Inner War

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Mi appoggio al lavandino, la superficie candida e pulita mi trasmette mille brividi di freddo per tutto il corpo, nel contempo che osservo la mia immagine speculare, esattamente di fronte a me.

Non riesco a vedere altro che difetti: il viso pieno di impurità e imperfezion, i fianchi troppo grandi e larghi, insieme alla pelle eccessiva delle braccia e le cosce enormi, indescrivibili. Non sono minimamente in grado di vedere qualcosa che mi piaccia nello specchio, l'unico desiderio che provo è quello di cambiare ogni cosa.

Spesso mi sono chiesta se le persone che avevo a fianco mi avessero lasciato soprattutto per quel motivo. Notavo in che maniera mi guardava anche chi si definiva mia "amica", giudicandosi migliore di me e osservandomi dall'alto verso il basso. Ho passato la mia vita a sentirmi inferiore e tutt'ora, nonostante gli sforzi che ci sto mettendo, mi sento tale. Una macchia di colore sporco sul perfetto quadro del mondo.

Se un minimo mi sono risollevata, lo devo solo alle persone che adesso mi circondano e che mi vogliono bene. Ogni tanto, mi domando come facciano a rimanermi ancora accanto, nonostante i vari problemi che ho, come le paranoie o le paure che mi popolano la mente costantemente. Mi sono talmente abituata a minimizzarmi che ormai lo faccio senza pensarci, un riflesso naturale, istintivo.

Credevo che le cose stessero finalmente prendendo una piega positiva, fin quando non sei arrivato tu.

Sei alle mie spalle, con il torso nudo, in maniera tale che le tue ali, nere come la pece, possano librarsi nello spazio alle tue spalle, partendo dalle scapole. Mi guardi meticolosamente, ma non è uno sguardo di giudizio, sembra quasi curioso.

Sono diventata il tuo fenomeno da baraccone? Il giocattolo con cui ti diverti? L'oggetto da usare quando sei annoiato? O semplicemente qualcosa di nuovo da scoprire?

Le lacrime mi bagnano il viso, non posso controllarle, hanno vita propria. Non portano singhiozzi con sé, solo tanta amarezza e fragilità. Non mi piace sentirmi così debole sotto le tue iridi d'ossidiana, rinchiuse in uno scrigno dalla forma a mandorla, ma non posso scegliere nemmeno questo.

Con te è come se non avessi alcuna decisione in mio possesso.

Ti avvicini lentamente alle mie spalle, con molta calma, come se non volessi spaventarmi. Mi accarezzi la testa dolcemente, per poi lasciarmi un bacio tra i capelli e spostarli sulla spalla destra.

Il cuore mi batte all'impazzata, mi sento male sotto il tuo tocco, una scarica elettrica che mi tramortisce. Perché continuo a piangere, versare inutili lacrime per te, Angelo Nero, della Morte, quando molto probabilmente a te non importa nulla di me? Perché non sono in grado di scacciarti via, anche quando sono arrabbiata, ma solo di offrirti un posto confortevole in cui rifugiarti?

Con delicatezza e gentilezza, mi avvolgi le braccia intorno alla vita, per poi posare il viso nell'incavo del mio collo, proprio nel punto in cui hai spostato i capelli. Il tuo respiro è caldo contro la mia pelle nuda, eppure mi genera lo stesso brividi ovunque, peggio di quelli scatenati dal lavandino. I tuoi capelli scuri, simili a lunghi fili di seta nera, mi solleticano il collo, facendo sentire la tua presenza, nel contempo che, come al solito, le tue ali si chiudono intorno a me. Mi raddrizzo, posando le mani sulle tue braccia, come a provare che questo tocco è effettivamente reale.

Vorrei scappare, ma ancora una volta non posso.

Ti chiedo a fior di labbra il perché, per quale motivo insisti così tanto con me, per quale ragione hai deciso di tormentarmi e continuare a seguirmi, nonostante io mi allontani.

Mi sussurri che siamo destinati, legati in un piano più grande di noi, il quale non ci è permesso conoscere fino in fondo, impossibile da cambiare. Per tale questione, non mi puoi lasciare andare.

Alle volte, tutto questo, però, mio caro Angelo Nero, credo sia solo frutto della mia immaginazione, perché la tua bellezza, paragonabile a quella degli eroi citati nella mitologia greca, degna di essere affiancata a quella di un figlio di un dio, non penso potrebbe mai starci con la mia imperfezione, al massimo accostata a quella delle streghe nella loro vera forma, quella oramai stereotipata e a cui fanno riferimento i bambini per mascherarsi alla festa di Halloween.

Il nostro rapporto solo una pia e mera illusione.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro