Capitolo 6

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27 luglio 1982
Era una giornata come tutte le altre, o per lo meno lo sembrava.
Io e Bri avevamo avuto due figli: Jimmy e Louisa. James era nato durante la nostra vacanza ai Caraibi e non potevamo che essere più gioiosi.

Io, Bri, Roggie e Deaky eravamo nel nostro albergo in America per il tour che stavamo affrontando, mentre Freddie era uscito per divertirsi in qualche locale. Stavamo allegramente pranzando quando al telegiornale avevano detto ciò che avrebbe distrutto la vita e la carriera di Freddie: l'AIDS si stava iniziando a diffondere e molte persone stavamo perdendo la loro vita. Tutti noi eravamo consapevoli di quello che poteva accadere alla nostra leggenda se non fosse stato abbastanza attento ed eravamo molto preoccupati per la sua condotta. Il primo a parlare era stato Deaky: << Che cosa orribile! Io non voglio perdere il mio migliore amico per una malattia così terribile! Non riuscirei più a vivere e cadrei in una terribile depressione! >> << Deaky non piangere non succederà. >> avevo detto io << E se invece succedesse? Veramente non riuscirei a tollerarlo >> Bri era intervenuto << Dobbiamo assolutamente fare in modo che non accada, non possiamo perderlo >>

Quella sera insieme a Freddie avevamo discusso di questa questione e lui aveva compreso la gravità della situazione. Non sapevamo che ormai era troppo tardi e il danno era fatto.

Una volta terminata la serie di concerti, alla fine dell'anno i Queen avevano deciso di dedicarsi a progetti solisti: io avevo iniziato una collaborazione con Bowie fino a quando la band non si sarebbe riunita; Bri, Roggie e Freddie avevano prodotto degli album mentre Deaky si era dedicato alla famiglia.

Nell'agosto 1983 ci eravamo ritrovati per lavorare al nostro album: The Works. All'interno di quest'ultimo ci erano canzoni celebri come Radio Gaga e I Want To Break Free. L'idea di questa canzone era venuta a me: stavo pulendo casa e avevo pensato a come sarebbero stati vestiti da donna i miei ragazzi. Era stata una genialità apprezzata in tutto il mondo tranne che in America che ci aveva bandito.

Prima che uscisse l'album, eravamo andati in Italia al festival di Sanremo. Non mi dimenticherò mai il modo in cui gli italiani avevano trattato Freddie era stato veramente disgustoso e dopo questo scandalo noi avevamo deciso di non tornarci più.

13 luglio 1985
Live Aid

Il giorno in cui Queen sono entrati nella storia e il giorno in cui Freddie è diventato ufficialmente una leggenda.

Era un giorno splendente d'estate e noi stavamo provando per l'ultima volta prima del concerto. L'emozione era palpabile: Freddie saltava come al suo solito, Bri, Roggie e Deaky gironzolavano per la stanza. Quando erano venuti a chiamarli io ero rimasta dietro le quinte per osservare il loro spettacolo. Freddie si era messo nella sua postazione dietro il pianoforte per suonare Bohemian Rhapsody e da lì era partito: la folla lo acclamava e cantava insieme a lui, era qualcosa di magico che io avevo intuito fin dal primo istante, lui riusciva a guidarla. Lo amavo.
Durante tutto il concerto io ero rimasta con la bocca spalancata: come poteva un uomo, che nascondeva un grande segreto cioè il virus HIV che aveva rivelato soltanto a me, fare tutto ciò? Era sbalorditivo! La mia parte preferita era stata però l'improvvisazione: quella era stata veramente incredibile!

Dopo lo spettacolo avevamo fatto una grandissima festa degna delle Regine.




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