Cap45 L'inizio di una maledetta fine.

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Alex

Io e Kev ci stiamo preparando per andare a pranzo dalla sua famiglia.

Lo ammetto sono un pò nervosa e credo che lo sia anche Kevin, non solo perché durante la notte si è agitato molto ma anche perché da quando ci siamo svegliato non ha detto neanche una parola.

Visto che non ho portato niente di carino, ho optato per un paio di pantaloni indiani larghissimi, di colore grigio e una canottiera bianca. Lego i capelli in una coda e infilo una felpa con la cerniera di Kev.

Mi piace indossare i suoi vestiti perché trattengono il suo buon profumo.

Kev indossa un paio di jeans blu e una camicia verde, quella del nostro primo appuntamento.

"È bellissimooooo."

Ieri dopo aver fatto l'amore si è comportato un pò stranamente, è uscito per un paio di ore di lavoro e quasi non mi da retta.

Ho provato a chiedergli cosa stesse succedendo, ma lui non vuole parlare.

Sono sicura che è nervoso per il pranzo, o meglio, per suo padre, ma sono certa che andrà tutto bene.

"Spero di piacere a sua madre."

Quello è il mio obiettivo.

La cosa che non capisco è perché non ha voluto fare la doccia con me quando gliel'ho chiesto, non ha fatto colazione con me giustificandosi che non aveva fame e quando gli faccio qualche domanda su suo padre lui non risponde.

<<Sei nervoso?>> Gli chiedo timidamente, cerco di non essere troppo invadente.

Forse è colpa mia. Forse ha bisogno di spazio e io invece non faccio altro che chiacchierare e disturbarlo.

Si sta abbottonando la camicia, ma il suo sguardo è fisso ad un punto indefinito della stanza.

<<Kevin...>> Lo chiamo, mi avvicino a lui e gli sfioro la il braccio con la mano.

Lui quasi si spaventare e si allontana di un passo, fissa i miei occhi. Sembra stanco e si vede che non ha dormito.

Minguarda negli occhi, i suoi sembrano spenti, non è il Kevin di sempre non è il mio Kevin.

<<Scusa. Cosa hai detto? >> Mi guarda confuso e agita la testa. Con cautela mi avvicino a lui e gli prendo la mano.

<<Che cosa succede?>> Gli domando, il suo sguardo sembra accendersi di ira.

<<Non succede niente Al. Quante volte devo ripetertelo. Per la miseria mi chiedi sempre le stesse cose.>> Sputa ogni parola come se stesse parlando con una persona che odia.

"Lui non mi ha mai parlato così. "

Non mi ha mai trattata in questo modo, vorrei capire che cosa succede, che cavolo gli prende. Si sposta in cucina così da uscire di casa.

<<Kev, posso sapere che cosa ho fatto per meritarmi questo tuo atteggiamento nei miei confronti?>> Gli chiedo senza trapelare alcuna emozione.

Non voglio che capisca che sono ferita. Non voglio che capisca che sono debole. Sembra di star tornando indietro nel tempo, quando avevo paura di non potermi fidare di lui.

<<Cosa...cosa hai fatto?>> Chiude gli occhi e appoggia le mani sul bancone, proprio dove ieri mi ha toccato come nesssuno mai.

Agita la testa e le sue parole sembrano quasi un sussurro. Sembra esausto, vorrei poter fare qualcosa.

<<Kevin...io...>> Cerco di dire qualcosa ma lui mi interrompe.

<<La sera che siete uscite. >> Dice soltanto, la sua voce mi arriva forte e tagliente dritta nello stomaco.

"Non può essere arrabbiato per quella sera, lui stesso mi ha detto che non lo era."

<<Sei arrabbiato per l'uscita con le ragazze? Avevi detto che...>> Mi guarda dritto negli occhi, i suoi sono quasi neri e pieni rabbia per qualcosa che io non riesco a comprende.

<<Perché non mi hai detto che il cameriere ci ha provato con te?>> Domanda secco, senza giri di parole dritti al punto.

"Perché non gliel'ho detto? Perché me ne sono dimenticata, perché non era importante, perché avrei dovuto?"

Kevin

Lei mi fissa negli occhi, Alex mi guarda confusa, come se io fossi impazzito.

Spesso si fanno decisione sbagliate, la mia è stata fare in modo che Al si innamorasse di me.

Sono stanco e il mio cuore non batte forte come pochi giorni fa.

"Perché? Perché ho preso una decisione che non avrei voluto prendere."

Molti dicono che non bisogna far soffrire le persone che amiamo, ma molti non si trovano nella mia situazione.

Questa notte non ho dormito, ho pensato e ho deciso.

Stare con Alex mi rende felice, mi sento vivo, prima di lei non ero niente e nessuno, non sapevo cosa volesse dire il termine amore, non conoscevo il piacere di vedere qualcuno prendersi cura di me o il bello di prendersi cura di qualcuno che si ama.

Ma ho dedotto anche che se ami veramente qualcuno devi fare in modo che non soffra.

"E io ho fatto soffrire Alex troppe volte."

Stamattina sono andato da Tanya perché voleva rivedermi e ho scoperto che, in fondo, non so che cosa voglio. Abbiamo solo parlato, lei ha provato a baciarmi ancora ma io mi sono rifiutato.

"Ho tradito Alex una volta, non lo farò ancora."

Forse è il mio destino stare con Tanya e forse Alex sarà solo un bellissimo ricordo. Ma solo un ricordo.

Deve odiarmi, non voglio che mi ami.

Perché non è la cosa giusta, e io non so più cosa posso darle in cambio.

"Non voglio perderla, ma non voglio neanche aspettare il giorno in cui lei mi dirà che non sono più abbastanza. Il momento in cui lei non sarà più in grado di sopportare quello che dice la gente. E non voglio avere il cuore spezzato."

Cerco di fingere di essere arrabbiato ma in questo momento vorrei solo abbracciarla e ricordare quello che è successo ieri.

Le sue mani tremano, le guance sono di un rosso acceso, e mi fissa con occhi preoccupati.

Quegli occhi che in questi due giorni stanno cercando di scovare il motivo della mia stancazza o della mia insonnia.

"L'insonnia. Prima di conoscere Alex non riuscivo a dormire. Solo dopo il primo bacio ho ricominciato a riposare bene, perché avevo la consapevolezza che l'avrei incontrata anche nei miei sogni."

<<Non so perché non te l'ho detto. Non mi sembrava importante, io...>> La interrompo ancora.

Non le sto dando la possibilità di parlare, perché se ascoltassi una sola parola di quello che ha da dire il mio piano andrebbe in frantumi.

Non posso sentire le sue scuse, lei non deve scusarsi per niente.

<<Certo. Come vuoi tu. Avresti dovuto dirmelo tu e non le mie sorelle. Ma ora non mi importa...>> A quelle parole alza lo sguardo.

"Sono arrabbiato con me stesso, vorrei poter fare qualcosa, vorrei poter essere bianco e ricco. Essere come lei."

<<Scusa...>> Sussurra i suoi occhi nei miei.

<<Andiamo.>> Apro la porta ma prima di uscire sento le sue braccia stringermi i fianchi.

"No, ti prego Dio fa che mi odi."

Alex :'(

Lo abbraccio più forte che posso e cerco di trattenere le lacrime.

Non voglio piangere, non voglio litigare, non succederà mai più. Mai.

<<Ti prego Kev perdonami. Non uscirò mai più con le ragazze. Sempre e solo con te. Ma non essere arrabbiato. >> Gli chiedo con un filo di voce.

Stringe le mani a pugno ma non si gira per ricambiare il mio abbraccio, semplicemente si stacca da me e mi tiene la porta aperta per farmi uscire.

<<Kev.>> Lo guardo ma lui non dice niente.

Durante tutto il tragitto non mi rivolge la parola, non mi stringe la mano come fa sempre, e non mi guarda con il suo solito sorriso.

Arriviamo difronte ad una casa con un grazioso giardino, il sole splende magnificamente.

Una signora di mezza età molto gracile e un pò più alta di me ci apre la porta.

<<Ooh, finalmente conosco la bellissima Alex. >> Mi sorride dolcemente e ricambio.

Il cuore comincia a martellare forte e sono certa di essere già diventata rossa in viso.

Per istinto prendo la mano di Kevin e la stringo forte nella mia.

So che è arrabbiato, so di aver sbagliato,  ma ora ho bisogno di lui.

Anche se non me lo aspettavo lui ricambia la stretta e mi guarda con un mezzo sorriso.

La madre di Kevin è molto simpatica, sorride molto e mi ha riempito di domande sulla mia famiglia,  ci sono anche le sue sorelle ma il padre non c'è.

Mentre apparecchiamo la tavola riesco a restare un secondo con Kevin da sola in cucina.

Gli prendo il colletto della camicia e lo attiro a me in bacio duro e passionale. Lui sembra non ricambiare all'inizio ma poi lentamente si scioglie.

<<Ti amo. Amo solo e soltanto te.>> Gli sussurro prima di infilargli di nuovo la lingua in bocca.

"Cazzo se ti amo,"

Kevin :(

"Merda, merda, merda..."

Mi stacco da lei prima che mia madre possa tornare.

<<Alex è per il tuo bene. >> Le sussurro soltanto.

Lei mi guarda confusa e aggrotta la fronte.

<<Allora Alex parlami un pò di te.>> Sorride mia madre rivolta alla mia ragazza...ad Alex.

<<Cosa vuole sapere signora Anderson? >> Chiede Al con il suo solito sguardo cordiale.

<<Beh sei innamorata del mio bambino?>> Domanda la donna.

<<Sta zitta mamma.>> Affermo accigliato mentre prendo i piatti.

<<Da morire signora. Kevin è la mia vita.>>Mentre Alexandria dice queste parole il suo sguardo e fisso nel mio.

Senza dire niente esco dalla stanza e mi metto a origliare la loro conversazione.

<<Cara, va tutto bene tra te e Kevin? >> Domanda mia madre.

<<Io...ehm...io credo di si...>> Risponde Al con un filo di voce.

<<Lo spero. Sei così carina e da quando Kevin ti conosce è cambiato tanto. Ho visto che ti ha scattato delle foto e sono veramente belle.>> Dice mentre sistema qualche pentola.

<<Oh no, è lui che è veramente bravo. Kevin è molto importante per me. Ecco...stamattina abbiamo litigato.>> Nella sua voce c'è un filo di rammarico e di dolore. Eppire la prima cosa che ha fatto è stata dire che sono un bravo fotografo.

<<Oh, e perché? >> Chiede quell'impicciona di mia madre.

<<Ho fatto un errore e ho paura che Kev non mi perdoni.>> Le sue parole mi stringono il cuore in una morsa.

"Perdono?"

<<Tesoro, sta tranquilla. Vedrai che passa tutto. Vieni qui.>> Sento mia madre.

<<Cosa fai? Ti metti anche a origliare? >> Mi chiede Astrid mentre scende le scale per andare nella sala da pranzo. 

<<Fatti gli affari tuoi. >> Affermo soltanto.

<<Non hai detto niente ad Al di...>> Prima che continui la interrompo.

<<Sta zitta.>> Quasi le urlo in faccia.

La sua espressione sembra impaurita e mi guarda con la fronte aggrottata.

"Sono stanco, sono fottutamente stanco. E non voglio parlare con nessuno. Non adesso."

Il pranzo è immerso in un silenzio che quasi spacca i timpani, Alex non ha toccato niente, non ha assaggiato neanche una portata, ha solo finto per non dare nell'occhio a mia madre.

Il bastardo non c'è, la mamma lo ha convinto a restare tutto il giorno al bar così da non disturbare il pranzo.

Sento il mio cellulare vibrare, guardo ed è la madre di Tanya.

<<Pronto?>> Chiedo confuso.

<<Kevin...>> La sento gridare tra le lacrime.

<<Che cosa succede?>> Chiedo alzandomi di scatto.

<<Qualcuno ha fatto del male a Tanya e ora è in ospedale. Ti prego vieni qui.>> Dice quasi implorando.

<<Arrivo subito. >> Stacco la chiamata.

Prendo le chiavi dell'auto e mi dirigo verso la porta.

<<Che cosa succede Kevin? >> Mi domanda mia madre preoccupata

<<Hanno fatto del male a Tanya. Devo andare da lei, ha bisogno di me.>> Rispondo guardando mia madre.

Poi i miei occhi si posano in quelli di Alex.

Una lacrima le riga la guancia ma lei la pulisce prima che gli altri possano vederla. Poi abbassa lo sguardo, come se avesse capito tutto, chiude gli occhi e ingoia a vuoto, mentre tra le mani stringe il ciondolo a forma di cuore.

"Quel ciondolo che prometteva quell'amore indistruttibili. Ma che io invece ho fatto in frantumi."

Apro la porta e metto in moto l'auto, esco dal vialetto di casa e mi dirigo verso l'ospedale.

Holaaaa...

Spero vi sia piaciuto il capitolo.... :)

Come al solito scusate eventuali errori.

Non è venuto proprio come avrei voluto io ma almeno ci ho provato....

Ditemi cosa ne pensate.

Vi voglio bene

Baci Lina =)

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