11. Lungs

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L'alba colorava il cielo con pennellate d'arancio e rosso, mentre il mare rifletteva le tonalità calde, trasformando le onde in lingue di fuoco liquido.

Il chiarore mattutino si insinuava lentamente nella grotta, tingendo l'acqua di riflessi dorati.

Katsuki e Izuku erano rimasti insieme tutta la notte, un'inspiegabile attrazione che li spingeva l'uno verso l'altro continuamente. Ma ora il richiamo del giorno che si avvicinava li riportava alla realtà.

Il freddo dell'acqua e dell'aria frizzante dell'aurora cominciava a penetrare la pelle di Katsuki, ma l'idea di separarsi da Izuku gli faceva più male del gelo che percepiva sul corpo.

«Io... Io non voglio andare...» sussurrò, con la voce spezzata dal desiderio e dalla tristezza, mentre stava restava in piedi, immerso nell'acqua della cavità naturale fino alla vita. «Non voglio lasciarti qui.».

Izuku sollevò lo sguardo, i suoi occhi verdi brillarono come smeraldi alla luce pallida dell'alba. Con un gesto lento, posò una mano sul petto di Katsuki, sentendo il cuore del ragazzo battere rapido sotto le dita. Nonostante la loro notte insieme, egli sapeva che appartenevano a due mondi diversi, ma non riusciva a sopportare l'idea di separarsi da lui.

Le parole sembravano inadeguate in quel momento.

Katsuki abbassò lo sguardo, i suoi pensieri confusi e il cuore pesante. La prospettiva di tornare alla sua vita di sempre, dopo aver conosciuto la magia e la meraviglia del mondo sottomarino di Izuku, gli sembrava insopportabile.

«Non voglio andarmene...», mormorò ancora Katsuki, la sua voce appena un sussurro. «La mia vita... è così vuota e banale. Ogni giorno è uguale all'altro, senza colore, senza sapore. E poi tu sei arrivato, e... è come se finalmente avessi trovato di nuovo una ragione per esistere, qualcosa che dà senso a tutto.».

Izuku lo ascoltava con attenzione, il suo cuore batteva più veloce ad ogni parola che usciva dalla bocca di Katsuki. Lo osservava intensamente in quelle iridi che erano fuoco puro alla tenue luce dell'alba; le sue labbra tremarono, come se volesse parlare, ma fosse incapace di trovare le parole giuste. Era evidente che anche per lui quella notte era stata un momento speciale, un'esperienza che non aveva mai vissuto prima.

Izuku abbassò lo sguardo, lottando contro le lacrime che minacciavano di cadere. Sapeva quanto fosse pericoloso ciò che Katsuki stava chiedendo, ma il desiderio di non separarsi da lui era forse anche più forte: "Sei sicuro di voler stare con me, Katsuki? Anche se significa lasciare tutto ciò che conosci?"

Katsuki non esitò e, con voce più ferma, nonostante il nodo che gli stringeva la gola, gli rispose: «Portami con te, Izuku. Non mi importa di quello che lascio dietro. Voglio stare con te. Ovunque tu vada.».

Con un cenno di assenso, afferrò la mano di Katsuki con una presa decisa ma gentile. "Allora verrai con me...", disse, iniziando a trascinarlo nell'acqua bassa e poi pian piano verso l'uscita della grotta, verso il mare aperto.

Si fermarono sulla soglia, dove le onde si infrangevano dolcemente sulle pareti di roccia. L'oceano davanti a loro si estendeva infinito, il suo vasto abbraccio pronto ad accoglierli.

Arrivati all'ingresso della grotta, Izuku si fermò e guardò Katsuki negli occhi. "Sei davvero sicuro di volerlo, Katsuki?".

Il ragazzo lo osservava con determinazione. «Con te? Sempre.», dichiarò. «Andiamo?».

Izuku annuì, e senza ulteriori parole, iniziò a nuotare, tirando Katsuki con sé. Il contatto con la massa di acqua gelida fu un brusco risveglio per l'umano, ma il calore della mano di Izuku sulla sua gli diede la forza di proseguire incontro al sole: la luce dell'alba sul mare aperto li avvolgeva in un bagliore dorato, come se benedicesse il loro viaggio.

Quando si fermarono, in un punto distante da spiaggia e scogli, abbastanza al largo da essere poco visibili da chiunque, Izuku gli sorrise dolcemente, un sorriso pieno d'amore e di tristezza allo stesso tempo. "Stringimi forte, Katsuki."

Il ragazzo avvolse le braccia intorno al corpo di Izuku, premendo il viso contro l'incavo tiepido tra la spalla e il collo, annusando quel costante profumo salmastro che emanava la sua pelle e che aveva imparato a conoscere così bene.

Izuku lo strinse forte, le sue braccia toniche lo avvolsero in un abbraccio protettivo. Katsuki respirò profondamente, poi, lentamente, si inabissarono.

Lontano dalla costa, il freddo dell'acqua cominciò a farsi insopportabile e Katsuki sentiva il suo corpo tremare, la sua pelle formicolare: il gelo gli stringeva le ossa, ma la presenza di Izuku al suo fianco lo incoraggiava a tenere duro, ad ignorare il disagio, fino a che non fu insopportabile.

"Non preoccuparti...", sembrava dire la creatura, solo con uno sguardo, senza parole. "Andrà tutto bene..."
E, senza avvertimento, Izuku posò le sue labbra su quelle di Katsuki, in un bacio profondo e quasi disperato.

Katsuki osservò per un momento la fioca luce dalla superficie che illuminava il volto del tritone e poi chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare solo dalla sensazione, sentendo il calore di Izuku che contrastava con il freddo pungente dell'oceano. Ma mentre il bacio continuava, qualcosa cambiò.

Izuku cominciò a trascinarlo verso il basso più in fretta, nell'oscurità delle acque profonde. Katsuki sentì il panico prendere il sopravvento, il suo cuore battere all'impazzata mentre staccava le labbra da quelle di Izuku, l'ossigeno cominciava a scarseggiare, le orecchie a fargli troppo male.

Provò a staccarsi, a risalire, ma la presa di Izuku era ferma, il suo inabissarsi inesorabile.

Però non staccava gli occhi smeraldini dai suoi, scrutando ogni minimo cambiamento nelle sue espressioni.

Le gambe di Katsuki si intorpidirono e il suo battito cardiaco si fece ancora più affannoso. Cercò di lottare contro l'istinto di tornare in superficie, ma il bisogno di aria divenne troppo forte.

"Shh... Sta' calmo...", la voce di Izuku risuonò nella sua mente, dolce e rassicurante: "Non avere paura, Katsuki. Sarà tutto okay. Staremo insieme, per sempre..."

Katsuki cercò di concentrarsi su quella voce, cercò di trovare conforto nelle parole di Izuku. Ma il suo corpo era in preda all'ipotermia, il suo cuore rallentava ad ogni secondo che passava e la sua mente si annebbiava. Sentiva il gelo stringersi intorno a lui, come una mano invisibile che lo tirava verso il fondo così come stava facendo quella creatura.

Un crescente panico si impossessò di lui, che iniziò a dimenarsi, scalciando, graffiandogli le spalle e le braccia e cercando invano di liberarsi dalla presa della creatura. Ma Izuku lo teneva stretto, le sue braccia erano come una morsa intorno a lui.

Katsuki cercò di gridare, ma l'acqua gli riempì di colpo la bocca, soffocando il suo urlo, mentre i polmoni sembravano prendere letteralmente fuoco.

L'acqua fredda si fece sempre più opprimente, il suo corpo,che inizialmente si era dimenato si faceva sempre più debole, i suoi movimenti più lenti. La confusione e la paura iniziarono a svanire, sostituite da una strana calma, un senso di resa che ora rilassava qualsiasi muscolo.

Izuku lo guardava con occhi pieni di amore, il suo volto a pochi centimetri dal suo, il sorriso dolce, le sue lacrime luminescenti che si mescolavano con l'acqua del mare. "Ti amo, Katsuki...", disse, la voce piena di dolore e di amore.

L'acqua gelida lo avvolgeva ormai come un sudario, ma il calore del tritone era ancora lì, un ultimo conforto nel freddo abbraccio della morte; nel momento in cui le sue palpebre si chiusero del tutto, Katsuki sentì le ultime parole di Izuku risuonare nella sua mente, un sussurro dolce e malinconico.

"Ora sì... Ora staremo insieme... Per sempre."

E con quell'ultimo pensiero, l'oscurità lo inghiottì completamente.

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