Capitolo 44

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Michael era rimasto a dormire nell'appartamento di Lorenzo, non si era posto il problema di dove fosse: probabilmente aveva preferito non raggiungerlo perchè l'unico motivo per cui gli aveva dato quella casa era aiutare Vivian, magari sapendo che questa non ci fosse più l'avrebbe giustamente rivoluta indietro. Comunque se ne stava sdraiato sul letto a pensare a come la sua vita fosse diventata assurda nell'ultimo periodo, la bionda era capitata a sconvolgergliela, l'aveva resa immensamente bella ma anche assolutamente tragica.
Lui che cercava sempre nuove esperienze e cose che non lo facessero annoiare, aveva rinunciato probabilmente alla possibilità di non dover mai trovarsi nella situazione di non sapere cosa fare, a che pensare.

Era troppo, perfino per un Michael Rinaldi.
Decise di uscire a farsi un giro, si portó dietro le chiavi perchè tanto ormai quella casetta era diventata abbastanza familiare da non sentirsi d'intralcio o troppo strano mentre vagava con quelle nelle tasche.
Prese il cellulare e cercó i nomi delle sue ultime modelle, forse non gli avrebbero fatto scordare Vivian, ma almeno sarebbero riusciti a distrarlo.

Il primo nome che si ritrovó mentre scrollava la pagina su instagram fu quello di Sara, la bionda che si era portato dietro una delle prime sere in cui aveva conosciuto Vivian, in cui erano usciti tutti insieme lei, Leo e Martina. Sembravano passati secoli, erano decisamente cambiate un sacco di cose.

Chiuse gli occhi e scosse il capo divertito, non ci aveva mai pensato troppo a cosa fosse successo quella notte. Lui e la sua accompagnatrice avevano litigato di brutto, perchè lei sosteneva Michael avesse occhi solo per Vivian, non credeva che non avessero mai avuto una storia, che si conoscessero sul serio da così poco.

Si fermó sul marciapiede, la gente gli passava accanto ma lui non la vedeva, risuciva solo a perdersi nelle immagini che si susseguivano nella sua testa: Vivian mentre lavorava in quel bar squallido, Martina, il sushi. E poi la prima notte insieme, il loro primo bacio.
Aveva davvero il coraggio di mandare tutto all'aria? Perchè se l'amore era per i coraggiosi, quello che stava facendo lui era un'altro livello di codardia. Ci voleva coraggio pure ad essere così idioti.

Chiuse l'applicazione e decise di concentrarsi su altro, le vetrine sembravano un ottimo diversivo. Dopo aver sorvolato con lo sguardo su una serie di abiti firmati, smoking e vestiti eleganti, giunse davanti ad una tavola calda. Arrivava da lì un profumo di cioccolata fumante e dolciumi invitante al punto che dovette sforzarsi per non entrare, non aveva idea di quanti soldi gli fossero rimasti e non voleva sprecarli. Doveva arrangiarsi per una specie di pranzo e un modo per arrivare in aereoporto, prima o poi.

Pensó inevitabilmente che gli sarebbe piaciuto da matti poter entrare lì con Vivian, chiacchierare di quanto fosse meravigliso il dipinto che lui le aveva fatto, di quanti ancora avesse intenzione di regalagliene.
Si chiese se si sarebbe mai stancato di osservarla.

Sei proprio un idiota Michael.
Si spostó i capelli da un lato e poi si accese una sigaretta, a saziare le sue voglie al posto del cibo, ad acquietare i propri pensieri al posto di Vivian. Se avesse avuto carta e penna si sarebbe messo a disegnare, all'improvviso gli venne un'idea.
Camminó nuovamente verso l'appartamento, lentamente, si lasció il tempo di riempirsi a dovere i polmoni di nicotina. Con i nervi sciolti in quel modo capì cosa lo avrebbe fatto stare meglio, aveva bisogno di disegnare, di dipingere qualcosa o solo di una penna e di un foglio.

Ne aveva visti un paio in camera da letto, sulla scrivania sotto la finestra. Probabilmente erano messi lì per arredamento, per scena, costosi e inestimabili ma a lui poco importava.
Tornó dove si trovava prima e si scaldó le mani sfregandole tra loro, non si tolse neppure il cappotto tanto era agitato, si mise a sedere sulla sediolina in legno e posó i gomiti magri sulla superficie dura.

Che cosa vuoi disegnare, Michael?
Impugnó la penna, anche questa una Mont Blanc di qualche costosissimo tipo e prese a viaggiare con la mano sul foglio, ben presto venne fuori un viso, dei capelli, un naso sottile e delle labbra che conosceva fin troppo bene.
Era chiaramente Vivian, la stessa espressione furba, maliziosa e velatamente dolce. Era forse il ritratto di lei migliore che gli fosse mai venuto, e non l'avrebbe mai visto.
Decise di lasciarlo lì, nella speranza che prima o poi le sarebbe giunto in qualche modo.

Probabilmente Lorenzo avrebbe provveduto per farlo sparire, non gli sembrava un tipo così sensibile, anche se non lo conosceva per niente. Forse sensibile lo era, per aver accettato di averli lì a fare l'amore mentre lui rimaneva confinato chissà dove.
Era anche lui invaghito di Vivian, Michael realizzó quella cosa all'improvviso, si sentì stupido per non averlo capito prima. L'amava così tanto che era disposto a lasciarla ad un altro, pur di farla felice.

E tu pensavi di meritartela.
Era Lorenzo quello giusto, quello da amare, quello che l'avrebbe sempre protetta. Michael ripercorse con gli occhi neri il viso di Vivian sul foglio da lui disegnato e si passó una mano sul viso.

Si tolse il cappotto e decise di lasciare una lettera a Lorenzo, era stato uno stupido a confessare a John dove si trovassero, forse si era fatto impietosire dalla storia dell'ansia, delle preoccupazioni e del tentato rapimento di quella che aveva compreso fosse sua figlia. Eppure l'amava, aveva sacrificato se stesso solo per metterla al sicuro, e aveva riposto in Michael una fiducia ingiusta, perchè come al solito, aveva deluso tutti.
Se stesso in primis.

Lorenzo,

Quando leggerai questa lettera io saró già in volo, o nella migliore delle ipotesi, a casa.

Ti ringrazio per avermi chiamato quando Vivian stava male, non me lo meritavo, anche se l'hai fatto per lei e non per me. Sebbene diversi sotto ogni aspetto, io e te condividiamo una cosa: il bene che vogliamo alla stessa donna.
Seppur questo sia ugualmente forte il tuo amore è sincero e puro, io non sarei mai capace di darle ció che merita, tu si, e lo sai.

Quindi tocca a te prenderti cura di lei, quando si sentirà così sola da voler morire, così persa da non sapere chi sia e così vuota da desiderare chiunque per sentirsi viva, a qualsiasi costo.
Il mio è un fallimento, lei non è tornata con me perchè appartiene qui e io non sono stato capace di strapparla via dalla sua famiglia.
Fallimento che puó trasformarsi nell'opportunità, per te, di fare di meglio.

Pensavo di dover essere io quello forte, invece è lei che si è dimostrata la migliore. Mi ha messo in guardia, mi ha salvato e mi ha lasciato scegliere.
Ha provato a comprendermi e non mi ha giudicato, ma so che nel profondo ci spera ancora.

Rendila felice, a volte l'amore non basta.

Michael.

Lasció il foglio accanto al ritratto e tornó alle sue cose, stare su quel letto era una tortura: gli ricordava in ogni momento del tempo passato con Vivian, il suo odore, i suoi baci.

Scosse il capo, come se potesse in quel modo scacciare via i pensieri fastidiosi. Riprese il telefono e cercó il numero di Martina e Leo, i suoi amici, la sua vita. Doveva ancora fare dei lavori per dei clienti ed era terribilmente in ritarlo, come al solito. Non era mai srato un tipo puntuale, specialmente con l'arte, dipingeva quando era ispirato e se la voglia mancava per giorni, allora lui per giorni rimaneva a fissare la tela vuota.

Gli arrivó un messaggio.

Ciao, so che sei in America da Vivian, sai perchè non mi parla più?

Se ho fatto qualcosa di sbagliato chiedo scusa.

Era Martina, Michael socchiuse gli occhi, dispiaciuto ancora una volta di non poter confessare la verità.

Non lo so, comunque non perderci troppo tempo.
Ero venuto qui per tornare insieme ma saró solo.
Non credo voglia saperne più niente di noi.

In che senso?

Non penso che ci sia un motivo in particolare per cui non ti senta più, ha solo cambiato vita.

Bella merda.

Michael sorrise, Vivian era una persona terribilmente incasinata, confusa, disordinata. Non era certo sapesse sul serio chi fosse e neppure cosa facesse la maggior parte del tempo, eppure c'erano dei momenti, alcuni in cui per un attimo si collegava al mondo vero ed era anche capace di comunicare con gli altri, con quei pochi che sceglieva e che avessero il coraggio di sceglierla.
E allora se eri uno di quei fortunati ti rubava l'anima con il suo sguardo di ghiaccio e ti incatenava a lei per sempre, o almeno, questo era quello che era successo a Michael: aveva osato, da bravo artista, scrutarla troppo, si era innamorato dei suoi dettagli, delle sfumature della sua personalità, del modo in cui guardava fuori dalla finestra la mattina mentre beveva il caffè e si era sempre domandato a cosa diavolo pensasse, cosa si nascondesse in quella testa tanto graziosa e persa.
Cosa celasse il suo sguardo vuoto all'apparenza.

Adesso lo sapeva ed era troppo, aveva colto la palla al balzo, se n'era andato da bravo codardo non appena gli si era presentata la scusa perfetta per lasciarla andare.
Per non dover affrontare tutto quello che lei gli faceva provare.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro