13

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Isabel si trovava davanti ai campanelli suonò prima a quelli dei genitori di sua madre "Tomas e Beatriz Delgado" ma nessuno venne ad aprirle, suonò all'altro "Manuel e Soledad Garcia" poco dopo quattro paia d'occhi la osservavano sorpresi. Soledad fu la prima a riprendersi e la invitò ad entrare e Bel seguì le nonne in cucina che cominciarono ad indagare sul motivo di quella visita a sorpresa. Quando la giovane donna ammise che era stata consigliata "Da un amico" le sue nonne abbandonarono il piede di guerra perché avevano notato una luce particolare attraversare gli occhi della nipote. <<Un amico?>> Le domandò Beatriz scrutandola con i suoi occhi azzurri. <<Più che amico, ma è complicato>> <<quale storia non lo è>> <<potrei parlarvene a tavola>> gli occhi castano scuro di Soledad si illuminarono quando sorrise alla proposta della nipote così come quelli di Beatriz.

Erano riuniti tutti intorno al tavolo e Isabel osservava i suoi nonni: Tomas con i capelli neri e gli occhi castano chiaro  e Manuel con i capelli castano scuro e gli occhi leggermente più chiari. I capelli di Beatriz e Soledad erano rispettivamente argentati con qualche ciocca nera e argentati con qualche ciocca castana.  Raccontò loro di Juan e Luce e di commosse parlando di quella bambina che gradualmente le aveva sorriso, ricercato il suo abbraccio e parlato. La voce di Bel andò a rompersi definitivamente quando disse che il giorno prima l'aveva chiamata "mamma", e di come Juan Avendo ritrovato la sicurezza di un tempo sia stato dolce e attento con entrambe. <<E quindi come ti avrebbe convinto il tuo ex-maestro di fotografia a venire a trovarci?>> Le domandò Manuel <<stamattina ho fatto colazione da loro ed è venuto fuori l'argomento è mi ha invitato a prendere l'iniziativa perché è vedersi anche al di fuori dalle ricorrenze.>>  <<Bè è noto che quando si attraversa un lutto si arrivi a capire che bisogna godersi i piccoli momenti soprattutto con le persone a cui si tiene>> argomentò Soledad <<ma dobbiamo essere toccati da momenti tragici per capirlo?>> <<Il più delle volte è così querida>> le rispose la nonna stringendole la mano. <<Perché non mi avete cercata voi?>> <<Noi "vecchi" tendiamo ad aspettare che ci cerchino e altre volte a perderci nei ricordi>> disse Beatriz <<ma non siete così vecchi da perdervi già nei ricordi>> <<grazie. Ci sembri felice>> le disse Tomas <<lo sono>> <<che ne dici di tornare sabato da noi? Se vuoi estendi l'invito anche a Juan e Luce>> <<Volentieri ora devo andare. A sabato>> la salutarono con un abbraccio di gruppo.

Luce teneva d'occhio l'orario e la finestra, sapendo che Bel sarebbe arrivata da un momento all'altro.  <<Luce, siediti. Non mancherà molto ormai>> le fece notare il padre, ma non gli diede retta e uscì dalla porta correndo a perdi fiato non appena vide la macchina parchergiarsi. Bel uscì dalla macchina e vedendo la bambina correre incontro si accoccolò per abbracciarla, poi sciolse l'abbraccio e si assicurò che non la stesse aspettando fuori da tanto tempo, dopo che la bambina le disse che faceva la vendetta alla finestra la seguì più tranquilla. <<Papà, Bel è arrivata>> <<lo vedo tesoro>> <<come è andata la giornata?>> <<Tranquilla Luce ha letto un libro quasi tutto il tempo è io ho ripreso i contatti con i giornalisti, lunedì torno al lavoro>> <<È fantastico>> <<e la tua?>> <<Hanno indagato sul motivo di questa visita a sorpresa e abbiamo finito di parlare di voi tutto il tempo>> <<cose belle?>> Le domandò Luce <<bellissime!>> Le rispose carezzandole la guancia. Poi disse: <<ci hanno invitati sabato prossimo a pranzo da loro. O meglio hanno invitato me e mi hanno detto di estenderlo anche a voi.>> <<Bè sarebbe maleducato rifiutare, Luce ti va di conoscere i nonni di Isabel?>> Lì guardò a turno e annuì contenta.

Dopo cena erano tutti e tre sul divano, Juan e Bel erano l'uno accanto all'altra e Luce era sdraiata sulle loro gambe, i due adulti avevano la testa appoggiata a quella dell'altro e guardavano la bambina che riposava, quando quest'ultima aprì appena  gli occhi e guardando Isabel le chiese se l'accompagnasse a letto, Bel lasciò che le allacciasse le braccia al collo e se la strinse al petto, Luce si era lavata i denti prima che si accoccolassero sul divano quindi Bel l'aiutò a togliersi i vestiti e a mettersi il pigiama, poi la coprì e le diede la buonanotte. <<Notte Bel>> le rispose sbadigliano, le lasciò un bacio tra i capelli e tornò da Juan ancora seduto sul divano le allungò una mano che lei afferrò, l'attirò sé con un movimento morbido del braccio e del busto e si ritrovarono sdraiati, l'avvolse in un caldo abbraccio e dopo averle dato un bacio a fior di labbra le sussurrò: <<resta!>> Ella non ebbe la forza di protestare, stava troppo bene tra le sue braccia così con voce appena impastata disse: <<prendi almeno una coperta se dobbiamo rimanere sul divano>> <<obbedisco!>> La prese e coprì entrambi. La mattina dopo Lucinda li trovò così e prese la macchina fotografica del padre scattò loro alcune foto, da diverse angolazioni così anche se alcune fossero venute sfocate non sarebbero state le uniche scattate. Juan si svegliò uscendo gli ultimi "click" -infatti se ci si faceva caso i suoi occhi erano socchiusi.- 
<<Buongiorno, Luce>> disse passando una mano in faccia e tra i capelli, avvicinando una sedia su cui accomodarsi per non svegliare Isabel <<papà!>> Esclamò la bambina sobbalzando appena <<sei sveglio, giorno>> <<posso vederle?>> Gli porre la macchina fotografica e gli si sedette sulle gambe improvvisamente nervosa -suo padre era tra i più bravi fotografi- per tranquillizzarla prese ad accarezzare i capelli mentre le sfogliava.
<<Luce sono bellissime>> sua figlia si girò a guardarlo <<davvero ti piacciono?>> <<Certe, molte sono messe a fuoco, solo tre e quattro sono sfuocate. È questo quello che vuoi fare?>> <<Ecco, non lo so. Ho solo sentito il bisogno di catturarvi in quel momento, eravate così dolci>> potresti coltivare la fotografia come hobby e poi negli anni vedremo non devi decidere adesso>> <<grazie papà>> e gli allacciò le braccia al collo. L'aroma del caffè  gli arrivò alle narici e constatò che Bel non solo si era svegliata ma che aveva preparato loro la colazione. E che accortasi di essere osservata ricambiò quello sguardo diretto e disse: <<buongiorno a voi, avete fame?>> <<Certo>> risposero padre e figlia e ridendo la raggiunsero in cucina.

Dopo colazione Isabel ricordò loro che erano a pranzo dai suoi e che sarebbe stato meglio se cominciavano prepararsi e che lei avrebbe fatto un salto a casa propria per fare altrettanto. <<Sarò veloce>>promise quando Juan la strinse a sé con una presa dolce ma decisa <<ma ti hanno già vista con i miei vestiti non credo facciano problemi >> <<è domenica lasciami vestire femminile, non credo ti dispiacerebbe>> <<mi piaci qualsiasi cosa indossi >> <<io sarei ancora qui, perciò se non vi dispiace smettetela   di mangiarvi con gli occhi ogni due parole>> disse loro la bambina con un pizzico di irritazione ma infondo contenta <<scusaci Lucinda>> <<si tesoro scusaci>> Luce uscì dalla stanza e andò a prepararsi.
Rimasti soli Isabel disse: <<vai anche tu, tornerò che avrai solo una canotta addosso, che farà trasparire i muscoli ancora umidi>> <<solo perché è successo una volta non vuol dire che debba succedere sempre>> <<lo vedremo!>> Bel tornò con una maglietta a maniche lunghe rosa antico e una gonna bordeaux, i capelli sciolti sulle spalle, delle scarpe da ginnastica e un giacchetto di Jeans pesante. Juan portava i soliti jeans blu chiaro e si stava abbottonando la camicia di un tono più scuro. Mentre si stavano ammirando a vicenda lei gli si avvicinò per finire di abbottonargliela perché lo stava facendo volutamente troppo lentamente. <<Sei bellissimo>> gli disse e gli lasciò un bacio a fior di labbra. <<Anche tu, ma avrei preferito che me la sbottanassi>> <<si ci scommetto! Ma non è il momento vado a vedere se Lucinda è pronta.>> Quest'ultima lo era -quasi- portava una maglietta lilla a maniche lunghe e un pantalone abbinato ma aveva uno sguardo un po' triste. <<Luce>> <<Bel...>> <<cosa c'è?>><<Non riesco a posizionare la molletta>> <<faccio io dimmi solo come la vuoi>> <<che prenda insieme le due ciocche davanti>> gliela appuntò e le porse lo specchio <<va bene così?>> <<Sì grazie>>  le sorrise e l'abbracciò. <<Le mie donne sono pronte?>> <<Eccoci>> risposero in coro.  

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro