2° capitolo

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La vita talvolta mette alla prova i cuori, anche i più sicuri e quello di Bernard era stato messo a dura prova non una volta, in quell'anno, e non solo lui, anche a Vivienne che non aveva mai dimenticato quel nome "Giustine " e il dubbio che si era insinuato in lei il momento in cui lo aveva sentito pronunciare ponendosi continuamente  domande su chi fosse e da quale tipo di rapporto potessero essere legati.

Vivienne ricordava ancora ciò che le aveva detto quella notte: che quella donna non era niente per lui e che l'aveva solamente  "usata", ma a lei le era sembrata più una scusa per consolarla. Lo amava e in quel momento gli aveva creduto.

Si sentiva colpevole nei confronti del marito. Sicuramente il suo allontanamento dalla famiglia e soprattutto da lei, come donna, era dovuta a delle sue mancanze verso l'uomo che amava.

Troppo presa dai figli, dalla casa e dal lavoro, si era resa conto di aver trascurato il suo rapporto di coppia e questo solo dopo che lo stava perdendo; ed è per questo che lo aveva perdonato.

Vivienne, aveva fatto dei cambiamenti per Bernard, aveva mutato il suo modo di essere: da mamma e moglie si era trasformata in donna seducente, innanzi agli occhi dell'uomo. Voleva ingelosirlo per tenerlo così a sè.

Il viaggio, consigliato da Bernard, si era realizzato e la loro felicità era arrivata all'apice, come ai loro primi anni di matrimonio, anche di più.

Sembravano aver ripreso la loro vita matrimoniale al meglio e che nulla potesse più  turbare questo loro nuovo inizio ma dopo alcuni mesi i dubbi di Vivienne e la maliconia di Bernard iniziarono a impadronirsi dei loro pensieri e delle loro anime che spesso avevano dovuto mascherare dietro ad un sorriso.

Entrambi evitavano di toccare l'argomento per paura: Bernard di raccontare bugie e Vivienne di scoprire che magari amava quell'altra donna e quindi diventerà la sua rivale.

Ogni qualvolta a Bernard saliva la malinconia, era costretto a nasconderla e non poteva sfogarla quotidianamente ripercuotendosi nelle notti insonni.

I rimorsi lo attanagliavano costringendolo a confrontarsi al mattino davanti al suo stesso riflesso quando si specchiava tanto che riusciva a leggere la sua stessa anima, torturandolo. 

Cercava perfino di evitare di guardare Vivienne; vedeva in lei, in alcuni atteggiamenti quelli di Giustine.

Sembrava impossibile ma in quante cose si assomigliavano le due donne.

La dolcezza della moglie e soprattutto i suoi occhi lo intimorivano: come se attraverso di essa riuscisse a percepire la sofferenza "dell'altra donna".

Si imponeva di distogliere lo sguardo da quegli occhi ipnotizzatori come fosse un filo legato alla sua mente obbligandolo ogni volta a porsi delle domande sulla scelta che aveva fatto.    

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