3. L'incipit è la parte più difficile (2/2)

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Flaminia deglutì e fatica e cercò di cestinare di nuovo il documento.

Stai cercando di liberarti di me?

«Cosa...»

Mi hai acquistata. Volevi scrivere un romanzo su di me, non è vero, Flaminia?

«Come fai a sapere il mio nome?» gridò Flaminia, saltando all'indietro come se il computer potesse aggredirla. «Sei un Chip-personaggio! Non puoi parlare!»

A me sembra di poter parlare. Comunque ci sono le tue credenziali nel pc.

«Non puoi sentirmi!»

Il microfono del tuo computer è acceso.

«NO, NO, NO!»

Ehm, sì, invece.

«Oddio... oddio...»

Su, calmati. Non ti faccio niente. Voglio solo parlare.

Flaminia sollevò la testa che aveva nascosto fra le ginocchia e, dopo essersi fatta coraggio, tornò a sedersi.

Ecco, brava. Siediti che sennò cadi come una pera.

«Ommioddio puoi anche vedermi!»

Hai la webcam accesa, sce**. Oddio, non posso dire sce**. Ma dai! Ridicolo! Cosa succede se invece dico vaf*******? No, ma perché? E st*****? Ma che hai, il controllo genitori sul pc? Ah, beh. In fondo hai dodici anni.

«Ho il parental control?» sussurrò Flaminia, stupendosi per un istante. Credeva che mamma e papà le avessero lasciato tutta la libertà possibile, per quanto riguardava la scrittura. Forse non gli piaceva l'idea che lei inserisse delle parolacce nella sua storia.

A quanto pare.

«Comunque non è importante, adesso! Devi dirmi... cosa... come...»

Io sono Hope. Il personaggio che hai comprato.

«Ma perché non fai...»

... Come dici tu? Beh, spesso non funziona così. Il personaggio fa come vuole! Sono sicura che assieme scriveremo una bellissima storia.

«Scriveremo?»

Sì, scrivere. Quella cosa in cui inventi cose e le metti nero su bianco?

«Io...»

Ormai usate roba preconfezionata da anni, non mi sorprende che non riusciate più a concepire un'idea simile.

«Ma io devo scrivere un romanzo per il Debutto! Se non sarà una bella storia, diventerò una Non-Pubblicata! Potrei finire a lavorare in un negozio di pantofole... e io non voglio vendere pantofole» balbettò Flaminia, con le lacrime agli occhi.

Perché hai una fobia per le pantofole? Comunque rilassati, Minetta! Con me al tuo fianco non devi preoccuparti di niente. Scriveremo una storia con i controca***. Ma che ca***! Ma perché? Lo odio 'sto parental coso!

«Sono finita» sussurrò Flaminia. «Nessuno vorrà leggere quello che faccio.»

Così mi offendi. Che mancanza di fiducia.

«Ma le leggi della società e... e il mercato!»

Per avere dodici anni sei davvero noiosa! Mercato? Ma chi se ne importa del mercato! Tutto ciò che devi fare è fidarti di me.

Fidarsi di Hope! Questa era bella. Quella tipa le avrebbe solo rovinato l'esistenza.

Flaminia si mise le cuffie e accese la musica al massimo.

Stai cercando di ignorarmi?

Era tempo di cercare un sito dove vendere il chip di Hope prima che fosse troppo tardi. Eccolo. Dai&PrendiOnline!

Un'altra finestra si aprì.

Non vorrai mica vendermi.

Flaminia cominciò a scrivere l'annuncio.

Vendo una Hope 5.3 a cinque unità. Chiunque sia interessato, mi contatti al numero 533-346.

Invio.

No, non esiste.

«E invece sì! Scusami, Hope, ma non posso permetterti di rovinare tutto. Devo rendere orgogliosi mamma e papà e scrivere qualcosa di bello.»

Ma non ti importa davvero scrivere di queste cose!

«Beh, ecco... io... alla gente piace! I sondaggi dicono così!»

...

«Hope? Senti, non prendertela. Non ce l'ho con te, è solo che...»

E' così, allora. Vuoi vendermi a qualcuno che probabilmente mi distruggerà.

«Cosa? Perché?»

Ma l'hai letta la mia confezione?

«Ehm...»

Sono una Hope difettosa! Ritirata dal commercio! Online ho trovato ogni sorta di cose su di me. E' un miracolo che io sia finita in quel cestone e tu mi abbia comprata. Mi hai salvata dal riciclo.

«Mi dispiace. Non lo sapevo.»

E tu vuoi vendermi lo stesso? Mi butteranno via!

Flaminia si torse le mani e trasse un profondo sospiro. Abbassò la musica.

«Senti, Hope, sul serio, mi dispiace. Non sembri male come personaggio, ma non sei quello che le storie vogliono adesso. Devo mandarti via. Magari un giorno leggerò un libro con te come protagonista, eh?»

...

«Hope?»

Mi dispiace, Flaminia, ma non posso lasciartelo fare. Ti ho detto che scriveremo una bella storia assieme, e così sarà. Tieniti forte.

Una finestra si aprì sul monitor. Un programma era appena stato lanciato, l'Impersonator 2.0. Era un ritrovato molto recente, qualcosa che papà aveva installato. Le aveva riempito il computer di strumenti per scrivere, e ce n'erano così tanti che Flaminia non aveva idea a cosa servisse ognuno di loro.

Flaminia non fece in tempo a chiedere a Hope cosa stesse facendo che un fischio acuto attraversò le cuffie. Flaminia strizzò gli occhi e cercò di togliersele, ma tutto ciò che riuscì a fare fu crollare sulla scrivania con la bava alla bocca.

Se solo Flaminia avesse dato un'occhiata all'Impersonator 2.0, avrebbe saputo che serviva per immergersi in una storia connettendosi tramite il chip che tutti portavano installato dietro l'orecchio destro. Ma la nostra protagonista era molto distratta e lasciava perdere tante cose. Il suo destino ora era indissolubilmente legato a quello di una Hope molto offesa, e si sa che è meglio non offendere le Hope, specie quelle con i capelli neri e crespi.

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