Cap17 La tempesta dopo...la quiete O.o

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Kevin ×.×

Dicono che la cosa giusta sia dire sempre la verità, certo anche io la trovo un'idea logica.

"Verità= Fiducia. Perfetto no?"

Eppure non so perché in testa mi ronza una sorta di zanzara che mi ripete "non dire ad Al di Tanya, non dire ad Al di Tanya..."

Ma non posso certo mentirle ora che ha cominciato a fidarsi di me...no! Giusto?

Ci fissiamo per quello che mi sembra un secolo. Alex è ancora seduta sulle mie gambe e tiene entrambe le mani sulle mie spalle per pemetterci ci guardarci meglio negli occhi. Osservando meglio il suo viso noto che si vede ancora il livido sullo zigomo.

I suoi occhi, con la luce del sole, diventa di un verde molto più chiaro e limpido e si intravedono leggere sfumature di giallo. Neanche uno dei migliori artisti del mondo riuscirebbe a disegnare alla perfezione questi meravigliosi occhioni.

Al mi fissa con insistenza ha la fronte corrugata che gli conferisce un'aria da bambina imbronciata, noto che si è formata una piccola V sulla fronte. Non riesco a spiegarmi come o perché ma la rende ancora più sexy.

"Finirò per impazzire..."

<<Kevin...>> Mi scuote un pò per le spalle risvegliandomi dai miei pensieri. <<Ti sei imbambolato?>> Mi domanda con uno dei suoi sorrisetti dolci.

<<Scusa.>> Dico passandomi una mano tra i capelli. Riprendo l'elastico e li tiro indietro in modo da legarli, cerco invano di sottrarmi dal suo sguardo.

<<Cosa devi dirmi?>> Mi prende il viso con entrambe le mani e mi schiocca un bacio casto sulle labbra. Ho come l'impressione che già abbia capito che devo dirle qualcosa che a lei non piacerà. Ma non posso evitarlo. "Non sarebbe mentire, ma omettere la verità che poi non c'è molta differenza." Temo solo che se lo scoprisse da sola lei mi lascerebbe perché non ho mantenuto la promessa sulla nostra fiducia.

<<Ho sentito Tanya...>> Glielo dico così, senza pensarci troppo...in fondo che sarà mai.

Indietreggia di scatto come se le fosse arrivato uno schiaffo dritto in faccia, molla la presa sulle mie spalle ma continua a mantemere i suoi occhi nei miei, ma il suo sguarda è cambiato.

<<Mi ha chiesto di parlare, minaccia di farsi del male e quando abbiamo parlato piangeva a dirotto io...>> Non mi lascia finire la frase.

<<Le hai detto di si?>> Mi chiede incredula. "Oh merda sembra arrabbiata. " Faccio un respiro profondo.

<<Beh si...>> Dico con voce quasi impercettibile.

<<Da quanto tu e Tanya vi sentite? >>

"E questo che cosa centra? " Mi chiede scendendo dalle mie gambe. Armeggia con il borsone e sistema velocemente gli utensili che abbiamo usato.

<<Che vuoi dire?>> Le chiedo, non avendo ben capito dove vuole arrivare.

<<Quello che ho detto Kevin niente di più niente di meno. Tu e Tanya da quando vi sentite?>> Il suo tono è tagliente e pur essendo sotto il sole cocente riesco a sentire un brivido lungo la schiena.

<<Al ci conosciamo da quando eravamo piccoli. La sento spesso. E poi non credo di doverti dare conto su Tanya.>> Si gira di scatto, nel suo sguardo vedo un lampo d'ira. La bocca serrata in una linea dura.

Fa per parlare ma è come se le parole le morissero in bocca prima di uscire. Scuote la testa come se non volesse pensare a quello che ho detto.

<< Non devi certo preoccuparti. >> Faccio per prenderle la mano ma si scansa velocemente.

<<Perché sei arrabbiata? >> Le chiedo con voce roca.

<<Dillo a sua madre, non vedo il motivo per cui tu debba vederla. Perché non mi hai detto che vi sentivate spesso e invece mi hai detto che vuole parlarti perché sta male? Kevin, dopo quello che mi ha fatto...>> Dice agitando la testa,  continua a tenere lo sguardo fisso sull'erba verde.

<<Non mi sembrava importante tutto qui. Ma non voglio mentirti. Te lo giuro tra noi non c'è niente. Sai che provo dei sentimenti per te. >> Mi prende la mano, rivolge i suoi occhi nei miei.

<<Allora non hai motivo di parlare con lei.>>

"Perché no? Perché non posso...?"

<<Kevin se qualcuno mi dicesse che ha intezione di farsi del male avviserei direttamente la sua famiglia. È una trappola!>>

Mi viene da ridere.

<<Al ma che stai dicendo?>> Le chiedo divertito.

Continua ad essere seria, perché si comporta così? Perché non si fida?

<<Non voglio che tu la veda.>> Mi dice stringendo la mia mano ancora più forte.

<<Non vuoi?>> Le chiedo accigliato liberandomi dalla stretta. Poi come se qualcosa le fosse saltato alla mente.

<<Siete stati insieme? >> Mi chiede alzandosi. Faccio anche io lo stesso.

<<Come scusa?>> "Cazzo, cazzo...perché fa così? "

<<Mi hai sentito...>> Dice quasi urlando. <<Siete stati insieme?>>

<<Perché lo vuoi sapere?>> Le chiedo avvicinandomi a lei, ma ogni passo che faccio in avanti lei ne fa due indietro.

<<Maledione Kevin rispondi!>> Questa volta sta urlando sul serio.

<<Si.>> Le rispondo con tono basso.

<<Quando avevi intezione di dirmelo?>> Socchiude gli occhi in una fessura.

<<Perché avrei dovuto?>> Domando. "Non riesco a capire. Cosa le prende? " Sembra quasi che i suoi occhi si stiano riempendo di lacrime.

"No, no, no..." Cerco di avvicinarmi ma lei si sposta.

<<Non...non importa.>> Si asciuga una lacrima con il dorso della mano. "Non piangere."

<<Al io non capisco...perché fai così...io...>> Cerco spiegarmi.

<<Ho frainteso tutto...lascia stare. >> Agita la testa in un no.

<<Hai frainteso cosa?>> Le chiedo.

"Maledizione di cosa sta parlando?"

<<Credevo di essere...si essere la tua ragazza. Ma io...no.>> Dice ogni parola in un misero sussurro.

<<Certo che lo sei...>> Le dico, mi avvicino e la stringo tra le braccia. Sembra rilassarsi. Poi però mi spinge via con entrambe le mani.

<<No, non lo sono. Perché se lo fossi mi avresti parlato di Tanya. Ma evidentemente per te non era così importante dirmi che la persona con cui ho fatto a pugni, per te, era la tua fidanzata.>> Mi dice tutto d'un fiato. Prende la tracolla e si incammina verso la strada.

<<Dove stai andando? Ho l'auto....>> Le dico posizionandomi di fronte a lei.

<<Prendo un taxi. >> Mi dice seria.

<<Alex. Perfavore.>> Le dico.

<<Kevin, non voglio che tu la veda, perfavore.>> Si avvicina e mi sfiora la guancia con il palmo della mano.

<<Devo.>> La mia voce è roca. <<Andiamo adesso o perderai l'autobus. >>

<<Viene a prendermi mio padre.>> Dice mettendo di nuovo disfanza tra di noi.

<<Ok.>> Prendo il borsone e saliamo in macchina.

Durante il tragitto non diciamo niente, ma entrambi sappiamo che qualcosa è cambiato.

"La mia ragazza non si fida più di me."

Alex :(

Io e Kev non ci scambiamo neanche una parola. Mi sento strana e ho così tanto bisogno di pensare.

"Ho sbagliato tutto, ero convinta che lui provasse dei sentimenti per me."

Eppure lui me lo ha detto, e allora perché vuole vederla? Perché non mi ha detto che sono stati insieme? Forse avrei dovuto capirlo, ma credevo che fosse solo lei ad essere attratta da lui.

E se Kevin ne fosse...innamorato.

"Io...io ne morirei."

Ma lui DEVE...è così che mi ha detto...che deve.

Ed è stato come se il mio cuore avesse saltato un battito,il respiro mi si è fermato.

"Perché non capisce che è solo un maledetto trucco per mettersi tra di noi."

Arriviamo al cancello dell'accademia. Dopo pochi minuti vedo mio padre. Scendo dall'auto e Kevin fa lo stesso.

<<Ciao.>> Gli dico semplicemente e faccio per andarmene.

<<Piccola...>> Mi  prende la mano e mi gira verso di lui non lo guardo, ma mi accorgo che mio padre scende dall'auto e si dirige verso di noi. <<Va tutto bene, vero?>> Mi chiede.

<<Jonathan Smith molto lieto...>> Papà porge la mano a Kevin e nel frattempo io mi distacco da lui.

<<E tu devi essere Kevin, Alexandria mi ha parlato tanto di te.>> Dice con un sorriso cordiale stampato in faccio.

"Alzo gli occhi al cielo. Non adesso papà!"

<<Molto piacere signore....>> Poi mi guarda e mi fa un mezzo sorriso.

Distolgo lo sguardo dal suo.

<<Spero che Alex ti abbia detto per domenica. >> Dice mio padre sorridendo.

<<No papà, gliel'ho solo accennato.>> Ma poi è successo quello che è successo.... <<Ma sono sicura che ha da fare.>> Guardo Kevin di traverso.

"Non dopo aver litigato."

<<Ehm, no signore, per domenica non ho niente di importante da fare!>> Dice rivolgendosi a mio padre con un sorriso enete stampato in faccia.

"Aahh che rabbia!!!"

Non mi guarda. "Vigliacco. Si...ma esageratamente bello..."

<<Perfetto. Domenica mia moglie preparerà un bel pranzetto con i fiocchi. E saremo molto lieti di averti come ospite.>> Dice felice come un bambino a cui hanno dato delle caramelle.

<<Oh grazie mille per l'invito. Ci sarò senz'altro.>> Chiacchiererano ancora per un pò e poi si salutano stringendosi la mano. Poi mio padre ci lascia un attimo da soli.

<<Non ci provare...>> Lo avviso.

<<Verrò perché tuo padre mi ha invitato e perché sono il tuo ragazzo.>> Mi dice incrociando le baccia al petto.

"Il mio ragazzo." Vorrei crederci...ma non ci riesco non dopo quello che è successo. Sospiro.

<<Certo...Ora vado.>> Gli dico.

<<Alex...>> Tenta di dire qualcosa.

<<No...già abbiamo parlato abbastanza. Ci vediamo domenica. >> Lo bacio sulla guancia.

"Lo so lo so...ma non posso resistere...e se fosse l'ultimo?"...e me ne vado.

<<Sembra proprio un bravo ragazzo. >> Dice mio padre. <<Tua madre lo adorerà ne sono certo.>>

<<Si è un bravo ragazzo papà. >> Gli dico guardando fuori dal finestrino.

<<Va tutto bene?>> Mi domanda con il suo solito tono preoccupato.

<<Si.>> Dico cercando di convincere più me stessa che lui.

Chiudo gli occhi e mi torna in mente quello che mi ha detto Kev.

"Devo!"

Hola bellissime ;)

Ecco a voi il diciassettesimo capito...ditemi come vi è sembrato :)

Scusate eventuali errori.

E state tranquille... Dopo la pioggia arriva sempre l'arcobaleno ♡♥
Alla prossima un baciooo ♡♥♡♥

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