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Isabel e Carlos giunsero alla locanda di Rosalinda e si guardarono intorno, era un locale di media grandezza, rustico, i tavoli sembravano dei petali a semicerchio addossato alle pareti, al centro un tavolo rotondo, sembrava incredibile che ci fosse dello spazio per passare con comodità,  tutto ciò sembrava fatto a posta per far intravedere la forma di un fiore e se mai qualcuno avesse avuto dei dubbi bastava osservare la carta da parati dove si alternavano: margherite, tulipani, girasoli, papaveri, Iris e altri uniti da steli verdi con piccole foglie. La ragazza si sentì subito a suo agio in quel luogo modesto dove la natura cercava di predominare sulla struttura architettonica edificata dal genere umano.
Carlos indicò sua nonna che accortasi della loro presenza li stava raggiungendo per dare loro il benvenuto, <<Isabel che piacere rivederti>> <<anche per me>>  <<dunque Carlos come va il tuo lavoro? >> <<Direi bene, è una bella sensazione preparare la colazione a chi cerca quello sfizio per avviare la propria giornata>> <<e tu Isabel che hai fatto di bello oggi?>> <<Ho fatto la prima lezione con Juan Torres>> <<e chi è costui?>> <<Un cliente di Hector, lo allena, Juan è un bravo fotografo e recentemente gli abbiamo chiesto se potesse insegnarle qualche tecnica>> rispose Carlos <<e lui ha accettato così stamattina ho avuto la prima lezione aggiunse Isabel. <<e ti è piaciuta come prima lezione?>> <<Sì, mi ha spiegato il supporto di natura chimica delle pellicole in rullo che fa parte delle fotocamere analogiche come la mia, perché è importante conoscere il proprio strumento>> <<sembra interessante>> <<lo è!>>
Rosalinda tornò a rivolgersi al proprio figlio: <<Carlos a parte fare il barista hai qualche progetto futuro?>> <<Sono lieto che tu me lo chieda, sì mi piacerebbe diventare uno scrittore >> <<che bello>> <<cosa hai detto a papà per non farlo venire?>> <<Che organizzato una festa per tua cugina>> <<ma mamma mi è coetanea, di sicuro organizzerebbe qualcosa con le sue amiche in città>> <<Allora non ha indagato oltre, la risposta è stata veloce e precisa>> <<ti ringrazio, ma per i futuri incontri?>> <<Volete tornare a trovarmi?>> <<Perché no, siamo stati bene>> le rispose Isabel dopo un'occhiata  veloce a suo "padre" <<mi inventerò qualcosa>> <<mi spiace costringerti a mentirgli>> osservò Carlos <<anche a me, ma avevi ragione sta a lui fare la prossima mossa!>> con questa affermazione si salutarono e si diedero appuntamento per l'indomani alla stessa ora.
Passarono tre mesi e si consolidarono due tipi di incontri: quello della domenica in cui Hector e Carlos andavano a pranzo da Alejandro e Amelia e l'incontro pomeridiano dopo le lezioni di fotografia di Isabel, in cui lei e Carlos andavano a trovare la nonna Rosalinda e ormai parlavano del più e del meno e anche del fatto che Javier stava diventando sospettoso. Rosalinda gli diceva che un suo cliente,  essendo rimasto deliziato da uno dei suoi dolci, le aveva chiesto di insegnargli quanto avesse finito il turno e che lei aveva accettato. Ma Javier, che la vedeva tornare fin troppo sorridente cominciava a pensare che facessero qualcosa di più che cucinare dolci, così decise che quel giorno l'avrebbe raggiunta alla locanda... quando  arrivò rimase sulla porta, la vide seduta al tavolo rotondo, in compagnia di suo figlio e suo nipote si diede dello sciocco, per non averci pensato,  infondo sua moglie aveva seguito Carlos fuori quando aveva lasciato il loro soggiorno accompagnando la porta, era rimasto sorpreso che non l'avesse sbattuta, ma a quel punto si chiese quanto l'avesse reso triste, il fatto di non avergli dato il proprio punto di vista, bensì una futile preoccupazione dei compaesani. È vero non tutti hanno una mente chiusa ma la maggior parte sì è difficile aprire la mente quando si è l'unica voce che stona in quel coro così omogeneo ma non impossibile, e del resto è ingiusto che l'amore debba essere nascosto o fatto passare per amicizia, anche se Rosalinda ama ricordargli che l'amicizia è un tipo di Amore e che dovrebbe essere alla base di ogni rapporto che si definisca sano. Tornò alla macchina, ma non riuscì a tornare a casa, rimase lì nel parcheggio della locanda.
Quando uscirono Carlos disse: <<mamma?>> <<Sì, cosa c'è?>> <<Non ti sembra la macchina di papà?>> <<In effetti>> andò a bussargli al finestrino <<Javier!>> Le aprì lo sportello <<Rosa...>> <<che ci fai qui?>> Gli domandò prendendo posto sul sedile del passeggero <<ero venuto per...>> <<dei sospetti?>> <<Sì, che idiota io... avrei dovuto capire>> <<davvero?>> <<Sì, per la prima volta, hai agito, non sei rimasta dietro una decisione alquanto sbagliata del sottoscritto.  Ora so che stavamo sbagliando,  che avremo dovuto ascoltarlo o aiutarlo a capire cosa volesse diventare>> la donna accanto a lui gli mise la propria mano sulla sua e gli disse: <<vuoi parlargli?>> <<Vorrà ascoltarmi?>> <<Sta solo aspettando che tu faccia la tua mossa, dopotutto lui con quel primo incontro  l'ha fatta con entrambi>> <<mi aspetti?>> <<Sì.>>
Uscì dell'abitacolo e enunciò il nome di suo figlio con voce forzatamente calma, Carlos si voltò e lo raggiunse,  poi disse: <<papà>> nel frattempo Isabel aveva raggiunto sua nonna e guardavano i due uomini approcciarsi. <<So di aver sbagliato -e tanto- non ti ho ascoltato,  ti ho imposto il mio volere per una serie di coincidenze degli anni passati e quando mi è stata comunicata la verità non ho reagito,  non ho scusanti, ho dubitato anche  di tua madre e sono venuta a controllarla e ho visto te e Isabel con lei... e mi sono reso conto di essere stato un completo sciocco.>> <<L'ammissione è un buon primo passo, ora se vorrai potrai unirti a noi a questi incontri pomeridiani e conoscere sia  tuo figlio che tua nipote>> <<grazie di questa opportunità>> <<l'hai conquistata, cerca di non sprecarla.>> Javier quando rincontrò sua nipote si scusò per aver parlato indirettamente di lei come se non ci fosse l'ultima volta che si erano visti. La ragazza l'osservò a lungo e notò che suo "nonno" aveva cercato di portare un po' di colore nel suo abbigliamento portava dei pantaloni beige e una camicia del medesimo colore,  non proprio il massimo, ma era un inizio, si chiese se anche stavolta il completo si abbinasse al suo stato d'animo. Quando ebbe finito di osservarlo accettò le sue scuse, Javier sforzò un sorriso e le chiese come passava il suo tempo e se tra i suoi interessi ci fosse qualcosa che potesse diventare più di un passatempo, ella rispose che stava apprendendo le tecniche di fotografia da Juan Torres. <<Ti sta piacendo?>> <<Sì, è un bravo maestro...>> il nonno vide una scintilla di felicità e si chiese se fosse dovuto solo alle lezioni o anche ad altro.
Durante il mese di luglio padre e figlio riuscirono a sentirsi a proprio agio quando erano in compagnia l'uno dell'altro, Isabel mise da parte il suo sarcasmo e lo ragguagliò sulle lezioni di fotografia e lasciò che suo nonno le consigliasse qualche nuova lettura, quando quest'ultimo insinuò che a Juan potesse piacere Isabel perché non era il tipico maestro severo e la gratificava con un sorriso quando rispondeva correttamente alle sue domande,  la ragazza rimase del tutto sorpresa e gli rispose: <<Non sapevo che sapessi scherzare nonno>> <<ed ecco che torna il sarcasmo>> <<be, da quanto ti conosco ti ho visto sempre così serio, come se rompere quella facciata da vecchio burbero con una risata, rovinasse la tua immagine, sai non c'è niente di male a far trasparire le proprie emozioni>> <<se sei una donna no, ma se sei un uomo>> <<ed ecco una delle più grande cavolate dei tempi>> <<non...>> <<sì, che lo è! Perché poi quando ne avete veramente bisogno rimanete bloccati, come se doveste risolvere chi sa quale problema...>> <<direi che ti ha messo con le spalle al muro papà>> << di che parli sono seduto in poltrona>>  <<EVVIVA SA SCHERZARE!>> <<Va bene, Bel hai vinto!>> <<Non avevo dubbi>> <<ma per quanto riguarda il tuo maestro ero serio>> <<ma anche no, andiamo è troppo grande per me>> <<l'amore non conosce età>> <<ed eccoci ritornati al vecchio saggio/ filosofo>> <<staremo a vedere, cara nipote.>>

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