Capitolo 35: Tentazione

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Non è quello di attaccare, il mio primo istinto. Una parte di me vorrebbe solo andarsene lontano, ma rischierei di passare il resto della mia esistenza con il terrore che la sua mano mi tiri ancora per i capelli, facendomi cadere, per poi avventarsi su di me.

Non è questo ciò che voglio. Non voglio vivere in una costante paura. Anche se so già che non mi dimenticherò mai di tutto questo, che una parte di me sarà sempre terrorizzata, almeno devo liberarmi di lui. Per sempre.

Non provo l'odio e il rancore che sentivo per la mia sorellastra. Si tratta di qualcosa di molto più profondo. Di radicato nel mio midollo.

Me ne accorgo solo ora, perché ora ho il coltello. E con questo, io ho potere su Jeff. E se adesso gli saltassi addosso e affondassi la lama nel suo petto, se lo sentissi urlare di dolore e vedessi i suoi occhi implorarmi, avrei la mia rivincita. Mi sporcherei con il suo sangue e lo getterei giù dal ponte.

Jeff The Killer, la piaga che ha messo in ginocchio l'America ma che soprattutto ha messo in ginocchio me, morirebbe. Non farebbe più male a nessuno.

E io non solo ne sarei felice. Sarei letteralmente estasiata. L'idea di vederlo morente è una delle più piacevoli a cui io possa anche solo pensare. Riderei di lui, ne riderei come ho riso per la piccola Jo, ma molto, molto di più.

Prima lo colpisco alla gamba, e lui è più lento del solito, perché alla fin fine gli hanno sparato da poco. È tutto così facile, ora. Jeff è praticamente alla mia mercé. È debole, per la prima volta io sono più forte di lui, io posso prenderlo a calci.

E sentire il tonfo del suo stomaco contro la punta della mia scarpa, più volte, che lo fa gemere sottilmente di dolore. Non riesco a vederlo in viso, coperto com'è da quei disgustosi e unti capelli neri, finalmente in ginocchio davanti a me.

Alzo la lama in aria, pronta ad affondare il primo colpo.

Ora lui capirà come è essere me. E io... io sarò esattamente come lui.

Mi fermo, mentre stringo con troppa forza il manico del coltello.

Quello che sto facendo, quello che sto sentendo, non è tipico di me. È tipico di Jeff.

E io non voglio essere Jeff. Anche Ingrid lo odierebbe.

Una mano mi stringe la caviglia.

Jeff alza lo sguardo e il sorriso che ha inciso sul viso ha qualcosa di terribilmente più sbagliato rispetto al solito.

- Madge - sussurra, e quando mi fissa negli occhi, con le sue pupille a punta di spillo, mi dimentico di avere un coltello in mano, perché non ho mai visto uno sguardo più furioso di questo.

Vorrei che facesse come sempre. Che urlasse, che mi insultasse, che fosse violento. Perché così, zitto, fermo, a fissarmi, fa molta più paura. Sento la pelle d'oca.

- Madge - dice ancora - Mi vuoi uccidere? Uccidimi.

Resto spiazzata. Lo fisso negli occhi, e so che sta sorridendo davvero.

- Uccidimi. Non hai mai ucciso nessuno, vero? Dai, coraggio. Uccidimi. Ammazzami. Accoltellami e vattene. So che lo vuoi Madge. Madge, Madge, Madgie... oh, Madgie non è un bel nomignolo? Mi spiace non avertelo dato prima di essere a un passo dall'essere ammazzato da te.

Non mi piace la sua voce, ora. È troppo calma, troppo rilassata.

Si alza in piedi, ma non vuole rubarmi il coltello. Io all'improvviso mi sento ancora impotente.

- Lo so che cosa vuoi. Vuoi che io muoia. Su piccina, puoi farlo, se lo desideri. Accoglierò la tua lama a braccia aperte. Perché non dovrei? Io amo la morte! Coraggio, Madge. Non dirmi che hai paura. Dovresti smetterla di essere sempre terrorizzata da ogni cosa. Anche da me. Insomma, sono pur sempre l'amore della tua vita.

Ho la gola asciutta. Non posso ucciderlo. Nonostante quella parte di che vuole solo vederlo morire mi dica di fargli del male, non posso.

Non voglio assecondare questa parte di me. Non voglio rischiare di diventare come Jeff. Non posso. Mi odierei.

Sono una pazza, ma non sono un'assassina.

- No.

Jeff inclina la testa - No? Non è una bella risposta, Madge. Perché significa che sarò io ad ammazzare te.

Mi getta le mani al collo. Mi ritrovo a tirare più calci che posso. Ma Jeff resiste bene al dolore, e io sono di nuovo in svantaggio.

Non voglio morire. Non ora, non così.

Il metallo della ringhiera sbatte contro la mia schiena, e il mio respiro diventa difficile.

Non voglio morire. Voglio andarmene da qui ed essere felice, voglio andare da Ingrid e abbracciarla e dirle che le voglio bene. Non voglio che finisca così. Mi manca l'aria, non voglio morire.

Il coltello affonda nello stomaco di Jeff.

- Oh, allora lo hai fatto - dice, con un tono più affaticato. Sussulta di dolore quasi a ogni parola.

Ora sono io che lo fisso. Sta ridacchiando, mentre un rivolo di sangue scende da quelle che un tempo, forse, potevano essere chiamate labbra. Sul suo stomaco si diffonde una macchia cremisi. Mi scosto da lui, più velocemente che posso. Barcolla, ma non smette di sorridere, anche mentre il sangue scende copioso dalla sua bocca, macchiando i suoi denti e dando una tinta più fresca al suo sorriso.

- Oh, Madge, sto per morire. Ma almeno sono stato ucciso dal mio amore. E la sai una cosa? - si aggrappa alla ringhiera, e mi strappa il coltello di mano con un movimento fiacco - Ora che io sarò morto a causa tua, non ti libererai mai più di me.

Un attimo, e Jeff, sanguinante e sorridente, si getta giù dal ponte.



















Ultimo capitolo, signori. Il prossimo è l'epilogo. Ci vediamo presto con l'ultimiszima parte e i miei ringraziamenti.

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