11° capitolo

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Giunti al locale, Bernard parcheggiò l'auto ma da lì non scesero  perché iniziarono subito a parlare. L'uomo le raccontò del suo lavoro; gli dava molte soddisfazioni. Nell'ufficio dell'azienda per cui lavorava c'erano quattro impiegate con cui collaborava di una sola di esse però si poteva fidare. Si chiamava Marilyn, una donna per niente bella, alta (ben 20 centimetri più di lui), grassottella, single, dalla mente aperta; oltre ad essere la sua collaboratrice più fidata avevano anche un buon rapporto d'amicizia tanto che la fece conoscere alla moglie. Le spiegò in cosa si svolgesse il suo lavoro ed il contatto con sempre nuove persone le piaceva molto, lui che era di carattere socievole; poi cosa importante era indipendente. Si sentiva proprio realizzato. Fino ad arrivare a parlare della sua famiglia.
La mogliettina, quando si conobbero, già lavorava. Nonostante la sua richiesta, al momento dell'arrivo del loro primogenito, di lasciare il lavoro, lei non volle perche' la sua fortuna era quella di esercitare in una ditta con il nido interno; poi arrivò anche la seconda.
Il tempo volava come lo scorrere di un torrente. Giustine ascoltò senza interromperlo; lei della sua vita gli aveva già raccontato, non tutto, qualche settimana prima, il giorno che si sfogò.
Quando sentì parlare di figli, la donna, sì desto' :" I figli!" Uno sguardo all'ora, era già tardi, se non faceva in fretta non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare all'uscita della scuola. Bernard la riportò velocemente dove lavorava, l'auto della donna era la' e si salutarono scambiandosi  un bacio sulla guancia. Involontariamente le labbra di Bernard sfiorarono quelle di Giustine; un brivido raggiunse entrambi e mentre lei scese, lui le disse :" ci sentiamo domani?". Ma lei se ne andò senza rispondere.

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