Fragilità Celata Al Mondo

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Sei come una brocca di cristallo avvolta dal filo spinato.

Hai paura di essere ferito a causa della tua fragilità, per questo tenti di mascherarla e proteggerla attraverso una maschera pungente. La mano sbagliata, posta nella maniera errata, porterebbe alla tua caduta e rottura contro il doloroso e duro pavimento della vita.

Siamo più simili di quanto potessi credere, nonostante mi rifiuti sempre di considerarla come una verità, per proteggermi da te e l'ansia che il tuo aspetto mi provoca. Siamo due anime che hanno edificato un muro di acciaio intorno al nostro cuore, sperando possa essere la miglior soluzione come repellente ai pericoli del mondo.

Credevo di dover essere tenuta al sicuro da te, mentre, in realtà, siamo entrambi ad aver bisogno l'uno dell'altra.

Mi ritiravo in me stessa, cercando di evitarti in qualsiasi modo a mia disposizione. Ogni strada che mi portava lontana il più possibile da te, era la via che io imboccavo senza pensarci due volte. L'importante era andarmene, scappare.

Solo conoscendoti, anche se contro la mia volontà, ho imparato in parte chi tu sia veramente. Non sei il mostro che credevo di conoscere, ma la persona fragile che ha bisogno di aiuto e sostegno. Il ragazzo che si sente solo a causa di motivi esterni, quello che si tiene dentro ogni cosa perché ha il terrore di essere ferito per colpa di una propria debolezza.

Ho sempre temuto che fossi tu colui che mi avrebbe ferito, tagliato, lacerato l'anima inconsapevolmente, eppure le cose sembrano essere cambiate adesso, completamente.

Ti osservo di fronte a me, una delle tue ali, composte da piume più nere della pece, è spezzata quasi a metà. Scommetto che ti fa un male atroce, anche se non più di quello che mi stai celando con quella sana.

Lentamente, sperando di non spaventarti, mi avvicino. È come se stessi raggiungendo un animale ferito: bisogna fare con calma, per evitare di terrorizzarlo con la propria presenza. Non voglio farti scappare, semplicemente capire che cosa posso fare per te, soprattutto in questo momento, in cui ogni cosa sembra farti del male.

Mi piego verso di te, inginocchiandomi al tuo fianco. L'ala intatta si scosta, come se avesse percepito la mia comparsa vicino a te. Il tuo viso è coperto dalle tue mani, ma il taglio che ti percorre il petto nudo è vistoso, difficile da non notare.

Allungo una mano verso di te, non sento esitazione o protesta quando sposto le tue dal volto. Hai gli occhi gonfi di chi ha pianto più di quanto non sia in realtà disponibile ad ammettere, le lacrime hanno solcato un profondo percorso sulle tue guance scavate.

Posi il tuo sguardo nel mio, come se in questo modo potessimo comunicare, messaggi muti scambiati da anime affini.

Ti accarezzo dolcemente una guancia, seguendo il percorso lasciato dal pianto, raggiungendo la ferita sul petto. Non appena il palmo preme contro il taglio, sul tuo corpo compaiono lividi e cicatrici di diverse forme. Queste ultime, inoltre, sono per una parte completamente cicatrizzate e scolorite dal tempo, l'altra sono ancora aperte e sanguinolenti, facilmente apribili ulteriormente con parole sbagliate.

Quando la tua mano raggiunge la mia, stringendola ancora più forte a sé, i stessi segni presenti sul tuo corpo perfetto e ben scolpito, compaiono sul mio pieno di difetti. Questo è ciò che gesti e parole sbagliate hanno lasciato impresso sul mio corpo.

Come facciamo a essere diversi, mio caro Angelo Nero, ma così uguali al medesimo istante?

Non credo di avere già la risposta, ma non sono neanche propriamente sicura di volerne conoscere il motivo.

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