Conchiglie

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Chiudo gli occhi nonna e lo vedo anche io il mare.
Il sole riflesso sull'acqua, luci, bandiere
Sbattute dal vento, non importa dove,
non importa quanto, è qui, adesso, per sempre.
Ti prometto che avrò quel coraggio.
Sorriderò. E se anche cadrò, so che troverò la tua mano
Passo dopo passo, in ogni onda.
A piedi nudi contro la vita...
Senza temere le conchiglie...
Le unghie dipinte di rosso,
Un velo di profumo che si spande nel vento,
Forse... mi prendi la mano. Forse... Sorridi.
Non sarò mai troppo grande per ... il mare.
Non sarò mai troppo grande per te.

Cara tredicenne, è strano scriverti questa stasera, è venerdì 13 Marzo del 2020, è una settimana che sono chiusa in casa. In quarantena preventiva, come tutti. Questa è un'eventualità che nemmeno la te scrittrice aveva mai preso in considerazione. Tu che hai sempre pensato che la tua vita fosse banale, che hai sempre pensato di vivere in un'epoca spenta, un'esistenza opaca in un tempo di deriva, in cui il mondo andava lentamente verso un'ipotetica fine che era sussurrata o urlata a seconda, ma che in fondo nessuno vedeva troppo vicina. Sono bastati due mesi di questo sciagurato 2020 per mettere il mondo intero in quarantena. Due mesi. Il mondo intero. Non è così piccolo. E soprattutto non puoi scegliere. Nessuno ha una scelta. Sto pensando molto alla nonna in questi giorni. Lei che è nata tra le due guerre, che è cresciuta orfana, sua mamma se l'è portata via una polmonite... Già.. strano a dirsi oggi. Anche tu hai avuto la polmonite. Oh sì, te la ricordi bene, avevi 10 anni. Mamma era molto preoccupata, avevi la febbre altissima. Ti hanno fatto un sacco di punture, ma nessuno moriva più di polmonite alla fine del 20 esimo secolo. Ecco forse all'inizio del 21esimo si. Come siamo caduti così indietro? Sto rivedendo molto le mie teorie sulla fine del mondo in questo momento. Forse non sarà per il riscaldamento globale  o per l'esplosione del sole o per lo scioglimento dei ghiacci o per un terribile terremoto o per una guerra termonucleare o per l'inversione del polo magnetico terrestre (Non sai cos'é? ... tranquilla al liceo porranno rimedio, non è poi così fondamentale saperlo a 13 anni). Forse basterà un virus. Già Matrix ci aveva visto lontano... 

"Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura." Dialogo tra l'agente Smith e Morpheus nel film Matrix.

Caro, signor Smith. Purtroppo si sbagliava, i virus sono molto più avanti degli uomini. Perchè un piccolo organismo invisibile di fatto può distruggere l'umanità intera. E' una guerra strana questa per gli uomini. Una guerra a cui non siamo abituati. Con un nemico invisibile. Non c'è una nazione contro l'altra o un confine da difendere. E' una guerra che si sta spandendo ovunque e in trincea ci sono migliaia di medici, infermieri che stanno facendo di tutto per salvarci dall'estinzione. Forse non di tutta l'umanità, ma di una buona fetta certamente sì. E' una guerra in cui tutti sono colpevoli e non lo è nessuno. Una guerra coi coprifuoco, i negozi chiusi, gente che gira con le mascherine, scene apocalittiche al supermercato. Nessuno si può baciare, nessuno si può stringere la mano, nessuno si può toccare. Un metro e mezzo di distanza da tutti. E' per il loro bene. E' per quello di tutti. E' temporaneo. E' difficile. Ci si sente soli ad un metro e mezzo di distanza da tutti. Dagli amici, dai parenti, dai colleghi, dal barista, dalla maestra dell'asilo. Le scuole sono chiuse. Gli ospedali sempre sull'orlo del collasso. I medici sempre più stanchi si lasciano sempre più andare ad apocalittiche visioni della fine generando il panico. Il governo fatica molto a tenere tutto e tutti sotto controllo.  Siamo una democrazia, la gente non è abituata a vedere controllata la propria vita e la propria libertà, non è abituata a stare in casa, lo fa solo se ha paura. Lo fa solo se viene punita, multata, limitata ogni giorno di più.  

Quante persone viventi nel 2020 hanno visto o vissuto la guerra? In pochi sanno che cos'è. Tua nonna ha partorito tuo padre sotto le bombe. Come ha fatto? Ha passato i primi mesi chiusa in casa scattando come un fulmine con tuo padre in braccio verso il rifugio, trattenendo il fiato e proteggendo quel bambino piangente per le sirene con un panno e il suo abbraccio come se potesse cambiare qualcosa contro ad una bomba. Ho sempre pensato che ci volesse una forza sovraumana per sopravvivere a qualcosa del genere. Non è così. La nonna che tu hai conosciuto, forte , determinata, col sorriso contaggioso era ciò che la vita aveva fatto di lei. A 19 anni correndo sotto le bombe non era ancora quella donna. A 19 anni con suo figlio stretto in braccio lei aveva paura.  E anche io ce l'ho. E ho capito solo ora che mia nonna non ha scelto di trovarsi sotto quelle bombe, semplicemente le è capitato. Ci si è trovata in mezzo. Come me e come qualsiasi delle persone che ora si trovano chiuse in casa col timore di quello che succederà. Ed è normale avere paura.

Il mio primo attimo di panico è stato quando ho visto i supermercati vuoti. Ovviamente. Una come me che conosce una sola droga per affrontare le parti difficili della sua vita, se le tolgono quella , come farà? E' molto semplice. Le toccherà viversela. Tutta, senza poterla anestetizzare. In realtà poi i super mercati li hanno riforniti, ma io ho fatto una promessa, cara tredicenne. Ti ho promesso che siamo insieme in questa battaglia.  Quindi affronterò la guerra. Quando ti ho fatto quella promessa questo virus era ancora lontano, non pensavo che sarebbe arrivato fino a qui. Invece è qui. Ed è durissima viverla , lasciare esplodere dentro di me ogni giorno l'ansia, l'incertezza, la paura. E' dura non piangere quando tuo figlio ti chiede quando andiamo al mare o al parco e tu non sai cosa rispondergli. Ed è dura vivere martellati dal telegiornale ogni giorno, non sapendo cosa altro possiamo fare per fermare questo contagio ed è dura vivere cercando di non pensare cosa succederebbe se il virus contagiasse te o qualcuno che ami. Non faccio che pansare alla gente che sta male senza  poter ricevere  nemmeno una carezza o un abbraccio. Isolati, confinati, con la febbre altissima.  Soli.  C'è così silenzio nelle strade quando cade il corpifuoco. La cosa strana è che la natura sembra continuare per il suo corso anche senza di noi. Svuoti le città delle macchine e si sentono di nuovo gli uccellini; le piante fioriscono lo stesso. Il virus non colpisce gli animali o le piante. Solo gli uomini. E' scienza. E fa paura.

So che noi occidentali ci lagniamo di poco. In fondo abbiamo una bella casa, abbiamo medicine, ospedali, mascherine, disinfettanti. Mangiamo lo stesso, non moriamo di fame, abbiamo acqua calda e servizi igienici. Farmacie. Quante cose diamo per scontato nella nostra vita? Forse era per questo che la nonna sorrideva sempre. Perchè aveva vissuto non sapendo se sarebbe arrivato un tozzo di pane a fine giornata per gran parte della sua vita e poi le cose erano cambiate, ha avuto una casa sua, una televisione, un bagno, il riscaldamento, il motorino, vestiti e trucchi e profumi,  le vacanze al mare,  pranzi e cene al ristorante. Si è goduta la vita. Non ha dato per scontato quello che aveva. Non ha dato per scontato il fatto di avere una bella famiglia, dei nipotini. Non ha dato per scontato nulla. E anche se la vita le ha tolto molte cose e molte persone, negli anni, lei ha continuato a vivere, godendosi tutto il tempo che le era stato concesso. Insegnando a camminare ai suoi nipoti. Tendendo loro la mano quando cadevano, con un bel sorriso disegnato sul volto.  A 19 anni tua nonna non sapeva che era giusto cadere nella vita. A 19 anni tua nonna non sapeva di avere la forza per rialzarsi. A 60 anni sapeva che la forza per rialzarsi è insita in noi e ce l'aveva anche quel piccolo scricciolo dagli occhi marroni verdi che la guardava fissa e sorrideva con le guanciotto rosse. E quel piccolo scricciolo eri tu, cara tredicenne. La sua prima nipote. Figlia di quel bambino che aveva temuto di perdere sotto le bombe e che molti pensieri le aveva dato nella sua vita.

Non sai quanto pagherei ora per stringere quella sua mano rugosa. Sono anni che se n'è andata ormai, ma ancora vorrei che tornasse, anche solo per farle vedere mio figlio, la mia casa, la mia vita con la mia famiglia. Vorrei che fosse fiera di me. Non so oggi quanto durerà questa pandemia. Non so se noi vinceremo o se il virus vincerà. Quello che dovremmo imprimerci molto fisso nella testa è che niente è per sempre. Noi non lo siamo e la nostra vita non lo è. E anche che nella nostra vita ci sono molte libertà che diamo per scontato, ma non dovremmo affatto. Una passeggiata nel parco, una gita al mare, un'abbraccio ad un amico. Molte cose che valgono più delle case e dei soldi e che anche la tecnologia più avanzata non può sostituire. Un selfie sui social non è come una foto stringendo a te i tuoi amici. E la grandezza delle persone come la nonna non è di essere state degli eroi, o di aver corso sotto le bombe, è di essere stati grati alla vita per ciò che ha riservato loro. Forse non dovrai correre sotto le bombe, ma dovrai spiegare a tuo figlio che non può andare al parco e all'asilo e che non possiamo uscire fuori dal giardino. E per quante bombe esploderanno nel tuo cuore per l'angoscia, la paura, la stanchezza, la tensione , l'ansia, dovrai avere il coraggio di fargli un sorriso, di farlo giocare, di farlo vivere, anche in questo strano mondo. Sperando che non duri per sempre. Sperando che finisca presto.

Cara tredicenne, tu ora hai le tue angosce e le tue preoccupazioni, figlie di un mondo privilegiato. Senza guerra, benestante, evoluto. Molte delle malettie più orribili del secolo scorso sono state deballate, per molte altre ti hanno vaccinato. Altre ti sembrano lontane, inimmaginabili, come le notizie delle guerre al telegiornale. Non ti farò la morale. E' giusto così. Tua nonna ha ringraziato il cielo molte volte perchè continuasse ad essere così. Perchè tu non dovessi correre sotto le bombe. Perchè nessuno dovrebbe farlo. Ma a volte non si può scegliere. Quello che possiamo scegliere è ciò che vogliamo essere e ricordare se ci verrà dato altro tempo su questa terra. Ci sono persone per cui bastano piccole cose per essere felici.  Tua nonna era una di quelle. Lo smalto rosso sulle unghie. Un filo di rossetto. Un po' di profumo. Lo metteva anche se stava in casa, perchè non lo faceva per gli altri, lo faceva per se stessa.  Cucinarsi un buon piatto. Bere un po' di vino, guardarsi la sua televonas preferita. Fare un saluto alla vicina dalla finestra. Le bastava vivere nel suo mondo in pace, senza la guerra. E se poi riusciva ad andare al mare a farsi un bel bagno e crogiolarsi sotto al sole, allora quanto era felice! Aveva la terza elementare, aveva imparato qualche parola di tedesco sulle spiaggie, non leggeva libri o giornali, ma forse della vita aveva capito più dei filosofi.

Nel mondo prima o poi ci troviamo tutti a piedi nudi sulle conchiglie. Io non ho più 13 anni. Non ne ho 19 come ne aveva mia nonna. Non ne ho 60. Se il mondo mi darà la grazia di arrivarci, vorrei solo che fosse con la sua spensieratezza. Cara tredicenne, ti assicuro che non sarà facile, ma vale la pena provarci. Fa male camminare sulle conchiglie. Ma dopo un po' non le senti più, la nonna lo diceva sempre. Tientielo bene nella mente , come cercherò di farlo anche io in questi giorni così difficili.   

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