accidenti, che imbarazzo!

Mi discosto istintivamente di un passo, abbassando lo sguardo per nascondere l'evidente rossore che mi imporpora le guance, ma le mani di Edoardo afferrano saldamente le mie e non mi lasciano allontanare. Mi rivolge un sorriso di scuse e mi scocca un occhiolino mentre i suoi pollici tracciano dei cerchi immaginari sul dorso delle mie mani, cercando di tranquillizzarmi. Quando sento parte della tensione defluire dalle mie spalle, Edoardo, non volandosi nemmeno per evitare di distogliere i suoi occhi da me, si rivolge al suo coinquilino con un tono tra lo scocciato e il rassegnato, «Mat, cortesemente, potresti evitare di fare la persona molesta ogni santa volta?». Sbuffa poi una risata quando l'amico emette un verso annoiato per poi borbottare tra sé qualcosa che non riesco a cogliere.

«Ehi», cerca di difendersi poi. «Guarda che sei tu a non essere riuscito a fare due passi senza fiondarti su questo bel bocconcino di ragazza!», esclama alzando le sopracciglia in modo equivoco e assumendo un'espressione che mi farebbe ridere se non fossi ancora un po' imbarazzata. Matteo si sistema lo zaino sulle spalle e rivolge un ultimo sguardo alla motoslitta alle sue spalle chiedendo ad André di insegnarli l'indomani a guidarla; ci passa accanto per entrare in casa, ma prima di varcare la soglia si volta verso di me. «Comunque, è un piacere rivederti Francesca!», calca il nome facendomi un occhiolino. Avvampo di nuovo per la più che esplicita allusione al nostro primo incontro in lavanderia, in cui ho palesemente mentito sul mio vero nome. Dopo di lui, entrano in casa anche Armando e André con dei sorrisi più che sornioni stampati in viso lasciando me e il ragazzo dagli occhi chiari da soli.

Edoardo si allontana di un passo per squadrarmi da capo a piedi e, come ogni volta che il suo sguardo si posa su di me, sento formicolare la pelle. I suoi occhi chiari percorrono avidamente la mia figura e poi tornano a concentrarsi sui miei. Posso giurare che è come se mi stesse toccando in questo preciso momento, come se i suoi occhi fossero in grado di imprimere pressione sulla mia pelle provocando una piacevole scossa che si propaga lungo tutta la mia spina dorsale. Un ampio sorriso si apre sul suo volto e mette in evidenza i suoi denti bianchissimi prima che questi pinzino il labbro inferiore tra i denti, «Sei bellissima, stasera». Arrossisco e vengo distratta dalla sua lingua che bagna leggermente le labbra non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo viso, anzi sorrido rispecchiando l'espressione felice del suo volto, mentre le sue mani risalgono dalle mie lungo gli avambracci per posarsi poi saldamente sui miei fianchi. Mi beo della sensazione non riuscendo a formulare nessun tipo di pensiero coerente mentre non faccio altro che guardarlo e desiderare di baciarlo di nuovo quando i miei occhi ricadono inevitabilmente sulla sua bella bocca rosea. Edoardo sembra aver capito la direzione dei miei pensieri e si avvicina istintivamente a me facendo scontrare i nostri nasi, ma, prima che io riesca a colmare l'effimera distanza che ci divide, veniamo interrotti.

«Allora? Vi sbrigate a entrare e a chiudere la porta? Mi si stanno gelando le chiappe», tuona una voce non meglio identificata dall'interno della casa facendomi alzare gli occhi al cielo. Invito Edoardo a entrare prendendo una delle due sue mani ancora strette intorno a me. Nonostante il freddo esterno, mi stupisco di quanto siano straordinariamente calde e in netto contrasto con le mie, perennemente congelate. Spesso capita che Marta mi prenda in giro su questa mia caratteristica dicendo «Mani fredde, cuore caldo», un detto a cui non ho mai davvero creduto, o almeno a cui non ho mai davvero dato peso, fino a ora con Edoardo. So che abbiamo appena iniziato a vederci e conoscerci e so che, conoscendomi, ci andrò con i piedi di piombo, ma non posso negare che il ragazzo di fianco a me stia abbattendo buona parte dei miei muri e pregiudizi su qualsiasi rapporto più o meno romantico tra le persone che non siano prettamente letterarie.

Chiudo la porta alle mie spalle e prendo il cappotto di Edoardo, al di sotto del quale uno spesso maglione scuro, infilato nel jeans nero, gli fascia le spalle ampie. Il grigio del maglione fa sembrare i suoi occhi ancora più chiari e verdi di quanto non siano e sorrido di fronte alla sua bellezza. 

«Sei davvero molto bello stasera», gli dico spontanea, non riuscendo a tenere per me l'apprezzamento nei suoi confronti. Alza un sopracciglio con fare malizioso, scoccandomi poi un occhiolino e posando un delicato bacio sulla mia guancia. «Mai quanto te», sussurra poi a un millimetro dal mio orecchio mandando in fibrillazione il mio cuore e creando uno strano di pelle d'oca lungo il mio collo.

Scuoto la testa per rimettere in ordine i pensieri e gli afferro nuovamente una mano per condurlo verso il salotto dove questo pomeriggio abbiamo preparato la tavola e gli addobbi per la serata. Il caminetto nell'angolo è acceso ed è una delle poche fonti di luce a rischiarare la stanza: abbiamo deciso infatti di lasciare le luci soffuse, in modo tale da rendere più intimo e accogliente l'ambiente, addobbandolo con sfumature rosse e dorate, in abbinamento al grosso albero di Natale al lato del caminetto. I miei amici sono sparsi qua e là per la sala, alcuni di loro hanno già un bicchiere di vino in mano e la tavola al centro è già imbandita con alcuni stuzzichini. Arianna sta riprendendo scherzosamente Armando che sta cercando di trafugare un salatino e Chiara sta chiacchierando con Matteo e André. Mi schiarisco la gola per attirare l'attenzione dei miei amici e presentare Edoardo come si deve: contemporaneamente gli occhi di tutti i presenti si focalizzano su di me, facendomi un po' imbarazzare; nonostante loro siano i miei amici di sempre, sono un po' nervosa. A mia discolpa devo dire che non mi sono mai trovata nella situazione di presentare un ragazzo che non fosse un semplice amico a loro.

«Ehm, dunque», esordisco rivolgendomi a tutti, non riuscendo a guardare davvero nessuno in faccia. «Lui è Edoardo», lo indico guardandolo con la coda dell'occhio e non riuscendo ad aggiungere nessun'altra spiegazione su chi sia lui, nonostante le mie amiche sappiano più che bene chi sia o cosa sia successo, viste le pressioni non poi così velate sul parlare di lui. Sono nervosa perché è la prima volta che lo presento "ufficialmente" e non posso che essere tesa per la reazione dei miei amici. Edoardo sembra accorgersene perché mi stringe la mano che è intrecciata alla sua riprendendo a fare i cerchi lenti di prima con il pollice. Cala improvvisamente il silenzio dopo che finisco di parlare, ma che viene presto interrotto da una voce squillante e fin troppo entusiasta.

«Oooh! Era ora!», esclama Franky alzando le mani al cielo in segno di vittoria. «Finalmente conosciamo il fantomatico Edoardo!», lo guarda felice con un ampio sorriso sulle labbra. «Piacere io sono Francesca, ma poi chiamarmi Franky», si avvicina porgendogli una mano che il ragazzo di fronte a me prontamente afferra. Sul volto della mia amica si apre un sorriso ancora più ampio e sincero che fa risaltare le sue lentiggini e i suoi occhi castani splendono luminosi. A turno poi, tutti i miei amici si avvicinano per presentarsi, mettendolo subito a suo agio e coinvolgendolo nelle chiacchiere. Edoardo sorride spontaneo, è sciolto e rilassato e il suo innegabile carisma fa catalizzare tutta l'attenzione su di lui. Mi rilasso anche io mentre lo guardo sorridere e scambiare due parole con Armando. Non posso che rimanere ancora una volta affascinata dai suoi gesti, dal suo modo di muovere le mani mentre parla e dal suo vizio di passare spesso e volentieri una mano tra i capelli scompigliandoli ogni volta che le dita si incastrano tra le sue ciocche scure. Resisto all'impulso di avvicinarmi e passare io stessa le dita tra i suoi capelli, come poco fa sulla soglia dell'ingresso.

«Ehi! Va bene che Ed è la superstar della serata, ma esisto anche io!», sbuffa offeso Matteo. «Cioè gente guardatemi! Sono io il vero figo qui», ammicca poi scoppiando a ridere.

Il ragazzo al mio fianco alza gli occhi al cielo, si batte una mano in fronte esasperato scuotendo la testa, lanciandomi poi un'occhiata in tralice con il suo classico sorriso sghembo che mi fa stringere lo stomaco e battere forte il cuore.

«Oh, tesoro», esordisce Aurora sistemandosi i lunghi capelli biondi e lanciandogli uno sguardo ammiccante che fa spalancare la bocca e strabuzzare gli occhi a Matteo. «Ce ne siamo resi conto invece», gli scocca poi un occhiolino, sedendosi su una sedia e alzando il calice di vino verso di lui per poi prenderne un sorso. Tutti scoppiamo a ridere mentre Matteo cerca di ricomporsi per avvicinarsi ad Aurora che lo sta osservando attentamente come farebbe un cacciatore con la sua preda.

Edoardo

Rido come tutti gli altri alla reazione di Matteo e alla sua successiva mossa nell'avvicinarsi ad Aurora. Scuoto la testa e lancio l'ennesimo sguardo verso Alice, trovando i suoi occhi già fissi sul mio viso. Non riesco a non cercarla con lo sguardo, è più forte di me: i miei occhi sono come calamitati verso di lei, mi piace studiarla, guardarne le reazioni e, detto sinceramente, vorrei avere sempre la macchina fotografica tra le mani per immortalare le sue espressioni.

«Sai, da quel poco che ho potuto conoscere Aurora credo che lei e Matteo siano fatti per stare insieme», faccio una battuta vedendola sorridere e annuire prontamente. «Sono decisamente sullo stesso livello di pazzia», mi conferma lei e poi rivolge la sua attenzione verso i due, ma io non distolgo lo sguardo da lei mentre sorride e fa una smorfia buffa di fronte alle tattiche di abbordaggio del mio coinquilino. I suoi occhi sono accesi da una scintilla divertita e io mi chiedo come non sia possibile non esserne incantati. Ma non è solo questo che rende Alice bella, non è solo il suo aspetto fisico. La cosa che apprezzo e che mi colpisce di più sono i suoi gesti, la sua personalità e la sua intelligenza, il suo sguardo profondo che si illumina quando qualcosa la colpisce particolarmente e il rossore che fa spesso e volentieri capolino sulle sue guance.

Sono talmente incantato e perso nelle mie considerazioni che non sento nemmeno la domanda che uno dei ragazzi mi pone finché Alice non incrocia il mio sguardo e mi dà un leggero colpo con il gomito.

«Scusami, dicevi?», chiedo imbarazzato portandomi una mano alla nuca. La ragazza che mi ha fatto la domanda è Francesca che mi sta guardando con un'espressione sorniona sul volto, «So che sei attirato come una falena verso la luce dalla sociopatica lì vicino a te», scocca un occhiolino nella direzione di Alice che alza teatralmente gli occhi al cielo. «Ma volevo sapere se ti andrebbe un bicchiere di spumante». Annuisco e la ringrazio mentre si dirige in cucina per prendermelo e ritornando poco dopo con un calice in mano, notando che nel frattempo Marta e Chiara ne stanno versando un po' negli altri bicchieri dei ragazzi.

Dopo aver preso il suo bicchiere, Matteo si schiarisce la voce richiamando l'attenzione di tutti. «Vorrei fare io il brindisi», esordisce alzando il calice. «Ai nuovi incontri, alle nuove amicizie e alle belle ragazze bionde che incontrano i ragazzi sexy come il sottoscritto», conclude scoccando un occhiolino ad Aurora che lo guarda assottigliando lo sguardo e scuotendo leggermente la testa, prima di rimbeccarlo in tempo zero, «Forse intendevi: "Fortunati i ragazzi che incontrano un bocconcino sexy come Aurora", ciccio! Cioè mi hai vista?!». Assume un'espressione eloquente e prende un sorso di spumante guardandolo dall'orlo del bicchiere mentre scoppiamo tutti a ridere. Alzo il calice verso di lei, brindando di fronte alla sua risposta piccata. Devo dire che Matteo ha trovato una degna avversaria: sagace e pungente al punto giusto da tenergli testa e rimbeccarlo nelle sue uscite sopra le righe.

«Sei diventata ufficialmente la donna della mia vita! Sposiamoci!», le propone il mio amico portandosi una mano sul cuore.

Un verso di gioia esce dalle labbra di Marta, «Ohmiodio vi prego sì! Immaginate che bei bambini biondi uscirebbero dalla vostra unione! Sarebbero bellissimi, con gli occhi chiari e i capelli biondi e sareste...», fa per continuare ma Arianna le posa una mano sulla bocca. «Okay, va bene. Tutto meraviglioso e bla bla bla, ma adesso quietati per favore che la cena è pronta e mi serve una mano», la zittisce spingendola verso la cucina. Alzo le sopracciglia perplesso di fronte a questa scena, non riuscendo a trattenere un sorriso, e vedo Alice scuotere la testa.

«Lasciala perdere, ogni santa volta fa così», mi informa guidandomi verso il caminetto, appoggiandosi al muro a lato. «Avresti dovuto sentire le cose che diceva a proposito di destino, oroscopo e quant'altro quando ti ho incrociato le prime volte a Milano! Fantasticava su bambini, gatti e un sacco di altre cose leggendomi l'oroscopo ogni due per tre».

Alzo un sopracciglio incuriosito, «Ah sì?». Sono piacevolmente sorpreso e colpito dal fatto che abbia parlato di me alle sue amiche, soprattutto già dopo le prime volte in cui ci siamo incrociati.

Annuisce, «Non mi ha dato tregua da allora! Mi fa strano che non ti abbia ancora tartassato di domande, dal momento che io – a detta sua – non ho fatto un resoconto esaustivo della nostra serata a Parigi».

E appena dice queste parole arrossisce imbarazzata, «Cioè... non è che io racconti chissà che!», si affretta a dire e si passa nervosamente una mano tra i capelli per sistemarseli dietro alle orecchie. «Non sono di sicuro una che va a raccontare in giro i fatti suoi... ma loro mi hanno stressato e allora io...», dice poi continuando a parlare a raffica, mentre abbassa il viso nascondendolo dietro alle sue lunghe ciocche scure. Glielo afferro prontamente alzandole il mento verso il mio volto, «Ehi, Ali», le sfioro le guance con i pollici facendole assumere una sfumatura ancora più rosea di prima. «Non devi giustificarti. Non mi dà alcun fastidio», la tranquillizzo guardandola negli occhi e poi accenno un sorriso. «Sinceramente per quel poco che conosco le tue amiche, non mi sarei aspettato di meno che un interrogatorio, visto tutto quello che hanno fatto per far sì che ci incontrassimo in Duomo», le scocco un occhiolino vedendola sorridere ancora di più. I suoi occhi scuri sono fissi nei miei e come ogni volta che mi guarda così, con quello sguardo profondo, vorrei sapere cosa le passa per la testa oppure baciarla fino a dimenticare chi sono. Lei sembra provare le mie stesse sensazioni perché vedo i suoi occhi, al di sotto delle sue folte ciglia, fare avanti e indietro tra le mie labbra e i miei occhi. Come poco prima, mi avvicino istintivamente a lei, i nostri nasi si sfiorano e schiudo le labbra pregustando il contatto con le sue, che però non arriva perché Matteo lancia un fischio e urla, «Vi prego prendetevi una stanza! Ho capito che è da un po' che non vi vedete e non riuscite a staccare le mani di dosso l'uno dall'altra, ma qui siamo tra persone adulte!», dice fingendosi scioccato e portandosi teatralmente una mano al petto. Sono già pronto a insultarlo, ma, contrariamente a quello che pensavo, Alice si volta verso il mio coinquilino scoppiando a ridere e facendogli poi la linguaccia.

Lo ribecco prontamente, «Devo forse ricordarti la scena a cui ho assistito un po' di tempo fa nella cucina di casa nostra?». Alzo un sopracciglio lanciandogli uno sguardo eloquente mentre lui sbianca e inizia a scuotere velocemente la testa, «No?», chiedo retorico. «Come immaginavo».

Ho ancora impressa a fuoco l'immagine del mio amico con un cerchietto con le orecchie da coniglio – non ho ancora capito il perché – avvinghiato a una ragazza decisamente poco vestita e con un codino in tinta alle orecchie del mio amico sul tavolo della nostra cucina. Credo di aver disinfettato ogni superficie per le due settimane successive minacciandolo di chiuderlo fuori di casa e cambiare le serrature nel caso fosse successo un'altra volta.

Rabbrividisco al pensiero: Alice mi lancia uno sguardo curioso alzando un sopracciglio per cercare di capire la questione, ma veniamo interrotti dall'arrivo di Arianna che ci esorta a prendere posto a tavola, «Bando alle ciance! Si mangia».

Alle parole dell'amica, Alice si stacca dal muro, mi prende per mano e mi conduce al tavolo, intorno al quale si stanno riunendo anche gli altri. Le scosto la sedia per poi appoggiarle una mano sulla schiena invitandola a sedersi; mi lancia il suo solito sorriso timido arrossendo appena mentre mi siedo al suo fianco. Si sporge poi nella mia direzione lasciandomi un bacio all'angolo della bocca e stringendomi una mano al di sotto del tavolo. Non potrei essere più felice di così.


Buongiorno e buona domenica a tutti!

Nuovo capitolo fresco fresco per voi! Non so voi, ma sono contenta che Alice e Edoardo siano di nuovo insieme e inizino a interagire un pochino di più.

E invece Matteo e Aurora? Che ne pensate? Potrebbero stare insieme? Succederà qualcosa tra di loro? Chissà!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, se vi va, fatemi sapere che ne pensate! Non potete nemmeno immaginare quanto mi facciano piacere i vostri commenti e i vostri voti!

Noi ci leggiamo presto!

Un bacio,

Alice.

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