Il mondo è mio

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Una voce attirò l'attenzione di Flora: qualcuno stava cantando.

Il mondo è mio,
è sorprendente accanto a te,
se salgo fin lassù
poi guardo giù
che dolce sensazione nasce in me.

Nel frattempo, Flora e il Brucaliffo avevano varcato una porta nella cinta di mura per vedere chi fosse. Una giovane ragazza dalla pelle ambrata parlava da sola. "Oh mio bel principe, come siete gentile. Siete così premuroso nei miei confronti e sapete sempre come farmi ridere. Oh, mio dolce Aladdin."

"Secondo te è matta?" chiese il bruco all'amica.

"No, penso di capire di cosa si tratti. Non è matta: è solamente innamorata." gli rispose, facendogli l'occhiolino. "Dev'essere Jasmine!" Quando si tappò la bocca era ormai tardi: aveva parlato troppo forte. Brucaliffo si nascose nel vestito appena in tempo perché l'altra ragazza non lo vedesse.

"Sì, sono io Jasmine, chi mi chiama?" chiese avvicinandosi.

Ops, mi ha sentita. "Ciao Jasmine. Proprio te cercavo!"

"Ah, sì? E come mai? E tu chi saresti?" domandò la giovane, con una punta di sospetto.

"Beh, la tua reputazione ti precede. Mi chiamo Flora e ho bisogno di te per una buona causa."

"Wow, che bello! Cosa devo fare? Era da tanto che volevo contribuire per qualcosa di importante." rispose tutta contenta.

"Tu sei la figlia del Sultano vero? Un mio amico mi ha detto che vi avrei potuto trovare qui. Vengo da un lungo viaggio e mi mancano ancora tanti giorni di cammino. Non è che avreste un posto dove farmi dormire?" Flora sorrise a trentadue denti cercando di sembrare il più carina possibile.

"Ma certo! Abbiamo 72 camere vuote a palazzo. Dico sempre a papà di darle in affitto, per guadagnarci qualcosina, ma lui ci è troppo affezionato e dice che siamo già tanto ricchi così." sospirò.

Jasmine accompagnò la sua nuova amica a palazzo e la presentò a suo padre:

"Ciao papi, questa è la mia nuova amica, si chiama..."

"Flora, piacere."

"Ecco, appunto, Flora." riprese la parola la principessa. "Lei è molto intelligente e dice che la nostra fama ci precede! Inoltre, sta facendo un lungo lungo viaggio e le mancano ancora molti giorni prima di arrivare a destinazione. Può rimanere a dormire qui da noi? Vero che può? Ti prego papi, ti prego ti prego ti prego..."

Oh, per piacere! Cara Jasmine ti facevo meno infantile, mi hai deluso proprio! pensò Flora mentre la ascoltava, convinta di aver appena perso la sua unica possibilità di trovare un letto.

"Ma certo cara! Per la mia principessa, questo ed altro. Flora, accomodati pure nella camera numero 71, è al settimo piano, la prima stanza a sinistra. Fa come se fossi a casa tua." rispose bonario l'uomo, probabilmente abituato alle scenate della figlia.

Appena entrata in camera, Flora richiuse la porta alle sue spalle e cominciò a svuotare la borsa. Le rimaneva un vasetto di marmellata, la chiave d'argento, la lampada dorata e qualche vestito sporco.

"Fai come se fossi a casa tua? Bene, mi ci voleva giusto un nuovo guardaroba." rise divertita, pensando che finalmente aveva trovato una sistemazione gradevole.

Prese un abito sfarzoso e un paio di décolleté ricoperte di gemme preziose per la serata e qualcosa di più comodo per il cammino del giorno seguente.

Brucaliffo si lanciò sul letto e rimbalzando sul materasso, le ricordò che non aveva ancora strofinato la lampada. Dal suo interno uscì un enorme fumo azzurro della consistenza di un budino, che cominciò a urlare: "Oh, grazie, grazie Aladdin. Ero convinto di rimanere lì dentro per sempre."

Poi si accorse che Flora non era Aladdin e si zittì di colpo. "E tu chi sei?" le chiese sospettoso

"Ciao. Io mi chiamo Flora. Lui è il Brucaliffo. Tu, invece, dovresti essere il Genio della Lampada!"

"Esatto!" rispose sconsolato nella sua enorme massa gelatinosa.

"Wow. Allora spiegami, per favore – sai io non sono molto brava in queste cose – come si esprimono i desideri."

"È molto semplice: hai tre desideri. Puoi chiedermi qualsiasi cosa tranne di uccidere, di fare innamorare qualcuno o di teletrasportarti altrove. Fine. Tu chiedi e io realizzo. Vuoi provare subito?"

"Così a caldo? Beh, ma non saprei cosa chiedere... devo proprio?" ci pensò su un attimo e poi esclamò "Oh, sì, certo: vorrei un cavallo veloce che mi permetta di giungere prima alle Montagne di Fuoco."

Detto fatto, un cavallo comparì davanti a loro e cominciò a nitrire e a galoppare in giro per la stanza, "Oh, no. Adesso devo portarlo giù. Uffa, potevi avvertirmi prima, Genio." lo redarguì sconsolata.

"Non è colpa mia! Non sono io che ho fatto le regole, se non vi esprimete bene sono affaracci vostri! Uffa! Se la prendono tutti con me. Me ne sto chiuso in una lampada per millenni e vengo interpellato solo per essere criticato perché non so leggere nella testa degli altri! Arrangiatevi un po' da soli!" concluse tornandosene nella sua casa dorata.

Un po' suscettibile, notò la ragazza. Poi prese il cavallo e lo portò nella stalla, cercando di non farsi vedere da nessuno. Una volta completata la missione, tornò in camera a dormire. Lungo le scale guardò fuori dalla finestra e notò un inconsueto bagliore verde che illuminava il manto stellato della notte.

Mi sa che ho proprio bisogno di dormire. Sto cominciando ad avere le visioni. Pensò, prima di chiudersi la porta della camera dietro di sé.


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