38°capitolo

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Era stato un weekend lungo per entrambi: la rabbia per Giustine e il dispiacere di Bernard.
Lontani ma vicini; due anime smarrite che non riuscivano a dare tutto se stesse alle famiglie. Erano due corpi e metà cuore che giravano dentro casa con la testa e l'altra metà del cuore, fuori da quelle mura, dove quei pensieri tormentati vagavano senza meta.
La rabbia di Giustine cresceva ogni volta che tornava a ripensare a quella scena e più avrebbe avuto motivo per odiarlo. Però perché non ci riusciva?
La cena era finita, la donna iniziò a sparecchiare la tavola quando si fermò a guardare i figli che si rincorrevano; vederli la inteneri'. Prima li avrebbe sgridati per quietarli invece in quel momento, no!
Era stata una mamma molto presente, invece negli ultimi tempi la sua testa era altrove. I sensi di colpa l'assalivano sempre più e vedere in quell'attimo i suoi bambini se ne rese ancor più conto. Che cosa le era successo? Se solo suo marito le avesse dedicato più attenzioni non sarebbe accaduto! O era destino che sul suo cammino doveva incontrare Bernard e di innamorarsi?
Nello stesso istante anche Bernard stava pensando alla stessa cosa: come fossero collegati da un filo invisibile.
L'uomo credeva di poter riuscire sempre a gestire quel gioco in modo distaccato; poter giocare senza mischiare i sentimenti ma da quando sulla sua strada incrociò lei, Giustine, tutto cambiò!
La sua vita cambiò. Quella noia matrimoniale, quel pezzo mancante per ritornare a rivivere lo ritrovò il giorno in cui entrò in quel bar, dentro quegli occhi e in quel sorriso!
Tornare indietro non si poteva. Erano ormai un corpo ed un'anima sola con la difficoltà di non essere liberi. Come Giustine anche Bernard sognò di poter vivere un giorno il loro amore senza nascondersi e di potersi abbracciare come qualunque coppia che si ama.
Ma in quel momento l'unico suo pensiero era riuscire a farsi perdonare! Ci sarebbe riuscito?

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