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Il rumore di incantesimi e le forti luci provocate dalle scintille contraddistinsero il sonno di Rose per molte ore, facendola scuotere continuamente nel letto e sudare freddo dopo essersi liberata della mole di coperte che Madama Vane le aveva adagiato addosso quando Teddy li aveva accompagnati in infermeria.

Scorpius, un paio di letti distante, non chiuse occhio tutta la notte, chiedendosi il motivo per cui fosse capitato proprio a lui, se essere un Malfoy voleva anche dire essere vittima di razzismo. Era certo che suo nonno, magari anche suo padre a volte, fosse razzista, e che non si fosse mai curato di come le persone si sentissero ad essere state insultate da lui.

Eppure Scorpius, che non era stato nemmeno insultato, si riteneva ferito nell'orgoglio. Era stato preso di mira in quanto Purosangue, poiché nato in una famiglia che non aveva scelto ma che, tra alti e bassi, se avesse potuto avrebbe designato come la migliore in cui nascere. Era cresciuto beneducato, rispettoso e anche viziato, attorniato dalle cure della sua amorevole madre e di sua nonna, mentre vedeva il grande padre tornare a casa la sera da lavoro e rifugiarsi nei suoi giochi di infante per dimenticare la sua giornata al Ministero.

A volte si chiedeva cosa volesse dire vivere in una qualsiasi altra famiglia dei maghi, che fossero i Weasley, i Potter, i Baston, i Nott o gli Zabini, ma si rendeva che chiedere di cambiare chi si è consiste nel chiedere di cambiare sé stessi, il proprio passato e il proprio futuro, e lui non voleva farlo. Non si sentiva pronto a rinunciare ai calorosi abbracci di sua madre che lo avvolgeva nei suo lunghi abiti scintillanti, né ai sorrisi orgogliosi di suo padre quando riportava vittorie sportive o premi scolastici. Le promesse di sua nonna che lo cullava in una stanza qualunque del Manor erano un ricordo immobile nella sua mente, assieme agli sproloqui di suo nonno su questo o quell'argomento. Gli voleva bene e gli sarebbe piaciuto, un giorno, presentare loro una donna, una moglie, e condividere con lei i bei ricordi legati alla sua famiglia e alla sua abitazione.

«Tutto bene signorina Weasley?» domandò Madama Vane, accostandosi al letto di Rose con un panno umido da metterle sulla fronte.

«Sta bene?» domandò Malfoy, cogliendo di sorpresa la giovane infermiera, che sobbalzò.

«Credo che abbia la febbre» spiegò la donna, i capelli scuri raccolti in una coda di cavallo informe, probabilmente la stessa con cui si era addormentata la sera prima. Allo sguardo interrogativo del ragazzo, si apprestò ad aggiungere: «Non posso semplicemente imbottirla di pozioni, devo anche assicurarmi che non sia nulla di grave» e si allontanò, mostrando il volto pallido e sudaticcio di Rose con i capelli appiccicati alla testa e alla fronte in una massa rossa e informe di ricci.

«Hai un aspetto orribile» sentenziò Malfoy con una risatina malcelata.

«Tu non sei da meno» replicò la Rossa pungente, lasciandosi sfuggire un sorrisetto.

«Ma cosa dici, io sono sempre impeccabile» replicò Scorpius alzandosi in piedi e raggiungendola, sedendosi sul letto accanto al suo dopo aver controllato che Madama Vane fosse ignara dell'accaduto; gli aveva infatti vietato di muoversi.

«Certo, Malfoy, con le occhiaie che tra poco ti arrivano sotto i piedi e i capelli sparati in tutte le direzioni come se avessi appena fatto esplodere un calderone» si abbandonò a una risata cristallina anche se delicata, come se si potesse spezzare da un momento all'altro e portare con sé il profumo di inchiostro che la contraddistingueva.

«Va bene, hai ragione» riprese il ragazzo tirando su le braccia in segno di resa. Si accomodò meglio sul letto sfatto, allungando le gambe sopra di esso, e posizionò le mani dietro la testa; Rose lo imitò.

«Credo che quello psicopatico ce l'avesse con me» disse di punto in bianco, come se fosse stato il punto cruciale dell'intera conversazione. E in effetti lo era, quello era il punto cruciale delle conversazione che i due aveva imbastito nell'ultimo periodo.

«Lo credo anch'io» confermò la ragazza, «E.. aveva lo stesso timbro» aggiunse sottovoce, timorosa che anche i muri dell'infermeria potessero avere le orecchie, ma certa che lui avrebbe capito perché erano insieme quando l'avevano sentito per la prima volta.

Scorpius stava per aggiungere qualcosa, un dettaglio cruciale magari, ma fu interrotto da una voce potente e familiare che risuonò insieme a numerosi passi.

«Rosie» esclamò Ron, entrando nell'infermeria e fiondandosi immediatamente sulla figlia, seguito dalla moglie. Dietro di loro, altrettanto preoccupati ma sempre maggiormente discreti, i coniugi Malfoy si diressero dal figlio con passi concitati.

«Stai bene?» domandò Astoria carezzandogli il viso mentre Draco lo osservava da ogni angolazione per cogliere anche una sola abrasione o livido sul corpo del figlio.

«Sì, mamma» confermò, unendo le loro mani in una stretta empatica.

«Vedo che siete già svegli» osservò il preside Vitious, seguito da Teddy e un paio di agenti della Squadra Speciale Magica con pergamene e piume incantate.

«Vorremmo farvi qualche domanda» disse uno dei Tiratori Scelti avvicinandosi ai letti in cui poggiavano i due ragazzi.

Hermione stava già per protestare, tirando in ballo tutto ciò che riguardava la legge e il fatto che fossero minorenni e stanchi, impossibilitati a parlare in quanto colpiti essi stessi e sotto shock, quando Scorpius si sedette meglio sul letto accanto a quello di sua figlia e disse: «Posso cominciare io».

Il racconto della ronda non era confusionario, bensì preciso e giusto, dato che sua figlia non aveva avuto nulla da ribattere, e soprattutto molto dettagliato, come se si fosse congelato nella sua memoria il ricordo di quanto accaduto la notte precedente.

«Mi ha scaraventato addosso qualcosa di molto pesante, non so esattamente cosa» continuò sicuro, senza che quelle parole potessero scalfire il suo volto, come se avesse annullato la propria essenza e ripetesse quelle parole come un automa.

«Grazie Malfoy, quel qualcosa ero io» subentrò Rose, arrossendo furiosamente. Il ragazzo la guardò stranito, senza spiegarsi come avesse potuto finirgli addosso senza opporre la minima resistenza, a peso morto.

«Mi ha immobilizzato con un incantesimo non verbale ma comunque potente di Pastoia e sono riuscita e liberarmene solo quando il duello con Scorpius ha iniziato ad indebolirlo» spiegò pazientemente la Weasley all'uditorio.

«Infatti quando è subentrata Rose siamo riusciti, in qualche modo, a sopraffarlo» spiegò il biondo, continuando nel suo racconto.

«Credo non si aspettasse fossimo così preparati» lo interruppe la Rossa, dando voce ai pensieri di tutti i presenti. Un mago abile e potenzialmente pericoloso non poteva permettere a due ragazzini di sopraffarlo, a meno che non fossero una Weasley e un Malfoy e li avesse enormemente sottovalutati.

«Va bene ragazzi, c'è altro?» domandò uno degli agenti prima di congedarsi.

I due si guardarono negli occhi di sottecchi, senza lasciar trasparire la loro unione e lo scambio di mute parole che stavano trasmettendo i loro sguardi.

«No» dissero in coro, in un tacito accordo che oramai li legava e gli impediva di far parola con altri di ciò a cui avevano assistito il giorno primadella partita.

N.d'A.
Vi rubo giusto due secondi per dire che, siccome mi sto godendo un po' queste vacanze (oserei dire "finalmente" ma non lo faccio perché finiranno presto 😂), non ho nemmeno riletto il capitolo, quindi se notate refusi, obbrobri e schifezze varie segnalate pure ahahaha
Auguro buone vacanze e buon riposo anche a voi, a presto ⚡
Luna

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