Capitolo 6. Conscience - (Consapevolezza).

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<< Ethan, prendiamo una pizza per cena? >>.

<< Certo, quello che vuoi. Mia madre ha lasciato dei soldi nel primo cassetto, quello giallo a lato della credenza >>. Rispondo tra una boccata e l'altra di fumo.

Le sigarette di Alex non mi piacciono molto ma ho finito le mie, mamma ha lasciato i soldi contati questa volta e non posso permettermi sgarri di alcun genere. Sono sollevato che sia partita, a casa sentivo spesso gravare su di me il suo sguardo, come se da un momento all'altro dovesse dire o fare qualcosa; cara madre, ormai ho 17 anni, il tempo degli abbracci e degli "andrà tutto bene" non si può recuperare, ho già abbastanza adulti nella vita che mi dicono cosa fare. Spengo la sigaretta nel posacenere, mi alzo ed apro leggermente la finestra per far uscire l'aria viziata. Mi soffermo a guardare il mio riflesso, due fari blu al posto degli occhi, sono così vividi, in contrasto con il mio stato d'essere. I capelli ancora umidi che faticano a riconquistare il loro volume, quella leggera spruzzata di lentiggini sul naso, ho sempre pensato rendessero il mio viso più armonioso; ma ultimamente lo rendono più severo, distaccato, freddo, più sensuale. A scuola gli sguardi continuavano, come se per la prima volta meritassi la loro attenzione, i più sfacciati una volta beccati sfoggiavano un sorrisino mortificato ma non distoglievano lo sguardo. Attiravo l'attenzione, sia delle ragazze che dei ragazzi, persino di quella snob di Hanna Miller, "...che dire, il secco anatroccolo ha finalmente lasciato spazio ad un cigno acerbo"; non che la sua opinione contasse qualcosa per me. Avevo ripreso un po' di peso, non avevo più le guance scavate e a detta di Alex, ciò aveva giovato alla mia silhouette, un modo carino di dirmi che forse non sembravo più uno spaventapasseri. Intanto combatto contro l'impulso d'impugnare il telefono e chiamare James, questo pensiero non mi dà pace da tutto il giorno.

<< Ho ordinato una pizza Hawaii con ketchup ed una tonno e cipolle >>. Esclama Alex sedendosi sul divano.

<< Grazie >>. Rispondo e lo raggiungo sul divano.

<< Non dirmi che non hai ancora chiamato questo affascinante signor Evans >>. Una nota d'ilarità vela la sua voce.

<< Alex... non scherzare, lo chiamerò quando ho voglia >>. Rido.

Non ho mai veramente capito se fossi attratto dai ragazzi o dalle ragazze, dal momento in cui nessuno si era ancora fatto avanti con me, però non ero certo indifferente alla bellezza. Il signor James Evans ne aveva parecchia. Alex aveva preteso una descrizione molto dettagliata, ma restava dubbioso sul colore degli occhi; da stalker professionista aveva pure consultato vari socials ma di lui nessuna traccia, forse usava uno pseudonimo per non farsi trovare dai suoi pazienti. Un paziente, ecco cos'ero per lui, qualcuno da curare, qualcuno di rotto che necessita il suo aiuto.

<< Sei molto carino quando menti, Ethan >>. Soffoca una risata.

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, faccio segno ad Alex di rimanere in silenzio, prendo il telefono e cerco il numero che mi aveva inviato la signora Lopez.

Risponde al terzo squillo.

<< Meglio tardi che mai. Dormito bene eh? >>. La sua è voce calda, è sinceramente divertito.

<< Non ti ho chiamato per dirti come ho dormito >>. Io non sono in vena di scherzi.

<< Hai invaso la mia proprietà ieri e non ho affatto gradito la cosa, ma ti concedo il beneficio del dubbio così poi avrò mantenuto la mia parte dell'accordo con la signorina Williams e ...>>. M'interrompe.

<< Non sono interessato ai tuoi drammi con la signorina Williams, il mio lavoro è un altro Ethan. Ti aspetto mercoledì alle 21 davanti all'entrata della scuola, sii puntuale! >>. Pronuncia severo e conclude la chiamata.

Ha riagganciato. Ma chi pensa di essere, sono del segno dell'ariete, sono incline per natura a scontrarmi e penso di aver appena trovato pane per i miei denti. Alex intanto è piegato in due dal ridere. Suonano alla porta e vado a recuperare le pizze, sono ancora leggermente alterato, ma mi sento molto meglio adesso che l'ho chiamato. Il peso che tenevo nel petto si è sciolto, certo l'ho fatto perché sono stato io a volerlo fare. Sebbene ieri me ne fossi andato di punto in bianco dalla veranda della signora Lopez, senza degnarlo di un saluto, eppure da stamattina l'unico mio pensiero era rivolto a questa maledetta telefonata; come dice sempre Alex "fuori il dente e fuori il dolore", aggiungerei "speriamo non si infetti".

Mi siedo a tavola, ceniamo con calma, Alex mi racconta di aver rotto con Kyle. A quanto pare il padre di Kyle aveva fatto pressione al figlio perché lasciasse Alex e si concentrasse sul football, come ogni famiglia ricca anche gli Ezra più dei soldi bramavano essere sulla bocca di tutti, ma per i giusti motivi. Dopotutto Alex non avrebbe chiuso il suo flirt con Hanna per stare a tempo pieno con Kyle, passeggiate mano nella mano, fiori nell'armadietto e cose del genere, cercando di riabilitare questa relazione agli occhi del suocero. Tanto meglio, un po' di tempo in più da passare col sottoscritto. Neanche a farlo apposta Hanna ultimamente giocava a fare la "casta", non sarebbe stata la prossima cheerleader incinta al ballo di fine anno del Millian, negli ultimi 3 anni si era instaurato questo record. Sono consapevole di essere molto possessivo nei suoi confronti, ma lo voglio accanto a me anche se non posso amarlo nel modo in cui Kyle ed Hanna sanno fare; o meglio non ho mai pensato a lui sotto questo aspetto, né con lui né con nessun altro o altra, scaccio questi pensieri. Alex mi racconta sempre tutto, lui sa sempre tutto di tutti, io non ho mai molto da dire, non frequento molte persone.

Dopo cena saliamo in camera con un paio di birre , Merluzzo ci segue e si addormenta sul mio cuscino, Alex nel frattempo mette della musica col telefono, forse un po' troppo rumorosa per i miei gusti ma lui ama il metal.

<< Ti ho portato delle cose Ethan, non devi provarle per forza, però ...Ecco, ho pensato che vista la tua attuale situazione e tutto quanto, tu ...Non guardarmi con quella faccia non ti ho mica portato della coca ma dei semplicissimi costumi da bagno! Immagino tu non ne abbia nel tuo armadio >>.

Mi porge questo sacchetto contenente 3 costumi da bagno, tutto fuorché semplici e sobri, almeno per i miei gusti.

<< Stai scherzando vero? Io non metterò mai degli slip, quindi il primo è già scartato, e comunque perché l'hai scelto proprio fucsia? Non pensavi di certo a me quando hai comprato questi! >> Ironizzo.

<< Punto A, erano super scontati e punto B, sono divertenti, non fare il difficile e provateli tutti >>.

Non riesco a trattenere una risata, e va bene, decido di stare al gioco. Mi spoglio, non mi vergogno a farlo davanti ad Alex, indosso per primo quello più osceno, il costumino fucsia. Decisamente troppo stretto e poco coprente per i miei gusti. Appoggio le mani sui fianchi ed inizio a camminare da un lato all'altro della stanza, come se stessi sfilando per un'importante casa di moda. Mi sta guardando, non mi ha mai guardato così, in quel modo, osserva ogni mio centimetro di pelle. Metto il secondo costume, dei boxer azzurri con dei fenicotteri rosa, ancora troppo eccessivi ma decisamente più confortevoli. Sfilo nuovamente, lo sguardo di Alex è immutato, non mi dispiace non voglio che smetta. Lo guardo negli occhi, non accenna a ritirarsi. Mantenendo il contatto, sfilo il costume e metto il terzo e ultimo, dei pantaloncini tigrati. Decisamente non stava pensando a me ma ad una folle festa a tema carnevale in piscina. Mi avvicino lentamente a lui, improvvisamente ho tanto freddo e lui mi sembra così caldo, voglio che mi tocchi, che mi riscaldi nel profondo della mia anima. Lo percepisco, so che vuole toccarmi, mi divora con lo sguardo, mi desidera.

Merluzzo salta in braccio ad Alex ed inizia a soffiarmi, come se fossi un nemico ai suoi occhi. Alex si alza di scatto ed esce dalla camera. Mi rivesto e scendo a cercarlo, Merluzzo mi insegue per avere delle coccole che non riceverà, ha rovinato tutto, o forse ci ha salvato?

<< Ethan, scusami davvero. Non avevo intenzione di metterti a disagio o altro >>.

La tristezza nella sua voce mi distrugge, ma a cosa diavolo stavo pensando, non posso rovinare tutto con lui, con l'unica persona che mi sta accanto.

<< Va tutto bene Alex, stavamo solo giocando. Ti aspetto a letto, okay? >>.

Io però non volevo che questo nostro gioco finisse, ne tanto meno continuare a condividerlo con gli altri. Stringo forte la sua mano nella mia, non sento più in lui quella fonte di calore che tanto mi aveva attratto a lui poco prima.

Dopo una decina di minuti mi raggiunge sotto le coperte, mi abbraccia ed inizia ad accarezzarmi i capelli.

<< Ho chiesto ad Hanna di prenderci una pausa >>. Mormora sottovoce.

Mi giro, i nostri nasi si sfiorano delicatamente. Adesso è diverso non c'è più quel crudo desiderio tra noi, al contrario, c'è tanto affetto e dolcezza. Imbarazzato mi sporgo e lo bacio teneramente. Dapprima timide e poi più voraci le sue labbra rispondono al bacio, le sue mani mi cercano, mi tirano ancora più vicino a lui. La sua vicinanza, il suo calore, i suoi baci, tutto è nuovo eppure mi sembra così famigliare, così buono, così giusto. La consapevolezza che lui è mio, che vuole esserlo, lo brama ed io glielo permetto.

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