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Rosalinda e Javier si trovavano in cucina a fare colazione quando arrivò il postino, in cima alle alle altre c'era quella di Carlos indirizzata a entrambi, Rosalinda la prese e l'aprì delicatamente e iniziò a leggere ad alta voce quando ebbe finito enunciò il nome del marito <<Javier...>> e subito dopo dato che sembrava ammutolito <<Che ne pensi?>> <<Dovremo conoscere nostra nipote!>> Così quest'ultimo scrisse una breve lettera in cui li invitava ad andarli a trovare quel pomeriggio. Il postino per quella mattina aveva finito il giro, ma vedendo Javier Rodriguez con una lettera indirizzata a quel figlio con cui da anni aveva interrotto i contatti decise di portargliela personalmente così che ci fosse anche la minima possibilità che si riappacificassero sarebbe accaduto presto anche grazie a lui. Trovò Carlos che stava uscendo di casa e lo chiamò a gran voce quest'ultimo si fermò e lo salutò <<buongiorno Andreas>> <<Carlos sono contento di averti trovato. Tieni>> gli porse la lettera per quanto breve ma almeno aveva ricevuto una risposta dai suoi: d'accordo figliolo se lo desiderate potete unirvi a noi questo pomeriggio.
Tuo padre Javier

Andò a casa di Alejandro e Amelia e chiese di vedere Isabel, Amelia gli domandò: <<non entri?>> <<Io sono solo venuto a farle vedere la lettera di risposta di mio padre>> <<e non vuoi farlo in soggiorno invece che sulla porta?>> <<Non vorrei disturbare>> <<Carlos non credi che potremo tornare quel trio di amici? Dopotutto eravamo tutti a nostro agio ieri mattina>> sorprendendo sua moglie e il suo migliore amico -infondo sperava lo fosse ancora->> <<perché mi rendete le cose così facili? Me ne sono andato per fare ciò che non volevo e poi sono tornato quando "mia figlia" mi ha scritto>> <<saresti anche potuto non tornare, tutti sbagliamo l'importante è capirlo e tentare di rimediare>> gli fece notare Amelia <<ti prego, entra>> rincarò Alejandro. Carlos cedette ed entrò, Amelia andò a chiamare Isabel quando finalmente tutti e quattro erano accomodati Carlos porse a Isabel la risposta e dopo averla letta gli chiese: <<pranzi con noi? Così non devi fare avanti e indietro e da qui andiamo direttamente a conoscere "i miei nonni", anche se suona abbastanza strano>> <<se i tuoi sono d'accordo>> <<fai parte della nostra familia>> <<va bene allora, ma dovrei informare Hector>> <<non c'è problema puoi usare il telefono fisso>> <<grazie>> Amelia e Isabel annuirono contente. Il pranzo fu tranquilo l'antico trio raccontava piccoli aneddoti sulla loro infanzia. Il momento di quella mattina in cui Alejandro si sentiva strano, sembrava non essere esistito, era incredibile che Carlos fosse stato attratto da lui, aveva pensato di non essere stato un buon amico e nemmeno un buon osservatore per non averlo notato. Per fortuna al suo fianco c'era Amelia che gli aveva letto negli occhi e gli aveva detto: <<Alejandro non colpevolizzarti, certo non possiamo cambiare il passato, e ora non è più solo, ha anche lui qualcuno che lo ama come merita in quel senso>> <<come farei senza di te?>> <<Ognuno di noi ha l'altro e abbiamo Isabel>> l'attirò a sé e le diede un bacio a stampo sulle labbra.

Mentre Isabel li ascoltava si chiese come sarebbe stato trovarsi in macchina da sola con "suo padre" forse un po' imbarazzante ma visto che non sapeva darsi una vera e propria risposta tornò ad ascoltare i loro racconti.

Dopo pranzo Isabel salì a cambiarsi e si lavò i denti, quando riscese guardò Carlos è gli chiese: <<andiamo?>> <<Sì, grazie per l'ospitalità>> <<quando vuoi>> dissero Alejandro e Amelia. Si misero in macchina a quel punto Carlos realizzò che era la prima volta che stavano da soli, notò che Isabel guardava fuori dal finestrino, che i suoi capelli castano scuro - come quelli di Amelia- le ricadevano morbidi e ondulati sulle spalle, lei si girò a guardarlo e gli chiese: <<quindi vuoi fare lo scrittore?>> <<Sì, mi è sempre piaciuto raccontare ciò che accadeva, anche al vento se non c'era nessuno ad ascoltarmi>> <<wow>> <<e tu? Cosa ti piacerebbe fare?>> <<Mi piace fotografare, sarebbe bello poter fotografare gli eventi importanti, ma è solo un'idea>> <<ti piace l'idea per fermare il tempo!?>> <<Direi di sì, lo fermi, lo condividi e non corri il pericolo che il ricordo si trasforma in dubbio>> <<hai un colore preferito?>> <<I colori complicati da decifrare: come il malva che è un viola pallido tendente al grigio, l'indaco che è un blu tendente al violetto, il grigio-blu delle nuvole di notte e infine incolore del mare che assume varie sfumature fino a fondersi con il cielo di notte, perché ormai sono tutte e due di quel blu tendente al nero>> <<wow>> <<e il tuo?>> <<Il rosso e le sue sfumature>> <<gusti di lettura?>> <<Direi che spazio a seconda delle possibilità, ma prediligo gli intrecci del presente e del passato, forse perché se non si fa pace con il passato guardare avanti risulta troppo complicato>> <<direi che concordo in pieno>> <<be, siamo arrivati, quando ce ne andiamo da qui mi fai vedere le tue foto?>> <<Solo se mi fai leggere i tuoi scritti>> <<siamo d'accordo>> <<andiamo?>> <<Sì.>>

Carlos e Isabel bussarono alla porta, Javier andò ad aprire, e li accolse dicendogli: <<benvenuti, entrate>> <<dove è la mamma?>> <<sta arrivando ci teneva a farvi trovare una torta>> <<che gentile>> si pronunciò Isabel che intanto osservava suo nonno vestito completamente di nero, i capelli si abbinavano quasi perfettamente se non fosse per quella nota di "colore" grigio sulle tempie, ella sperò che il suo umore fosse più colorato. Quando sua nonna Rosalinda entrò notò che lei, al contrario aveva lo stesso colore degli occhi del figlio -azzurro chiaro- i cappelli di un tono più scuri -castani- e portava un vestito bianco semplice con dei papaveri disegnati, il giorno e la notte. La nonna pose la torta sul tavolinetto di fronte a loro e disse: <<tu devi essere Isabel>> <<sì>> <<quali sono i tuoi interessi?>> <<Perché volete sapere se dalla mia generazione potete ottenere una suora?>> Carlos non riuscì a reprimere un sorrissetto, riconobbe in sua figlia il suo stesso sarcasmo. I due nonni rimasero un attimo spiazzati dall'evidente somiglianza tra i due, poi Rosalinda si riprese e disse: <<comprendiamo il tuo atteggiamento, ma vogliamo veramente conoscerti>> <<in questo caso... mi piace fotografare, passeggiare>> annuirono in silenzio <<e di voi cosa mi dite? Cosa vi piace fare?>> <<Io sono un semplice impiegato, e mi piace leggere molti romanzi... per lo più quelli che hanno un mistero da svelare, tua nonna al contrario predilige quelli di cucina non a caso è la cuoca di una locanda in paese, è anche brava a disegnare>> fu il turno di Isabel di annuire. Dopo averci riflettuto un attimo Javier chiese a Carlos cosa stava facendo e cosa aveva intenzione di fare egli rispose: << al momento lavoro in un bar e cosa ho intenzione di fare intendi in generale o qualcosa nello specifico?>> <<Hai intenzione di sposare Amelia adesso che sai di avere una figlia con lei?>> Carlos si rese conto che la sua idea di procedere per gradi era appena andata in frantumi, cercò di capire da che parte iniziare, ma prima che potesse aprire bocca Isabel lo precedette: <<mia madre è sposata con Alejandro, il suo migliore amico>> Carlos le lanciò uno sguardo di gratitudine e capì che doveva procedere da solo.
Ella si congedò dicendogli: <<e inoltre la figlia...>> marcando volutamente il suo appellativo <<È qui o te ne sei dimenticato? Vi ringrazio per l'ospitalità ma devo andare>> <<ve ne andate di già>> <<io vado in macchina e stai tranquilla "nonna" >> nella sua mente virgolettò l'altro appellativo <<... aprirò il finestrino. Ho l'impressione che Carlos vi debba dire alcune cose che ancora ignorate>> raccolse la sua borsa e si fece passare le chiavi della macchina.

L'atmosfera era un po' più tesa di quando avevano varcato quella porta, Javier si decise ad esporre la seguente domanda: <<Che cosa è che ignoriamo figliolo?>> <<Ignorate il fatto che...>> prese un profondo respiro e poi lo disse <<sono gay>> poi iniziò a raccontare dell'iniziale attrazione per Alejandro, di quando aveva conosciuto Hector in seminario, di come erano stati scoperti a baciarsi edi come se ne erano andati insieme dal seminario è concluse dicendo: <<e viviamo insieme da allora.>> Calò il silenzio, i suoi non aprirono bocca e fece notare l'ovvio <<ora sapete tutto>> continua a guardarli con occhi velati essi restituirono lo sguardo, Rosalinda non riusciva a dare voce alle sue emozioni alla fine Javier parlò e Carlos avrebbe preferito che continuasse a tacere perché ciò che disse risultò come un violento soffio di vento in quell'aria ormai tempestosa ovvero: <<e la gente cosa penserà?>> <<La gente... sono così stufo di nascondermi da questa mentalità conservatrice. In ogni caso sanno che siamo due amici che dividono l'affitto. Però mi ferisce che sia questo il tuo unico pensiero. Cosa pensi tu?>> Suo padre non riuscì a rispondergli, sua madre di nuovo non schiuse nemmeno le labbra così cercando di tenere la voce ferma, una impresa quasi impossibile in quel momento disse: <<Ho capito, non ce la fate siete troppo tradizionalisti...>> prolungò ancora un po' lo sforzo e disse: <<me ne vado!>> Si sentì prosciugato dalle forze, tanto che accompagnò la porta dolcemente,  Rosalinda finalmente decise di seguirlo, lo chiamò, si girò a guardarla <<perdonaci ti prego>> <<È tutto quello che ha da dire?>> <<No, per me conta solo la tua felicità, se sei felice lo sono per te, so che è così anche per tuo padre, ci hai presi alla sprovvista. Dimmi che vi rivedremo questo distacco fa troppo male perché si prolunghi>> <<non so cosa risponderti adesso>> <<posso abbracciarti? >> Carlos mosse un passo nella sua direzione, lei allungò le braccia e l'attirò a sé, ricambiando la stretta. <<Ci vediamo mamma>> la vide rientrare e si avvicinò alla macchina, Isabel scese, le prese la mano e la guidò verso il muretto che circondava il piccolo giardino con l'aiuola poi le disse: <<scusami, non me la sento di ripartire subito>> <<tranquillo>> lasciò finalmente andare le lacrime, Isabel gli circondò le spalle, le raccontò quel poco che si erano detti, e più parlava, più le lacrime non si arrestavano. Sì scusò di nuovo per cosa non lo sapeva più neanche lui a quel punto - scusami per non aver letto quella lettera e aver dato per scontato il suo contenuto? Scusa se l'unica volta che passo del tempo da solo con mia figlia mi deve anche consolare! L'una o l'altra o entrambe- ella rispose: <<va tutto bene, sei una personalità forte e fragile, hai bisogno di sfogarti, tutti ne abbiamo bisogno ogni tanto>> <<la mia bambina>> <<ehi... bambina a chi?>> <<Lasciamelo dire, quando potevo non ero presente...>> <<bè io non ne sapevo ancora niente, va bene così, è andata>> sospirò poi ammise:  <<poteva andare peggio>> <<oh sì, un po' imbarazzante, un po' disastroso, ma a parte la mia frecciatina non ce ne sono state altre! Tutto sommato è andata bene>> <<sarcasmo!?>> <<Sì e no>> <<forse potremo riprovarci dopo aver passato più tempo noi due insieme>> <<sì, forse... ma non si sono pronunciati sul perché ti volevano prete a tutti i costi>> <<vero... ma credo di averlo capito dopo la tua frecciata. Credo sia nata una tradizione involontaria da una serie di coincidenze, nell'ultimo decennio un membro di ogni generazione si era fatto prete e se mancava la mia generazione o quella dei miei cugini chi sa cosa sarebbe successo>> <<ma se erano solo coincidenze!?>> <<Devono averla interpretata come una neo tradizione familiare  e si sa le tradizioni vanno sempre rispettate>> <<e visto che eri l'unico a non essersi pronunciato...>> <<mi hanno incastrato!>> <<Avrebbero dovuto interpellarti>> <<già >> <<gli dirai cosa ti piacerebbe fare?>> <<Alla prossima visita dopo aver digerito quella di oggi>> <<mi sembra giusto>> <<torniamo a casa.>>
Una volta tornati a casa raccontarono in dettaglio il pomeriggio "dai nonni" e Carlos decise di rifiutare l'invito a cena perché voleva tornare da Hector e raccontare tutto anche a lui, Alejandro e Amelia capirono e lo salutarono.
Quando Carlos tornò a casa quella sera trovò Hector  che lo aspettava sulla porta e più la figura del suo compagno si avvicinava, più ne era certo aveva pianto... l'aria era fredda essendo pieno inverno, quando furono l'uno davanti all'altro se lo abbracciò,  si sbrigarono ad entrare e chiuse la porta. <<Immagino non sia andata bene!>> <<Andava benino, sarcasmo a parte di Isabel ma poi mi hanno chiesto se avessi intenzione di sposare Amelia... Bel ha risposto inizialmente per me, poi mi ha aspettato fuori, gli ho detto di noi e non c'è stata una vera e propria reazione, ma almeno mia madre mi ha seguito al contrario di mio padre e non lo so, ho raccontato la parte più importante della mia vita e ciò che ho avuto è stato silenzio,  la calma prima della tempesta perché poi mio padre ha esposto la banale preoccupazione del pensiero altrui. Mi sono sentito svuotato e mia figlia mi ha consolato più che "suo padre" mi sono sentito figlio avrebbe dovuto essere il contrario e quando avrei potuto non c'ero. Lei mi ha detto che ancora non lo sapeva, che era andata, che ho una personalità forte e fragile e che di tanto in tanto tutti hanno bisogno di sfogarsi.>> <<Però si direbbe che la tua diciottenne sia cresciuta in fretta>> <<con uno come Alejandro che le ha fatto da padre non mi sorprende.>> Erano ancora abbracciati Hector propose: <<ceniamo e andiamo a dormire?>>  <<Sì, ma non mi lasciare>> <<sono qui tesoro>> Carlos gli mise la testa sulla spalla, Hector gli accarezzò i capelli, e notò che si era rilassato fino a chiudere gli occhi, avrebbero mangiato più tardi continuò a tenerlo stretto a sé. I tempi in cui distoglievano lo sguardo l'uno dall'altro erano un lontano ricordo.

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