3° capitolo

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Bernard era ancora fermo sul ciglio della strada quando il telefono si era messo a squillare. Era il cliente che doveva incontrare; gli disse che tardava di un'ora, scusandosi. Aveva dimenticato le chiavi per aprire la farmacia, a casa, che distava circa mezz'ora dal paese.

Il destino nuovamente lo stava mettendo a dura prova.

Che fare?

Non gli rimaneva che aspettare.

Da quando aveva visto il nome sul cartello del paese non riusciva a distogliere il pensiero da Giustine, accrescendo la sua curiosità.

Così aveva messo in moto e si era avviato verso il bar.

Ogni suo movimento era un ricordo che riaccendeva la memoria e in quell'istante gli venne in mente la prima volta che la vide: era bellissima con quel sorriso che ammaliava chi le stava di fronte e tutti quegli uomini che sbavavano per lei non perdendo occasione per farle la corte (il pensiero lo aveva fatto ingelosire e nello stesso momento si era arrabbiato con sè stesso perchè anche lui era uno di quegli uomini, forse peggio. Aveva scommesso che Giustine sarebbe stata sua a tutti i costi).

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Durante il tragitto si poneva molto domande: se ancora lavorava lí e se lui stava facendo bene a rivederla.

Non aveva avuto il tempo di rispondersi che si trovò lì davanti.

Aveva sostato la macchina nel lato opposto. Tirò giù il finestrino cercando di guardare nelle vetrate nella speranza di scorgerla: ma da quella postazione non si vedeva nulla e anche i raggi del sole che si riflettevano sul vetro peggioravano la visibilità.

Richiuse il finestrino, prendendo fiato e cercó di scendere.

Ma qualcosa lo aveva intimorito e frenato: gli era mancato il coraggio.

Quanti pensieri in un attimo gli erano balzati nella mente: i ricordi dei bei e brutti momenti con lei.

Uno in particolare gli era ritornato alla mente: quella volta in cui l'amante gli aveva fatto una scenata di gelosia quando aveva scoperto l'amicizia particolare con Merylin, sua collaboratrice.

Era stato così dispiaciuto e in colpa nel sentire le sue parole ma così compiaciuto che il suo cuore era rimbalzato fuori dal petto per la gioia nell'avvertire l'amore sincero dell'amante; a testimoniarlo, le tante lacrime che le scorrevano sul viso.

Se avesse potuto Bernard, le avrebbe voluto raccogliere una ad una per poi rammentarle nei momenti in cui aveva la necessità di sentirla vicina.

Era così furiosa che lui avvertiva ancora tutta la sua rabbia ed in quell'istante sentì forte il desiderio di stringerla a sè come se lo stesse rivivendo.

Bernard aveva cercato di spiegarle che quella donna non era niente per lui ma Giustine non gli aveva creduto così gli aveva fatto promettere che se teneva veramente a lei, avrebbe dovuto troncare l'amicizia.

Promessa che non aveva mai mantenuto nonostante ci avesse provato ma ogni volta non trovava le parole giuste.

Merylin sapeva troppe cose e questo lo metteva a disagio... anche riguardo la relazione di Giustine.

Bernard si era sempre fidato di lei, era sempre stato tranquillo nel confidarsi e chiaro sul loro rapporto ( lei lo amava e Bernard lo sapeva o almeno lo immaginava).

Proprio lui le aveva raccontato della relazione con l'altra donna.

Aveva la necessità di sfogare con qualcuno i suoi sensi di colpa (aveva fatto bene? Si era domandato, poi).

Ma quello che Bernard non sapeva era che anche Vivienne, sua moglie (ignara della relazione con la sua collega) si era confidata con Marylin che sfruttando della conoscenza fece in modo di approfondire l'amicizia, furbescamente, pur di stare vicino all'uomo; facendo molta attenzione a non far trapelare dai suoi occhi cosa celava la sua anima.

Tra le tante confidenze che Merylin aveva fatto ce n'era una: che suo marito stava "usando" Giustine, notizia che Vivienne sapeva già ad entrambe era sembrata una scusa.

Il solo pensiero che non fosse così, faceva impazzire di gelosia Merylin; Bernard doveva essere suo, anche solo come amico, ma, suo.

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