Capitolo 17. Les fluers du mal - (I fiori del male)

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(...) sono un ragazzo molto indipendente – solitario sembra un aggettivo negativo - però mi impegno in tutto quello che faccio e non ho nessun problema a lavorare in team con altri, qualsiasi sia il sesso, l'etnia e la fede, sono molto aperto di mente. Tutti i miei voti sono nella media, non ho attività extra curricolari, eccetto il corso di nuoto che sto seguendo – l'ho interrotto e il mio terapista è uno stalker ma non lo saprete - da quest'anno – sempre che conti -. Ho scelto il vostro college perché mi permetterebbe di continuare a vivere a Millstorm e quindi continuare a coltivare le amicizie - Lauren e Alex? - e gli affetti - Merluzzo e la signora Lopez - che mi legano a questo posto; inoltre il vostro programma di Arte e letteratura straniera è molto interessante e ricco.


Mi allontano dal computer e vado in cucina a prendermi del caffè, mi siedo a terra accanto a merluzzo che dorme spaparanzato sul pavimento, gioco con la sua coda ma lui indisturbato continua a sonnecchiare. Dannata lettera di presentazione per il college, forse la signorina Williams ci metterà mano, rendendola un po' più accattivante, sembra scritta da un bambino; più la leggo e più mi vergogno del lessico e della banalità del contenuto.

Guardo l'orologio, tra pochi minuti dovrebbe passare a prendermi Lauren, stampo la lettera e spengo il computer, prendo lo zaino ed esco di casa. Controllo di aver ben chiuso la porta e gli infissi, lascio uscire Merluzzo e controllo che le sue seconde ciotole di viveri che messo all'esterno tra le aiuole sfondate siano piene, visto che deve restare fuori mentre io sono via almeno avrà di che sfamarsi. La signora Lopez sta spazzando il suo portico, la saluto ma non mi fermo, proseguo e come da programma Miss Caschetto accosta all'inizio del viale suonando il clacson un paio di volte, nonostante sia praticamente davanti a lei.

<< Allora ha intenzione di fare qualcosa oggi? Sai... Insomma hai capito a cosa mi riferisco no? >> Esordisce squillante appena salgo in macchina, percepisco però un'aura di tristezza in lei.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, ma certa sta parlando di San Valentino solo che a differenza sua a me non me ne importa proprio niente di questa festa, è soltanto un giorno come un altro che contribuisce a nutrire il capitalismo nel mondo. Non mi metterò a fare lo scemo o a lasciare bigliettini e fiori ad Alex, sono ancora un po' ferito nell'orgoglio per via della nostra ultima conversazione avuta lunedì.


<< Si Lauren so che giorno è, oggi è giovedì e abbiamo il compito di francese, j'aimerais bien réviser maintenant!>> borbotto.


<< Studi sempre all'ultimo nonostante i miei minuziosi appunti! Dai Ethan oggi è la tua occasione, non costringermi ad essere il tuo cupido te ne pentiresti amaramente >> conclude sogghignando.


<< E sentiamo che cosa faresti? >>

Ora ha in un certo modo catturato la mia attenzione. Chiudo il libro di francese cercando di non disperdere tutti i post-it sistemati meticolosamente sulle pagine più importanti e la fisso molto serio.

<< Dammi il telefono >> Auch, non è una richiesta ma un ordine il suo!

<< Non siamo ancora così amici da scambiarci i reggiseni e le password cara mia >> rispondo ridendo.

<< Tu dammelo e basta, non preoccuparti non ficco il naso nei tuoi files, adesso accosto, ci vorranno dieci secondi al massimo te lo prometto >>.

È di parola, all'undicesimo secondo il telefono rientra in mio possesso.

<< Cosa hai fatto in così poco tempo? >> chiedo spaventato.

<< Adesso il faut juste attendre! >> Ride.

Facile per lei dire che adesso basta solo aspettare, controllo i socials ma non vedo nulla, nessuna mail in uscita e nessun messaggio inviato, probabilmente mi sta prendendo in giro. Però nel dubbio sarà meglio renderle la stessa moneta.

<< Ma invece sentiamo cosa farai tu oggi? >> chiedo provocatorio.

Si fa improvvisamente seria.

<< Cercherò di non disperarmi vedendo Spencer fare la corte a Myriam, la cheerleader quella che sembra uscita da una copertina di Vogue... >>

<< Stai parlando di Spencer Halls? Quello dell'ultimo anno con i rasta? >>

<< Si esatto, lui è la mia ultima crush >> pronuncia con voce svenevole.


Dopo l'intera squadra di football, quella di pallacanestro, i ragazzi del club di teatro e i One Direction penso cercando di trattenermi dl farglielo notare. Sembra così normale per lei, avere una cotta per un ragazzo, le sue vanno e vengono, sono passeggere e divertenti, se non va con il prescelto o è arrivata tardi passa al prossimo. Easy pease.

<< Dammi il tuo telefono adesso >> mi scappa un occhiolino involontario.

<< Mmh Ethan... >>

<< Fidati di me madmoiselle, dopotutto tu e Spencer vi siete conosciuti alla scorsa festa no? >>

<< Si abbiamo parlato, c'è stato qualche bacetto innocuo e ora mi segue sui socials, ma niente numero e nessun messaggio da allora >>.

Vado sul suo account Instagram e posto nelle stories la foto di un mazzo di rose rosse, aggiungendo la descrizione "wish its could be mine" e le rimetto il telefono nella borsa soddisfatto.

Arriviamo a scuola, e neanche a farlo apposta Alex e Spencer stanno chiacchierando nel parcheggio accanto alle loro moto. Rossi come due pomodori e io e Lauren strisciamo dentro dall'entrata ad est facendo tutto il giro della scuola passando dai giardini bagnandoci le scarpe e l'orlo dei pantaloni, cercando di non farci notare pur ridendo come due matti. Le risate finiscono nell'istante in cui vedo la prova di Francese, blackout completo.

La professoressa ci domanda di collegare i nostri pensieri e opinioni a quelli di un poeta a nostro piacimento trattato negli ultimi mesi. Cerco di fare mente locale, ho una memoria fotografica davvero sbalorditiva, quando studio uso vari colori per evidenziare cose diverse: come la data di nascita, di morte, opera più conosciuta, parole chiavi e nomi importanti, in un certo senso si può dire che seguo l'arcobaleno come aveva commentato più volte Alex. Chissà cosa avrà combinato Lauren.

Mordicchio nervoso la penna viola, sotto la luce del sole pallido il viola aumenta d'intensità, mi ricordano gli occhi di James, la paura, la fobia che nutro verso l'acqua è ormai paragonabile a quella che nutro nei suoi confronti, non mi sento al sicuro nemmeno sulla terra adesso. Pensando a lui e all'acqua mi ricordo una poesia di Charles Baudelaire, parte della sua raccolta più famosa "les fleurs du mal", i fiori del male.

L'homme et la Mer

Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer.

Tu te plais à plonger au sein de ton image;
Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur
Se distrait quelquefois de sa propre rumeur
Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.

Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:
Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes;
O mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!

Et cependant voilà des siècles innombrables
Que vous vous combattez sans pitié ni remords,
Tellement vous aimez le carnage et la mort,
O lutteurs éternels, ô frères implacables!

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L'uomo e il mare

Uomo libero, sempre tu amerai il mare!
Il mare è il tuo specchio; tu miri,
nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima.
Il tuo spirito non è abisso meno amaro.


Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine;
tu l'abbracci con gli occhi e con le braccia,
e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito
al rumore di questo lamento indomabile e selvaggio.

Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti:
uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi;
mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete,
tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.

E tuttavia sono innumerevoli secoli
che vi combattete senza pietà né rimorsi,
talmente amate la carneficina
e la morte, eterni lottatori, fratelli.


Scrivo, perso nei meandri della mia mente, non ricordavo di saperla a memoria eppure l'ho appena scritta nero su bianco, e insieme ai miei pensieri; di come l'uomo e il mare abbiano davvero molto in comune, esprimo il tutto però in forma negativa, sottolineando come in francese, la fonetica ovvero la pronuncia calchi sulle M, rendendo tale affermazioni di uguaglianza delle due figure ancora più vivida. Concludo affermando che il mar e l'uomo possono essere al massimo fratellastri, non per u fattore genetico ma piuttosto fisico, in quanto abitano due luoghi diversi e regnano in quanto padroni questi due differenti luoghi in maniere diverse. Magari con le ultime frasi sono andato fuori tema, ma volevo chiarire il mio pensiero seppur ridicolo in merito all'affermazione di fratellanza di Boudelaire.

Finisco appena in tempo, consegno la prova, saluto Lauren ed esco, svuotato di ogni energia. Non mi spiego come conoscessi quella poesia par coeur, nella mia testa era apparsa dopo aver collegato James e l'oceano, le mie due fobie, rabbrividisco e bevo un sorso d'acqua fresca, ristorando la mia gola secca.


Puntuale dopo aver pranzato in mensa mi recò nell'ufficio della consulente scolastica. Oh santo cielo! Oggi la sua spilla con l'ape è stata rimpiazzata da un grosso cuore rosso con scritto love me, agghiacciante, quasi quando il suo tailleur giallo, spero di non tradire il mio disgusto, no offence.

Dopo i soliti convenevoli tiro fuori dallo zaino la lettera, leggermente stropicciata e gliela porgo non poco a disagio, il disagio aumenta però quando leggendola le sue espressioni facciali riproducono in parole povere il mio stesso pensiero riguardo a quell'elaborato.

<< Francamente non solo l'ha consegnata in ritardo ma ha pure avuto il coraggio di consegnarla stropicciata e il contenuto lascia a desiderare, dovrebbe mettere in risalto le sue qualità, deve mostrarsi appetibile per i college e se proprio deve lusingarli almeno utilizzo un linguaggio più complesso e strutturato. Deve mettersi in vendita signor White, anche se dovesse scegliere un piccolo college statale come quello il St. Collins, ci siamo capiti? >>

Annuisco restando in silenzio.

<< Passiamo alla sua e-mail riguardo al cambio del tutor, reputo che nelle sue condizioni il signor Evans sia il candidato più adatto a guidarla e sostenerla nella scelta, come del resto faccio già io durante i nostri incontri. Non vedo motivo di cambiare e assegnarle un altro insegnante, a malapena è riconosciuto, fisiognomicamente parlando dal corpo docenti, come se fosse sempre stato uno studente invisibile; il signor Evans ha potuto conoscervi e saprà fare bene il suo lavoro mi creda. Inoltre ricevo continuamente l'esito delle vostre sedute, mi compiaccio per l'impegno di entrambi! >> conclude orgogliosa con un sorriso a trentadue denti.

<< In che senso mi scusi, James le scrive delle ... >> vengo interrotto.

<< Non si preoccupi non viola il segreto professionale, non sono al corrente dei vostri discorsi ma solo del suo impegno costante nel trovarsi con lei due volte a settimana. Quasi dimenticavo quest'attività non conta come sport ma può parafrasarla, dicendo di aver fatto un corso di vita, cercando di conoscersi meglio e rafforzare il suo desiderio di studiare e vivere nuove esperienze, il signor Evans è l'equivalente di un life coach ...>>

Continua a parlare inarrestabile, ma io sono raggelato sulla sedia. Sono quasi due settimane che non ho contatti con lui, anche se sospetto sia lui il mio stalker, e scopro che lui finge di continuare la terapia. All'inizio avrò anche ingigantito le cose ma adesso andare dalla polizia mi sembra un'idea piuttosto buona. Potrei rintracciare i cacciatori e chiedere loro di testimoniare, inoltre ha mentito sugli incontri, dichiarando il falso e se mi vedessero fisicamente e mentalmente sofferente in sua presenza capirebbero che non sto mentendo, che ho realmente paura di lui.

Nella mia mente è un piano brillante, assolutamente infallibile.

Esco dall'ufficio della signorina Williams e mi precipito fuori dalla scuola, pronto ad andare al commissariato e denunciare James.

Svolto l'angolo e mi trovo davanti Alex, non riesco a fermami e ci scontriamo, io cado a terra lui invece riesce a ritrovare l'equilibro giusto in tempo. Mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi, ma nasconde l'altra dietro alla schiena. Mi alzo e ci fissiamo in silenzio per qualche secondo, sorride timido e all'improvviso compaiono decine e decine di rose bianche tra noi, tenute insieme da un'enorme fiocco; lo guardo non capendo cosa stia succedendo e le sue labbra articolano una parola, scusa.

Mi spinge in mano il gigantesco mazzo e si avvicina paurosamente alla mia faccia, ma non colma del tutto la distanza tra le nostra labbra, lascio cadere le rose a terra e lo bacio, colmando la distanza tra i nostri corpi e le nostre labbra, gli uni avidi dell'altro.  

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