5. Shantarì

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Il mio cielo è un grigio cielo d'inverno, di quegli inverni che sorgono solo a Nord, in quel Nord oltre il mio mare d'ebano, infinito mare che lambisce le coste del mio deserto di cenere.

Passa sempre un tempo indefinito tra un pensiero e l'altro, sono meccanismi rumorosi, pieni di ruggine e sangue.

Non provo più dolore. Non vedo più nemmeno il sangue, quando mi ferisco.

S'inceppano solo quegli ingranaggi. Che colore aveva la ruggine?

È come se si spegnesse qualche parte del mio cervello, ammesso di averne ancora uno. Non ne ho la certezza, spesso me lo dimentico.

Senti un tintinnio, sono i miei denti che cadono a terra, fracassati dalle botte del maligno, senti un cigolio, sono le mie ossa che si inceppano dopo l'ennesimo movimento brusco, mentre cerco di dimenarmi dalla presa. Senti. Ascolta. Drizza le orecchie. Io non posso più farlo, ma ti assicuro, qui è pieno di suoni. Di voci da ascoltare, presenti e passate. Se hai l'astuzia per farlo, anche future.

Io, che mi struggo contro questo dolore, senza questo ingegno che un tempo ho posseduto, ma ho barattato per qualcosa di più frivolo, non più concreto, per l'immortalità.

Se ci fai troppo caso, mentre ti ronzo attorno, potresti all'improvviso dimenticarti perché sei venuto, ma la tua carica è piena, solida.

Se ci fai troppo caso, mentre ti sussurro i miei segreti, potresti cambiare idea, sui tuoi intenti, sui tuoi piani per il futuro.

Ti vedo concentrato, ti vedo attento.

Qui è un via vai. Hai visto quanta gente? Mille, no di più, vanno e vengono dai corridoi. Li posso chiamare, nome per nome. Li chiamo, Jaiki, Tiané, Sandoe, Marily, Dano, Ake, loro si girano a guardarmi. Pendolari del tempo. Vanno avanti e indietro in quello degli altri, perché il loro l'hanno perso tutto.

C'è chi l'ha scommesso, c'è chi la venduto, c'è chi l'ha regalato come sacrificio. C'è chi se l'è fatto rubare, c'è chi l'ha dimenticato indietro, c'è chi se ne era talmente stufato che l'ha abbandonato a lato lungo il sentiero, in un momento in cui, non visto, poteva sentirsi meno cattivo.

Il rimorso è per tutti.

Anche per me, sì.

Per tutti noi che, in cambio di qualcosa di infinito, abbiamo lasciato indietro l'istante più prezioso di tutti, la nostra vita.

Speravo di interessarti un po', ma vedo che i tuoi occhi sono fissi, attraversano il mio petto e non serve che mi sposti su e giù per scuoterti.

Forse, fare un giro con me ti schiarirebbe le idee. Capiresti che una volta addentrato nelle gallerie dove l'aria è ghiacciata, la pietra è bianco sporco e l'aria tanto densa da sembrare nebbia, puoi vedere tutto sotto una luce nuova.

Puoi capire che il tuo mondo non è limitato ai colori. Che ci sono anche degli estremi da osservare. Un bianco, un nero. Una via di mezzo, che è il grigio.

Come quello delle nubi cariche di pioggia.

Come quello della polvere che si posa sui ricordi.

Non hai capito che i ricordi svaniscono?

Tu tieni ai tuoi ricordi?

I tuoi ricordi sono scintillanti?

Sei sicuro di riuscire a rimanere aggrappato a tutti quei colori?

Presto o tardi, presto o tardi diventeranno vecchi, proprio come te, proprio come i tuoi capelli, che ingrigiranno e, alla fine di tutto, saranno cenere.

Continui a non ascoltarmi.

Mi chiedo addirittura se tu riesca a sentirmi.

Cosa c'è, non mi vedi?

Mi fai male! Mi fai male! Io cerco di accoglierti nella mia casa, tu, tu fai finta che io non esista!

Io esisto?

Mi fai male.

Io esisto!

Quando mi ferisco non provo più nemmeno dolore.

Mi si blocca qualcosa, nella mente, che mente? Chi mente? Io non mento, io parlo, cerco di esserti amico.

Sarò probabilmente solo uno spettro, d'accordo, ma non sono inutile.

Ti prego, almeno dimmi il tuo nome.

Cosìcché, una volta che sarò del tutto svanito, possa sapere di averti incontrato.

Almeno rivolgimi il tuo sguardo. Fa in modo che possa capirti. Sono come un cavaliere senza cavallo, uno spadaccino senza spada, un marinaio senza mare, un re senza regno. Non posso farti nulla di male.

Perché non mi guardi?

Io sono vero. Esisto.

Davvero, il tramonto?

Che colore è il tramonto? Per me non ha differenza, è grigio.

Sto svanendo.

Svanirà anche lui. Lui ora è mio. Lo sai vero?

Ascoltami. Lo puoi salvare. Basta che mi guardi.

Perché non mi guardi.

Sto svanendo.

Sto...











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