Onde contro il mondo

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Tuoni il cielo
rumore sopra la terra
nubi sparse nel vento
onde contro il mondo.

Tremi il destino
bruci l'anima
sole arso dal nulla
risacca del passato

Sventra la storia
scolora l'anima
spara alla paura
pugnala la morte

E vivi, infine...
perchè se il cielo
si scolorasse dei tuoi pensieri
buia giacerebbe la notte.

Cara tredicenne, ti presento Rabbia. Ancora quel cartone? Ok, non è obbligatorio immaginarlo come un piccolo omino rosso dalla testa fumante. Vediamo se riesco a catturare di più la tua attenzione. Proviamo così: ecco a te ... Rabbia!

Bello vero! Tu adori le esplosioni ( almeno al cinema). Diciamoci la verità, cara tredicenne: tu non hai un solo cerchio in testa, ne hai tanti e molto spesso le emozioni si mascherano le une sulle altre, come una cipolla. Nello strato sopra c'è sempre la tristezza che come un velo o una nebbia nasconde tutte il resto e poi sotto, sotto si scatena il pandemonio: paura, solitudine, disincanto, cinismo, disgusto e sotto a queste c'è la bomba ad orologeria che si carica piano piano al centro della cipolla, finchè non è pronta ad esplodere. Tu porti la maschera da ragazza tranquilla , sensibile e paziente. Andiamo! Nessuno può essere sempre tranquillo, sensibile e paziente. Nemmeno tu. Perfino Gesù Cristo ha buttato all'aria le bancarelle di fronte al tempio. Eppure tu fai esercizio di meditazione zen fino allo sfinimento, fino a che non sei talmente al limite che per un fiammifero, un'inezia, una scintilla: BOOOM ! Tutta tua padre. Brutta roba , lo so, tu pensi di essere molto meglio di così. Ne parleremo più avanti.

A 22 anni scriverai la poesia qui sopra. Dovevi essere molto arrabbiata quel giorno. Con chi? La verità è che non lo ricordo. Forse tua madre o tuo padre. Tuo marito ancora non lo conoscevi, forse era quel fantomatico ragazzo che in effetti in quel momento ti stava rendendo la vita impossibile. Riconosciglielo! E' stato l'unico che ti ha fatto tirare fuori gli artigli. Ti ha fatto male, certo. Gli hai fatto male, anche.  Ma non hai subito in un angolo. Con tutti i difetti che senz'altro aveva, è stato il primo essere umano al mondo con cui hai osato togliere i freni se escludiamo le rappresaglie con tuo fratello in tenera età. Ed è stata una vera tempesta. Non guadare tanto il fatto che sia finita male. Quell'individuo aveva un suo modo unico di stuzzicare le tempeste che probabilmente per te, abituata a nascondere tutto sotto la cipolla non era in alcun modo sopportabile. Però ha visto la tua esplosione e sono stati pochi al mondo. Non sono sicura che gli sia piaciuto, ma se può aiutarti a capire qualcosa di te , di come sei fatta allora forse qualcosa di buono questo ragazzo te l'ha lasciato o te lo lascierà (a seconda di come la guardi). Dietro la tua maschera, in fondo alla cipolla, dietro ai sorrisi, dietro ai freni, dietro le buone maniere e le parole cortesi:  tu sei una tigre, una terrorista, una guerriera. Sotto a tutto, tu sei rabbia pura, vendetta e invidia.  Un'esplosione. Nel tuo mondo, nel mondo dei tuoi libri veleggiano le tragedie, l'ingiustizia, le spie, i segreti, i terroristi, gli scontri armati, le ritorsioni, le vendette, le esplosioni, le catastrofi naturali. Cosa ci trovi in tutto questo? Perchè ti piacciono così tanto? Le tue protagoniste sono donne forti, armate fino ai denti che lottano per sopravvivere in un mondo che tu vedi così,  distrutto , in declino, da sempre. D'altronde così questo mondo ti è stato presentato dai tuoi genitori e poi dalla televisione, dai film, dai giornali, dalla cronaca.  Ma qui non stiamo parlando della loro storie o della storia del mondo, ma della tua storia personale. Che cos'è che ti ha fatto così arrabbiare nella tua vita?

L'inizio senz'altro poteva andare meglio. Quante volte te l'hanno raccontato? Ormai ti sembra quasi di averlo vissuto. Forse così è stato. I tuoi si sposano e dopo pochi mesi la mamma scopre di essere incinta. Eccitazione, giubili e trombe. Entrambi volevano tanto un figlio. Entrambi avevano così paura di non fare in tempo. Tua madre aveva 33 anni, tuo padre 39. Primi esami generali dopo il primo trimestre e arriva la doccia fredda. Mamma è positiva alla rosolia. Razza di sfiga!  Le consigliano di abortire. Abortire vuol dire che noi (io+te) non ci siamo più. Infinito nulla di merda, dopo tre mesi già lì a bussare! La mamma tentenna, va da un altro medico, ripete gli esami, sempre positivi. Non vuole abortire, scala un medico dopo l'altro fino al primario. Lui è perplesso, riguarda gli esami, chiede i precedenti in famiglia, domanda più e più volte se mamma ha avuto segni sulla pelle negli ultimi mesi. Risultato della consultazione finale: 5 pro aborto , 2 incerti , 1 contrario, il primario, secondo cui era strano che la mamma non avesse avuto sintomi. Penso che gran parte della sfiducia di mamma nei medici sia nata in quei giorni. Ma forse non è stato il solo lascito di questa storia. Noi eravamo dentro di lei, non capivamo nulla sul momento, ma quando ce l'ha raccontato sì, capivamo eccome. In più c'era anche bisogno di aggiungere che la prima cosa che mamma aveva chiesto alla zia quando siamo finalmente sbucate fuori era : "è normale?" . Diciamo che un po' di incazzatura retrogada ce l'abbiamo eccome, contro la sfiga e contro quegli invertebrati dei medici. Innazitutto siamo partite sfavorite 5 a 1, senza contare gli incerti e poi aggiungiamoci che abbiamo scoperto questa fantastica storia nel giorno del nostro compleanno a dodici anni con l'adolescenza  alle porte.  Tempismo perfetto!

Innanzittutto cara tredicenne recapita questo piccolo messaggio alla mamma:

Cara mamma,  non  mi hai esattamente dato una botta di autostima rivelandomi questo aneddoto. Non era per questo che l'hai raccontato, anzi era perchè volevi dire: "Come sono stata fortunata ad aver avuto una bambina sana".  Questo però non l'hai detto. L'ho dovuto capire da sola a 33 anni, diventata anche io madre. Senza di te. Per me è sempre stata una rincorsa da allora per dimostrare a te, al papà, a me stessa e al mondo che ero normale, che nei miei geni non c'era nulla di sbagliato. In realtà al mondo non importava e tu, mamma, non hai mai avuto alcun dubbio, ma non me l'hai mai detto ed io avevo bisogno di sentirtelo dire.

Cara tredicenne, torniamo a te, se ce l'hai con tua mamma o tua zia perchè potevano cucirsi la bocca in attesa almeno della maggiore età, hai tutte le ragioni del mondo, ma non pensare mai di non meritare questo mondo o questa vita. E ti dico la verità, se anche quell'esame fosse stato positivo davvero (e non un falso positivo come si è rivelato), tu avresti avuto comunque il diritto a questa vita, anche come ragazza dawn. Permettimi di aggiungere anche, per qualsiasi cosa diranno sui giornali alcuni sedicenti politici in futuro, che le vaccinazioni sono una cosa buonissima ed è sempre meglio farle. Se mamma fosse stata vaccinata, ci sarebbero stati molti meno casini. Infatti  la mamma ti ha fatto vaccinare e la riga della rosolia tu potrai anche non leggerla al momento buono negli esami. Una cosa buona almeno l'ha fatta, glielo devi concedere. Purtroppo ho una brutta notizia per te: mamma e papà non sono esattamente come tu credi che siano e ogni tanto nel corso della loro e della tua vita se ne verranno fuori con rivelazioni simili, anche se forse per te di portata inferiore, comunque veramente dure da ingoiare. Sull'opportunità di parletene a 12 anni stendo un velo pietoso, sull'opportunità di non parlatene affatto o farlo attraverso altri canali (scritto per esempio) sai come la penso: certe cose è meglio dirle in faccia. A loro discolpa devo aggiungere che ogni genitore ha i suoi scheletri nell'armadio, anche tu ne avrai un giorno, forse meno drammatici (incorciamo le dita) e che quando crescerai un giorno anche tu potresti decidere di parlare a tuo figlio a cuore aperto, soprattuto se tuo figlio ti sembra più maturo della sua età (questa comunque non è un scusante, c'è il tempo giusto per ogni cosa). L'unica cosa che invece vorrei chiedere a te è :perchè non hai mandato tua mamma a farsi una gita sotto i portici quando se n'è uscita con quella frase che ti faceva così male? Perchè non hai risposto? Perchè non hai pianto? Perchè hai sempre solo sorriso, anno dopo anno dopo anno?      

La tua rabbia è lecita. E anche l'errore di tua mamma lo è, purtroppo. Non per volerla giustificare, ma sai quanti errori fanno i genitori in buona fede? (E tu non sarai da meno) La cosa strana è che tu abbia deciso di subire e basta. Perchè? Perchè  era il giorno del tuo compleanno e non volevi rovinartelo litigando con la mamma. Perchè invece così non era già rovinato? TU HAI PAURA DEL CONFLITTO. HAI PAURA DI AFFRONTARE LE PERSONE, HAI PAURA DI COSA POTREBBERO DIRE. TU HAI PAURA CHE POTREBBO LASCIARTI SOLA. Si perchè se dai ascolto alla rabbia ed esplodi devi poi affrontare anche l'onda d'urto della rabbia altrui. Le sue obiezioni, il suo disappunto, la sua delusione, il suo rammarico. Tutto. Tutto insieme scagliato contro di te. Così invece che ribattere, tu incassi. Ti lasci sparare in continuazione, giorno, dopo giorno, dopo giorno. Tu continui a sorridere e poi arrivi al colmo e BOOOM!  Tua mamma non è la tua migliore amica, non è li per esserlo. So che adori il telefilm (Una mamma per amica) , ma la tua non sarà questo, non in questa fase della tua vita per lo meno. Adesso ha l'impellenza di insegnarti l'autosufficenza (e l'ansia di non riuscirci ... ahi noi!). Comunque non se ne andrà, se litigate. Te lo assicuro. Ti terrà il muso? Forse sì.  Ci saranno un paio di giornate tese, forse sì o forse no. Se capisce cosa ti ha fatto male potrebbe anche scogliersi in un abbraccio. Per quanto la sua vita sia, ti assicuro, veramente incasinatissima, rimane una mamma con un forte istinto materno. Se percepisce il tuo sconforto forse cedrà. L'ha fatto spesso. NON TIRARTI INDIETRO. Ogni litigio non è solo un litigio , è una possibilità anche di chiarimento o di sfogo o di perdono. Se tu rinunci per paura, rinunci a tutto, in più ti porti dietro uno zaino sempre più pesante , che col finire del tempo ti schiaccia.

Un giorno sarai moglie. Se non dirai a tuo marito quello che pensi, che ne sarà del vostro matrimonio? Non puoi tacere in eterno. Devi rischiare. Potresti essere stupita dal vedere che quella che per te è una bomba atomica per l'atra persona è poco più di un fiammifero. Non è  con una pistola o col C4 che puoi affrontare la vita. Bastano le parole. Se scelte bene sono potentissime e possono cambiare tante situazioni. E se anche dovessi sbagliarle almeno hai buttato fuori la tua angoscia, il tuo disappunto, la tua rabbia e non è più li dentro a roderti, mascherata sotto la nebbia della tristezza e dei foschi pensieri. E senza quel nodo dentro si è talmente più leggeri che tutto il mondo ci sembra meno sull'orlo del collasso. Tu puoi sopportare quell'onda d'urto, te lo giuro, quindi alza la tua voce, schiariscila e dì quello che pensi.   

Cara piccola tredicenne, ti lascio anche un ultimo appunto: per quanto tu credi di essere trasparente, in realtà non lo sei e i tuoi pensieri lo sono meno di te. Se non dici alle persone come ti senti , loro non lo capiranno. Per te è ovvio. Tu ci vivi dentro alla tua testa. Per te queste cose o altre simili sono come un film guardato mille volte, ma per le altre persone non è affatto così. Loro sanno e sapranno di te solo e soltanto quello che tu manifesti. E un sorriso può nascondere tante cose! Parla, abbi il coraggio di essere davvero migliore di tuo padre. Parla! Dì le cose esattamente come stanno! Dì cosa ti ha ferito, cosa ti ha fatto piacere e cosa no. Non tenerti tutto dentro.Mai.

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