17

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Juan e Luce tornavano a casa mentre Isabel andava a farsi stampare le foto degli ultimi servizi per poi spedirla ai destinatari.

Quando varcarono la soglia di casa trovarono Belen che portava il pranzo in tavola e Adrian ancora nel suo mondo, quest'ultimo resistette due giorni prima di manifestare la sua intenzione di andarsene, spiegando che sentiva la loro attesa riguardo al suo pensiero e che non riuscisse a sopportare il silenzio assordante che ne seguiva. Rimasti in tre Belen suggerì a Juan di invitare Bel da loro, Juan rispose che poteva proporglielo e per ringraziarla le scoccò un bacio sulla guancia. Isabel accettò la proposta perché non era partita direttamente da lui e stando così le cose avevano già il benestare della sua ospite. Quando suonò il campanello Lucinda corse ad aprirle per saltarle direttamente in braccio, varcò la soglia così sorreggendola con uno e portando la valigia con l'altro, l'adagiò sul divano salutò Belen per prima con due baci sulle guance e poi Juan con uno a fior di labbra il quale le portò la valigia in camera e propose una serata pizza. Isabel approvò l'idea e gli domandò: <<La faresti impastare a me?>> <<Se è per vederti sorridere questo e altro>> <<fanno sempre così negli ultimi giorni >> <<io li trovo dolci>> <<sì, anche io, ma non posso mica dirglielo potrebbero eccedere.>> Le rispose infine abbassando la voce, la nonna le diede ragione e le fece un sorriso complice. In quel momento avendo aggiunto tutti gli ingredienti si dava da fare per amalgamarli mentre Juan la guardava con occhi sorridenti e quando finalmente coprì l'impasto e si fu lavata le mani l'avvolse tra le braccia e improvvisando un motivetto iniziarono a ballare, Belen prese Lucinda in braccio che le allacciò le gambe in vita, le circondò la schiena con un braccio e allungò l altro così che potesse stringerle la mano la nonna fece altrettanto.  Quando smisero di ballare approntarono un pranzo veloce e un silenzio armonioso si diffuse per la stanza avvolgendoli. Infine si accomodarono sul divano e guardarono la televisione.

In quei giorni si stabilì un'attività quotidiana: Belen aiutava Lucinda con i compiti delle vacanze la mattina mentre Juan e Isabel erano a lavoro. Pranzavano tutti insieme e il pomeriggio era tutto da decidere: guardare la televisione, passeggiare al parco -in una delle passeggiate Juan aveva scattato alcune foto di Luce che "volava" con l'aiuto di Isabel e Belen. O leggevano ognuno un libro diverso che commentavano durante la cena. L'ultimo giorno delle vacanze arrivò e Belen sentendosi già nostalgica li salutò con le lacrime agli occhi e quando Juan le allungò un pacchetto gli domandò: <<che cosa è>> <<un ricordo di questi giorni>> -aveva fatto due copie delle foto che lui e Bel avevano scattato- <<grazie dell'ospitalità e di questi bei momenti>> <<grazie a te per averli condivisi con noi>> le rispose Bel, l'accompagnarono al cancello e salutarlo con la mano finché la macchina non sparì all'orizzonte.

<<Resti con noi?>> Le domandò Juan <<per quanto?>> <<Finché potremo stare insieme>> <<mi stai chiedendo di trasferirmi qui?>> <<Sì, queste due settimane sono state le più intense non solo per me. E se vuoi il lato oggettivo non mi sembra che le nostre abitudini si siano scontrate più di tanto. Mi sbaglio?>> <<Non ti sbagli, anche per me sono state molto intense>> la baciò intensamente, quando le loro labbra non furono più una cosa sola le disse: <<e allora?>> <<Digli di sì>> si inserì Lucinda comparendole a fianco e facendole gli occhi dolci. <<Due contro uno, difficile resistervi>> disse con tono pensoso. <<Sì, ma dovresti lasciarmi andare a prendere le mie cose>> <<EVVIVA!>> Esclamò Lucinda e vedendo il padre baciare di nuovo Bel appassionatamente li lasciò alle loro effusioni, Juan tra un bacio e l'altro le diceva che l'avrebbe accompagnata perché non gli andava di lasciarla andare. Isabel sorrise e accettò il passaggio.

Era iniziato febbraio e Estrella si stava dirigendo a casa di Orquidea si salutarono travolte dalla passione e quando raggiunsero l'apice si dissero che si erano mancate. Orquidea la guardò a lungo e le propose di venire a vivere da lei, Estrella pensò alla casa che aveva condiviso con Isabel e che da allora avrebbe abitato da sola e guardandola a sua volta disse: <<prima rispondi a questo: "che ci vedi in me?">> <<Sei dolce, gentile con il tuo talento fai appassionare gli altri a ciò che fai e la copia della guida che mi hai regalato conferma ciò che ti ho appena detto i tuoi scatti sono unici anche se rappresentano lo stesso luogo a diverse ore del giorno sembra di essere proprio lì    >> la baciò dolcemente sulle labbra <<e tu?>> Volle sapere a sua volta <<sei dolcemente sarcastica>> la guardò con sguardo interrogativo <<be  sai essere sia dolce che sarcastica a seconda della situazione, sei incantevole dentro e fuori>> <<e i miei gioielli ti piacciono?>> <<Certo hanno qualcosa di semplice che li rende preziosi in modo unico>> <<va bene basta parlare vieni qui>> <<aspetta non abbiamo parlato della nostra inteliggenza>> <<quella è sottintesa o non ci saremo trovate>> <<sei tu che hai trovate me>> <<quindi tu non lo saresti?>> <<Non in questo>> Orquidea le tappò la bocca con un bacio poi disse: <<che cosa sciocca>> un altro bacio <<Non lo sapevi ancora!>>  Estrella si arrese e si lasciò coccolare.

A casa Torres Juan e Bel erano da soli, Luce dormiva a casa di una sua amica - la stessa che aveva obiettato per quella traccia, da allora Lucinda si era sentita a suo agio con lei- loro dopo una cena a lume di candela e aver ballato -con le dovute precauzioni- si lasciarono andare a una notte di passione.

Il giorno dopo ricevettero una lettera da Adrian:

Cari Isabel e Juan Torres,
Mi rendo conto che ne è passato di tempo e mi duole averci messo tanto, ma quando si è in torto è difficile ammetterlo sia a se stessi, sia a chi lo si è fatto, spero che vorrete accordarmi il vostro perdono, soprattutto tu Juan so bene quanto tenevi a lei è stato orribile da parte mia accusarti di aver cercato una sostituta. E a lei Isabel, non ci conosciamo e con il mio atteggiamento ho precluso a entrambi la possibilità di cominciare a conoscerci, spero di potervi rincontrare, non vorrei perdere il rapporto con mia nipote, scusatemi con lei da parte mia l'ho a malapena salutata e finché sono rimasto non sono riuscito a rapportarmi con lei e dire che lo scopo del viaggio era proprio quello.                                                                                   Distinti saluti: Adrian Sanchez 

Parlarono con Luce della lettera e lei sulle prime rispose che non era interessata a leggerla, Isabel le disse che potevano capirla ma che la pregavano di leggerla ugualmente <<a casa>> disse, la lesse un paio di volte quando le chiedere che cosa ne pensasse disse solo: <<si scusa>>  <<l'abbiamo letta anche noi. Ma tu che ne pensi.>> <<Non lo so, sono parole di pentimento ma come si può capire il tono dalle parole scritte? Potrebbe averlo anche costretto la nonna, magari ignorandolo>> <<è vero, ma sembra sincero>> <<e da cosa lo deduci?>> <<Dal testo semplice, e spontaneo, così come viene alla mente, non ci sono parole che suggeriscono che è stato ragionato a lungo per convincere qualcuno>> <<d'accordo,  potremo inviarlo>> <<da solo?>> <<Sì, perché con la nonna ho un bel rapporto, e se viene potrei ignorarlo per passare più tempo con lei, ma il problema resterebbe. Se va bene in un'altra occasione invitiamo entrambi o solo lei>> e fece un sorrissetto furbo sulle ultime tre parole. <<Vuoi scrivere la missiva di risposta>> le domandò il padre guardandola ammirato. <<Sì.>>

Caro nonno,

Il tribunale di casa Torres ha deliberato di concederle udienza per recuperare il rapporto nonno-nipote questo fine settimana e la preghiamo di mantenere le buone intenzioni espresse nella sua missiva e di non venire accompagnato,  - non abbiamo niente contro la sua signora- riteniamo che sia il caso di conferire con lei soltanto.
  Firmato: il giudice di casa Torres alias: vostra nipote Lucinda

Juan e Isabel la lessero subito dopo che aveva comunicato loro di aver finito e scoppiarono a ridere <<cosa c'è?>> <<Niente tesoro è perfetta>> commentò il padre <<perfettamente seriosa e ironica allo stesso tempo>> si aggiunse Isabel. <<Bene, puoi andare a spedirla>> <<ai vostri ordini princesa>> si inchinò e camminò all'indietro con la lettera ben salda in mano, Bel è Luce alzarono gli occhi al cielo divertite. <<Ecco la mia reina>> disse quando tornò, <<Juan smettila>> <<ma lo sei, governi il mio cuore, come un capitano governo la sua nave>> << quindi sono il tuo capitano e tu il miglior membro dell'equipaggio>> <<se preferisci>> <<certo, la vita a corte da un certo punto di vista è più stressante dalla nostra>> <<d'accordo, capitano mio capitano. E Luce?>> <<Apprendista capitano.>>

Suonarono al campanello e Lucinda andò ad aprire <<señor Sanchez, mi segua>> <<Luce, deve durare ancora per molto,  in questo modo formale?>> <<...>> <<tua nonna si è fatta delle belle risate>> <<ne sono lieta. E il mio diminutivo può usarlo solo chi se lo guadagna da quanto ricordo lei aveva perso questo privilegio>> <<Luce, ti prego basta con questo gioco del giudice o ti ritroverai a farlo con tutti in modo eccessivo.>> Sua nipote restò in silenzio e finalmente varcarono  la soglia di casa, salutò Juan e Isabel lo accolsero con gentilezza e gli mostrarono la sua stanza. <<Juan potrei chiedervi il permesso di portarla al parco per parlare da solo con lei?>> Si scambiarono un'occhiata e annuirono  <<va bene per noi, ma devi chiederlo a lei>> <<Lucinda?>> <<Sì>> <<posso invitarti a passeggiare al parco?>> <<E dove vorresti andare?>> <<Dove più ti aggrada>> ci riflette un attimo <<Parc de Cervantes>> <<e sia, andiamo>> le disse offrendole il braccio. Una volta arrivati scesero le scale e camminarono fino a trovare una panchina poi Adrian cercando il suo sguardo cominciò a parlare: <<Luce, mesi fa fu tua nonna a convincermi a venire, avevo paura di rivederti, di rivedere in te la donna che aveva perso e che nessuno mi ridarà, come nessuno la ridarà a te e a tuo padre. Era la più grande delle miei emozioni finché non ho visto tuo padre con Isabel... non sono pratico con le emozioni,  le ho sempre nascoste a favore dell'intelletto, ma questa volto mi hanno sommerso azzerando la ragione è così vi ho feriti, non importa che fossero parole, erano affilate come lame. Non posso comprendere appieno cosa è stato per voi, come voi non potete comprendere appieno cosa è stato per noi. Quando ha voluto raccontarmelo per farmi tacere ero travolto dalla rabbia ma poi ho capito di aver esagerato e che i nostri dolori anche se diversi sono simili>> <<vedi di non offendere più mio padre e Isabel>> disse cercando di sembrare ancora arrabbiata <<prometto!>> Aveva tenuto tutto il tempo il suo sguardo in quello della nipote ma non era riuscito a vederlo sul serio occupato come era a cercare le parole per non sbagliare di nuovo. Quando il suo sguardo catturò quello della nipote li vide traboccanti di lacrime di alcune già scese, aveva di nuovo davanti la bambina che più riceve affetto e meglio è. Spalancò le braccia e Luce si lasciò   abbracciare. Quando tornarono a casa Luce salutò Isabel e il padre e andò in camera sua a leggere. Adrian e Isabel cominciarono a gettare le basi di una prima conoscenza scambiandosi i propri interessi cominciò lui: lavoro come impiegato, non leggo molto, e il mio colore preferito è il nero. Isabel ricambiò: i miei colori preferiti sono quelli indefiniti tra cui il blu-grigio delle nuvole di notte, adoro leggere e sono una fotografa di eventi importanti. Il pomeriggio passò tranquillo e a cena parlarono del più e del meno, quando furono di nuovo soli -essendosi ritirati per la notte- Bel disse a Juan <<Non credi che i tuoi genitori dovrebbero sapere che stiamo insieme?>> <<Ma lo sanno, gli ho scritto nel periodo natalizio>> <<e?>> <<Si sono detti contenti per me>> <<Non pensi che dovrei incontrarli per presentarmi ufficialmente? Non credo si ricordino della ragazza che hai istruito dieci anni fa>> <<si forse dovremo>> <<a questo punto dovrei contattare i nonni Rodriguez così chiudiamo il cerchio delle presentazioni familiari>> << vero, allora scriviamo loro domani>> <<notte>> <<notte, mio capitano>> <<notte miglior membro dell'equipaggio.>>

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro