Capitolo 2

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

«Quindi il nuovo arrivato è proprio in classe con te?» chiese Nayeon, portando alla bocca una patatina.

Quel pomeriggio Soomin era stata praticamente costretta a uscire: l'amica si era presentata sotto il balcone di casa sua senza alcun preavviso, determinata ad andarsene solo avendo lei al suo fianco.

Inutile dire come sua madre avesse fatto i salti di gioia; scoprire che la figlia aveva finalmente un'amica era stata un'enorme sorpresa e alla fine anche la donna, piena di gioia, si era messa a spronarla. Soomin aveva cercato di desistere, ma dopo una minaccia della madre che preannunciava uno scenario poco allettante, si era obbligata a togliere il pigiama con le banane e a mettere qualcosa di più dignitoso.

Dopo neppure venti minuti, lei e Nayeon si erano dirette verso il parco, facendo prima una tappa obbligatoria, a detta della rossa, dal supermercato. E cosa avevano potuto comprare se non del cibo?

Poteva sembrare strano, ma lo stomaco di Nayeon, giorno dopo giorno, assomigliava sempre di più a un pozzo senza fondo. Mangiava agli orari più disparati con pietanze ipercaloriche, senza mai prendere un filo di grasso e questa era una caratteristica che Soomin le invidiava parecchio.

«Speravo fosse nella tua, e invece la mia sfiga ha deciso di infierire ancora di più sulla mia vita» disse Soomin, rispondendo alla precedente domanda dell'altra.

«Ѐ così tremendo?» chiese Nayeon curiosa. A scuola negli ultimi giorni non si parlava d'altro se non della bellezza di questo nuovo studente; nessuno però aveva accennato al suo comportamento.

«In realtà non è male caratterialmente‒ prese una patatina dal pacchetto‒ ma ha tutta l'attenzione addosso e le persone così non mi piacciono» spiegò la mora, assottigliando gli occhi per osservare le imperfezioni dello snack.

«Oppure, come me, sei rimasta troppo delusa dal fatto che non fosse il tipo della matita, eh? ‒Le diede una leggera gomitata al fianco per farle poi l'occhiolino ‒Non sai lo sconforto che ho provato quando le mie speranze si sono infrante, per poco smettevo di uscire di casa» parlò dispiaciuta Nayeon, mentre la sua mano affondava nel pacchetto di plastica che teneva tra le dita. «Però anche questo tipo non è male, potrei farci un pensierino» continuò prima di buttare una patatina nella bocca e riposare il sacchetto sulla panchina.

«Ma se a stento sai come si chiama» le fece notare Soomin, puntando lo sguardo al cielo. In quei pochi mesi di amicizia aveva imparato a conoscere Nayeon e sapeva bene che anche se stava parlando in quel modo, non si sarebbe mai messa con il suo nuovo compagno di classe; motivo? Doveva rimanere fedele alla cotta che aveva preso per un suo compagno d'asilo con cui non parlava da secoli.

«Vedi che lo so!» esclamò con convinzione, puntando le iridi scure nelle sue. «Park Jeonjin» disse dopo secondi di silenzio in cui ci aveva riflettuto a fondo.

Soomin scoppiò a ridere,come previsto i suoi sospetti non erano infondati; d'altronde per Nayeon anche pensare a qualcun altro dal punto di vista romantico era quasi come un tradimento. «Il suo nome è Jeon Jungkook. Dimmi, oggi che hai preso?» le comunicò, cosciente del fatto che se ne sarebbe dimenticata subito dopo.

«Solo e semplice tè» rispose l'altra socchiudendo le palpebre, imitando con le mani e i gesti le nobili inglesi dei film storici.

Soomin proruppe in una risata che contagiò anche l'altra, riempendo quel parco tranquillo di quei loro suoni allegri. Nayeon, scossa da quelle risa, iniziò a muoversi sulla panchina, mentre le patatine che aveva nelle mani cadevano una dopo l'altra al suolo. La ragazza mosse avventatamente la gamba e, sta volta gli snack non caddero dal suo pugnetto, bensì dal pacchetto stesso che, sfortunatamente per il suo stomaco, si rovesciò a terra svuotando il suo contenuto sull'erba.

«Credi valga la regola dei sette secondi anche in questo caso?» chiese la rossa, rivolgendosi alla mora, per far riaccrescere la sua speranza.

«Purtroppo dubito che possa ancora valere. I sette secondi sono già passati» l'informò Soomin, sorridendo distrattamente al broncio carino e tenero dell'altra.

«Le mie patatine» piagnucolò affranta Nayeon, osservando l'unica rimasta tra le sue dita. Era una sofferenza troppo grande aver perso il sesto pasto della giornata.

«Dai Nayeon, ne possiamo comprare delle altre se vuoi» mormorò Soomin, passando in modo confortante il palmo sulla schiena dell'amica.

«Lo faresti davvero?» chiese la ragazza quasi saltando in piedi, fin troppo rivitalizzata da quella notizia.

Soomin ci rifletté un attimo, facendo accrescere le aspettative dell'altra, poi storse il naso divertita dal suo stesso pensiero. «No» affermò, scoppiando di nuovo a ridere.

«Ma...» la rossa la fissò con la bocca spalancata dallo stupore, offesa per quella risposta così deludente. «Io non ti parlo più» continuò, voltandosi per darle le spalle.

Soomin si avvicinò a lei, pronta a prenderla in giro prima di andare al supermercato, ma la ragazza le pose una domanda inaspettata: «Soomin, forse sono pazza, ma quello non è il ragazzo della matita?»

L'interpellata si sporse un po' anche lei, molto stupita, in quella direzione per vedere. Era già pronta a dire che non fosse lui, quando un paio di occhi scuri la catturarono sul fatto. Distolse immediatamente lo sguardo imbarazzata, sentendo già le sue guance arrossarsi. Il ricordo del ragazzo le era rimasto in modo vivido nella mente e, anche volendo, non sarebbe riuscita a scambiarlo con un'altra persona.

«Hai ragione, è lui» affermò cercando di nascondersi il più possibile sulla panchina.

«Ma che fai?» le chiese Nayeon, osservandola in quella sua posa strana.

Aveva infossato la testa sulle spalle e si era appiattita il più possibile contro la panchina, quasi a voler diventare un tutt'uno con essa. «Mi mimetizzo» sussurrò, cercando di spingersi ancora di più contro lo schienale.

«Forza!» esclamò Nayeon, la prese per il bracco e in poco tempo si ritrovò in piedi, senza neppure aver capito come.

Soomin si guardò intorno preoccupata, notando di nuovo il ragazzo della matita fissarle. Quel giorno aveva una macchina fotografica professionale stretta tra le mani e le osservava leggermente sconcertato.

«O mio Dio... Ci sta fissando» constatò tentando di nascondersi dietro la schiena dell'amica.

«Sai, siamo le uniche persone presenti oltre a lui... E poi ‒ indicò loro due con l'indice ‒se non lo stai notando, siamo anche abbastanza strane» le spiegò Nayeon.

«Ti prego, andiamocene» sussurrò Soomin, cercando di nascondere il suo corpo dietro la figura dell'altra.

«Ma qual è il problema? Non dovevi restituirgli la matita?» chiese la rossa, guardandola confusa.

«Credi davvero che le matite si restituiscano? Era pure minuscola! E comunque» si interruppe, sporgendosi di poco per osservare se il ragazzo fosse ancora lì «mi mette in soggezione.»

Nayeon la fissò qualche secondo e poi scrollò le spalle; quel gesto non preannunciava niente di buono per Soomin e ciò le fu chiaro quando un'espressione crudele si formò sul volto dell'amica.

La ragazza le strinse il polso con le dita affusolate e poi, senza che lei potesse opporsi, si diresse verso il moro. Avanzava fieramente, più che risoluta di quella sua azione che avrebbe segnato una svolta nella loro vita (e se quello non sarebbe stato un evento così rilevante, era comunque una nuova occasione per prendere in giro Soomin).

Il ragazzo nel frattempo decise di riprendere il suo hobby, alzò quindi la macchina fotografica verso il cielo e scattò una foto, cogliendo l'esatto istante in cui un gruppo di uccelli stava volando sopra il parco.

«Ciao!» lo salutò Nayeon con la sua tipica voce squillante. «Sai, ti abbiamo visto di recente a scuola e...» si fermò non sentendo più il polso di Soomin stretto nella sua mano «Aspetta un secondo.» Si girò di colpo guardandosi intorno alla ricerca della sua amica, sotto le iridi curiose e confuse del ragazzo.

Dopo qualche minuto passato a guardarsi in giro cercando di scovare la corvina, vide i suoi capelli scuri sporgere da dietro un albero.

Il ragazzo riprese di nuovo la sua macchina fotografica, sta volta la puntò verso quello stesso arbusto che nascondeva la ragazza.

«Soomin!» urlò Nayeon a pieni polmoni a pochi metri dal tronco; aveva tutte le intenzioni di raggiungerla e farle una strigliata come si deve.

Il sorriso bonario della mora e il suo dolce volto, colorito da una piccola sfumatura di rosso, spuntarono timidamente da dietro la corteccia.

Fu in quell'attimo che sentirono un click e Soomin vide chiaramente l'obbiettivo della macchina fotografica chiudersi e riaprirsi di fronte a lei; subito dopo il ragazzo era scappato via così velocemente che le due pensarono si fosse dissolto nell'aria. Anche quella volta era fuggito senza dire una parola, lasciando lei e Nayeon a guardarsi incerte.

«Lo hai sentito anche tu?» chiese, sperando fosse davvero solo una sua strana fantasia. Quella scena era stata abbastanza inquietante per lei e avrebbe voluto veramente dimenticarla.

«Ti ha fotografata» rispose sicura di sé l'amica.

«No, no. Assolutamente no» negò, scuotendo con forza la testa. «No, avrà sicuramente catturato qualche particolare dell'albero» cercò di tranquillizzarsi con le sue stesse parole, ma la rossa le mise un braccio sulle spalle e la spinse verso di lei.

«Mia cara Soomin, cosa vedi di interessante in questa corteccia?» le chiese, indicando con la mano il rivestimento scuro del tronco.

«Questa insenatura qui è bellissima, non trovi?» Le sorrise timorosamente, avvicinandosi nuovamente all'albero per accarezzarne la superficie ruvida.

«Soomin, rassegnati.» Ci fu un attimo di silenzio tra loro due, spezzato solo dal cinguettio di alcuni uccelli e dal rumore del vento che attraversava le chiome dell'albero. «Uno sconosciuto ti ha scattato una foto

Angolo me
Questo capitolo mi rende felice ogni volta che lo rileggo, Soomin è adorabile mentre cerca di non ammettere la verità e di fuggire in ogni modo... Purtroppo però è amica di Nayeon e lei non le dà molta via di scampo. Spero che vi sia piaciuto.

Ho aspettato per pubblicare, dato che mi sarebbe dovuto arrivare il computer riparato a breve e così è stato! Ho passato la giornata a correggere, ma sono abbastanza felice del risultato. 

Grazie a tutti per aver letto, pubblicherò presto dato che ho alcuni capitoli già pronti *-* prometto di non farvi aspettare troppo! I purple you.

Arrivederci, 

GAIA 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro