12. Heart

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Il freddo dei ciottoli sulla schiena lo svegliò, strappandolo da un sonno profondo e pesante. Katsuki aprì gli occhi con difficoltà, le palpebre pesanti come il piombo. Una strana paura lo pervase immediatamente, senza motivo apparente. Il dolore lo investì subito dopo, un'ondata intensa e travolgente che gli fece contorcere il viso in una smorfia. Si sentiva terribilmente debole, ogni fibra del suo corpo sembrava bruciare.

Provò a sollevarsi, ma un peso sullo stomaco glielo impedì. La vista gli si schiarì lentamente, e si ritrovò a fissare una massa di capelli verdi che si muoveva sopra di lui. «Izuku?» chiamò con voce roca e impastata, la gola secca, la mente confusa.

La creatura sollevò il capo, ma quello che Katsuki vide lo riempì di un terrore inimmaginabile.

Il viso di Izuku, una volta dolce e gentile, era ora imbrattato di sangue, le iridi verdi nascoste dietro una palpebra mobile biancastra, simile a quella degli squali. La sua bocca era tirata in un ghigno raccapricciante, mettendo in mostra denti piccoli e appuntiti, con brandelli di carne appesi tra di essi.

Katsuki urlò, un urlo di puro orrore e agonia, mentre cercava disperatamente di muoversi, di liberarsi dalla presa della creatura. Ma il dolore alle gambe era insopportabile. Si rese conto con orrore che Izuku aveva già iniziato a mangiarlo, le sue cosce erano lacerate e l'addome aperto, con gli organi che spuntavano, visibili nella luce fioca mattutina che filtrava nella grotta.

Il mondo intorno a lui cominciò a girare, la vista gli si offuscò, mentre il dolore si intensificava, un'agonia talmente acuta da mozzargli il respiro. Il cuore gli martellava nel petto, mentre un senso di nausea lo travolgeva. Gli sembrava come di cadere in un pozzo senza fondo, il buio che lo avvolgeva sempre più mentre il dolore lo trascinava nell'oblio.

Svenne, e per un tempo indefinito non ci fu nulla, solo un vuoto nero e silenzioso.

Quando si risvegliò, la sua mente era ancora più annebbiata, come se una coltre spessa gli avvolgesse i pensieri.

La vita stava lentamente scivolando via dal suo corpo, e lui ne era consapevole. Era come se potesse sentire ogni battito del cuore rallentare, ogni respiro diventare più debole.

Con le poche forze che gli rimanevano, sollevò lo sguardo e vide ancora Izuku.

La creatura lo stava osservando, con quegli occhi verdissimi pieni di curiosità e affetto. Ma ciò che tenne stretto il respiro di Katsuki fu quello che Izuku stringeva nella sua mano palmata, coperta di sangue, che colava lungo il polso e l'avambraccio.

Il cuore.

Era appena fuori dal suo petto, ancora pulsante, anche se debolmente. Katsuki lo fissò, gli occhi sbarrati, incapace di comprendere pienamente l'orrore di ciò che stava accadendo.

Izuku inclinò la testa, i suoi occhi che brillavano di una luce inquietante. La palpebra biancastra comparve e scomparve lentamente, rivelando ancora le iridi verdi e brillanti, mentre un'espressione quasi tenera appariva sul suo volto, un sorriso imbrattato di sangue fresco.

Aprì di più la bocca, e Katsuki vide i denti macchiati di rosso vivo , lo stesso rosso degli occhi di sua madre, così simili ai propri, mentre la creatura si chinava verso di lui.

Con un ultimo sforzo, il cervello frantumato in spasmi di puro dolore, Katsuki riuscì a sussurrare un flebile «Io... ti amo... Izuku...».

E in quell'istante, la creatura affondò i denti nel cuore che pulsava, il sangue che schizzava ai lati della bocca, colpendo a terra i ciottoli che ancorano erano rimasti candidi in quello scempio.

Katsuki sentì un ultimo, straziante dolore attraversargli il torace, e poi tutto si fece buio.

Non c'era più paura, non c'era più dolore.

Solo silenzio e una fredda oscurità che lo avvolgeva completamente, mentre l'ultima immagine che portò con sé fu quella del sorriso affettuoso di Izuku, dell'amore crudele che brillava nei suoi occhi.

E infine, tutto si spense.

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