28 aprile 2017

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Rafflesia aveva optato per un vestito rosso, con una scollatura incredibile; nella parte posteriore, l'abito, che arrivava al ginocchio, era meno scollato. Un paio di favolosi sandali gioiello che salivano lungo la caviglia come serpenti, una borsetta da sera e un soprabito scuro completavano il tutto.

Clint aveva organizzato la festa in un locale che adorava. Lo Skylark, in cima ad un palazzo nei pressi di Times Square. C'era una tipica atmosfera molto newyorkese, una vista mozzafiato, ottimi cocktail e cibo eccezionale.

L'ingresso, buio ed articolato, conduceva ad un ascensore che l'avrebbe portata al bar a più livelli.

Aveva dovuto lasciare lo spolverino nero al guardaroba e si era diretta all'ascensore, con in mano la pochette e la busta col regalo per il festeggiato. Spinse il pulsante per bloccare l'apertura delle porte, in fretta, perché si stavano richiudendo. Evidentemente, qualcuno era entrato, un attimo prima di lei.

Quando si spalancarono, si ritrovò davanti Barnes, sinceramente sbalordito 'Ciao' mormorò, timido, gli occhi sgranati.

'Ciao...buonasera' gli rispose Rafflesia, mettendosi affianco. Erano solo loro due.

'Sei bellissima...' le sussurrò, senza indugio, un impulso irrefrenabile.

'Grazie...Anche tu stai bene, bel vestito...' Era vero, si era rasato, aveva un completo grigio scuro antracite con giacca a due bottoni, una camicia bianca di pregio con le cifre - una sciccheria - ed una cravatta parecchio retrò a righe, sistemata sul collo molto male.

'Ad ogni buon conto, la tua cravatta è un disastro...' non poté fare a meno di confessarglielo, sorridendo 'Ti aiuto?'.

Senza nemmeno aspettare la risposta, si posizionò di fronte all'uomo, che le aveva contraccambiato il sorriso.

'Tienimi questi, per favore' gli passò la borsetta e la busta, sfiorando, con tranquillità, la mano in vibranio.

'L'ha scelta Steve, l'ha voluta comperare a tutti i costi, ma non mi piace per niente, è da vecchio!' rise sul serio, in quel frangente. Era la prima volta che le mostrava un vero sorriso, i candidi denti a illuminargli, finalmente, il bel volto.

Non aveva smesso di fissarla negli occhi, un solo istante, e lei non aveva mai abbassato i suoi.

Si era prefissato di non far scendere lo sguardo al di sotto del viso, poiché la ragazza aveva un vestito così scollato e seducente che non voleva fare altre figuracce.

Rafflesia gli tolse la cravatta e fece per rimettergliela. 'In effetti, stai meglio senza!' la ripiegò per bene e gliela porse. Lui la ripose in tasca e, nel contempo, le restituì le sue cose.

'Accidenti, non ho preso nulla a Clint, come ho potuto scordarlo...' imprecò, guardando la busta, dispiaciuto.

'Facciamo in questo modo, diremo che il mio regalo è da parte di entrambi, che ne dici?' In quell'istante, senza attendere la risposta, staccò dalla busta, contenente il presente, un biglietto legato con un cordoncino colorato, dove aveva scritto gli auguri per il Falco, e lo ripose nella borsetta.

Buck era spiazzato, ma non vedeva altre soluzioni al suo problema; gli altri Avengers si erano, chiaramente, organizzati e neanche Steve gli aveva detto nulla, per prendere un presente. Per di più, la donna che gli aveva rubato i pensieri, nelle ultime settimane, era stata tanto carina, che non poteva permettersi di rifiutare la sua proposta. 'Va bene, grazie... devi dirmi quanto ti devo, voglio pagare la mia metà'.

'Vedremo...sono ancora in debito con te, per la storia della felpa' gli fece, scherzando.

Quello sospirò 'Figurati...Maledizione, odio le feste...'. Una mezza confessione.

'Non piacciono troppo nemmeno a me, però il locale è fantastico, davvero'.

'Forse non mi piace più la gente...' era molto serio, mentre lo mormorava...pensando di aver fatto un'altra gaffe, si voltò verso di lei, rosso in volto come un peperone per l'imbarazzo 'con qualche eccezione...'.

'Sì, James, lo avevo capito, stai tranquillo' le scappò una risatina.

Quando si aprirono le porte dell'ascensore, Rafflesia si trovò a porgergli il braccio, con spontaneità 'Fatti coraggio, andiamo...'.

Colto di sorpresa dalla sua gentilezza, mise il destro sotto il sinistro di lei ed entrarono, insieme, nella sala.

Il locale aveva un arredamento classico, un po' vintage, con divani scuri di pelle e luci suffuse. Le grandi vetrate davano l'impressione immediata di essere proprio tra i grattacieli.

Clint e la moglie attendevano gli ospiti, in una zona limitrofa alle porte dell'ascensore. Occhio di Falco mai pensava di vederli arrivare assieme, per di più sottobraccio.

Non appena lo intercettò, l'agente Tyler lo salutò e si presentò a sua moglie, Laura.

'Auguri!' fece Barnes verso il collega, che era parecchio a disagio 'Grazie di essere venuti!'.

'E' un piccolo pensiero da parte nostra, speriamo ti possa piacere...' Rafflesia diede la busta al Falco, che, come da galateo, aprì subito il regalo, un libro antico sul tiro con l'arco. Ne rimase esterrefatto 'Come lo sapevate? Non avete idea da quanto tempo lo stessi cercando!'.

'Abbiamo chiesto un suggerimento a Natasha, ed ho un amico antiquario, specializzato in libri...non è stato difficile' rispose la ragazza.

Barton era così contento che si ritrovò ad abbracciare sia Rafflesia sia Bucky.

Laura colse l'occasione per prendere da parte l'agente Tyler 'Devo ringraziarti, so che Clint non sarebbe qui oggi a festeggiare, se non lo avessi salvato'.

Lei dovette minimizzare, di nuovo 'L'importante è che sia andato tutto bene, non ho fatto nulla di particolare!'.

'Devo contraddirti; mio marito, che, come avrai capito, è di poche parole, mi ha riferito che sei stata molto coraggiosa; invece, non ne ha una grande opinione di Barnes, ma ho notato è venuto con te...'.

'Non è così male; a volte, nella vita, l'apparenza inganna, credimi' provò a tranquillizzarla. In quel momento l'altra fu chiamata dal Falco, poiché erano arrivati nuovi ospiti.

Rafflesia sentì pronunciare il proprio nome, a gran voce, dal Steve, al bar, con Buck ed una ragazza bionda, molto carina, in un appariscente vestito pieno di lustrini. Pensò fosse la fidanzata di Rogers e così si rivelò. Lavorava anche lei per l'Agenzia, con funzioni amministrative.

Steve le presentò e si strinsero la mano.

'Finalmente ti conosco, questi due ultimamente non fanno che parlare di te! Continuamente!!' esordì Sharon Carter. Cap le dette una botta sulla schiena, per indurla a tacere, ma parve non accorgersene.

La moretta, percependo una certa gelosia nel tono della voce, preferì chiarire le cose 'Invece, Steve non ha smesso un attimo di raccontarmi di voi!'. Quella mandò al suo ragazzo un'occhiata languida, mentre James guardò Rafflesia, con sguardo ironico.

Mentre i due si allontanavano, le disse 'Non badarci troppo, gli sta sempre addosso ed è gelosissima. E' una brava ragazza, ma a mio avviso, molto superficiale e, soprattutto, di una noia mortale. Non so come la sopporti, è odiosa...'

'Forse le piace perché è tranquilla come lui, Rogers non mi pare avere grandi sbalzi di personalità o voglia di fare chissà cosa'.

'L'hai inquadrato perfettamente...è così...tu invece, sei sempre diplomatica ed accomodante, come ti ho conosciuto allo S.H.I.E.L.D.?' le chiese.

'Sul lavoro provo a tenere i nervi saldi, invece nella vita privata è diverso, non amo le mezze misure, le situazioni statiche, la noia non fa per me' fu il più sincera possibile.

James sembrò riflettere sulle sue parole; vide, poi, passare un cameriere con un vassoio di flûte di champagne e ne afferrò due al volo. Quello si fermò un attimo, fissando attonito la mano di metallo e girandosi verso Rafflesia, che lo fulminò in un lampo. Se la filò a gambe levate, spaventato e stupito, al tempo stesso, che una donna tanto bella accompagnasse il proprietario di quell'arto disgustoso.

'E' sempre così, non preoccuparti, sono abituato' fece, demoralizzato.

'Io, invece, non sono affatto abituata alla maleducazione altrui...intendi darmelo...il bicchiere?'.

Glielo passò e lei ne prese un sorso. Bucky era rimasto bloccato, ancora umiliato dall'occhiataccia ricevuta.

'Non mi piace bere da sola' gli sussurrò.

'Penso sia meglio che me ne vada, Rafflesia ...' sembrava deciso a tornare a casa.

Era così addolorata per l'accaduto che provò a convincerlo 'E' quasi superfluo dirti che la vista è mozzafiato. C'è anche una piccola terrazza dove si può ammirare l'Empire State così vicino che ti sembrerà di toccarlo. Se proprio vuoi andartene, prima devi vederlo!'.

'Va bene' decise di restare, soltanto per starle ancora accanto, almeno qualche altro minuto. La donna gli fece strada verso la terrazza.

'Avevi ragione, è fantastico! New York è bellissima, di notte forse di più' sembrava rinfrancato.

'Sì, l'adoro; sono già venuta altre volte in questo locale, ma resto sempre a bocca aperta del panorama!'

Bucky beveva con calma il suo vino, silenzioso. Era deliziato dalla sua presenza accanto e, quando poteva, sbirciava sempre nella sua direzione.

Se ne era accorta. 'Che c'è?' lo interrogò.

'Non chiedermelo, mi metti in imbarazzo...' le rispose, arrossendo. Fortunatamente, la terrazza era quasi buia.

'Non più di quanto tu già non faccia da solo...' controbatté, d'istinto. Risero, entrambi. Incredibile, stavano flirtando...

'Dove vivi? In quale parte della città?' gli domandò, per chiacchierare e tranquillizzarlo.

'A Brooklyn...io e Steve abitavamo lì, con i nostri genitori, quando ci siamo arruolati. Adesso che siamo tornati alla vita del terzo millennio, abbiamo preso in affitto due appartamenti nella stessa zona, abbastanza vicini. Certo, è molto cambiato, sono passati più di ottant'anni. Comunque, non so se Rogers rimarrà a lungo nel quartiere. Sharon dice che Brooklyn non è di moda ed è lontano dal lavoro e dalla vita sociale...'.

'A me Brooklyn piace e sta diventando una zona molto trendy. A volte, nella vita, è necessario smettere di fissarsi sui dettagli e avere uno sguardo d'insieme, sulle persone e sulle situazioni...in caso contrario si è troppo limitati, soprattutto nei pensieri, come quel cameriere quando ti ha guardato il braccio o come Sharon, quando pensa alla casa del Capitano...'. Aveva abbassato gli occhi sulla sua mano metallica, con serenità, e Barnes sgranato i propri. Lei provò ad essere più leggera, nella conversazione 'Io, invece sto nel West Side, l'appartamento è piccolo, carino ma soprattutto è all'ultimo piano e c'è una bella vista, vedo il fiume dalle finestre del soggiorno...'.

'Alla fidanzata di Steve il tuo quartiere piacerebbe!' fece Bucky, ridendo.

'Ne sono certa. James, devo farti una confessione...avrei voluto chiamarti...non c'è cosa che mi avrebbe fatto più piacere...ho avuto paura, tanta paura...scusami...' glielo rivelò, in un soffio, a voce bassissima, gli occhi ametista nei suoi. Si era sentita in dovere di dirglielo.

Non le rispose, non sapeva cosa ribattere... dentro di sé, per una volta, era certo che non fosse a causa della protesi. Improvvisamente, comprese che aveva paura di rivederlo perché se ne sentiva attratta, perché aveva timore di legarsi a lui...gli parve incredibile, ma era certo, in fondo al cuore, che fosse così...si sentì rinfrancato, almeno un po'.

'Mi prendi qualcosa da mangiare, per piacere? Ho visto delle tartine fantastiche!' con una digressione, lo pregò, l'atmosfera era diventata satura di tensione.

Barnes guardò verso l'interno della sala e vide che, al tavolo degli antipasti, c'era il cameriere tanto spiacevole di prima e capì che glielo aveva chiesto, di proposito. La fissò, negli occhi violetti, accettò la sfida e tornò dentro. Riuscì tranquillo, un attimo dopo, con un piattino con tre tartine rotonde, due con i gamberi ed una col salmone.

'Com'e andata?' gli domandò, addentando una delle tartine con i gamberi. 'Grazie, è buonissima'.

'Bene, pensavi non sarei andato?' James mangiò la sua.

'Ero certa che l'avresti fatto, Sergente...' gli rispose, sicura di sé. 'Questa la dividiamo' prese l'ultima tartina e la morse per metà, poi gliela avvicinò al viso.

L'uomo aprì la bocca e Rafflesia vi depose la parte rimanente. Dopo aver inghiottito il boccone, le afferrò all'improvviso la mano, sul cui indice era rimasta un po' di salsa, se lo portò alle labbra e la leccò via, succhiandole il dito. Non aveva smesso un attimo di fissarla...lei emise un piccolo gemito di piacere, al contatto del dito con la sua bocca, e pensò che stesse per baciarla, poiché erano, oramai, vicinissimi.

'Rientrate, voi due, è ora di metterci a tavola!' sentirono la voce di Natasha, che era uscita in terrazza a chiamarli per la cena.

Romanoff si era trovata davanti una scena inaspettata, un momento particolarmente intimo. Si era voltata, e come un razzo, si era mossa per rientrare, imbarazzata da ciò cui aveva assistito.

'Andiamo?' chiese l'agente Tyler.

'Certo' Bucky le mise la mano destra sulla schiena, mano che la accompagnò, galantemente, fino a quando non si sedette.

Era una splendida tavolata, allestita in una sala riservata. Oltre alla moglie ed ai figli di Clint, c'erano gli Avengers che aveva già conosciuto, Nick Fury e gli amici più stretti di Barton. Si era seduta alla sinistra di James, cosicché il braccio in vibranio non fosse a contatto con altri, circostanza che lui parve apprezzare molto. Di fronte sedevano Rogers e la fidanzata, limitrofi Sam, Natasha, Tony con la sua donna, Pepper.

Non aveva ben capito se gli altri fossero straniti dalla presenza di Buck, che non amavano, ma trovava gli Avengers particolarmente silenziosi, si parlavano a monosillabi. Era un vero peccato, poiché le pietanze erano deliziose. Pensò che il Falco sarebbe rimasto male, se la cena non fosse riuscita in pieno e che, forse, poteva provare ad animare la serata.

'Allora, Steve' fece al Capitano 'che si dice a Brooklyn? Sembra che il quartiere sia molto cambiato rispetto agli anni Quaranta!'.

Rogers sembrò aver trovato un argomento di conversazione interessante; fu lo spunto sia per Steve sia per Bucky di raccontare ai colleghi tutte gli scherzi e le avventure che avevano vissuto da bambini prima e da ragazzi poi. James era simpatico, arguto, divertente. Rafflesia sentì Natasha e Tony ridere come pazzi, e la Romanoff dovette perfino alzarsi per andare in bagno, a sistemare il trucco. Sul finire della cena, l'argomento si fece più serio ed interessante; entrambi narrarono della loro esperienza al fronte, durante la Guerra.

L'agente Tyler aveva saputo far venire fuori il meglio dell'amicizia dei due, e Bucky si era fatto conoscere un po' di più.

'Barnes, sei una forza della natura, davvero, starei ad ascoltare per ore i tuoi racconti, non me lo aspettavo, amico, dobbiamo rifarlo!' gli disse Tony, mentre si alzavano per la torta.

'Grazie' era meravigliato della gentilezza del collega.

'Ti ho sentito pronunciare più parole stasera che da quando ti conosco...è un bene, ovviamente' insistette Sam. 'A cosa si deve questo improvviso cambiamento?'.

Soprassedette alla risposta, pensando che non era a cosa, ma a chi.

Vide Rafflesia, insieme agli altri, in attesa che Clint spegnesse le candeline. Era così bella, seducente, incantevole.

Le si piazzò alle spalle. 'Tutto merito tuo, grazie infinite' mormorò, fissandola, languido.

'Non ho fatto niente, ti ho solo aiutato un pochino...' minimizzò, senza abbassare lo sguardo.

Rimasero in piedi, uno accanto all'altra. Laura portò loro due piatti con le fette di torta, che si ritrovarono a mangiare insieme a Sharon e Steve, sui divani del locale.

'Domani andiamo al mare, ci ha invitato un mio amico che ha un cottage sulla spiaggia, e questo è l'aprile più caldo degli ultimi cent'anni. La casa è grande e ci ha detto che potevamo portare anche qualcun altro. Vi va di venire? E' un posto splendido...' propose la fidanzata di Rogers. 'A meno che non abbiate altri programmi, chiaramente...'.

Rafflesia - che era rimasta interdetta da quell'invito tanto spontaneo quanto cortese – si voltò verso James, in attesa che rispondesse, per entrambi. Il Capitano faceva il gesto del sì con la testa, verso l'amico indeciso.

Quest'ultimo aveva smesso di mangiare il dessert, si era avvicinato all'agente Tyler, sul divano, ed a bassa voce le aveva chiesto 'Ti va di andarci?' Non era affatto entusiasta dell'idea, era chiaro. Lei replicò, di getto 'Sarebbe bello, adoro la spiaggia...però se a te non va, non importa'.

'Va bene, Sharon, grazie, veniamo...' finalmente, accondiscese. Non poteva rinunciare all'occasione di trascorrere una giornata intera con lei, ci si struggeva, letteralmente...si chiese come avrebbe fatto col braccio in vibranio, al mare, pensando che fosse il caso di affrontare un problema alla volta.

Dopo una mezz'ora, la moretta salutò Clint e la sua famiglia, oltre che gli Avengers. Si era scambiata il numero con Sharon e Steve, per organizzarsi per la gita.

James le era rimasto sempre accanto e, quando aveva intuito che stesse per andarsene, si era proposto di scortarla a casa.

'Ti accompagno' le aveva detto, assertivo. Avevano recuperato il soprabito al guardaroba e preso un taxi, insieme.

'Bella serata, vero?' gli chiese, dopo aver dato il suo indirizzo al conducente.

'Sì, mi sono divertito, non lo avrei detto mai...soprattutto perché c'eri tu'.

Glissò, leggermente in imbarazzo. 'Sicuro di voler andare al mare, domani? Ho la sensazione che abbia acconsentito solo per farmi piacere...'.

'Anche se fosse, che ci sarebbe di male?' le rispose...in quel momento, temerario, le prese la mano destra con la sua sana e cominciò ad accarezzarla, dolcemente, con le dita, sul palmo. La avvicinò al viso e le baciò l'incavo del polso.

Rafflesia sentì un fermento dentro di sé, un brivido, che lui parve cogliere all'istante, iniziando a succhiarle l'indice, come aveva fatto, quando avevano mangiato la tartina.

Le si avvicinò e la baciò sulla bocca, delicato. La ragazza sospirò e Barnes si scansò, pensando fosse sufficiente, come primo contatto.

'Hai ancora paura di me?' le chiese, inquieto e preoccupato.

'No...non più' gli mormorò, guardolo, piena di desiderio. Non poteva resistergli, l'aveva capito da tanto.

Lo sfiorò all'angolo della bocca, in quel frangente, piano. James sentiva un trasporto folle per quella donna...iniziò a baciarla, con passione...provò ad insinuare la lingua nella sua bocca, e la sentì schiudere, immediatamente, le labbra per riceverla ed unirla con la propria.

Le mise la mano sulla vita e risalì sulla stoffa rossa del vestito, fino al seno sinistro. Da sotto lo spolverino ma da sopra l'abito, le accarezzò il capezzolino, già turgido per l'eccitazione. Glielo prese fra il pollice e l'indice e lo torse leggermente, senza farle male, solo per darle piacere. Cosa che accadde perché la sentì gemere, fra un bacio e l'altro. Una cosa era certa, prima dell'ibernazione aveva avuto parecchie ragazze e nessuna si era mai lamentata...ancora aveva a mente qualche nozione di quello che piaceva ad una femmina.

Mentre continuava a leccarle le labbra ed a baciarla, spostò la mano destra, sotto il vestito, stavolta, continuando a toccarle il seno, con lo stesso movimento, la meravigliosa sensazione della sua nudità sotto la mano. Rafflesia lo cinse stretta, con le braccia, e gemette ancora più a forte e più a lungo, contraccambiando un bacio via l'altro.

Le appoggiò la mano sul ginocchio, ed iniziò a spostarle la gonna, desiderava tanto accarezzarla fra le gambe, non riusciva a frenare i propri impulsi...risalì verso le mutandine, sfiorando l'interno coscia dell'agente Tyler, che a quel punto si fermò...erano sempre in taxi, i contatti fra di loro diventavano molto intimi e per di più erano quasi arrivati sotto casa sua.

'James...' gli sussurrò 'devo scendere, adesso, quello è il mio palazzo'.

Lui tolse, subito, la mano ed aprì la portiera dell'auto; l'aiutò a scendere e chiese al tassista di aspettarlo.

Rafflesia si tranquillizzò, capendo che non le avrebbe, galantemente, chiesto di salire...era già abbastanza sconvolta.

'Era il mio primo bacio dal 1944...' scherzò James, molto turbato, in maniera evidente, per sdrammatizzare, pure se era vero....

'E' stato all'altezza delle tue aspettative?' gli rispose, a tono.

'Non potevo chiedere di meglio...fantastico...' la fissava negli occhi, le pupille ancora dilatate per l'eccitazione, arrossato nel volto.

'Anche per me...' gli disse.

'Ci vediamo domani, ti vengo a prendere alle dieci per il mare...non vorrei proprio andare, a questo punto ma è meglio così...buonanotte, Rafflesia!' La baciò, sulla guancia, sapendo che se l'avesse fatto in maniera diversa, non sarebbe più risalito sull'auto gialla.

'Buonanotte, James'. Rientrò nel portone di casa.

*

Rafflesia era nel suo appartamento, e dopo essersi struccata e lavata i denti, si era fatta una doccia, per placare l'eccitazione dei baci appassionati scambiati con il Sergente Barnes... dopo si era coricata a letto ma il sonno stentava a venire. Era ancora adrenalinica. Lui era stato gentile, garbato, affettuoso. Le piaceva molto parlarci. Sotto la finta scorza del duro, c'era qualcuno che desiderava conoscere, come non le capitava da tempo. Ne era tanto attratta, fisicamente e mentalmente, e molto spaventata dall'intensità di quell'emozione...lo aveva percepito già il giorno dell'immersione, che lui fosse speciale... Si chiese come sarebbe trascorsa la giornata successiva.

*

'Buck, com'è andata?' Steve lo aveva chiamato al cellulare, squillato non appena era rientrato nel taxi, alla volta di Brooklyn.

'Molto bene, sto tornando a casa'.

'L'hai baciata?' Rogers pareva curioso, come quando erano ragazzini e voleva i dettagli dei suoi approcci con le fidanzatine.

'Non sono affari tuoi...' rise.

'È un sì, questo! E vai...dopo tanta fatica!'.

'Che vuoi dire?'.

'Ho perseguitato Clint ed alla fine ha invitato Rafflesia! Tutto merito mio!'.

Barnes aveva immaginato ci fosse sotto lo zampino dell'amico fraterno.

'Insomma, dimmi qualcosa, qualche dettaglio, non farti pregare!'.

'Mi piace così tanto, è stupenda...'

'Era chiaro, e poi?'.

'Ci vediamo domani, al mare, non scocciarmi!'

'Ok, a domani'.

'Steve...Grazie, ti voglio bene! Pure se non te lo dico mai e sembro melenso!'

*

'Si sono baciati, ottimo!' fece Steve a Sharon.

'Amore, per piacere, ora che li hai fatti incontrare, non impicciarti più. Lascia fare al destino o a loro due'.

'Dici?'.

'Sì, se devono mettersi insieme, lo faranno, non devi forzare la situazione. Buck non mi pare tipo da farsi manipolare. E Rafflesia è una che sa il fatto suo, da quanto ho visto...sono molto più simili di quanto pensi...'.

'In che senso?'.

'Hannotutti e due gli occhi tristi, malinconici...'.    

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