35°capitolo

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Cosa avrebbe potuto fare? Erano quasi le h18, doveva ritornare a casa e Giustine sicuramente era già con la sua famiglia. Era molto agitato e combattuto, la sua mente era al momento in cui Giustine lo strattonò. Pensava al suo viso misto tra rabbia e tristezza, a quegli occhi rossi dal pianto e al perché non l'aveva rincorsa e fermata.
Non gli rimaneva che aspettare il giorno dopo; un tempo interminabile. Doveva però fare qualcosa, provare almeno a mandarle un messaggio: cosa le avrebbe scritto?
Quante parole gli giravano per la testa ma nessuna di esse gli andavano bene.
Non si era mai sentito così tanto in colpa. Con la moglie compensava le sue colpe comportandosi da bravo marito, ma, con Giustine questo non poteva farlo.
Era quasi arrivato a casa e non aveva ancora deciso cosa fare; la paura lo bloccava.
Non si era reso conto fino a quel momento di quanto l'amasse: stava rischiando di perderla. Intrappolato con le sue stesse mani.
Superficiale...si era comportato da stupido superficiale.
Parcheggiò la macchina in garage e salì. Prima di entrare in casa prese il telefono: deciso, scrisse un messaggio alla donna: "Buona serata". In realtà voleva scriverle "Perdonami", pero' era troppo intimo: non voleva crearle problemi. Giustine avrebbe comunque capito cosa Bernard intendeva. Non si aspettava di certo una risposta immediata anche se in cuor suo, ci sperava.
Mentre attraversava l'uscio, un beep dal telefono. Il cuore gli batteva forte, sullo schermo... messaggio in arrivo da "Giustine". Lo aprì, era tutto bianco, vuoto come il suo cuore. Cosa voleva fargli capire, Giustine, con quel messaggio vuoto?


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