35. Scheggiata

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"I need your love         

I'm a broken rose."

(Black Stones, Nana)

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La voce di Rese tremava mentre passava timorosa le dita sul fiore appena sbocciato. I suoi petali erano così fragili che si sarebbero potuti spezzare fra le sue mani e il sottile stelo dondolava sotto la leggera brezza che sprigionava l'ala spezzata della fata. Sunshine guardò la serra arida e il lillà ancora per qualche istante, con la consapevolezza che quello sarebbe diventato il simbolo di una nuova rinascita per tutta le fate. Poi si alzò da terra e tese la sua mano a Rese per aiutarla ad alzarsi, mentre Mira e le altre scheggiate si riunirono intorno a loro. Il loro sguardo era pieno di vita e, finalmente, anche il luccichio nelle ali sembrava essersi ripreso almeno un po'. Mira distribuì dei nuovi semi ad ognuna delle fate e si posizionarono in una fila ordinata davanti alla struttura in legno che formava la serra. Sunshine fece loro segno di scavare una piccola buca e di gettare i semi all'interno, per poi ricoprirli con il terriccio umido. «Voglio rassicurarvi: è chiaro che la vostra magia non provenga solo dalla polvere fatata delle vostre ali, altrimenti io non sarei in grado di far crescere i fiori.» provò a spiegare Sunshine, cercando di essere il più chiara possibile. Il cuore le batteva forte nel sentire tutti gli occhi puntati su di lei e deglutì in preda all'ansia prima di ricominciare a parlare: «Respirate piano e ascoltate il suono degli alberi, il fruscio del vento... Non dovete cercare di controllare la Natura, dovete essere parte di essa.» Sunshine inspirò profondamente, sfruttando gli insegnamenti che la nonna le aveva dato fin da quando era piccola. Avrebbe voluto averli ascoltati con più attenzione. «Quando si sentite pronti, lasciate fluire la vostra energia sulla punta del vostro indice e posatelo sui semi che volete far germogliare. Fatelo fiorire insieme a voi.»

Le fate annuirono ed una ad una tesero il braccio verso la serra. L'aria era carica di tensione e l'espressione tesa nei loro volti lasciava trasparire l'ansia e la paura di non riuscirci. Le loro ali, rotte e spezzate, erano immobili, concentrate nel non fare un singolo movimento sbagliato. Dopo qualche minuto, una delle fate si avvicinò al cumulo di terriccio sotto cui aveva sotterrato con cura i semi. Una piccola scintilla verdastra si sprigionò dalle sue dita e cadde nel terreno, mischiandosi con esso e tutti la imitarono.

Tutti fermarono il respiro per interminabili attimi in attesa che succedesse qualcosa. Persino gli uccellini posati sui rami accanto alla serra, avevano sospeso il loro canto, e sembrava che l'intera foresta fosse rimasta in attesa. E finalmente, quello che tutti avevano sperato, accadde. Le ali della fate si illuminarono all'unisono per un istante, sprigionando una luce verde smeraldo che sostituì il grigiore che ricopriva le ali spezzate delle fate. La polvere di fata su di esse si sparse sul terreno e decine di boccioli colorati nacquero dalla terra che credevano sterile. I germogli appassiti, quelli che non erano stati in grado di resistere nonostante le attente cure, ripresero vigore e migliaia di petali di fiori e piante da frutto crebbero in pochi istanti.

«E'... stupendo.» sussurrò Sunshine, rimasta a bocca aperta di fronte a quello spettacolo. Come un pittore che sparge sapiente i colori sulla tela, sembrava che qualcuno avesse deciso di dipingere la terra, lasciandoci scivolare sopra la sua tavolozza. Sunshine non sapeva quanto tempo le sarebbe stato concesso di vivere, ma era convinta che questa sarebbe stata l'ultima immagine a venirle in mente una volta che fosse arrivato il suo momento. Ed era felice di questo. «E' tutto merito tuo.» Mira le si avvicinò e le prese la mano, avvolgendo le sue dita a quelle dell'altra fata. Sunshine le sorrise e ricambiò la stretta. "Forse anche io mi merito un po' di pace." si concesse di pensare, mentre osservava i volti estasiati delle scheggiate accanto a lei. «Grazie Mira, ma io non ho fatto niente, non era la mia magia.»

«No, senza il tuo aiuto, non ce l'avremmo mai fatta.» ribadì la fata con gli occhi lucidi. Sospirò e guardò poi il cielo completamente limpido, privo di alcuna nuvola. I secchi che erano appena stati utilizzati per annaffiare alcune piante, erano vuoti e riversi a terra, ma rimanevano ancora alcune zone della serra prive di acqua. «Dobbiamo solo sperare che piova, altrimenti sarà stato tutto inutile...»

«Non preoccuparti, ci penserà lei!» si intromise Rese nella loro discussione, posando con foga le mani sulle spalle di Sunshine. Guardò poi la fata con entusiasmo e le sorrise: «Ho sentito che sei in grado di fare incantesimi con gli elementi naturali, puoi evocare la pioggia?»

Sunshine sussultò sorpresa e lasciò andare di scatto la mano di Mira. La osservò con disappunto e quest'ultima distolse lo sguardo imbarazzata. «Era un'informazione riservata... E comunque non è così facile, potrei non riuscirci, l'ultima volta...» si bloccò. L'ultima volta era stata con Damien. Lui l'aveva stretta fra le braccia sotto l'acquazzone.

«Ti prego Sunshine, non possiamo permettere che le piante muoiano di nuovo.» ribattè Rese e altre fate dietro di lei annuirono. C'era una nota di disperazione nella loro voce e Sunshine non se la sentì di tradire le loro aspettative, non dopo che finalmente erano riuscite a farcela con le loro forze.

«Ci-ci proverò.»

Alzò lo sguardo verso la distesa di azzurro sopra di lei e tremò al pensiero che era stato il demone a convincerla che lei potesse riuscirci. L'aveva ingannata così bene da farle credere che lei potesse fare qualsiasi cosa. "Invece faceva parte tutto della sua recita ben orchestrata." Sunshine chiuse gli occhi, lasciando che il potere magico fluisse dentro di lei. Aveva capito che il primo passo per evocare la pioggia, era controllare il vento, perciò coordinò il suo respiro con la brezza leggera che soffiava fra gli alberi della foresta. Percepiva il fruscio dei rami in lontananza e lo scricchiolio delle foglie sul terreno divenire sempre più forte nella sua testa, come se potesse sentire il vento parlarle.

Delle nuvole nere cominciarono a comparire all'orizzonte e Sunshine alzò le braccia verso il cielo e fece roteare le mani. Le nubi vennero richiamate in breve tempo sulla zona in cui erano riunite le fate e si formò sopra le loro teste un denso vortice nero. Il cielo era diventato scuro ma nessuna goccia di pioggia sembrava voler cadere sulle fate. «Forza, Sunshine, puoi farcela!» gridò Mira, continuando ad osservare le nuvole che vorticavano in alto.

Sunshine tese ancora di più le braccia e si irrigidì, mentre si protraeva verso le nuvole. Sentì le sue guance diventare bollenti e alcune macchie bianche le appannarono la vista. "Devo resistere, l'ho già fatto." Ma quel giorno non era sola. Quando aveva evocato il temporale, era per dimostrare al demone che lei non era debole, che era in grado di rimanere con lui a combattere. Poteva ancora sentire le dita calde di Damien che scorrevano sulla sua pelle e le scariche elettrice che aveva rilasciato nel suo corpo durante l'allenamento. Grosse gocce cominciarono finalmente a cadere sulla terra arida e le fate iniziarono a danzare in cerchio sotto l'acquazzone, finché lo scroscio dell'acqua non cominciò a divenire troppo prorompente. «Sunshine, va bene così, puoi smetterla!» la informò Mira, per farsi sentire attraverso il rumore della pioggia battente. Provò ad avvicinarsi per tentare di fermare la fata ma fu presto bloccata da un tornado di aria e acqua gelida. Sunshine era lì, immobile e immersa in quella densa nebbia.

Aveva sperato di poter rimediare ai suoi errori e quando Rese aveva fatto sbocciare il primo fiore, aveva davvero creduto che ci fosse speranza non solo per le fate, ma anche per lei. Anche lei era una scheggiata. E non solo perché era nata senza ali. Odiava sentirsi in colpa, odiava sentirsi così debole, ma non c'era modo di cambiare le cose. Tutto di lei era sbagliato. Dal momento in cui aveva posato lo sguardo sugli occhi ambrati del demone, aveva capito di essere spacciata. Le sue mani, i suoi occhi, quelle maledette labbra, forse, non le avevano mai mentito davvero.

Lui portava con sé il buio e lei sapeva che avrebbe finito con il distruggerla. Eppure, aveva scelto consapevolmente di attraversare l'oscurità.

«Sunshine!»

Le goccioline d'acqua fredda nel vortice le solleticavano la pelle scoperta delle spalle e le sentiva scivolare lungo il suo corpo, come se stessero cercando di scavare in lei per corroderla dall'interno. Sunshine non riusciva più a capire dove iniziasse la pioggia e dove invece le sue lacrime. Poteva sentire la voce di Mira attraverso la tempesta ma non aveva intenzione di ascoltarla. Voleva solo che il rumore della pioggia devastasse la sua mente e si mischiasse all'affanno nel suo respiro. Percepiva il flusso d'energia fluirle in modo incontrollato dalle sue mani e riversarsi intorno a lei, ma non aveva intenzione di fermarsi. Forse, se avesse esaurito tutta la sua energia, avrebbe dimenticato il tradimento di Damien. La sua mente non poteva farlo, il suo cuore non voleva.

Le grida di Sunshine si espansero nel vento e risuonarono come un'eco per tutto il bosco. Le fate furono costrette a tenersi alle recinzioni per non essere spazzate via e alcune forti raffiche sradicarono alcuni alberi nella zona circostante.

«Fermati!»

Mira ancorò le mani al terreno e scavò fra la fanghiglia, trascinandosi sul terreno per cercare di raggiungere Sunshine. Scansò per un soffiò alcuni vasi di ceramica che erano stati sollevati dal vento ma alcuni cocci le ferirono il viso ormai ricoperto di fango. Quando fu abbastanza vicina per entrare nella visuale della fata, Mira si alzò con fatica da terra, tenendosi ancorata ad un grosso bastone che aveva raccolto dal terreno.

«Sunshine!» gridò Mira, con un tono calmo, agli antipodi rispetto alla situazione in cui si trovavano. «Se hai bisogno di aiuto, io posso aiutarti.» allungò la mano attraverso la tempesta, che si aprì quel tanto che bastava per permettere a Sunshine di vedere il sorriso luminoso della fata davanti a lei. «Finchè siamo vive, possiamo sistemare ogni cosa.»

"Potresti non capire, ora. Ma quelle che adesso sono ferite, un giorno saranno cicatrici. Tutto ciò è possibile perché sei ancora in vita."

Parole così simili a quelle che le aveva detto Silton nel momento che lei credeva essere il più buio di tutti. Mira, come l'elfo, le aveva sorriso con dolcezza nonostante tutto. La stessa dolcezza che già una volta l'aveva salvata dalla disperazione. Sunshine ricambiò il sorriso e tese la mano verso la fata. Sentì le loro dita sfiorarsi e l'istante dopo Mira scomparve di fronte a lei.

SPAZIO AUTRICE

io nel capitolo 34: 🍀​☀️​💞​🧚​🌺​

io nel capitolo 35: 👹​💥​🥀​🌪️​⛈️​

Dite che sono troppo crudele con Sunshine?

Nel prossimo capitolo tornerà un personaggio che molti di voi amano (o odiano, dipende dai punti di vista), vediamo se qualcuno di voi indovina qua sotto xD

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