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Diario di un quasi prete
Io, Carlos Rodriguez a vent'anni entrai in seminario per volere dei miei genitori e sarebbe potuto diventare lo sbaglio più grande della mia vita. Dal momento in cui conobbi: "Hector" la cosa però non sembrava più così terribile, diventò complicata in un modo che avrei dovuto aspettarmi... data la mia attrazione in età adolescenziale per un caro amico. In ogni caso iniziò un gioco di sguardi doloroso, quando i nostri occhi si incatenavano mi sentivo bene, intero, ma ci costringevamo a distogliere lo sguardo per  il semplice fatto che non poteva essere. Alla fine abbiamo smesso di fuggire l'uno dall'altro, cosa ancora più complicata dato che dividevamo la stanza. L'ultima volta che li incrociamo sentii il sussurro di Hector "basta" e fu come un balsamo su quelle ferite auto inflitte. Mi lasciai andare, ammisi la mia omosessualità e con lui me ne andai dal seminario. Diciotto anni dopo scoprii di avere una figlia: "Isabel" veramente bella, ma anche dolce e gentile, intelligente, sensibile,  lei è stata il tramite per riunirmi ai miei migliori amici: "Amelia e Alejandro Garcia" -suoi genitori- non avrei immaginato padre migliore per la dolce Isabel io sono un nuovo amico con qualche legame di sangue che fanno di me il padre biologico. Stiamo cercando di recuperare il tempo perduto conoscendoci,  credo che in parte ci siamo riusciti, anche se dovremo tornare dai miei genitori una seconda volta -la prima non è andata così bene- e con il tempo Hector dovrà conoscere i miei, tremo al pensiero, che possano ferirlo nel loro modo di essere, alquanto tradizionalista, so di non poter temporeggiare ancora a lungo ma come mi è stato ricordato non sono solo lo affronteremo insieme.

Aleggiava un'aria commossa nel soggiorno di Hector e Carlos, quest'ultimo aveva invitato la sua famiglia per condividere questa prima pagina di diario, Isabel disse: <<hai mai pensato di pubblicarlo?>> <<Chi vuoi che lo leggerebbe a parte voi?>> <<I lettori credo li avresti, potresti cambiare i nostri nomi con alcuni di fantasia, per tutelarci ma per il resto perché no?>> <<Vedremo, al momento sto bene così! >> Hector portò la carbonara in tavola -aveva promesso in precedenza di farla assaggiare a Isabel e ai suoi genitori- durante il pasto notò che Isabel scansava i pezzi di pancetta dalla pasta come il padre. Quando ebbero finito di mangiare parlarono del più e del meno come di una cliente insicura di Amelia sui dettagli di un particolare capo o dei volti dei bambini mentre guardavano adoranti Alejandro che leggeva loro e altre cose di questo genere.  Carlos e Hector salutarono i loro ospiti e tornarono a sedersi sul divano abbracciati, Hector si addormentò e Carlos lasciò vagare i pensieri, era passata una settimana dall'incontro con i suoi genitori e Isabel e si stava chiedendo se contattare o meno sua madre. Continuava a sentirsi ferito e sorpreso in egual misura. Ferito per suo padre la cui unica reazione quando lui aveva comunicato di essere gay era stata quella di chiedere cosa avrebbe pensato la gente -ovvero la maggioranza dei paesani dalla mente chiusa, tradizionalista e conservatrice- al contrario sua madre finalmente gli era andata vicino, dicendogli che per lei contava solo la sua felicità e affermando che fosse così anche per suo padre. Sperava che sua madre avesse ragione, ma avrebbe voluto che fosse proprio suo padre a dirgli che la sua felicità contava più del suo essere tradizionalista. Decise che non avrebbe rivisto il padre a meno che lui non si fosse espresso...
Facendo più piano possibile prese carta e penna e scrisse a sua madre

Cara mamma,
Vorrei -se sei d'accordo- incontrarti con Isabel. Non dirlo a papà o si sentirà in obbligo a venire, ed io al momento non voglio. Non finché non farà un passo nei miei confronti,  perché io l'ho fatto tornando da voi e facendovi conoscere Isabel, ma da lui cosa ho ottenuto? NADA! Il suo silenzio... la sua preoccupazione per il pensiero altrui... ti rinnovo l'invito per incontrarci noi due e Isabel, scegli pure -se hai intenzione di accettare- il luogo e vedremo di organizzarci per il giorno.
                                                 Tuo figlio:Carlos

Rosalinda è Javier stavano facendo colazione quando arrivò il postino fu Rosalinda a prendere le lettere le smistò e diede ad Javier quella di un suo collega e tenne per sé quella di Carlos. <<Chi ti scrive?>> Le chiese il marito vedendo che scorreva la lettera velocemente <<mia sorella, mi chiede di organizzare la festa alla locanda per sua figlia>> Javier si accontentò della risposta veloce e precisa e tornò alla propria corrispondenza. Non avrebbe voluto mentirgli, ma non voleva neanche che suo figlio si allontanasse da lei ora che l'aveva contattata così prese carta e penna e scrisse:

Caro Carlos,
Sto andando alla locanda, se vi va ci incontriamo lì nel pomeriggio? Puoi stare tranquillo saremo solo noi a tuo padre ho rifilato una scusa che non si è fatto problemi a prendere per buona.
                                                                 Con affetto tua madre Rosalinda

Avendo ricevuto la risposta di sua madre raggiunse Isabel alla sua prima lezione, salutò Juan, si scusò per il disturbo e le propose l'idea, ella accettò con sincera curiosità, si salutarono e disse che sarebbe venuto a prenderla appena finito il turno. 

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