Capitolo 50

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  Noi ci innamoriamo non quando troviamo una persona perfetta, ma quando arriviamo a considerare perfetta una persona imperfetta.

Sam Keen 



Apro gli occhi di scatto e il mio sguardo si fissa sul baldacchino sopra di me.

Sono tornata.

Prendo un respiro profondo e i miei polmoni si riespandono, risucchiando aria rumorosamente, come se fossi appena riemersa dal fondo dell'oceano.

-GRANGER!-

Sussulto, sentendomi richiamare così improvvisamente. Credevo di essere sola.

Sposto gli occhi confusa: Blaise entra nel mio campo visivo.

E' sconvolto e non capisco il perché.

L'ultima cosa che ricordo è quella pozza di sangue, le zanne del serpente, quella finestra rotta... e infine Draco... Draco disteso sul pavimento, dormiente... distrutto, stremato, fuori di sé per il dolore.

Se mi porto una mano al petto, riesco ancora ad avvertire il sentore di ciò che ho provato... Dolore vibrante, vivido... che mi ha inglobata totalmente tra le sue spire, distruggendomi, dopo aver distrutto anche lui.

Riporto gli occhi su Blaise che si muove da una parte all'altra della stanza, percorrendola in quasi tutta la sua interezza, fuori di sé. Sembra disperato.

Ma perché?

E soprattutto: perché è in questa stanza?

Nella sua stanza! Scatto a sedere imbarazzata.

Mi ha scoperta.

Ha scoperto dove dormo in realtà!

Cosa gli dico?

Come posso giustificarmi?

"Io... Io...Non riuscivo a dormire"

"Io... E' successo solo stanotte"

"Io... Non so... Non so come sono finita qui"

Forse è meglio far finta che sia colpa del legame. Che sia stato quello a portarmi qui stanotte.

Ma so già che non mi crederebbe: come potrei altrimenti spiegare che nella stanza degli ospiti il letto è ancora intatto?

Abbasso lo sguardo ancor più imbarazzata, notando però che lui continua a camminare nervosamente, quasi come se non ci fossi. La sua mandibola è serrata; apre e chiude i pugni; il respiro è affannato e i suoi occhi si spostano da un punto all'altro senza mai soffermarsi su qualcosa in particolare.

E mi rendo conto che non è nervoso: è furioso.

Che sia successo qualcosa stanotte?!

-Blaise... Che succede?- chiedo quindi, mettendomi in allarme, con la voce ancora rauca; più rauca del normale, come se non parlassi da molto tempo.

-CHE SUCCEDE? CHE SUCCEDE?! MI CHIEDI CHE...- mi urla immediatamente contro, interrompendosi subito dopo per lasciar uscire un sospiro rabbioso. Si gira verso di me, facendo due passi avanti e sbattendo ai piedi del letto.

I suoi occhi sono puro fuoco.

Ringrazio il cielo che ci sia il letto a bloccarlo perché non so cosa sarebbe capace di fare.

Istintivamente mi ritraggo contro i cuscini, spingendomi verso la testata e lo guardo terrorizzata: -Cosa... Cos'hai?- chiedo con un filo di voce, ma la mia mente ha già ricollegato tutto mentre recuperava lucidità.

E' furioso con me e c'è solo un motivo per cui potrebbe esserlo.

I miei occhi si spostano verso il basso alla mia destra, come se da qui potessero assicurarsi che tutto sia ancora al proprio posto.

-DIMMELO TU! DIMMELO TU GRANGER! STAI CERCANDO QUESTA PER CASO?!- mi risponde urlando, e con mio grande orrore lo vedo estrarre l'ampolla con la pozione soporifera da sotto il mantello poggiato ai piedi del letto, che io avevo nascosto la notte scorsa.

Spalanco gli occhi: -Blaise... Io...-

-TU COSA?! COSA?! COSA CAZZO AVEVI IN MENTE DI FARE GRANGER?! VOLEVI AMMAZZARTI PER CASO?! SEI FORSE IMPAZZITA?!-

-Cos... NO! NO BLAISE! NON... IO NON...-

-VORRESTI DIRMI CHE QUANDO L'HAI RUBATA NON STAVI PENSANDO DI FARLA FINITA?! EH?!-

Mi blocco, incapace di rispondere, mentre mille pensieri si affollano uno dopo l'altro nella mente.

Lui continua: -PERCHE' L'HAI RUBATA IERI POMERIGGIO, NON E' COSI'?! QUANDO CREDEVI CHE APPENA DAPHNE AVESSE PARLATO LUI SAREBBE SPARITO, GIUSTO?! VOLEVI SPARIRE CON LUI, GIUSTO?!-

Come fa a saperlo?

-Com...Tu... Come, come fai a... come fai a saperlo?!- chiedo tutto d'un fiato. Non gliel'ho mai detto... Non gli ho mai detto che con molta probabilità Draco sarebbe passato oltre subito dopo l'arresto del colpevole.

-PERCHE' TI HO SENTITA! TI HO SENTITA DAVANTI A QUELLA MALEDETTA TOMBA!- grida fuori di sé.

Oddio... Oddio è vero... Lui ha sentito tutto quella notte.

Strabuzzo gli occhi: ora capisco cosa sta pensando.

-Io non volevo uccidermi!- rispondo quindi fuori di me.

-AH NO?! NON VOLEVI UCCIDERTI?! E cosa volevi fare?! Per Salazar, COSA STAVI CERCANDO DI FARE?!-

-VOLEVO TROVARE UN MODO PER FARLO TORNARE INDIETRO! VOLEVO CHE IL LIMBO... CHE QUELLA MALEDETTA STANZA RIMANESSE ANCORA IN PIEDI IL TEMPO NECESSARIO A TROVARE UNA SOLUZIONE PER FARCI USCIRE ENTRAMBI!- urlo in risposta –NON VOLEVO UCCIDERMI! VOGLIO SALVARLO!-

Lui serra la mascella, fulminandomi con gli occhi: -E NON HAI PENSATO CHE IL LIMBO AVREBBE POTUTO DISINTEGRARSI COMUNQUE?! NON HAI PENSATO NEANCHE PER UN SECONDO CHE SE FOSSE ANDATO DISTRUTTO SARESTI MORTA LI DENTRO?! A QUESTO AVEVI PENSATO?! RISPONDI!-

Rimango in silenzio: ha ragione. Ha terribilmente ragione.

-IMMAGINO DI NO! NO! NON CI HAI PENSATO, NON E' VERO?! PERCHE' VOI GRINFONDIOTI E' COSI' CHE FATE! VI BUTTATE NELLE SITUAZIONI SENZA PENSARE ALLE CONSEGUENZE!-

-NON OSARE! NON OSARE! NON OSARE DIRE CHE NON PENSO ALLE CONSEGUENZE!- urlo in risposta, mentre tutto quello che ho vissuto stanotte mi torna in mente come la risacca del mare.

-IO HO PENSATO PERFETTAMENTE A TUTTO! CREDI CHE NON ABBIA CERCATO DI CAPIRE PIU' A FONDO DI COSA SI TRATTASSE?! PENSI CHE NON ABBIA CONTROLLATO NELLA SEZIONE PROIBITA?! O IN QUALSIASI LIBRO A MIA DISPOSIZIONE?!-

-E NON HAI PENSATO CHE AVREI POTUTO DARTI UNA MANO? CREDI CHE ANCHE IO NON VORREI CHE TORNASSE INDIETRO?!-

E in queste parole, per la prima volta dopo quel maledettissimo primo giorno, riesco ad avvertire di nuovo tutto il suo dolore, tutta la sua rabbia.

-TU NON NE SAPEVI NIENTE! NESSUNO NE SAPEVA NIENTE! NON POTEVO DIRTELO!- grido in risposta, sapendo già quello che lui mi risponderà.

-AVRESTI POTUTO QUANDO MI HAI RACCONTATO TUTTO! AVRESTI DOVUTO CHIEDERMELO! E INVECE COSA HAI FATTO?! SEI RIMASTA CON LE MANI IN MANO A PIANGERTI ADDOSSO COME UNA PRINCIPESSINA INDIFESA! E HAI ANCHE RISCHIATO DI UCCIDERTI!-

No...

Non può averlo detto seriamente.

Lo fulmino con gli occhi e scendo dal letto rapida, come una furia, afferrando la bacchetta dal comodino.

Vedo immediatamente la sua espressione cambiare per una frazione di secondo: stupore si dipinge sul suo volto, ma un attimo dopo torna a mascherare tutto.

Aggiro il letto e lo fronteggio: -Cos'hai detto?! COSA HAI DETTO?!- lo spintono –SONO RIMASTA CON LE MANI IN MANO?! SONO RIMASTA CON LE MANI IN...- mi fermo, mentre sento montarmi la rabbia dentro sempre di più. La avverto bruciante, in ogni angolo del mio corpo, unita al senso di umiliazione per le sue parole. E' vero, ho pianto, ho pianto tanto, ma questo non gli da il permesso di giudicarmi. Non gli da l'autorizzazione di credere quello che vuole.

-Granger calmati- interviene lui, improvvisamente con un tono di voce un po' più basso. Ma questo non fa altro che peggiorare la situazione.

-CALMARMI?! MI HAI DETTO CHE NON STO FACENDO NULLA! MI HAI APPENA DETTO CHE SONO UNA PRINCIPESSINA PIAGNUCOLONA! COME DIAVOLO TI PERMETTI?! TU NON SAI NIENTE! NIENTE DI COME MI SENTO! NIENTE DI QUELLO CHE HO FATTO FINORA! TI CI SEI RITROVATO DENTRO SOLO PERCHE' TE L'HO RACCONTATO! ALTRIMENTI NON NE AVRESTI SAPUTO MAI NIENTE! MI SONO FIDATA DI TE! E INVECE TU HAI SEMPRE PENSATO QUESTO?!-

-Io non... Granger... CALMATI!-

-NON OSARE DIRMI DI CALMARMI! E NON OSARE DIRE CHE NON LO PENSI! PERCHE' SO CHE E' COSI'! MA SAI UNA COSA, MALEDETTA SERPE DEI MIEI STIVALI?! IO STO CERCANDO DI FARE IL MEGLIO CHE POSSO! STO CERCANDO DI NON FARE ANDARE TUTTO IN PEZZI! STO CERCANDO DI NON FARLO ANDARE IN PEZZI!-

Ed è così che non vedo più Blaise, ma rivedo Draco davanti ai miei occhi, in lacrime, già distrutto e caduto in pezzi.

-STO CERCANDO DI NON ANDARE IN PEZZI IO STESSA! STO CERCANDO DI TROVARE UNA SOLUZIONE! DI INCASTRARE QUEL BASTARDO CHE STA GIOCANDO CON NOI! CI STO PROVANDO E NON CI STO RIUSCENDO! E MI SENTO MALE!-

-Granger...-

-NO! TACI! HAI GIA' DETTO ABBASTANZA ZABINI! MA STAI TRANQUILLO HO CAPITO BENISSIMO! CREDI CHE PER ME SIA TUTTO UN GIOCO NON E' COSI'? CREDI CHE AVER PERSO TUO FRATELLO TI DIA L'AUTORIZZAZIONE DI GIUDICARE QUELLO CHE STO FACENDO IO?! SOLO PERCHE' LUI MI ODIAVA...- Ripenso a ciò che ho visto in quel Pensatoio, ripenso a quello sguardo tra lui e Draco. Lui sa.

-...SOLO PERCHE' IO NON ERO SUA AMICA CREDI CHE MI STIA IMPEGNANDO DI MENO?! CREDI CHE MI FACCIA PIACERE LA SUA MORTE?! EH?!-

Non mi rendo neanche conto di star piangendo. Come devo risultare ai suoi occhi? Patetica sicuramente, ma non mi importa.

-Granger io non ho mai detto che...-

-NON L'HAI DETTO MA LO PENSI! LO PENSI E TI SBAGLI PERCHE' MI SONO INNAMORATA DI LUI!-

Oddio... Oddio cosa ho fatto?!

Mi blocco immediatamente, gli occhi si spalancano e mi porto una mano sulla bocca.

Oddio no.

Oddio non posso averlo detto veramente.

NO.

NO.

NO!

Lui spalanca gli occhi a sua volta e questo mi fa contorcere lo stomaco ancora di più. Non posso averlo detto veramente. Non posso... non posso essermi innamorata di... no... non può essere. E soprattutto... non posso averlo detto a... Blaise.

Una scarica di adrenalina mi pervade dalla testa ai piedi e faccio l'unica cosa che la mia mente mi impone di fare in questo istante: scappo.

-GRANGER! ASPETTA!-

Raggiungo la porta, ma lui mi corre dietro.

Ho appena poggiato la mano sulla maniglia, quando mi sento afferrare per il polso libero: un'altra scarica di adrenalina, che questa volta somiglia terribilmente a pura elettricità, mi attraversa, raggiungendo il polso.

Succede tutto nell'arco di una frazione di secondo.

Lo sento emettere un grido soffocato e la presa si allenta per poi sparire.

Mi giro velocemente a guardarlo, ma lui è lontano almeno un metro e mezzo da me. E' piegato in avanti, tenendo la mano, con la quale probabilmente mi ha afferrata, poggiata sulle cosce, come se si fosse fatto male.

Non posso fermarmi a controllare cosa sia successo.

E' l'occasione giusta.

Mi giro di nuovo e spalanco la porta, precipitandomi sulle scale. Raggiungo il piano inferiore e corro verso la cucina.

Mi troverà.

Mi troverà subito.

Non posso rimanere qui.

Non posso...

Esco nella veranda e mi guardo intorno.

No, non posso rimanere.

Chiudo gli occhi, rendendomi però conto di essere troppo agitata per concentrarmi e riuscire a Smaterializzarmi.

Sospiro di frustrazione e riapro gli occhi, guardandomi intorno. Mi sposto di lato e raggiungo un fianco della casa. Qui gli alberi sono più abbondanti, e anche se i rami sono spogli, sono sicura che i tronchi potranno coprirmi a dovere.

Mi addentro immediatamente tra essi, mentre evoco il mio mantello, rimasto nell'ingresso.

Appena riesco a coprirmi, mi Disilludo, raggiungendo l'ultimo tronco, quello più interno e mi nascondo lì dietro. Sono invisibile, ma stare allo scoperto mi metterebbe ancora più in agitazione.

Mi raggomitolo, cercando di farmi quanto più piccola possibile.

-GRANGER!- sento urlare dall'interno per poi sentire uno scalpiccio che si avvicina sempre più dalla veranda.

-GRANGER DOVE SEI?!- urla Blaise.

Mi giro lentamente, facendo attenzione a non fare rumore, per controllare i suoi movimenti.

Lo vedo spuntare da dietro l'angolo e il respiro si azzera; il cuore batte ancora più velocemente.

Devo stare calma, non può vedermi.

Si guarda intorno, iniziando a camminare lentamente: -Granger esci fuori. So che sei qui-

Ingoio a vuoto, mentre sento l'agitazione crescere: si sta avvicinando agli alberi.

-Granger, per favore- dice un po' più calmo.

Raggiunge il primo albero e controlla il retro.

-Esci...- continua, mentre si avvicina ad un altro albero.

Si fa sempre più vicino.

Devo togliermi di qui immediatamente.

-Granger-

Mi rimetto in piedi velocemente e faccio un passo di lato, facendo ancora più attenzione a non fare rumore.

Lui sembra non accorgersene, così lentamente prendo a camminare di nuovo.

Ho fatto solo pochi passi, quando il mio piede maledetto mi tradisce, pestando un rametto che si spezza sotto il mio peso ed è così che lui alza lo sguardo, incrociando inconsapevolmente i miei occhi.

-Granger!-

Ed è così che prendo a correre di nuovo, nella terribile sensazione di un deja vu, che però stavolta è reale, perché abbiamo già vissuto questi momenti. Lui, a casa mia, che mi accusa con Harry. Io che scappo, lui che mi sente e mi insegue.

Corro, corro più veloce che posso verso la parte anteriore della casa.

Devo raggiungere il cancelletto ed uscire.

Sento Blaise dietro di me correre a sua volta: -Granger fermati! Dove sei?! Fermati!-

Giro l'angolo e con sollievo i miei occhi si posano sul cancello d'entrata.

Cerco di accelerare, e sto per raggiungerlo, quando ecco che due braccia mi bloccano, afferrando le mie saldamente, da ambedue i lati.

-LASCIAMI!- grido.

-NO! GRANGER! FERMATI!- mi urla lui in risposta.

-TI HO DETTO DI LASCIARMI!- ripeto fuori di me. Cerco di recuperare la bacchetta ma non ce la faccio, e mi rendo conto di essere ancora in pigiama e soprattutto scalza.

Percepisco il terreno ghiacciato sotto di me e sembro iniziare a curarmene soltanto adesso.

Rabbrividisco istantaneamente e Blaise ne approfitta per stringere la presa: -Tu non vai da nessuna parte- mi dice, ma stavolta è di nuovo calmo, controllato. La sua non è un'imposizione, quanto più un invito.

Mi divincolo ancora un attimo, finchè il mio corpo, stremato per lo sforzo, si arrende.

Mi abbandono contro di lui, mentre lentamente torno visibile.

-Lasciami... Per... Per favore... Lasciami andare- lo prego con voce rauca.

-Non scapperai?- mi chiede sospettoso.

Lentamente scuoto la testa in senso di diniego ed ecco che la presa si allenta.

Torno a respirare regolarmente e alzo gli occhi al cielo.

Sussulto, mentre una stella, luminosa, mi restituisce lo sguardo.

-E'... buio- dico e la mia è una constatazione più che una domanda.

Mi giro verso di lui, ma non lo guardo. Non ne ho il coraggio.

-Andiamo dentro- si limita a rispondermi e non riesco ad interpretare il suo tono di voce.

Non si avvicina nuovamente a me, ma si limita a girarsi e a precedermi verso l'interno.

Lo seguo a ruota.

Insieme raggiungiamo di nuovo la cucina, dove mi siedo al tavolo e fisso lo sguardo su un punto indefinito della superficie lucida davanti a me, che mi restituisce il riflesso, ma che non ho il coraggio di guardare.

Poggio le mani in grembo, giungendole l'una con l'altra e iniziando a giocare con le dita nervosamente.

Cosa diavolo mi è saltato in testa?

Come ho potuto dire una cosa del genere?

E soprattutto... Perché l'ho detta?

Io... Io...

Già una volta stavo per farmi sfuggire la stessa cosa davanti a Draco... e per fortuna sono riuscita a fermarmi in tempo. Come avrebbe reagito se l'avessi detto?

Probabilmente mi avrebbe allontanata immediatamente, dandomi della stupida mezzosangue... mi avrebbe detto di tornarmene indietro... mi avrebbe... rifiutata.

Lo stomaco si stringe in una morsa dolorosa.

Ma ancora una volta è sempre la stessa domanda a tornarmi in mente: perché l'ho detto?

Non... Io non posso... Io non posso essere innamorata di lui.

No...

Sono sempre stata innamorata di una sola persona nella mia vita, una persona che adesso mi ha tradita certo e che mi ha fatta soffrire... ma...

C'è un ma...

Ed è un "ma" che mi spaventa... che capovolge ogni cosa... in maniera inequivocabile.

E quel "ma" è seguito da una consapevolezza: quando ho scoperto la verità su Ron ci sono sicuramente rimasta male, ma non ho reagito come avrebbe fatto una persona che ancora è innamorata perdutamente del suo uomo.

Una persona ancora innamorata sarebbe scivolata lungo quella parete e lì sarebbe rimasta, raggomitolata su se stessa, piangendo tutte le sue lacrime. A continuare a pensare a quell'amore che l'ha tradita rovinando tutto.

Ma io... trattengo il fiato un secondo... Io non ho fatto nulla di tutto ciò. Io mi sono rialzata.

Sono uscita di casa e sono... sono andata da lui.

Sono andata da Draco e... gli ho detto che mi dispiaceva... che mi dispiaceva per tutto... Ho pensato a lui... Non ho più pensato a Ron... Gli ho detto che lo odiavo... Ho detto a Draco che lo odiavo, non a Ron come avrei dovuto fare... come sarebbe stato giusto fare... Gli ho detto che lo odiavo perché mi ha abbandonata... ma l'odio... l'odio... non è forse... non è forse il riflesso di qualcos'altro?

Ingoio, mentre il cuore accelera e dalle mie labbra esce un piccolo sospiro strozzato... spaventato.

Scuoto la testa: no... no... no! Non può essere.

Improvvisamente davanti ai miei occhi compare una tazza: thè.

Mi ritraggo per lo spavento e alzo lo sguardo, incrociando quello di Blaise:

-Bevi- mi dice.

Mi affretto a distogliere gli occhi, arrossendo e faccio come dice, lieta di poter occupare almeno qualche secondo, per non dovergli parlare.

Mi accorgo che ha acceso le candele e adesso tutta la stanza è illuminata da una luce soffusa e calda, che mi permette, almeno in parte, di iniziare a rilassarmi.

Mi porto la tazza alle labbra: il thè è bollente, così lo sorseggio pianissimo, ma ci metto molto più tempo a riabbassarlo sul tavolo.

Blaise si siede accanto a me, sorseggiando il suo.

Il silenzio ben presto inizia a farsi prepotente.

Non so cosa dire, non riesco a parlare.

Sono troppo imbarazzata.

Ed è così che i ricordi di stanotte riprendono il sopravvento e di nuovo quell'occhiata tra loro due mi passa veloce davanti.

Dovrei... Dovrei dirgli qualcosa?

Voglio... Io voglio sapere... Voglio sapere se ciò che ho visto è reale.

Ho bisogno di saperlo.

Ma come posso chiederglielo?

Non posso...

-Lui...-

Mi mordo il labbro per costringermi a rimanere in silenzio.

Blaise si blocca, con la tazza a mezz'aria e lentamente si gira a guardarmi, in attesa.

Non posso...

-Io... Io... Lui... Lui mi ha fatto vedere i suoi ricordi- dico finalmente, riuscendo a far uscire una frase di senso compiuto.

Blaise non mi risponde e lentamente torna a bere.

-Ho visto... Ho visto quando da bambini avete litigato... Ho visto quando gli ho dato un pugno al terzo anno... Ho visto il primo giorno di Hogwarts... Davanti al treno... Io... ti ringrazio per avermi difesa...- dico in un sussurro.

La sua espressione si fa meravigliata, rimane in silenzio per un attimo, poi risponde: -Di niente-

Alzo leggermente gli angoli della bocca.

Penso poi a ciò che ho scoperto su Daphne: lei si era dichiarata, ma Blaise non lo sa e se neanche Draco gliel'ha detto, non sarò di certo io a farlo.

-Ho... Ho visto... quando è diventato un... Mangiamorte...-

Si irrigidisce leggermente, ma continuo a parlare –Ho... visto Voldemort che si divertiva... che si divertiva a infliggergli quel marchio... mentre lui soffriva...- dico in un soffio. Blaise rimane in totale silenzio.

-Ho... visto la mia tortura... Quando Bellatrix mi ha... mi ha... sfregiata...- ingoio un attimo, sforzandomi di continuare –Lui... Lui voleva che sua madre intervenisse. Non per chissà quale motivo lo so... ma ho capito che tutto ciò che mi è sempre stato detto su di lui era vero... L'ha fatto per proteggere la sua famiglia. Era... Era solo spaventato, ma è sempre stato buono in fondo-

-Finalmente ci sei arrivata- risponde lui tagliente.

-In fondo l'ho sempre saputo, ero solo arrabbiata. Solo quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, ho capito che forse qualcosa era realmente cambiato in lui. Ma... Non ho avuto tempo per verificarlo...-

Lui si blocca di nuovo per un secondo e adesso so perfettamente perché, così ne approfitto per continuare: -Mi ha fatto vedere anche... altro-

Si gira a guardarmi accigliandosi, ma io non oso incrociare il suo sguardo.

-Mi ha fatto vedere... Il lavoro... Quando... Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme... E...-

Lui apre un po' più gli occhi, trattenendo il fiato.

-E... Ho visto me... E lui...- mi interrompo, cercando le parole adatte –Ho visto me attraverso i suoi occhi- dico tutto d'un fiato. Lui si blocca totalmente, aprendo la bocca. Alzo lo sguardo e lo guardo dritto in faccia –Tu sapevi, non è così?- gli chiedo diretta, sentendo finalmente la tensione abbandonarmi. L'ho detto... quella domanda è finalmente uscita dalle mie labbra. Ma giuro che se inizierà a parlarmi di ciò che lui gli ha detto, lo bloccherò. Non è con lui che voglio affrontare questo discorso.

Lo vedo boccheggiare, chiaramente in difficoltà, la mano ha un leggero tremore, così si affretta a posare la tazza sul tavolo. Non mi guarda più.

Rimango in silenzio.

-Lui... Non... Non me l'ha mai... mai ammesso apertamente- inizia balbettando –Io... L'avevo intuito... Inizialmente quando avete iniziato a lavorare insieme, tutti e due eravate diffidenti nei confronti dell'altro. Quando Shacklebolt vi ha assegnato il caso mi sono dovuto sorbire un'intera serata di lamentele e continue richieste di fare a cambio con me...- Si interrompe studiando la mia reazione. Indubbiamente mi ferisce un po', ma devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo per non lasciar trapelare nulla sul viso.

Ricordo che io non reagii così e, anzi, continuavo a ripetermi di fare uno sforzo, di cercare di andare avanti ricominciando da zero. Era Ron invece quello che aveva avuto la stessa reazione di Draco: ricordo perfettamente che rientrati a casa iniziò a sbraitare, non contro di me, dicendo che forse Harry avrebbe potuto aiutarmi, che dovevo stare tranquilla perché sicuramente il nostro migliore amico ci avrebbe potuto dare una mano. Io lo lasciavo sfogare e annuivo, perché c'era una piccola parte di me che era d'accordo con lui, ma in realtà, di fatto, poi non agii. Lasciai che le cose facessero il loro corso. Harry chiese a Shacklebolt, sotto suggerimento di Ron, di fare un cambio, ma il Ministro fu categorico nel negarglielo, sostenendo che sarebbe stato un ottimo modo per iniziare a creare un rapporto e mettere fine ai vecchi dissapori. E adesso, eccoci qui. E se ci ripenso, non posso impedirmi di provare fastidio per come si comportò Ron in quell'occasione: come se io fossi una bambina che aveva bisogno di essere protetta. O forse era lui che non riusciva ad andare avanti e sperava che io ed Harry saremmo rimasti sempre dalla sua parte, chiusi nei nostri pregiudizi?

-Ad ogni modo glielo negai- La voce di Blaise mi riporta alla realtà –Gli dissi che se voleva veramente farsi accettare, redimersi e ricominciare, doveva iniziare a collaborare con voi. E che collaborare con te, che per lui a scuola rappresentavi...- si interrompe, leggermente in difficoltà, mentre io avverto una fitta allo stomaco e le parole pronunciate da Draco sulla Torre mi tornano in mente -...il male da estirpare... sarebbe stato un ottimo modo per farlo. Doveva superare i pregiudizi, esattamente come lo stavate facendo voi e come a mio tempo avevo fatto anch'io- conclude, tornando a guardarmi.

Ancora una volta non lo guardo e non lascio trapelare nulla, sforzandomi di pensare a ciò che ho visto in quei ricordi. A come aveva iniziato a vedermi diversamente.

Quello che lui mi sta dicendo è il passato. Adesso è tutto diverso.

Annuisco, chiudendo gli occhi per un attimo.

-Così ha iniziato il lavoro e col passare dei giorni mi sono accorto che forse un po' di speranza che le cose tra voi si chiarissero c'era. Credo che anche Potter ne sia rimasto sconcertato. Forse come me aveva scommesso che vi sareste presi per i capelli già dopo un paio d'ore-

Riapro gli occhi e lo vedo sorridere, e per riflesso lo faccio anch'io.

-Ma non è stato così e la cosa mi ha sorpreso. I giorni hanno iniziato a passare e più scorrevano più lo vedevo cambiare. Ha iniziato a rilassarsi, era sempre più tranquillo, stava tornando alla vita di prima. Prima di tutto quello schifo... Lentamente, ma ci stava riuscendo. Anche Astoria e Daphne se n'erano accorte. E sapevo che era perché il lavoro gli piaceva, perché sentiva di fare la cosa giusta. Gliel'ho chiesto un paio di volte, ma credo che ormai tu lo conosca abbastanza...- si interrompe e io annuisco –Ecco. Le sue risposte erano sempre evasive, naturalmente quando non mi puntava la bacchetta contro minacciandomi-

Ridacchiamo entrambi e scopro di avere, per l'ennesima volta, gli occhi lucidi. Sentirlo parlare così di lui... sentire la nostalgia impregnare ogni singolo vocabolo, avvertire quella nota stonata di dolore in sottofondo... mi fa rendere conto sempre di più della dura realtà.

"Non devo pensarci"

Mi impongo di continuare ad ascoltarlo, proprio mentre lui riprende a parlare: -Poi... Un giorno...- Ingoio a vuoto, tentando di mantenere la calma –Potter ci ha detto della festa-

Sta raccontando quello che ho visto.

-E lui mi ha detto categoricamente che non ci sarebbe venuto. Non voleva farsi umiliare perché la gente sapeva benissimo chi era-

Annuisco di nuovo: -Lo so... Lui... Me l'ha mostrato- dico –So cosa vi siete detti-

Lui mi guarda leggermente basito, ma poi si riscuote e continua: –Ho provato a fargli cambiare idea per settimane. Per settimane e, per Salazar, era più testardo di un mulo. Non voleva sentire ragioni. Ma quello che non gli ho mai detto è che lo capivo benissimo, che io al suo posto avrei fatto lo stesso. Siamo arrivati ad una settimana da quella festa e ormai stavo per arrendermi. Una mattina sono arrivato prima al Ministero e quando sono entrato, in ufficio c'era solo lui. L'ho visto immediatamente. Qualcosa non andava. Teneva gli occhi fissi nel vuoto ed era seduto malamente sulla sedia. Gli ho chiesto che aveva e mi ha detto che sarebbe venuto. Così, di punto in bianco aveva cambiato idea-

Annuisco ancora.

-Li per lì non ho collegato immediatamente, ma dopo una decina di minuti tu e Potter siete tornati e ho ricordato un particolare. Vi avevo già visto quella mattina-

Mi irrigidisco e lo guardo immediatamente titubante: che lo abbia capito?

-Quando ero arrivato nell'Atrium vi avevo visti uscire da uno degli ascensori e allora ho ricollegato tutto. Aveva sentito parlare uno di voi due, perché eravate già stati in ufficio quella mattina-

Devo ricorrere alle ultime forze che ho per non tradirmi. Cerco di mantenere sempre la solita espressione e anzi lo guardo dubbiosa.

Lui mi studia per un secondo, ma forse riesco a non fargli capire nulla perché distoglie lo sguardo e continua: -Sono rimasto scioccato da quella scoperta. Ed è stato così che ho iniziato ad osservarlo meglio. Volevo capire se per caso stesse iniziando a nutrire un interesse nel voler costruire un rapporto di amicizia anche con voi. Era strano, anzi stranissimo, ma mi sono detto che forse era normale. Che forse per cambiare veramente aveva bisogno anche di quello. Di avere dei nuovi amici- fa una pausa tornando a guardarmi, ma io tengo ostinatamente gli occhi piantati sul tavolo –Ma quello che ho visto era ben diverso...-

Avverto il cuore accelerare.

-La prima volta l'ho notato alla festa-

Il cuore mi balza in gola.

-Quando ti sei avvicinata con Potter. Proprio in quel momento mi sono accorto della sua reazione-

Il cuore inizia a martellarmi nel petto, mentre inizio a ricordare ciò che ho visto.

-Ti ha salutata lui per primo, non posso dimenticarlo ed è stato quello ad incuriosirmi-

Ed è vero: perché quando io ed Harry ci siamo avvicinati, lui ha salutato tutti e tre, mentre io solo Blaise e Daphne. E' stato Draco a salutarmi e solo dopo, io ho ricambiato.

-Oltre al fatto che quando ho detto che eravate arrivati, lui ha iniziato a guardare fisso verso un unico punto ed è stato sempre lui ad annunciare che tu e Potter vi stavate avvicinando-

Lo guardo con finta sorpresa, come se non ne sapessi niente.

Lui mi studia ancora, ma poi continua: -Si potrebbe pensare che era una pura casualità, ed è stato quello che ho pensato anch'io in quel momento, ma poi, quando ci avete raggiunti, dopo aver ricambiato il suo saluto, tu ti sei girata a parlare con Potter ed è stato lì che mi sono accorto di tutto. Lui ha continuato a fissarti e...- si interrompe, ma io lo esorto –E?- con un sussurro.

-E non ti toglieva gli occhi di dosso- conclude, guardandomi penetrante.

Io strabuzzo gli occhi con finta sorpresa, perché lui non sa cosa io abbia visto esattamente: -Cosa?- chiedo e per fortuna la mia voce sembra davvero scioccata.

Lui rimane in silenzio per un paio di secondi, poi continua: -Sono rimasto scioccato anch'io e da quel momento ho capito che se lui era a quella festa era per merito tuo. Eri tu ad aver detto qualcosa, non Potter. E da quello stesso momento ho iniziato ad accorgermi di tutte le occhiate che ti lanciava. Ho capito che c'era qualcosa sotto. Qualcosa che stava diventando sempre più grande man mano che il tempo passava. Finchè un giorno...- fa una pausa che mi mette in agitazione –Gli ho parlato...-

-Gli hai parlato?- chiedo senza fiato.

Annuisce senza guardarmi: -Dovevo capire. Non volevo farmi un'idea sbagliata di ciò che vedevo. Non mi sembrava giusto. Era il mio migliore amico, non volevo pensar male di lui-

-Pensar male?-

-A te non sembrerebbe strano se Potter si interessasse all'improvviso di... Daphne per esempio?-

A sentir quel nome ho un lieve sobbalzo, ma lui mi guarda in attesa di una risposta.

-Si certo- rispondo quindi velocemente.

Dopodichè lui continua: -Di solito mi raccontava sempre tutto, certo... con i suoi tempi, ma alla fine lo faceva. E se adesso non mi stava dicendo nulla, le possibilità erano due: potevo sbagliarmi oppure...- un'altra pausa che mi fa agitare irrimediabilmente sulla sedia –Oppure avere ragione e se non ne parlava con me la situazione era peggiore di quanto immaginassi-

Il fiato mi si mozza di nuovo e il cuore impazzisce. Devo, devo impormi ancora una volta di rimanere calma.

-E... cosa ti ha... cosa ti ha detto? Tu cosa gli hai detto?-

Lui si ferma un attimo, bevendo un sorso di thè. Lo imito e per poco non mi strozzo: la mia gola è completamente serrata.

-Gli ho chiesto se ciò che vedevo era reale. Stavo per beccarmi un pugno in faccia-

Sorrido irrimediabilmente, immaginando la reazione spropositata di Draco.

-Gli ho detto che non ci sarebbe stato nulla di male, ma alla seconda minaccia di rovinare il mio bel viso, ho desistito-

Ridacchio e anche lui si apre in un lieve sorriso: -Ma anche se lui negava, io ho continuato ad osservarlo. E come avevo previsto, i primi tempi, subito dopo le mie domande, smise di osservarti in mia presenza. Ed era quella la conferma che aspettavo. Non si rendeva conto che avendo modificato il suo comportamento, mi aveva dato le risposte che cercavo-

Rimango basita, ma ha ragione: tutti, quando vogliamo negare l'evidenza, mettiamo in atto il comportamento opposto, cosa che, ad un buon osservatore come lui, può solo dare la conferma che le proprie supposizioni siano corrette.

-E alla fine, senza rendersene conto, una mattina tornò a guardarti. Entrasti in ufficio con Potter, ignara di tutto. Lui ti osservava, ma, forse, dopo qualche secondo si accorse del suo errore. Ti aveva guardata di nuovo in mia presenza-

Ingoio di nuovo: mi sta raccontando ciò che ho visto in quel ricordo.

-Si è girato a guardarmi e non potrò dimenticare mai quello sguardo. Lo sguardo di chi è stato colto in flagrante: aveva lo sguardo colpevole-

Respiro.

Devo ricordarmi di respirare. Quello che... Quello che mi sta dicendo... cambia tutto... Cambia... Cambia irrimediabilmente tutto.

Ogni cosa.

Ogni singola cosa.

Ogni certezza che avevo viene spazzata via.

Lui... Lui...

-Lui... Era...-

Ingoio ancora una volta: non riesco a pronunciare quelle parole. Perché farlo implicherebbe trasformare in realtà ciò che sto solo supponendo. Ed è una realtà che, per la prima volta, ho paura di affrontare.

Mi sono chiesta cosa lui provasse per me... mi sono detta che forse era per via del legame, che forse si sentiva in colpa per ciò che mi stava succedendo perché tutto era collegato al suo assassino. Al suo omicidio.

E quando... Quando mi ha baciata la prima volta... beh... forse era solo perché sì, c'era qualcosa, ma quel qualcosa era nato a poco a poco, da quando quel legame ci aveva costretti insieme...

Ma questo... questo cambia tutto.

Vorrebbe dire che il suo prendersi cura di me... non era solo dovuto al senso di colpa... era... era...

-Era innamorato di me?- chiedo tutto d'un fiato, tenendo lo sguardo basso, ma non posso impedirmi di vederlo trasalire.

-Innamorato è una parola grande... Ma nutriva un interesse per te. Ne sono certo- risponde con voce calma.

Ed eccole qui: quelle maledette parole.

Le parole che cambiano tutto.

Sento il panico impossessarsi di me.

Perché lui non sa... Lui non sa cos'è successo tra me e lui... in quel maledetto limbo... Lui non sa niente.

Non glielo dirò, ma adesso so... adesso so che forse Draco... forse lui prova le stesse cose che provo io.

E...

Oddio.

-Granger-

A fatica rialzo gli occhi su di lui.

-Quello che mi hai detto...-

-Non dirlo!- scatto in piedi –Ti prego Blaise... Non dirlo... Dimenticalo! Dimentica tutto! Non è vero... Non era vero!- dico velocemente, completamente nel panico.

Lui mi afferra per un polso: -Calmati. Siediti- mi dice con tranquillità.

Respiro profondamente e lo assecondo, tornando a sedermi, ma sono troppo agitata e la mia mano, che ha riafferrato la tazza, trema pericolosamente.

-Io non parlerò- mi dice.

Non oso guardarlo.

-Puoi fidarti di me- mi dice ancora col calma e il suo tono sembra più gentile del solito.

Alzo gli occhi meravigliata: è questo il vero Blaise?

-Io...- distolgo lo sguardo. Cosa dovrei fare? Ringraziarlo? –Cosa... Cosa stavi per dire?- chiedo quindi, incapace di far uscire altre parole.

Lui mi guarda ancora: sembra stia scegliendo le parole adatte.

-Quello che mi hai detto è vero? Sei davvero innamorata di lui?-

Sussulto per la velocità con cui ha lasciato uscire la frase, che irrimediabilmente mi fa agitare di nuovo. Cosa gli rispondo? Cosa è più giusto rispondere? Dovrei mentire, ma improvvisamente mi ricordo che non posso.

E non posso per un semplice motivo: lui si è accorto di tutto già da tempo. Mi ha chiesto se eravamo diventati amici probabilmente per capire se il suo migliore amico mi avesse detto qualcosa. E ha scoperto invece che io... io provavo qualcosa a mia volta.

Lui ha capito tutto.

Anche se non gli racconterò nulla, lui ha già capito che tra me e Draco è successo qualcosa.

Arrossisco.

-Non lo so- dico quindi sinceramente –Non lo so Blaise... Io... Sono confusa... Sono terribilmente confusa... Tutta questa situazione mi sta facendo impazzire... E... Se...- inizio a balbettare –Se io fossi realmente... innamorata... sarebbe un problema...- mi interrompo e gli occhi diventano lucidi, ancora.

-Sarebbe un problema... Perché io non posso... non posso volergli bene per poi perderlo... Non voglio che succeda... Ma so che succederà, perché lui è morto...-

Una singola lacrima scende lungo la mia guancia e mi affretto ad asciugarla, anche se so che lui l'ha già vista.

La sua reazione è immediata: allunga una mano e si protende verso di me.

Trattengo il fiato: che stia per abbracciarmi?

Ma in realtà la sua mano si ferma sul mio avambraccio: -Solo perché qualcuno sparisce dal nostro mondo, non significa che non esista più- ripete, guardandomi dritto negli occhi e io sussulto ancora una volta.

-Tu come... come fai a... a conoscere questa frase?- chiedo con voce spezzata –Silente... Silente me l'ha detta subito dopo la... la morte di Draco... quando sono andata ad Hogwarts... Ma... Ma tu? Tu come...?- chiedo confusamente.

Lui rimane serio: -Mio padre- si limita a dire e io mi irrigidisco un poco. So che suo padre è morto quando lui faceva il quinto anno, quindi forse si riferisce a quello. Forse Silente glielo disse in quell'occasione.

-Io... Mi dispiace Blaise- rispondo sinceramente.

-Non devi dispiacerti, perché è grazie a te se adesso so che quella frase è vera. Draco è legato ancora a te in un modo che ancora non capiamo. Ma sono convinto che significhi qualcosa. E forse possiamo sfruttarlo...-

Lo guardo speranzosa: -Pensi... Pensi che... Possa esserci un modo per... Possa esserci un modo per farlo tornare indietro?-

Lui lentamente annuisce, non staccando mai gli occhi da me e io sento il cuore iniziare a battere all'impazzata. Se fosse vero...

-Ma... Ho controllato tutti i libri a mia disposizione... Tutti! Anche il reparto proibito a scuola e non ho trovato niente! Come credi che...-

-Li ricontrolleremo. E non dimenticare che adesso abbiamo anche la libreria in questa casa...- sposta un braccio indicando il salone –C'è anche la libreria a casa mia e ci sono i libri dei Malfoy che recupererò io stesso-

Annuisco.

-Rileggeremo anche quelli di magia nera che ho...-

Rabbrividisco: -Non voglio usare la magia nera... per favore...-

-Granger rileggeremo il volume sulla possessione da parte di fantasmi ed entità. E con quello che so adesso, magari riuscirò a trovare qualcosa di nuovo a cui non ho mai prestato attenzione-

Rimango ferma, distogliendo lo sguardo per un attimo da lui, per poi tornare a guardarlo: -D'accordo- dico incerta.

Devo fidarmi.

-Rivolterò tutte le biblioteche d'Inghilterra se necessario, o quelle dell'intero pianeta. Ma se c'è una soluzione la troverò. Se si può, faremo tornare indietro Draco. Non lo prometto a te, ma a me stesso-

Non posso impedirmi di sorridergli grata e di nuovo i miei occhi diventano lucidi, ma stavolta per la piccola speranza che sento nascere dentro. Posso farcela. Possiamo farcela. Non è ancora tutto perduto.

-Grazie- gli dico con un sorriso –Grazie. Giuro che ce la metterò tutta per aiutarti-

Lui ricambia il sorriso, ma il suo è appena accennato.

Torno a concentrarmi sul mio thè che giace ancora davanti a me, ormai freddo, ma lo bevo comunque con rinnovata energia e anche lui fa lo stesso.

-Ti chiedo scusa per la pozione- dico di getto –Non volevo suicidarmi, dico davvero. Volevo davvero solo trovare una soluzione- continuo imbarazzata e realmente dispiaciuta.

Lui si irrigidisce di nuovo: -Sei una stupida Granger-

-Ehi!- ribatto offesa.

-Dieci gocce devo supporre, non è così?- risponde, ignorandomi.

Improvvisamente mi ricordo che fuori è buio: -Si! Dieci! Una per ogni ora! Ma non capisco! Perché fuori è buio?!- chiedo scioccata.

-Lo ripeto: sei una stupida. Quella pozione non è come la soporifera che conosci tu. Ti avevo detto che è una versione più leggera! Quella che conosci tu provoca un sonno profondo e molto riposante. Quindi è molto concentrata e ogni goccia ha un effetto che perdura per un'ora. Questa invece, dato che permette di sognare, ha un effetto molto più blando e per dare lo stesso risultato riposante ho fatto in modo che ogni goccia corrispondesse a due ore. Ho provato in mille modi a fare il contrario. A fare in modo che ogni goccia durasse solo per mezz'ora e quindi che avesse la stessa concentrazione dell'altra, ma la pozione risultava altamente instabile e ho rinunciato-

Ma io non lo sto ascoltando già più. La mia mente sta lavorando febbrilmente.

Ogni goccia di questa pozione ha la durata di un paio d'ore.

E io... quasi mi sento mancare la terra sotto i piedi... ne ho prese dieci... quindi ciò significa che...

-Che ore sono?!- chiedo scioccata, guardandomi intorno.

-Le sei... Le sei del pomeriggio Granger. Ti sei svegliata alle cinque e mezza. Hai dormito per venti ore di fila- mi dice in tono di rimprovero.

Spalanco gli occhi: oddio no!

Ecco perché era fuori di sé quando mi sono svegliata!

Ecco perché si è infuriato in quel modo!

Forse vedendo che non mi svegliavo, ad un certo punto avrà pensato che mi fossi avvelenata davvero.

Ma... soprattutto... se sono le sei del pomeriggio... Cosa è successo oggi?

-Oddio... E il processo?! L'hanno fissato?! Daphne?!- chiedo velocemente.

-Lo hanno fissato per domani mattina alle otto e trenta. Ero venuto qui nel primo pomeriggio per avvisarti, visto che non ti eri presentata al Ministero e ti ho trovata là...- dice infastidito, ma per fortuna non specifica il luogo e ne sono contenta. Evito anch'io di riprendere il discorso, ma è di nuovo lui a riprendere la parola.

-Granger... devi parlare con la tua amica-

Mi acciglio: -Ginny? Cosa c'entra lei?-

-E' venuta a casa mia prima che io venissi qui-

-Cosa?!-

-Pretendeva di parlare con te. Diciamo che ha fatto irruzione. Una vera seccatura. Stavo per buttarla fuori a calci, ma poi mi sono detto che era meglio farle controllare tutto. E lo ha fatto. Ha esplorato ogni stanza della mia casa perché credeva che ti nascondessi lì-

-Oddio... Mi dispiace... Mi dispiace Blaise! Scusa!- dico dispiaciuta.

-Gliel'ho lasciato fare solo perché così non mi avrebbe più infastidito, ma tu devi parlarle. E' stato sicuramente Potter a dirle di averti trovata a casa mia e la prossima volta che tornerà non sarò più così disponibile- dice, guardandomi eloquentemente.

-Le parlerò! Domani le parlerò! Mi dispiace!- dico velocemente, ripromettendomi di farlo davvero. Devo farlo. E' passato fin troppo tempo.

-Oh per favore, smettila! Tutto questo dispiacersi da Grifondiota sta facendo rimbecillire anche me. Presto o tardi, se continuo a frequentarvi, mi trasformerò in uno di voi- dice rialzandosi e avvicinandosi al lavandino, con un finto brivido.

-ZABINI!- grido infastidita –TACI!- e devo ricorrere a tutto il mio autocontrollo ancora una volta per non tirargli addosso la tazza ormai vuota. 





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Spazio Autrice:

MA BUONASERAAA MIEI PICCOLI SHERLOCK <3 Come state? Eccomi qui con il nuovo capitolo :D In anticipooo :D Siete contenti?? ;) Vi è piaciuto? Vi aspettavate una cosa del genere? Lo so, è un capitolo di passaggio, ma era necessario ;) Manca ancora il vero chiarimento tra loro due, che naturalmente arriverà :) Ma intanto la cosa più urgente era questa :) 

Aspetto i vostri pareri :D

Adesso devo purtroppo darvi una notizia non molto piacevole :( Purtroppo il momento è arrivato. Mi devo fermare (e questa volta dico davvero) per le prossime due settimane :( Giovedì ho l'esame di abilitazione e giorno 6 come sapete mi laureo, quindi come vi avevo già anticipato, non potrò aggiornare <3 Spero abbiate la pazienza di aspettarmi <3 Io ho già buttato giù l'epilogo che credo vi piacerà molto ;) Ma non posso anticiparvi nulla in merito. Manca ancora un po' fino a quel momento e c'è tutta la parte centrale da scrivere ;) Ve l'avevo detto che non vi sareste liberati di me facilmente? Beh, se non l'ho fatto prima ve lo dico adesso ;) Ahaha ;) A mia discolpa comunque vi dico che la mia idea di concludere Lumos entro il 2 Gennaio 2018 (ad un anno esatto dalla prima pubblicazione) è decisamente andata in fumo :D Quindi miei cari, andremo sicuramente oltre quella data :D Naturalmente dopo la laurea io mi metterò a scrivere come un'emanuense non temete e forse (DICO FORSE) gli aggiornamenti aumenteranno <3 Spero di farcela ;D 

Ok dopo questo monologo, è arrivato il momento di salutarci per un po'. Tornerò da voi presto ve lo prometto. Vi ringrazio per i voti, i commenti e le visualizzazioni a tutti i capitoli precedenti :D Sono contentissima che vi piaccia la mia storia e spero che quando tornerò voi siate aumentati ancora <3 Attendo con ansia i vostri commenti <3 :D 

Vi chiedo solo un favore: PREGATE PER ME <3 Ahahah 

Ci risentiamo prestissimo <3 

Un bacione :*

E mi raccomando 

Stay Tuned :*

Iron9208 (Arlen) 

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